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Capitolo 3. La politica interna

3.1 Lo Stato da Terra.

In questo capitolo verranno affrontate le varie tematiche che emergono dalle pagine del diario le Materie Politiche nei mesi di luglio, agosto e set- tembre 1602 e che sono contenute nel primo volume manoscritto.

Gli argomenti che emergono sono molteplici e riguardano molti aspet- ti della Venezia del’600. Nel diario non vi trovano posto solamente ar- gomenti di politica interna, ma anche quelli riguardanti la politica estera. Molteplici sono i riferimenti alla situazione del Re di Francia e dell’Impero. Considerando l’attuale geografia dell’Europa, nelle Materie Politiche, vi si trovano riferimenti a territori che spaziano dagli odierni confini Portogallo alla Romania, in modo particolare si fa riferimento al territorio della Tran- silvania; senza tralasciare l’Inghilterra, le isole più remote del Mediterraneo orientale sotto la giurisdizione veneziana e Costantinopoli.

Entrando più nello specifico nelle pagine, si può facilmente individuare la rilevanza di queste nei testi trascritti, ovvero in un arco temporale di po- chi mesi sono riportati in modo fitto e dettagliato i principali avvenimenti accaduti riguardanti la Dominante.

Inoltre erano riportate le discussioni che avvenivano in Collegio dove ve- nivano dibattute le varie decisioni da prendere. Invece se la tematica ri- portata non riguardava direttamente i territori veneziani, i fatti venivano riportati come una moderna cronaca giornalistica: chi scrive i fatti non prende posizione ma osserva e annota. Ecco che nel diario vi si possono facilmente trovare le vicende che riguardano l’avvenuta scoperta della con- giura contro il re di Francia, ad opera del duca di Savoia, o dei riferimenti alle pressioni che i Turchi stavano esercitando in Transilvania, dopo aver occupato l’Ungheria, per avvicinarsi al cuore del potere europeo.

Invece i dispacci fanno specificatamente riferimento allo stato di Terra- ferma veneziano e descrivono con dovizia di particolari le varie proble- matiche che emergono. Alcune fanno riferimento allo stato da Mar, in

particolar modo alla Dalmazia, a Corfù e agli altri possedimenti veneziani orientali nonché al rapporto con il Turco.

Le Materie Politiche assumono una rilevanza indiscutibile quando, parten- do dai dispacci dei vari provveditori veneziani, si da il via ai dibattiti che avvenivano all’interno del Consiglio tramite gli interventi dei savi. Ed è proprio in questi casi che la penna dell’autore diventa strumento indispen- sabile per commentare i fatti, le decisioni prese e le principali figure del patriziato protagoniste in questo periodo.

Molto spesso sono i provveditori a relazionare sulle varie problematiche esistenti, e dopo la loro relazione, seguiva la prima arringa dei Savi, fino a giungere ad una prima votazione, la quale molto spesso era seguita da una seconda, di modo da arrivare alla decisione finale del provvedimento da deliberare.

I giudizi quindi possono risultare spesso espliciti e indicativi di quale do- vesse essere la giusta direzione da perseguire nella varie discussioni.

Infine le annotazioni che troviamo presenti nel manoscritto sono riportate in ordine cronologico, divise in riferimento ai vari giorni del mese e in base alla città di provenienza dei dispacci stessi.

Le tematiche che ritroviamo all’interno delle Materie Politiche fanno rife- rimento allo Stato da Terra, dominio della Serenissima Repubblica, carat- terizzato da diversi spaccati di vita politica veneziana. Molte delle contro- versie nascono nei luoghi più diversi della Terraferma e giungono poi in Senato, dove di volta in volta i Savi di Terraferma relazionavano all’assem- blea che dibatteva sulle questioni discusse.

I temi presenti nel manoscritto sono molteplici ma quelli più strettamen- te connessi al territorio veneto sono relativi all’ordine pubblico, come i furti e la sicurezza interna. Inoltre sono presenti alcune controversie con la Chiesa romana legate alle varie giurisdizioni che questa possedeva nel territorio Veneto.

Difficili rapporti di forza sono presenti in quelle terre che non riconob- bero Venezia come autorità suprema, sotto giurisdizione ecclesiastica e situate nella Terraferma Veneta; esse ribadirono la propria autonomia giu- risdizionale, attraverso le figure dei vescovi come diretti interlocutori del potere Papale. Due furono i casi di maggiore rilievo che caratterizzarono la Venezia del tempo, il primo nel trevigiano, ebbe come protagonista il vescovo di Ceneda e il secondo il vescovo di Aquileia, nel friulano, e le magistrature veneziane.

Facendo sempre riferimento alle controversie della Repubblica con il Papa, a Sud di Venezia, nell’odierna zona del rodigino, nacque una delle più di- battute tensioni, tra queste due autorità, in materia di confini. Il dibattito

assunse dei toni molti intensi in occasione dei lavori del Taglio di Po, lungo il confine tra i due stati e in occasione dello scoppio dell’incendio nel bo- sco del Pendasio. Il suddetto bosco venne a più riprese rivendicato come dominio degli ecclesiastici.

A Ovest dello stato veneziano, la vicinanza dello stato di Milano, di diretta giurisdizione spagnola, comportò sia la nascita del fenomeno del fuoriu- scitismo, siaalcuni dissapori vicino alla città veneziana di Crema a causa di alcuni omicidi che furono additati dagli spagnoli ai veneziani. La Repubbli- ca in quell’occasione venne accusata di azioni anti-spagnole.

A Nord dello Stato Veneto, l’irrequieto vescovo di Trento si rese prota- gonista di alcune incursioni volte al danneggiamento dei sudditi veneti di Vicenza con scorribande e scorrerie, le quali non furono giustificate né dalla corte Asburgica né dal Papa stesso.

A Est dello stato di Terraferma Veneto l’Austria, seppure in questi decenni fosse impegnata nella guerra Austro-Turca, non venne mai meno all’opera di disturbo atta a rivendicare il proprio sbocco nell’Adriatico, tramite le città di Trieste e di Fiume. Le azioni, come vedremo, si concretizzarono attraverso le scorribande compiute dagli Uscocchi nel Mar Adriatico. In ri- ferimento agli stati confinanti con la Repubblica di Venezia e al panorama europeo del tempo, Gaetano Cozzi51 riassunse questa la stagione politica, a

cavallo del ‘600, con il termine «Rancori». I rancori coinvolgevano tutti gli stati che furono, per l’appunto, corrisposti dalla Repubblica che mirava a rilanciarsi non solo in ambito italiano, ma anche in ambito europeo, senza disdegnare un eventuale appoggio dei mercanti ebrei ponentini e levantini.