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Sycamore Row: un'opera teatrale all'interno del romanzo

Leggendo un romanzo quale quello di Grisham a cui qui si fa riferimento, si

scopre che le caratteristiche più interessanti del sistema giuridico costituiscono i

maggiori punti di forza che il romanziere ha a sua disposizione nell'elaborare la

sua trama. Gli avvocati protagonisti della scena hanno in comune con l'autore dei

tratti letterari distintivi, che riflettono uno degli aspetti più profondi dello stesso e

del suo essere romanziere.

Questo aspetto, di cui si è accennato nel paragrafo precedente, viene identificato

da Weisberg

74

come verbal manipulation, ossia la capacità di ogni scrittore di fare

74 cfr. Weisberg, R., Poethics and other strategies of law and literature, New York, Columbia University Press, 1992

proprio il linguaggio di ogni ambiente di cui racconta, medico, industriale,

economico, ecc., in questo caso giuridico. L'autore trasferisce questa competenza

linguistica al personaggio, Jake Brigance, dandogli l'abilità e la padronanza

necessaria per controllare qualunque situazione nella quale si trovi coinvolto,

attraverso l'uso della dialettica e della retorica.

Si prenda ad esempio il controinterrogatorio a cui l'avvocato sottopone Fritz

Pickering dopo la sua testimonianza

75

: spiazzato dalle dichiarazioni del teste,

Jake non sa come riuscire a risollevare l'opinione che la giuria e il giudice si

stanno facendo di Lettie Lang, ma, affidandosi all'istinto, sottopone Mr Pickering

ad una serie di domande che, portando alla luce, almeno in parte, alcuni

sotterfugi che potrebbero essere stati compiuti dagli avversari, fanno sì che

nascano degli interrogativi riguardo la credibilità e la validità delle sue

dichiarazioni.

Si prenda poi in esame l'arringa finale dello stesso avvocato

76

: grazie ad un'ottima

padronanza della "scena" e un perfetto controllo dell'arte oratoria e retorica,

l'avvocato Brigance riesce ad insinuarsi con le sue parole nella coscienza comune

dei giurati, facendo sì che essi arrivino a giudicare gli avvenimenti e soppesare le

testimonianze portando il giudizio a favore dell'autenticità del testamento di Seth

Hubbard. In mancanza di tale abilità, Jake non avrebbe mai potuto ottenere un

risultato tanto schiacciante: ne è la prova la sconfitta del suo avversario. Wade

Lanier, dimostratosi molto meno abile linguisticamente e molto più meticoloso

nell'elencare saggisticamente tutto ciò che era già stato detto in precedenza, altro

effetto non ottiene se non quello di stancare la giuria e far sì che l'attenzione nei

suoi riguardi cali minuto dopo minuto

77

.

La forza di un avvocato sta nella sua acutezza verbale, nel suo essere

assolutamente convinto e sicuro agli occhi degli uditori, senza cedere a

insicurezze e paure - per lo meno esteriormente -, ma mostrando umanità e

75 cfr. par. 3.1.29

76 cfr. par. 3.1.33 77 cfr. par. 3.1.33

sensibilità in ogni azione di accusa o di difesa che compie. E Grisham fa sì, nel

suo romanzo, che questi aspetti siano ben evidenti ogni qual volta il "suo"

avvocato si appresta a prendere parola: tanto nel discorso di apertura, quanto nei

controinterrogatori e nell'arringa finale, Jake non mostra mai cenni di debolezza e

fragilità, ma anzi, come un attore sul palcoscenico si dimostra sicuro e convinto

di ciò che fa e dice, recitando la sua parte alla perfezione

78

. Il tutto è reso grazie

anche ad una mimica, una gestualità che si accompagna alla retorica verbale che

funge da supporto 'visivo' alla già descritta abilità linguistica dell'avvocato.

