CAPITOLO 10. La funzione dell‟assistente sociale e degli interventi psicologici nei cas
10.4 Strategie innovative per prevenire i maltrattamenti sui minori
La prevenzione è molto utile in tutti i casi e le tipologie di maltrattamenti sui minori.
Essi si possono concentrare nell‟identificazione tempestiva dei casi di maltrattamento, sia in interventi precoci nella protezione dei bambini.
Queste strategie sono molto proficue, ma non conducono al dissolversi dei comportamenti maltrattanti in maniera assoluta. E‟ possibile solo cercare di andare alla base dei problemi per risolverli.
Quando si sceglie una strategia, bisogna vedere se conduce ai risultati previsti o al contrario provoca danni. Le azioni di prevenzione devono basarsi sulla comprensione dei fattori di rischio.
Attraverso studi sull‟impatto dei programmi di prevenzione sono stati elaborati alcune strategie per ridurre la crescita del fenomeno.
In particolare, un programma di prevenzione efficace è quello che riduce almeno il tasso di crescita dei maltrattamenti.
Uno dei punti qualificanti che deve avere il programma si caratterizza nella qualità di essere promettente. Questa fa riferimento al fatto che esso è stato valutato con un medesimo impianto di ricerca che dimostri alcune evidenze dell‟effetto preventivo, ma che richiede test ulteriori.
Un programma si definisce non chiaro se i suoi effetti sono stati scarsamente valutati o rimane in gran parte da testare.
La responsabilità per la prevenzione è normalmente lasciata alle autorità pubbliche e ai servizi della protezione minorile.
L‟ideale sarebbe avere un ente preposto esclusivamente a questo, e coinvolgere attivamente gli esperti in materia, provenienti da una vasta gamma di settori competenti nel campo dei fattori di rischio specifici.
Sarebbe opportuno inserire all‟interno della comunità, persone le cui attività possono essere positive per l‟influenza dei fattori di rischio legate al maltrattamento.
I governi potrebbero influire molto sull‟incidenza del maltrattamento sui minori.
Tutte le strategie che essi adottano per garantire il diritto alla sicurezza sociale, all‟istruzione e all‟uguaglianza e alla libertà dalla discriminazione, possono essere fondamentali per ridurre gli elementi che portano a incidere fortemente sul fenomeno.
Nonostante molti paesi abbiano consolidato un sistema di protezione soddisfacente, alcuni dimostrano ancora delle carenze nella dimostrazione in termini di prevenzione.
I punti forti sono sicuramente l‟introduzione di politiche economiche e sociali positive fornendo un buon accesso ai servizi di base.
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Alzare il livello qualitativo dei settori significa intervenire su alcuni fattori di rischio per il maltrattamento sui minori. Degli esempi potrebbero essere le politiche economiche che includono l‟istruzione e l‟assistenza alla prima infanzia, l‟istruzione primaria e secondaria per tutti, le misure contro la disoccupazione e un sistema che favorisca buoni livelli di protezione sociale.
Il maltrattamento viene fortemente influenzato dalle norme sociali e la cultura dominante nel paese. E‟ molto difficile influenzare questi due elementi perché si sono consolidati nel tempo. Le riforme giuridiche sono importanti, ma devono essere accompagnate da una modifica delle norme che riguardano lo stato dei minori, l‟accettabilità e l‟efficacia della punizione violenta, i ruoli di genere e di policy familiari.
Le campagne dei media potrebbero essere fondamentali per cambiare la cultura e la sensibilità verso il fenomeno. Esse possono evidenziarne la portata e la frequenza, dando informazioni più approfondite sulla dinamiche familiari promuovendo servizi appositi.
Le disuguaglianze economiche influiscono sicuramente sul fenomeno. Molte famiglie violente sentono il peso di queste difficoltà anche all‟interno del loro contesto di vita.
I programmi di modalità residenziale sono uno degli esempi pratici ideati per ridurre la concentrazione del fenomeno in un area specifica, fornendo a queste famiglie strumenti come i voucher per l‟alloggio o sussidi per gli affitti.
Queste modalità d‟aiuto hanno riscontrato un effetto diretto sui miglioramenti dei risultati scolastici dei minori, sulla performance accademica, sui problemi comportamentali e sulla salute mentale e fisica. Inoltre, questi programmi, sembrano essere efficaci sulla prevenzione della criminalità dei quartieri e del disordine sociale.
