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La struttura degli inni 6-

Nel documento COMMENTO FILOLOGICO AGLI INNI DI SINESIO. (pagine 143-148)

C APITOLO QUINTO

1. La struttura degli inni 6-

1.1. Hymn. 6

Nel primo, che è anche il più breve dei tre inni, Sinesio incastona al centro di una quasi perfetta Ringkomposition la sua rilettura poetica dell’episodio neotestamentario (cf. Mt. 3.1-12) dell’adorazione dei Magi e la presentazione delle loro offerte al kruptovmeno" qeov" (v. 24)5:

− vv. 1-6: rivendicazione da parte del poeta della creazione di un nuovo metro (v. 1 prwvto" novmon euJrovman) col quale cantare “il glorioso figlio della vergine, Gesù di Gerusalemme” (vv. 2-3 govne kuvdime parqevnou / ÆIhsou' Solumhvie)6;

vv. 6-9: richiesta a Dio di accettazione dell’offerta poetica (vv. 8-9 devcnuso

mousika;n / ejx eujagevwn melw'n) in forma di refrain che si ritrova a fine inno

(vv. 40-42);

− vv. 10-17: presentazione del “dio immortale”, figlio del padre (vv. 9-11), come oggetto del canto di Sinesio, e sua connotazione come forza cosmica immanente (v. 13 kosmogovnon kovron, v. 14 pantomigh' fuvsin, v. 15 sofivan

ajpereivsion), dio per i celesti e “cadavere” (v. 17 nevkun) per gli esseri

sotterranei (vv. 16-17);

− vv. 18-25: brevissimo accenno all’incarnazione (vv. 18-19) e descrizione dello stupore dei Magi di fronte alla natura al dio bambino (vv. 20-25);

vv. 26-32: descrizione delle tradizionali offerte dei Magi (smuvrnh, crusov",

livbano");

− vv. 33-39: presentazione dell’azione del figlio di dio: la purificazione del cosmo (v. 33 ga'n ejkaqhvrao) e la missione nell’Ade (v. 39 qeo;" eij" ÆAivdan

staleiv");

− vv. 40-42: = vv. 6-9.

5 Cf. T

ERZAGHI 1939, 247; LACOMBRADE 1978, 84; GRUBER-STROHM 1991, 215. Per una singolare (ma anche incauta, cf. la recensione di ROQUES 2004) interpretazione dell’inno come allegoresi teologica di eventi storici riferibili alla corte imperiale costantinopolitana cf. SCHMITT

2001, 358-387. Altrettanto opinabile l’idea secondo cui Sinesio “voglia suggerire ai suoi fedeli, o abbia presente, una raffigurazione della natività, con i magi e i pastori, la mangiatoia e la Vergine madre, il brevfo" divino” (cf. CRISCUOLO 1991, 49).

6 Su questi importanti versi incipitari, ripresi quasi identicamente ad apertura di hymn. 7 e di poco variati nel refrain di hymn. 8, si tornerà più dettagliatamente più avanti (cf. infra, pp. 155 sgg.).

Come è facile osservare, l’evento dell’Epifania (15 vv. totali) è posto al centro della composizione, immediatamente preceduto e seguito dalla menzione degli attributi e delle opere (15 vv. totali) del mevga" uiJo;" qeou' (cf. v. 11), a sua volta incorniciata dal refrain propiziatorio (3 vv. ciascuno). Si noti fin d’ora che sfugge alla regolarità di questa composizione ad anello, non trovando corrispondenza alcuna, la sola parte introduttiva (vv. 1-6)7.

