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Il Gold Standard e la Grande Depressione

Capitolo II: L’uscita dal Gold Standard e il Quantitative Easing ante litteram

II.2 Il Gold Standard e la Grande Depressione

Gli Stati Uniti adottarono il Gold Standard nel 1900, in seguito all’approvazione del Congresso del Gold Standard Act. Il sistema aureo puro rimase in vigore dal 1870 al 1914, quando fu sospeso a causa del primo conflitto mondiale nella maggior parte dei paesi. Il Gold Standard fu poi restaurato nella variante del Gold Exchange Standard nel periodo dal 1924 ed il 192727. Nel Gold Exchange standard, un solo paese adottò il sistema aureo puro (nella fattispecie gli Stati Uniti che allora avevano gran parte dell’oro monetario) con convertibilità diretta della propria valuta in oro, mentre gli altri paesi si limitano a garantire la convertibilità con la moneta del paese di riferimento. Molti analisti ritengono che la leadership Benjamin Strong, governatore della Fed di New York dalla fondazione sino al 192828, fu necessaria nella restaurazione del Gold Standard dopo la guerra. Secondo Meltzer, il sistema aveva però due falle: prima di tutto fu restaurato con parità sbagliate (sopravvalutate, come nel caso della sterlina nel 1925 o sottovalutate, come il franco nel 1928) determinando una mal equilibrata distribuzione dell’oro, e con tassi di cambio non allineati; in secondo luogo, alcuni aderenti adottarono politiche monetarie e fiscali che non permisero al meccanismo di aggiustamento di funzionare, come ad esempio la sterilizzazione dei flussi d’oro29

che Francia e Stati Uniti perseguirono, con l’effetto di ridurre le riserve d’oro disponibili per il resto del mondo (e aumentarle nei paesi che sterilizzarono i flussi, vedi Figura 1) e di stimolare pressioni deflazionistiche trasmesse al resto del mondo attraverso il Gold Standard (Friedman e Schwartz, 1963, Eichergreen, 198530).

27 Durante la conferenza di Ginevra del 1922 gli Stati Uniti si accordarono con altri paesi tra i quali Inghilterra,

Italia, Giappone e Francia sulla restaurazione del sistema.

28Nel corso del capitolo si approfondirà il ruolo di Benjamin Strong nella gestione della politica monetaria degli

anni ‘20

29

Francia e USA assorbivano oro dal resto del mondo, nel giugno 1928, la quota statunitense dello stock aureo monetario totale era 38.3% e quella francese 11.7%. Nel giugno 1931, diventarono rispettivamente 40.8% e 19.6%.

Figura 1: Riserve auree, in milioni di dollari americani (1928-1933, dati mensili)

Fonte: Bordo, Choudhri (2001)

Nota: linea nera Stati Uniti, linea rossa Inghilterra, linea blu Germania, linea verde Francia, linea tratteggiata resto del mondo

Nel 1929, gli Stati Uniti iniziarono a ritirare i propri capitali investiti in Europa dove si aprirono prospettive di politiche economiche restrittive (in primis in Germania e Inghilterra che registrarono grosse perdite di oro) tese a ridurre il deficit commerciale, il debito estero accumulato e ad arrestare il deflusso di oro verso gli Stati Uniti.

Nel settembre del 1931, l’Inghilterra di Mac Donald fu costretta ad abbandonare il sistema, sospendendo la convertibilità aurea della sterlina, vista la grave crisi di fiducia nel sistema bancario che comportò l’uscita dei capitali dal paese con conseguente deperimento delle riserve auree e svalutazione della sterlina31. L’abbandono dell’Inghilterra del Gold Standard è spesso preso come segnale dell’inizio del “ciclo di svalutazioni”32

: nel ’31 abbandonarono il Gold Standard anche Danimarca, Finlandia, Svezia, seguiti da Belgio (1935) e Olanda (1936). Non appena si presentarono i primi dubbi riguardo alla stabilità delle riserve valutarie, le banche centrali si affrettarono a liquidare le loro riserve di valute straniere e a rimpiazzarle con l’oro33

. Gli Stati Uniti abbandonarono il sistema nel 1933, quando F.D. Roosevelt decise di sospendere la convertibilità.

31

Successivamente, l’Inghilterra mantenne un regime a cambi fissi.

32 B. Eichengreen, J. Sachs, Exchange Rates and Economic Recovery in the 1930s, The Journal of Economic

History, Vol. 45, No. 4, 1985, p. 298

33 La quota totale di valuta estera nelle riserve delle banche centrali precipitò dal 37% alla fine del 1930 al 13%

Un ragionevole compromesso tra coloro che consideravano la Grande Depressione come risultato di forze monetarie (Friedman e Schwartz, 1963), e quelli che invece focalizzavano l’attenzione sul fronte dell’economia reale (Temin, 1976), è quello di credere che a causare ed aggravare la Depressione furono fattori monetari e non monetari (Gordon, Wilcox, 1981). Negli anni ’80 emerse una filone di analisi sull’impatto del Gold Standard nell’aggravarsi della situazione economica tra le due guerre (Choudhri 1980, Eichergreen 1984, Sachs 1985, Temin 1989, Bernanke e James 1991, Eichergreen 1992). Approfondite analisi hanno dimostrato che la contrazione monetaria dei primi anni ’30 non fu il risultato della risposta passiva alla diminuzione dell’output ma invece, il risultato non voluto di condizioni economiche e politiche sfavorevoli, di un policy making con prospettiva a breve termine e di istituzioni che non si adattavano al contesto. Molti governi risposero alla crisi degli anni ’30 abbandonando velocemente il Gold Standard, riprendendosi più velocemente reflazionando le loro offerte di moneta e prezzi interni, altri invece rimasero nel sistema (paesi del Gold Bloc) e furono costretti a deflazionare.

La politica monetaria restrittiva del 1928-’29 per bloccare la speculazione nel mercato azionario, la politica monetaria restrittiva del ’31 per fermare l’attacco speculativo sul dollaro e l’inattività della Fed nel ’32 nonostante l’alta disoccupazione ed il crollo dei prezzi (aggravati dalla politica economica restrittiva) furono errori della politica monetaria (Bernanke, 2013) trasmessi globalmente dal Gold Standard. L’abbandono del sistema aureo nel 1933, permise una politica monetaria meno restrittiva e la fine della deflazione34.

Secondo un altro filone di pensiero, alcuni analisti ritengono che la Grande Depressione fu il risultato di politiche monetarie eccessivamente accomodanti durante le recessioni del ’24 e del ’27, che avevano promosso la speculazione dei mercati azionari e di avevano portato al tracollo del sistema, nell’ottobre ’2935.

Le cause che portarono alla Grande Depressione sono chiaramente molto complesse e varie, sicuramente l’uso di politiche fallaci e difettose, aggravarono la situazione. Quello che interessa è analizare l’evoluzione della politica monetaria degli anni successivi al 1929 nella fattispecie del ’32, quando la FED avviò un piccolo e breve programma di acquisto di securities, e capire se il Gold Standard sia stato, o no, un vincolo per la ripresa.

34 I fallimenti bancari misero il paese in ginocchio. Più di 9.700 della 25.000 banche nazionali, sospesero le