Come oggetto di scena, Jake teneva in mano un taccuino di quelli usati dagli avvocati, ma non se ne serviva. Non ne aveva bisogno. Andava avanti e indietro di fronte ai giurati, incrociava lo sguardo con ognuno di loro, parlava lentamente e con chiarezza come se fossero seduti nel suo salotto e discorressero dei propri film preferiti. Ma ogni parola era scritta da qualche parte. Ogni frase era stata provata e riprovata. Ogni pausa calcolata. I tempi, la cadenza, il ritmo... tutto era memorizzato quasi alla perfezione.

[...] Era come un attore sul palcoscenico, recitava un monologo da lui stesso creato, dispensava parole di saggezza al suo pubblico eletto. Aveva i battiti al massimo, lo stomaco in subbuglio, le ginocchia deboli. Ma quelle battaglie interiori erano sotto controllo e Jake arringava con calma i suoi nuovi amici79.

All'interno del romanzo di Grisham, i segnali della presenza della componente

teatrale nel testo non sono evidenti solamente nella caratterizzazione del

comportamento in aula del protagonista; le stesse formule di ingresso del giudice

in aula, rintracciabili ad esempio al paragrafo 3.1.26, sono ricche di componente

scenica: tutto viene eseguito metodicamente, perfino i movimenti potrebbero

sembrare studiati e provati, quasi come si avesse di fronte un attore su un "set"

cinematografico.

78 per controinterrogatori di Fritz Pickering e Herschel Hubbard cfr. rispettivamente par. 3.1.29, 3.1.30; per arringa finale cfr. par. 3.1.33

Nel paragrafo 3.1.27, durante il suo discorso di apertura, Jake pone delle

domande retoriche alla giuria, una di seguito all'altra, fornendo poi le risposte

alle stesse, creando così un effetto di enfatizzazione sul concetto che sta

esprimendo e creando un risultato di consenso per le tesi che sta sostenendo.

Questa è una caratteristica tipica del monologo processuale, il porsi delle

domande retoriche, lasciando intendere la risposta che queste hanno e affermare

con convinzione la stessa dopo qualche attimo di pausa, di modo che il concetto

espresso venga inciso nelle menti di chi è chiamato ad ascoltare e valutare.

Altro elemento tipico del dibattito processuale è l'intervento di uno dei due

avvocati durante l'interrogatorio dell'altro per muovere un'obiezione, come

avviene nel capitolo quarantaduesimo (par. 3.1.28) quando il nostro protagonista

interrompe l'interrogatorio di Arlene Trotter, condotto da Lanier, alzandosi in

piedi e affermando a gran voce "Obiezione, vostro onore. La domanda richiede

un'ipotesi da parte della teste. Il collega può risparmiarsi osservazioni del genere

per la sua arringa conclusiva", e Atlee "Obiezione accolta."

L'ultimo elemento che, a mio avviso, mette in luce l'aspetto teatrale, è la lettura

del verdetto, momento caratterizzante, anch'esso, del procedimento

80

.

Si noti la descrizione delle azioni del giudice che esamina il foglio portogli dal

primo giurato "per un tempo infinito", "godendosi il dramma", dopodichè

pronuncia le cinque domande a cui la giuria è stata chiamata a rispondere,

enfatizzando ogni domanda e ogni risposta, scandendo ogni singola parola,

facendo sì che ognuna echeggiasse in tutta l'aula. Qui torna più che mai uno

stratagemma tanto caro all'autore: come spiega nell'intervista con Richard Eden

(par. 2.4), essendo il suo intento quello di tenere il lettore incollato alla pagina,

non si può soffermare su un'analisi delle sensazioni e delle emozioni dei

personaggi; deve "far sì che il suo pubblico non ne abbia mai abbastanza",

dunque, attraverso l'artificio della suspense, crea alcuni momenti, come questo,

nei quali riesce a catturare la totale attenzione di chi si immerge in queste pagine,

80 cfr. par. 3.1.33

non 'lasciando via d'uscita': si ha il bisogno di continuare a leggere, di sapere

come va a finire, di completare il puzzle che è stato appositamente creato per non

essere completo fino all'ultima pagina.

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