1.2. Hymn. 7

Questo inno presenta uno statuto del tutto particolare sia in relazione al gruppo di cui fa parte con hymn. 6 e 8, sia in rapporto all’intero corpus sinesiano. Esso consta infatti di 53 versi, dei quali ben 42 (ovvero i vv. 6-47) costituiscono una lunga ininterrotta supplica a dio da parte del poeta, che intercede, oltre che per sé, anche per la propria famiglia:

vv. 1-5: annuncio dell’uso dell’armonia dorica (v. 1 uJpo; dwvrion aJrmogavn) per cantare il “beato, immortale, glorioso figlio della vergine” (vv. 4-5 ejpi; soiv,

mavkar, a[mbrote, / govne kuvdime parqevnou)8

;

− vv. 6-18: preghiera di Sinesio per se stesso e la sua vita terrena, dalla giovinezza sino alla vecchiaia (cf. vv. 14-16);

− vv. 19-28: richiesta di protezione per il fratello più giovane9 scampato ad un pericolo quasi mortale grazie all’intervento divino (vv. h[dh cqonivan puvlan /

parameibovmenon podi; / a[yorron ajnhvgage")10

;

− vv. 29-31: analoga richiesta per i figli, il figlio del fratello11 e la casa degli “esichidi”;

7 Per questa mancanza di rispondenza nella Ringkomposition cf. infra, pp. 176-177.

8 Sulla pertinenza di questi versi incipitari in relazione al resto del carme cf. infra, pp. 172 sgg. 9 Si tratta di Evopzio, il destinatario del maggior numero di lettere dell’epistolario sinesiano. Su di lui si veda ROQUES 1987,129-131e i dati ricavabili da ROQUES 1989, 161-196.

10 Di questa vicenda non si sa quasi nulla. In R

OQUES 1989, 162 e GARZYA-ROQUES 2000, 373- 374, n. 4 questo passo è messo in relazione ai problemi di salute del fratello evocati da Sinesio in ep. 114.1-2, anche se in quest’ultimo testo nulla lascia supporre che Evopzio versasse in gravi condizioni.

11 Questo passo è stato oggetto nel corso del tempo di numerosi interventi testuali ed esegetici finalizzati a conferirgli un senso coerente con i pochi dati noti sulla famiglia di Sinesio, in particolare per consentire di individuare l’identità dei personaggi menzionati ai vv. 29-30 (nella

− vv. 32-41: preghiera per la moglie e la fedeltà matrimoniale;

vv. 42-47: preghiera per la propria anima dopo la morte (vv. 42-43 yuca;n dev,

luqei'san / cqonivou biovtou pevda");

− vv. 48-53: conclusione con la promessa del poeta di nuovi inni a dio (v. 50

pavlin uJmnopoleuvsw).

La peculiarità, cui si è accennato, di un inno-eujchv risulta, peraltro, duplice: se infatti da un lato essa isola hymn. 7 dai suoi compagni 6 e 8, in quanto questi ultimi, al contrario, non recano traccia al loro interno di sezioni eucologiche, d’altro canto lo distingue nettamente anche dal resto degli inni sinesiani, che, com’è noto, riservano sempre un certo spazio alle eujcaiv vere e proprie, poste tuttavia come parte conclusiva di una struttura innodica più articolata12 o, in via del tutto eccezionale, come sezione iniziale, circostanza questa che si verifica soltanto in hymn. 9.

Si riscontra, peraltro, anche in questo inno la presenza di una composizione ad anello, ancorché meno regolare rispetto ad hymn. 6: il breve nucleo centrale dedicato alla casa degli esichidi (vv. 29-31) è inserito tra le due serie di 10 versi in cui sono comprese le richieste per il fratello e per la moglie (20 vv. in totale), a loro volta comprese nella preghiera personale di Sinesio per sé (13+6 = 19 vv. in totale).

1.3. Hymn. 8

Come per i due precedenti, l’inno 8 presenta una struttura di semplice delineazione, ma rispetto ad essi presenta una cospicua proliferazione di immagini e riferimenti filosofico-teologici attinti, in una notevole ma riuscita contaminazione, sia dall’ambito pagano che da quello cristiano13:

maggior parte dei casi si pensa ad una “coppia di sorelle e di figli”). Per una sintesi della questione con una dettagliata rassegna delle varie posizioni cf. ROQUES 2007, 330-336, mentre per l’interpretazione da me avanzata cf. infra, pp. 195 sgg.

