• Non ci sono risultati.

CAPITOLO 1 “Federalismo fiscale”: significato del

1.8 IL FEDERALISMO ASIMMETRICO DI ROGER D CONGLETON

1.8.2 Stato poco centralizzato

Questa sezione del paper di Congleton Asymmetric

federalism and political economy of decentralization

analizza, al contrario, i vantaggi di trasferire l’autorità dagli enti locali al governo centrale.

I vantaggi reciproci di un coordinamento più profondo delle politiche a uno specifico livello di governo può insorgere da molteplici ragioni economiche: suddivisione dei costi fissi relativi a un nuovo servizio pubblico, internalizzazione di esternalità, vantaggi associati all’espansione dei mercati e, in alcuni casi, riduzione della competizione sulla tassazione tra governi regionali.

42

Tuttavia, il vantaggio di centralizzare il potere decisionale sulle politiche economiche è principalmente la riduzione dei costi decisionali (Congleton, 2006), piuttosto che vantaggi economici derivanti dall’accentramento, perché questo meccanismo non è il solo che permette di risolvere i problemi di coordinamento o di realizzare economie di scala.

Comunque, gli accordi multilaterali tra i governi sono spesso difficili da negoziare, perché viene richiesta l’unanimità su un argomento che richiede di rinunciare a parte del potere e dunque in questi casi spesso l’unanimità spesso è sostituita con una regola di decisione un po’ meno inclusiva. Di conseguenza, il costo di coordinamento delle decisioni diminuisce ma sorge un nuovo rischio: i livelli di servizio o la ripartizione dei costi imposti dal governo centrale potrebbero far stare peggio qualche ente locale (se non anche tutti).

Per capire se è conveniente centralizzare o meno, Congleton procede considerando il caso in cui i governi locali possono individualmente scegliere se aderire o no ad un nuovo programma di centralizzazione il quale da qui in futuro determinerà, attraverso voti a maggioranza, una particolare politica pubblica per tutti gli stati membri.

Il beneficio netto, seguendo il ragionamento di Congleton, di aderire al programma sta nel risparmio dei costi derivante dalle economie di scala o di scopo, ma anche nella riduzione dei costi di negoziazione e nelle aspettative circa il modo in cui i risparmi potenziali saranno distribuiti tra gli Stati membri. I governi locali acconsentono la centralizzazione di un servizio se da ciò si aspettano di realizzare benefici netti.

Congleton nella sua analisi assume Pij come la

43

coalizione decisiva sulla questione i, e 1-Pij la

probabilità che j faccia parte della minoranza. Il beneficio atteso se il governo j è un membro di maggioranza è BMji, che non può essere minore di BNji, beneficio atteso

per le minoranze. Gli Stati membri della coalizione maggioritaria sostengono, per il servizio pubblico i, un costo pari a CM

ji, il quale non può essere superiore al

costo che j sarebbe stato disposto a pagare se fosse stato un membro della coalizione di minoranza, ossia al costo CN

ji. Se lo Stato j non aderisce alla confederazione o se la

confederazione decide di non fornire il servizio i come centralizzato, j produrrà il servizio in modo indipendente e realizza un beneficio netto pari a Nji (con Nji>0).

Il governo locale j preferirà una fornitura centralizzata del servizio se:

Pji(BMji-CMji)+(1-Pji)(BNji-CNji)> Nji. 3

L’equazione 313 esprime il fatto che se BM

ji-CMji e BNji-

CNji sono maggiori di Nji allora il servizio verrà

centralizzato e questo è immediatamente evidente da un punto di vista economico. Tuttavia, se dalla centralizzazione solo la coalizione di maggioranza ha benefici netti superiori a Nji, allora il problema non

potrà venire risolto solamente basandosi su considerazioni economiche, ma saranno soprattutto quelle politiche che influenzeranno la scelta. In particolare, le variabili determinanti saranno le differenze tra il peso fiscale della maggioranza e della minoranza e la probabilità di essere nella coalizione non decisiva.

Una volta determinati i servizi da centralizzare, il beneficio netto atteso dalla partecipazione può essere

44

calcolato come la somma dei benefici netti attesi derivanti da ogni singolo servizio; il potere decisionale sulle politiche economiche sarà dunque trasferito dal governo locale j a quello centrale se:

∑ [ ( ) ( )( )] ∑ . 4

Se i membri della confederazione si aspettano di realizzare economie di scala attraverso la produzione centralizzata o di internalizzare le esternalità, è chiaro che il numero dei partecipanti aumenta. Più sono i membri, maggiori sono le economie di scala e maggiore sarà anche il peso dato alle esternalità. Dunque, molti più governi locali cercheranno di aderire alla confederazione e non solo per trarne vantaggi economici, ma anche per evitare i rischi tipici di un governo centralizzato totalmente.

Per aumentare le adesioni alla confederazione anche da parte delle minoranze in modo da ridurre o eliminare il loro ‘downside risk’, potrebbero venire intraprese due strade secondo Congleton: o adottare una regola di votazione che richieda il raggiungimento di una maggioranza più elevata o ridurre la possibilità del governo centrale di attuare discriminazioni tra i membri potenziali.

Tuttavia, un altro metodo descritto da Congleton è il cosiddetto “menu-federalism” (Congleton, 2006), in cui gli enti locali possono scegliere quali servizi centralizzare. La natura volontaria di questa adesione comporta livelli di servizio non uniformi e, di conseguenza, riduce il rischio politico per i livelli di governo sub-nazionali di essere oggetto di discriminazioni.

Ecco dunque che l’approccio ‘menù-based’ crea un federalismo asimmetrico perché il grado di centralizzazione

45

varia da ente a ente e di conseguenza sarà modulato anche il potere decisionale.

A differenza dal federalismo simmetrico, quello asimmetrico ‘menù-based’ elimina l’atteggiamento del ‘tutto

o niente’ per favorire piuttosto una scelta composta da un

insieme di alternative a disposizione. In questo modo sono diminuiti i costi di adesione per i membri ‘marginali’ della confederazione (Congleton, 2006).

46

Documenti correlati