Infine, si può dire che non c‟è un impatto diretto riscontrato scientificamente sulla prevenzione del maltrattamento sui minori ma sicuramente ci sono dei risultati promettenti che indicano che limitando i disagi economici si può cercare nuove strade per risolvere il problema.
Un altro punto focale, è quello di progettare centri di accoglienza e di crisi.
Un ampio repertorio di ricerche dimostra che la violenza intima di coppia è associata fortemente al maltrattamento sui minori.
Fornire ricoveri e centri di crisi tempestivamente può far ridurre il rischio che tali violenze siano attivate. Le donne che non si recano ai centri antiviolenza, possono arrivare a picchiare i loro figli essendo loro le prime vittime del partner.
Un'azione tempestiva, in questo senso, può essere fondamentale nell‟ambito della prevenzione. Molte volte capita che chi ha subito delle percosse fisiche nella propria infanzia diventi in futuro un genitore violento. In questi casi sarebbe opportuno da parte dei professionisti socio-sanitari identificare in anticipo questi futuri “ colpevoli ” indirizzandoli verso percorsi terapeutici appropriati per interrompere il ciclo della violenza che potrà insorgere nel futuro.
Le strategie relazionali sono un altro fattore fondamentale per la prevenzione del fenomeno. Presupponendo che il maltrattamento si fondi su quattro elementi che sono:
a) la genitorialità inadeguata compresa l‟assenza di ogni legame tra genitore e figlio; b) Le aspettative irrealistiche rispetto allo sviluppo del figlio;
c) La convinzione che la severa punizione fisica sia efficace e socialmente accettabile; d) L‟incapacità di fornire assistenza di alta qualità ad un minore in assenza del genitore.
All‟opposto le strategie che includono il rafforzamento del legame filiale e la costruzione di un sano rapporto reciproco affettivo sono vitali per la riduzione del fenomeno in via preventiva.
Queste creano un adeguato ambiente per lo sviluppo mentale del bambino portando i genitori ed essere convinti che i metodi violenti non siano opportuni e giustificati in nessun caso, a maggior ragione per l‟educazione e lo sviluppo del figlio.
Queste strategie si attuano con programmi e visite domiciliari di supporto alla genitorialità.
Tali strumenti consentono di far pervenire le risorse della comunità alle famiglie, nelle loro case e sono di controprovata efficacia nella prevenzione dei maltrattamenti sui minori.
Durante gli incontri tra professionisti e famiglie, vengono date informazioni o supporto sul fenomeno, con lo scopo di far migliorare le relazionalità tra i membri stessi.
Sono state studiate diverse tipologie di modelli in base alle problematiche familiari riscontrate nella pratica.
I programmi di maggior successo contengono alcuni elementi fondamentali che sono quelli che iniziano già dalla gravidanza e continuano almeno fino al secondo anno d‟età del figlio o al massimo al quarto.
Ulteriori fattori sono: la promozione attiva dei comportamenti positivi per la salute fisica e mentale, la considerazione di una vasta gamma di problemi al fine di rispondere ai bisogni specifici della famiglia
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e non, all‟opposto, concentrandosi su un singolo problema e le misure per ridurre lo stress all‟interno della famiglia migliorando l‟ambiente sociale.
Le strategie individuali invece, servono a modificare i comportamenti sbagliati che i genitori mettono in atto nei confronti dei loro figli.
Passando alla riduzione delle gravidanze involontarie, esse sono associate a un alto rischio di mortalità infantile, al maltrattamento e al deficit sullo sviluppo del bambino. In questo contesto è molto importante favorire il libero accesso ai servizi parentali e post natali. Molte volte le problematiche del maltrattamento sono legate alla depressione post-partum o al cambiamento inaspettato che la nascita di un figlio inevitabilmente porta all‟interno della famiglia.
Questo ovviamente può avvenire nell‟età che va tra gli 0 ai 3 anni di vita del bambino. Il potenziale in termini di prevenzione del maltrattamento in questo caso è molto alto, poiché riguarda la riduzione di gravidanze involontarie e gli interventi di supporto alla genitorialità dopo che il bambino è nato.