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1. INTRODUZIONE

2.5 Strumenti

2.5.1 “The Phenomenology of Consciousness Inventory (PCI)” (Pekala,1982).

Per misurare la suscettibilità ipnotica si è utilizzato “The Phenomenology of Consciousness Inventory (PCI)” (Pekala, R. J., 1982), un questionario self-report che viene compilato in maniera retrospettiva e che si compone di 53 items su scala Likert a 7 punti che va da 0 a 6. Questi items valutano 26 sottodimensioni che riguardano esperienze soggettive provate dal soggetto durante un’induzione ipnotica.

Si tratta di uno strumento che produce diverse misure tra cui l’srHD (self-rated hypnotic depth), pHGS (hypnoidal state o Harvard Group Scale), un punteggio totale ed un punteggio riferito all’aspettativa pre-ipnosi del soggetto oltre che diverse misure della suggestionabilità. Punteggi più elevati di HSS (Hypnoidal State Score) indicano una maggior suscettibilità ipnotica, mentre punteggi inferiori sono indicativi di una più bassa suscettibilità.

Tale questionario permette inoltre l’individuazione di vare tipologie di trance a seconda del diverso profilo individuale del soggetto: classic lows, relaxed lows, non- dialoging mediums, dialoging mediums, visualizers, rational high-mediums, dialoging high-mediums, fantasy highs, classic highs.

Il PCI si articola in diverse fasi. Nella prima fase, ovvero quella pre-valutativa, il soggetto riferisce se ha mai fatto esperienza dell’ipnosi prima d’ora e, in caso positivo, viene chiesto di indicare a che anno risale l’ultima volta e “quanto profondamente si è sentito ipnotizzato in quell’occasione”. Viene inoltre chiesto di valutare su una scala

da 1 a 10 il proprio grado di aspettativa inerente all’intensità dell’esperienza ipnotica che si andrà a condurre (“quanto profondamente ipnotizzato si aspetta di essere quando si cercherà di ipnotizzarla oggi”). In questa fase vengono inoltre indagate l’immaginazione visiva, fisica, cinestesica e l’aspettativa circa la possibile efficacia terapeutica (“quanto pensa possa essere d’aiuto un’auto-ipnosi nel risolvere i suoi problemi e preoccupazioni?”). Segue la fase di induzione ipnotica nella quale vengono indotte suggestione di rilassamento e catalessia. Successivamente viene chiesto ai soggetti di rimanere seduti in silenzio per due minuti e sperimentare unicamente le sensazioni che si verificano nello stato in cui si trovano. L’ipnosi termina allo scadere dei 2 minuti in cui i partecipanti sono rimasti seduti in silenzio ed in seguito viene chiesto di compilare i 53 item di cui si compone il PCI e che fanno riferimento alle sensazioni, immagini ed emozioni provate dal soggetto durante i 2 minuti di silenzio. Ciascun item si compone di due affermazioni dicotomiche e di una scala numerica che va da 0 a 6; questa permette alla persona di valutare la propria esperienza e allo stesso tempo fornire una descrizione globale del fenomeno. Un esempio ne è il primo item (figura2).

Figura 2: Primo item del “The Phenomenology of Consciousness Inventory (PCI)”

Questi items indagano 26 dimensioni relative all’esperienza ipnotica, e si distinguono 12 dimensioni maggiori (15-26 in Figura 3) e 14 minori (1-14 in Figura 3). Le dimensioni maggiori includono l’alterato stato di coscienza, percezioni alterate,

controllo volontario, autoconsapevolezza, razionalità, dialogo interiore, sensazione positive e negative, immagini, attenzione, memoria e vigilanza.

Infine è prevista una fase post-operativa che prevede che il soggetto valuti l’esperienza in maniera retrospettiva facendo riferimento anche alla fase pre- valutativa; si chiede di indicare su una scala da 1 a 10 (da 1 “per niente ipnotizzato” a 10 “il più ipnotizzabile possibile”) il proprio grado di profondità ipnotica raggiunta durante la seduta di ipnosi. Attraverso tale iter è possibile ottenere un numero di indici relativi alla profondità dello stato di trance, alla suscettibilità ipnotica, ai valori attribuiti sia alla suggestionabilità che all’aspettativa.

Lo strumento di Pekala rappresenta una svolta rispetto altri test poiché permette sia un’analisi quantitativa che qualitativa consentendo di ottenere quello che è un “profilo dello stato di coscienza”.

Le teorizzazioni e le ricerche condotte da Pekala (1995a; 1995b) hanno portato allo sviluppo di una breve procedura di valutazione ipnotica che ha permesso di misurare il livello di ipnotizzabilità e che si basa sul PCI. L’ipnotizzabilità è quantificata in termini di punteggio della profondità ipnotica ottenuto per mezzo dell’equazione di regressione tra le dimensioni e le sottodimensioni del PCI (Pekala & Kumar, 1984; 1987). Tale regressione genera il punteggio pHGS che presenta un range tra 1 e 9 ed una correlazione intorno a .60 con il punteggio ottenuto all’Harvard Group Scale (Forbes & Pekala, 1996; Pekala & Kumar, 1984; 1987). Tale procedura genera quindi un punteggio previsto all’Harvard Group Scale (pHGS) correlato con l’ipnotizzabilità come misurata dal HGSHS:A. Il punteggio pHGS si basa su un’equazione di regressione che usa 10 sottodimensioni del PCI. Oltre a generare un punteggio pHGS e fornire una misura della profondità ipnotica (Pekala, 1995a; 1995b; Pekala & Forbs, 1988; Pekala & Nagler, 1989), le risposte fornite al PCI permettono di definire diverse tipologie di individui con differenti livelli di suscettibilità ipnotica. Mentre i punteggi ottenuti all’HGSHS:A possono essere concettualizzati come una misura oggettiva

dell’ipnotizzabilità, il punteggio pHGS può essere concettualizzato come una misura soggettiva o fenomenologica della ipnotizzabilità (Pekala & Forbes 1997).

