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3. Le politiche abitative

4.3 La storia

Abitare Solidale è stata un’intuizione nata da due esperienze precedenti

dell’Associazione di Volontariato Auser Territoriale Firenze, entrambe caratterizzate da elementi distintivi che stanno alla base delle azioni di housing sociale. Un’intuizione che nel corso del tempo è andata progressivamente affinandosi diventando un progetto ben strutturato e con buoni risultati.

Il primo episodio che ha dato vita all’esperienza di Abitare Solidale è il progetto “Il Giardino dei Giganti” che prevedeva un intervento di recupero dell’hortus conclusus del settecentesco Convento dell’Incontro, ubicato sulle colline fiorentine i cui spazi sono stati destinati ad orto-frutteti condivisi e la cui gestione e utilizzatori sono vincolati da un regolamento interno improntato sulla reciprocità nella cura delle coltivazioni, uso comune degli attrezzi e delle produzioni, auto promozione di momenti di socialità e di laboratori rurali aperti alla cittadinanza.

“Il Giardino dei Giganti” viene realizzato nel 2008 grazie ai contributi Cesvot su un progetto di recupero funzionale e gestionale, che prevedeva attività (laboratori, corsi, coltivazioni vere e proprie) rivolte specificatamente ad anziani, disabili, singoli o famiglie con difficoltà economiche con l’obiettivo si sviluppare scambio di competenze intergenerazionali, acquisizione di nuove capacità, relazioni positive e spirito di condivisione.

Un ulteriore passaggio fondamentale per la progettazione di Abitare Solidale è stato la partecipazione da parte dell’Associazione al progetto “Vivere Insieme. Uno studente, un anziano”, promosso dall’Azienda Regionale al Diritto allo Studio Universitario (ARDSU) in collaborazione con Regione Toscana e Comune di Firenze.

Il servizio mirava a compensare l’assenza di posti letto per gli studenti universitari negli alloggi istituzionali con offerte a bassa incidenza economica per l’ARDSU e la Regione stessa. L’Auser e il sindacato (SPI-CGIL) svolgevano il ruolo di intercettatori di

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opportunità alloggiative presso abitazioni di anziani autosufficienti. L’iniziativa sin dai primi anni di attività presentava grossi limiti di prospettiva:

1. Si indirizzava solamente a due tipologie di utenza;

2. Operava per obiettivi contingenti e di medio termine, occupandosi in minima parte della costruzione di rapporti solidaristici tra le parti essendo canalizzata su studenti fuori sede;

3. Prevedeva contributi, seppur minimi, a favore degli ospitanti, al fine di favorire l’adesione al progetto.

Questo terzo punto è da non sottovalutare, infatti il progetto ha avuto termine in quanto l’ARDSU non è più stato in grado di garantire il servizio a causa della crisi economica. In concomitanza alla conclusione del progetto “Vivere Insieme. Uno studente, un anziano” all’interno dell’associazione si era aperta una riflessione su come adeguare i propri strumenti e i servizi ad una popolazione anziana in continua crescita. Ben presto l’associazione partecipò al convegno “Disagio sociale: marginalità ed inclusione”, organizzato dal Centro Servizi Volontariato Toscana nell’aprile del 2008.

Al convegno i vari relatori (rappresentanti del terzo settore e sindacali) sottolinearono un comune denominatore per le varie forme di disagio ed esclusione sociale: il “problema casa”, inteso nel duplice significato di diritto ad una sistemazione abitativa dignitosa ed economicamente sostenibile, come anche di permanenza autonoma e qualificata presso il proprio domicilio. Da tale esigenza scaturì la proposta dell’Associazione Auser Territoriale Firenze di sviluppare, in maniera aperta e partecipativa, un intervento trasversale che concorresse a trovare risposte calibrate a esigenze eterogenee.

Nel 2009 il progetto Abitare Solidale finalmente parte come espressione di un approccio innovativo ai temi della domiciliarità degli anziani grazie alla vittoria, da parte dell’associazione Auser Volontariato Territoriale Firenze, dell’annuale Bando di Innovazione, ricevendo i primi finanziamenti da parte del Cesvot per avviare l’attività e con il partnernariato di molte istituzioni tra cui il Comune di Firenze, Bagno a Ripoli, Sesto Fiorentino, Scandicci e una rete di associazioni, ivi compresa “Artemisia”, centro anti-violenza sulle donne.

Tra il 2010 e il 2012 prosegue la fase sperimentale del progetto, a carico totalmente dell’associazione, per valutare efficacia e presupposti.

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Nel 2012 l’ANCI Toscana seleziona il progetto come buona pratica e caso studio per livelli di innovatività sociale e capacità di integrare risorse pubbliche e risorse di comunità.

Viene individuato come uno dei migliori 120 progetti comunitari di natura sociale scelti all’interno della ricerca “Innoserv. Social Services Innovation” condotto dall’Università di Heidelberg, per costruire nuovi modelli di welfare63.

Nel periodo compreso tra il 2012 e il 2013 l’associazione Auser raggiunge la prima convenzione con il Comune di Firenze per trasformare Abitare Solidale da progetto a servizio duraturo, frutto della collaborazione fra volontariato e servizi sociali.

