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Stoccaggio degli oli minerali

Nel documento Dottorato di Ricerca in Rischio Sismico (pagine 54-60)

Capitolo II. Impianti di deposito combustibili

2.2. Gli oli minerali: le Normative per lo stoccaggio

2.2.2. Stoccaggio degli oli minerali

Un’area di stoccaggio combustibili è costituita da una zona per i serbatoi, una zona per le attrezzature che permettono il prelievo e la distribuzione dei liquidi stoccati e da una zona adibita agli uffici per la gestione ed ai servizi per i lavoratori. Di fondamentale importanza è, poi, la presenza di sistemi di sicurezza e una stazione antincendio, dotata di opportuna riserva d’acqua. In termini di sicurezza, i punti critici del deposito, a cui dedicheremo particolare attenzione, sono i reparti travaso e i serbatoi. Questi ultimi, vengono classificati, in base alle loro caratteristiche costruttive, in serbatoi a tetto fisso e a tetto galleggiante.

Una buona configurazione e una sufficiente distanza consentono di raggiungere i seguenti obiettivi:

• Limitazione dei danni da esplosioni accidentali: le sovrappressioni conseguenti ad una esplosione decrescono generalmente in maniera rapida con la distanza dal punto di ignizione;

• Limitazione degli effetti del calore irradiato prodotto da un eventuale incendio: il calore irraggiato da un serbatoio in fiamme può generare un innalzamento della temperatura del liquido contenuto in un serbatoio adiacente fino a creare al suo interno pressioni tali da provocarne l’esplosione (bleve)6;

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Tra le linee guida considerate, soltanto la normativa italiana effettua una classificazione dei depositi in base alla capacità.

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Numerose sono le misure che si adottano allo scopo di scongiurare i cosiddetti “effetti domino” quali ad esempio gli irroratori sulla superficie esterna dei serbatoi e la verniciatura della stessa con tinte ad elevato potere riflettente.

• Limitazione degli effetti della dispersione: in ambienti molto confinati la dispersione dei gas densi avviene con difficoltà. L’aumento della distanza tra i serbatoi agevola la diluizione dei vapori fino a concentrazioni inferiori ai limiti di infiammabilità;

• Accessibilità per le operazioni di esercizio, ispezione, manutenzione, emergenze. L’esigenza di un’abbondante distanza è controbilanciata dall’aumento dei costi di installazione e di esercizio dovuti, tra l’altro, alla necessità di maggiore superficie, tubazioni più lunghe, maggiori perdite di carico e, quindi, sistemi di pompaggio più potenti. Pertanto, se da un lato esigenze di sicurezza consigliano grosse distanze, dall’altro necessità economiche impongono l’utilizzo delle minime distanze possibili7. E’ compito del progettista, quindi, trovare un giusto equilibrio tra i due fattori. Anche la direzione media del vento, il clima e le caratteristiche topografiche del sito, sono fattori determinanti ai fini della definizione della configurazione del deposito. IRI raccomanda che la disposizione dei serbatoi all’interno del deposito rispetti le seguenti regole:

• vengano posti sottovento rispetto alle altre unità (uffici, etc.): in tal modo, l’eventuale formazione di una nube di vapori infiammabili interesserà una zona a bassa probabilità di ignizione e, soprattutto, lontana dagli edifici frequentati dal personale;

• il piano di appoggio si trovi al di sotto del piano di campagna medio del deposito;

• serbatoi contenenti diversi tipi di liquidi non devono essere raggruppati nell’ambito dello stesso bacino di contenimento (“catch basin”);

• devono essere disposti in righe (al massimo due) e adiacenti a strade accessibili ai mezzi di soccorso;

• l’utilizzo di tubazioni, manichette, flange deve essere ridotte al minimo quando poste all’interno dei bacini di contenimento.

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2.2.2.1. La normativa italiana

Secondo il D.M. 1934 i depositi di oli minerali devono essere circondati da un recinto, in muratura o in rete metallica, alto non meno di 2.50 m. Lo spazio tra diverse unità di un deposito di stoccaggio combustibili fa riferimento alla lunghezza di un parametro definito “zona di protezione” (distanza minima tra il recinto e i serbatoi dell’area di stoccaggio) ed alla distanza di sicurezza rispetto ai fabbricati esterni. Per depositi di classe I si ha, ad esempio:

Tabella 2.3. Zona di protezione e distanza di sicurezza per depositi di classe I.

Categoria liquido

Distanza di rispetto tra i fabbricati esterni ed i

Zona di protezione, m

Serbatoi, m Magazzini e locali travaso, m

Cat. A 20 75 25

Cat. B 10 50 15

Cat. C 3 4 5

I locali delle pompe8 usate per le diverse categorie di liquidi devono essere disposti all’esterno dei bacini di contenimento dei serbatoi9 e possono essere posizionati anche nelle vicinanze dei locali di travaso. I fabbricati con caldaie a vapore, le officine riparazione fusti, la falegnameria, i magazzini legnami per imballaggio e le abitazioni devono trovarsi ad una distanza dai serbatoi e dai locali di travaso pari al doppio della zona di protezione. I fabbricati per la trasformazione dell’energia elettrica, per lavorazioni accessorie, le autorimesse e gli uffici devono trovarsi ad una distanza dai serbatoi e dai locali di travaso, pari alla zona di protezione (Figura 2.1.). Per i fabbricati esterni si ha invece quanto rappresentato dalla Figura 2.2.