Il PCI è stato sviluppato a partire dal “Dimensions of Consciousness (A)” (DCQ) (Pekala & Wenger,1983), che, a sua volta, è stato sviluppato dal “Phenomenology of Consciousness Quetionnaire” (PCQ) (Pekala & Levine, 1981) con l’obiettivo di valutare e quantificare sia gli stati di coscienza normali che quelli alterati (Tart, 1979). Ampiamente utilizzato nella valutazione della fenomenologia dell’esperienza ipnotica (Pekala, 1991a; 1991b; Pekala & Forbes, 1988; Pekala & Kumar, 1984; 1987), il PCI si è rivelato essere una misura affidabile dell’esperienza fenomenologica e, in particolare, dell’esperienza ipnotica (Pekala, Steinberg, & Kumar, 1986; Pekala & Kumar, 1987; Pekala, 1991c). Risultati ottenuti da diversi studi hanno dimostrato che i punteggi dello stato ipnoidale presentano una correlazione di .57 e .65 i con i punteggi relativi all’ipnotizzabilità valutati tramite la scala Harvard (Pekala & Kumar, 1984, 1987; Forbes & Pekala, 1996).

2.5.2 “Body Perception Questionnaire: Short Form (BPQ)” (Porges, 1995; 2011).

Al fine di valutare la consapevolezza corporea e la reattività del sistema nervoso autonomo, i partecipanti hanno compilato il questionario di autovalutazione “Body Perception Questionnaire: Short Form (BPQ)” (Porges, 1995, 2011; Cabrera et al., 2017). Tale questionario si compone di 46 items, divisi in tre sottoscale (body awareness, supradiaphragmatic awareness, subdiaphragmatic reactivity), che prevedono una risposta sulla base di una scala Likert a 5 punti che va da “mai” a “sempre”. Si tratta di un questionario di autovalutazione in cui il soggetto deve indicare

quanto spesso abbia consapevolezza delle proprie esperienze corporee che vengono riportate negli items.

I punteggi della consapevolezza corporea al BPQ-SF sono risultati correlare positivamente con la scala di amplificazione somatosensoriale “The Somatosensory Amplification Scale” (Brasky et al., 1990), a sostegno della validità convergente indice che questa scala fornisce una valutazione della forza delle sensazioni viscerali e somatiche percepite (Cabrera et al., 2017).

2.5.3 Valutazione strumentale del SNV

Generalmente per le reazioni fisiologiche vegetative dei soggetti si utilizzano strumenti di Biofeedback (Lehrer & Gervitz, 2014) i quali acquisiscono informazioni sul livello basale di attivazione psicofisiologica del soggetto e sulla sua reattività; inoltre misurano la frequenza cardiaca e la resistenza elettrica cutanea, distinta in tonica e fasica, rilevate tramite le variazioni del flusso sanguigno nei capillari delle dita della mano sinistra dove vengono posizionati gli appositi elettrodi. I valori della resistenza cutanea tonica e fasica vengono spesso utilizzati al fine di monitorare in tempo reale le reazioni emozionali e lo stato generale di rilassamento di un soggetto; infatti la componente fasica correla con le risposte emozionali della persona e per questo, parole, pensieri o stimoli che possono suscitare emozioni nel soggetto provocano un picco della resistenza elettrica cutanea fascia.

Lo strumento da noi utilizzato è l’“Heart&Emotion” (Elemaya apparecchi elettromedicali, Milano) che permette di registrare in tempo reale la resistenza elettrica cutanea (GSR), la frequenza cardiaca (FC) e di effettuare il test dell’heart rate variability (HRV). Per mezzo della connessione con un computer lo strumento è dotato di un software che permette di raccogliere le registrazioni degli elettrodi riportandoli

in forma grafica. Grazie a questo strumento si possono osservare e rilevare le risposte emozionali del soggetto e la variazione dei suoi battiti cardiaci.

Le norme dello strumento indicano che tanto più è elevato il tono della resistenza elettrica cutanea, ovvero il suo valore assoluto, tanto più il soggetto risulta essere rilassato; viceversa il valore del GSR tono tende a diminuire quando il soggetto si trova in uno stato ansioso o in una condizione di stress.

Figura 3: Esempio di rappresentazione grafica (elaborata dal rispettivo software) delle registrazioni della GSR tono, GSR fase e della frequenza cardiaca.

Il software calcola la media di ciascun parametro per ciascun minuto di registrazione e per la durata totale della registrazione (5 minuti). In questo elaborato sono state utilizzate le medie dei 5 minuti di registrazione dei vari parametri del SNV (GSR tono, GSR fase e FC) nelle tre condizioni di baseline, rilassamento e stress.

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