12 Cf. G

RUBER-STROHM 1991, 21-27; a titolo di esempio rimando alla scansione strutturale proposta per hymn. 2, per cui cf. supra pp. 78-80. Sulle forme e le partizioni tradizionali dell’inno classico cf.FURLEY-BREMER 2001, I,50-63;THRAEDE 1994,927-935.

13 Su questi aspetti si vedano i fondamentali S

MOLAK 1971 (su hymn. 8.31-54) e SENG 1996, 371- 390. Utile anche BARKHUIZEN 1993.

− vv. 1-3: indirizzo del canto (secondo una formula simile a quelle già incontrate in hymn. 6.1-6 e 7.1-5) al “molto amato […] figlio della vergine di Gerusalemme” (poluhvrate [...] govne parqevnou [...] Solumhivdo") in forma di

refrain (cf. vv. 10-12, 28-30);

vv. 4-9: cacciata dai “grandi giardini del padre” (v. 5-6 megavlwn patro;"

ojrcavtwn) del “serpente sotterraneo” (v. 5 cqovnion o[fin), responsabile

dell’offerta del “frutto proibito” (v. 7 karpo;n ajpwvmoton);

vv. 10-12: ripresa del refrain iniziale, variato con le seguenti sostituzioni:

poluhvrate (v. 1) / stefanhfovre (v. 10); mavkar, govne (v. 2) / pavter, pavi> (v.

11);

vv. 13-27: a) vv. 13-15: accenno all’incarnazione (v. 13 katevba" mevcri kai;

cqonov");

b) vv. 16-27: narrazione mitizzata del descensus ad inferos (v. 16

katevba" uJpo; Tavrtara) e della liberazione dei “santi cori delle

anime” (vv. 24-25 luvsa" ajpo; phmavtwn / yuca'n oJsivou" corouv");

− vv. 28-30: = vv. 10-12;

vv. 31-71: a) vv. 31-54: l’ascesa (v. 31 ajniovnta se, koivrane) del nou'" (v. 53) attraverso il cosmo sensibile: i demoni dell’aria (v. 33 e[qnea

daimovnwn); il coro delle stelle (v. 35 coro;" ajstevrwn), l’etere,

“padre dell’armonia” (vv. 36-37 aijqh;r aJrmoniva" pathvr); Lucifero (v. 41 ÔEwsfovro"), Espero dorato (v. 43 cruvseo"

”Espero"), la luna (v. 47 aJ selavna), Titano/sole (v. 50 Titavn);

b) vv. 55-71: l’ingresso del nou'" nell’ipercosmico “cielo del silenzio” (v. 61 sigwvmeno" oujranov"), nell’eternità (v. 68 aijw;n oJ

palaigenhv"), “custode per gli dèi della loro permanenza” (vv. 70-

71 ta'" [...] mona'" / tamiva" [...] qeoi'")14.

È di facile individuazione l’assenza di regolarità nella distribuzione della materia all’interno dell’inno (6 vv. riservati alla “preistoria” salvifica, 15 vv. alle due “discese” del figlio, 41 vv. all’ascesa e all’ingresso nell’eternità), come pure la mancanza di un criterio oggettivo nella ripetizione del refrain, che non ricompare

14 Per un’analisi dettagliata della seconda parte di questo inno e delle sue peculiarità cf. infra, pp. 179 sgg.

più dopo il v. 30, benché, ad esempio, vi fosse la possibilità di una sua ripetizione dopo il v. 54, ovvero al termine dell’Aufstieg del nou'" e prima del suo “balzo” sopra le “pure sfere dell’intelletto” (vv. 58-59).

Nel documento COMMENTO FILOLOGICO AGLI INNI DI SINESIO. (pagine 143-148)