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Per le pompe non azionate da motore a scoppio non sono prescritte distanze minime.

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Locale travaso Abitazione custode Officina Cabina elettrica Uffici 2d d = zona di protezione

Figura 2.1. Distanze minime tra le unità di un deposito di combustibili secondo la normativa italiana.

C

Magazzino Fusti B C

75m

50m

Abitazione, scuola, albergo, officina,…

Ferrovia

Figura 2.2. Distanze minime tra le unità di un deposito di combustibili e i fabbricati esterni all’installazione, secondo la normativa italiana.

Per quanto riguarda il reparto di travaso10, non richiedono distanza reciproca i locali destinati

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Mentre il D.M. 31/7/1934 fa riferimento esclusivamente ai locali di travaso, nella Circolare del Ministero dell’interno dell’11/5/1978 viene introdotta la definizione di “reparto di travaso”, costituito dai locali di travaso per i fusti e le pensiline di carico e scarico delle autobotti e cisterne ferroviarie.

al riempimento dei fusti e le pensiline di carico e scarico delle autocisterne e delle ferrocisterne.

Tabella 2.4. Distanze minime relative ai reparti di travaso. Da unità di tipo11

(m):

Dal più vicino serbatoio (m) Dalla

recinzione (m)

A B Cat. A e B Cat. C

Locale travaso 20 40 20

Pensilina 18 15 10 10 5

2.2.2.2. Le linee guida IRI

Le prescrizioni di IRI in merito alle distanze tra le varie unità componenti il deposito sono schematizzate nella Tabella 2.5. in cui, ove disponibili e confrontabili, sono indicati i valori suggeriti da NFPA e quelli adottati da ARAMCO (1982), MOBIL (1990), EXXON (1983), SFPE (1990), Mecklenburgh (1985). Sono inoltre presenti alcune delle distanze dovute alla normativa italiana e, allo scopo di creare un confronto con un’altra normativa nazionale, quelle previste dalla legge francese. Da tale Tabella si può facilmente constatare quanto le direttive di IRI siano di fatto le più rigide e quanto le distanze imposte dalla normativa francese siano più o meno vicine, ma sempre superiori, a quelle dettate dal nostro D.M. 1934. Si noti, inoltre, che, mentre per IRI e per la legge italiana si fa distinzione tra le diverse classi di liquidi stoccati, secondo tutti gli altri la distanza è la stessa qualunque sia il contenuto dei serbatoi.

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Unità di tipo “A”: fabbricati con caldaie a vapore, officine riparazione fusti, falegnameria e magazzini legnami per imballaggio, abitazioni. Unità di tipo “B”: fabbricati per la trasformazione dell’energia elettrica, per lavorazioni accessorie, autorimesse e uffici.

Tabella 2.5. Distanze tra le diverse unità componenti il deposito12 (Inter-unit spacing). Le misure sono espresse in metri. *: si veda la Tabella 2.6.

NFPA MOBIL EXXON

IRI ARAMCO Mecklen-

burgh Edifici di servizio D.M. ‘34 Norme francesi SFPE Cabine elettriche 8 Utility areas 0 15 30 15

Locali pompe (pompe non azionate

da

motori a scoppio)

45/60 45 60 45 30 8.5

30 45 30 15 30 45 9 8

20 45 30 20 np Area di stoccaggio liq. classe I (Cat. A)

1/6D 60 45 60 45 60 60

75 60 60 75 60 60 75 60 75 60 *

20 20/40 75 20 60 20 15/40 20 60 Area di stoccaggio liq. classe II e III (Cat. B e C )

1/6D 60 30 60 30 60 60

75 60 60 75 60 60 75 60 75 60 * *

10 20/40 75 10 60 10 15/40 20 60

Pe

nsiline di carico e scarico

60 60 60 45 45 60 15 45 45 45 30

60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 75 60 75 60 15

10/15 15/20 60 10/15 60 10/15 20/60 20 30 10 20/30 45 5/10 20/30 45 0/40 Stazione e pompe antincendio

15 30 60 45 60 45 60 30 45 45

15 8 15 8 15 60 60 100 60 60 100 60 60 60 60 45

30 60 5/30 60 5/30 60 30/50 45 1

2.2.2.3. Le linee guida IP

Per quanto concerne le distanze tra i serbatoi e le altre strutture del deposito, IP prescrive che tra un serbatoio e una pensilina di carico, un locale di travaso o un edificio non

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E’ da tener presente che le seguenti distanze sono state estrapolate da una più generale Tabella riferita non ad un semplice deposito né ad una raffineria od impianto petrolchimico ma a un qualsiasi stabilimento chimico.

contenente una sorgente fissa di ignizione, la minima distanza ammissibile è 15 m per serbatoi a tetto fisso e 10 m per quelli a tetto galleggiante.

Nel documento Dottorato di Ricerca in Rischio Sismico (pagine 54-60)