In quegli stessi anni il progetto trova riconoscimento anche fuori dall’area fiorentina e nel febbraio del 2012 l’associazione firma il primo Protocollo d’Intesa64 con il Comune di Cascina (Pisa).

Sono gli anni in cui il progetto cresce, si consolida, si fa conoscere e si diffonde, infatti nell’estate del 2013 la Fondazione “Il Cuore Si Scioglie Onlus”, espressione dell’Unicoop Firenze, comincia a sostenere il progetto per la sua espansione a livello regionale e nazionale.

Dopo il periodo di rodaggio dell’iniziativa l’associazione Auser Territoriale Firenze ha deciso di avviare una campagna di disseminazione e trasferimento di Abitare Solidale anche in altri contesti territoriali toscani ed italiani.

Tra il 2013 e il 2014 sono stati siglati protocolli d’intesa con circa 40 nuovi Comuni della Provincia di Pisa, Pistoia, Arezzo, Prato e Firenze; attivate nuove collaborazioni con associazioni di volontariato, Consorzi, Terzo Settore e avviate sperimentazioni in alcune Amministrazioni e Municipalità fuori dalla Toscana: Roma, Frosinone, Unione della Val D’Enza.

Nell’autunno del 2013 il progetto viene inserito nel PISSR (Piano Integrato Socio Sanitario Regionale) toscano del 2012-2015. Nell’ottobre dello stesso anno il responsabile del progetto relaziona al quinto Convegno Internazionale sulla Qualità del

63 http://www.inno-serv.eu/content/new-housing-solutions-and-inter-generational-support-auser-arbitare- solidale.

64 Protocolli d’intesa: rappresentano una tipologia di atti per la composizione degli interessi tra enti pubblici e privati, previsti dal Testo Unico degli Enti Locali (D.lgs 267/2000). Una dichiarazione d’intenti, un accordo “politico”.

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Welfare “La tutela degli anziani. Buone pratiche per umanizzare l’assistenza”, promosso dal Centro Studi Ericson e dall’Università cattolica di Milano.

Tra il 2013 e il 2014 viene firmata la seconda Convenzione con il Comune di Firenze. L’anno 2014, sin dai mesi iniziali, rappresenta per il progetto un anno di riconoscimenti internazionali.

Infatti, all’inizio del 2014 viene selezionato come caso studio dalla Fondazione Fondaca nel progetto internazionale (Europa, Brasile e Turchia) del settimo Programma Quadro dal nome SIforAGE (Social Innovation on Active and Healthy Ageing for sustainable economic growth) che mira a promuovere innovazione sociale nel settore dell’invecchiamento attivo attraverso il miglioramento dei meccanismi di collaborazione e cooperazione tra tutti coloro che lavorano sulla catena del valore del “active and healty ageing” (ricercatori, studiosi, caregivers, policy makers, imprese, organizzazioni della società civile, anziani, familiari, etc.). Il progetto diviene vincitore dell’European Award innovation in Ageing, promosso dalla King Balduin Foundation, la Kaixa Foundation ed altre fondazioni internazionali.

Il Comitato scientifico coordinato da Unicredit Foundation, in collaborazione con l’Università Bocconi di Milano, seleziona Abitare Solidale tra i sette vincitori, su ben 348 progetti partecipanti, della terza edizione nazionale del Bando Unicredi Carta 2013 “Strategie di coesione sociale a favore della Terza età”.

Il 27 febbraio 2014 nasce l’Associazione Auser Abitare Solidale.

L’istituzione di una nuova realtà associativa Auser, esplicitamente dedicata a gestire il progetto in oggetto, sviluppare ulteriori forme di housing sociale, sempre all’interno del dettato statuario e delle mission delle Onlus, si è resa necessaria nel momento in cui l’espansione territoriale di Abitare Solidale, il suo affermarsi come best practice a livello europeo, l’ottenimento di fondi specifici, ha richiesto modalità gestionali e

operative, di comunicazione e amministrative-autonome rispetto a quelle

dell’associazione “madre” Auser Territoriale Volontariato Firenze, impegnata su ulteriori fronti e pertanto impossibilitata a seguire in maniera adeguata la crescita del servizio.

Ecco che la neonata associazione si fa conoscere e nei giorni del 25-26 marzo partecipa ai focus group su Social Innovation, promossi a Bruxelles dalla King Balduin

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Foundation e il giorno successivo è presente al Convegno “L’abitare possibile. Le nuove strategie dell’abitare per un welfare sostenibile a partire dai risultati delle sperimentazioni del progetto HELPS”.

Successivamente organizza un convegno “Oltre la casa. Abitare Solidale ed altre esperienze di social housing”, durante il quale la Vicepresidente della Regione Toscana lancia la proposta di un ufficio regionale per Abitare Solidale.

Tra le novità più importanti degli ultimi mesi troviamo nuovi protocollo d’intesa sottoscritti con la SdS Area Fiorentina Nord Ovest e San Giovanni Valdarno, e contatti con nuove aree della Toscana, ma anche nuovi protocolli d'intesa con associazioni e Terzo Settore (es. Pantagruel che si occupa di ex detenute/i); l’espansione fuori dalla Toscana, in Regioni come il Friuli e l’Abruzzo e l’attivazione di un portale dedicato.

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