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Comune Importogenerale Cofinanziamenti Importo aprogramma Importo a piano OpereProvvisorie Fondi daerogazioni liberali Bomporto € 5.098.125,00 € 164.806,98 € 4.933.318,02 € 2.154.935,54 € 272.173,14 Camposanto € 5.035.890,64 € 85.890,64 € 4.950.000,00 € 2.775.000,00 € 54.904,82 Carpi € 58.764.986,50 € 5.398.567,24 € 53.366.419,26 € 21.954.061,50 € 16.502.247,08 €450.000,00 Cavezzo € 19.363.750,00 € 1.396.724,60 € 17.967.025,40 € 4.310.000,04 € 873.404,09 Concordia € 35.371.261,00 € 1.924.791,09 € 34.236.469,91 € 7.777.568,70 € 5.863.821,96 Finale € 52.808.161,63 € 1.886.391,43 € 50.921.770,20 € 18.663.637,38 € 8.071.868,08 Medolla € 12.893.750,00 € 581.514,85 € 12.312.235,15 € 3.305.985,17 € 1.266.626,61 Mirandola €103.739.947,20 € 7.831.832,87 € 95.908.114,33 € 27.584.883,66 € 5.450.223,31 Modena € 46.701.826,40 € 1.141.620,89 € 45.560.205,51 € 16.954.089,66 € 108.090,60 Novi € 23.200.000,00 € 544.939,81 € 22.655.060,19 € 3.122.745,15 € 1.585.387,36 Ravarino € 3.546.250,00 € 33.224,84 € 3.513.025,16 € 1.332.500,00 € 1.114.223,62 €200.000,00 San Felice € 51.983.125,00 € 3.000.000,00 € 48.983.125,00 € 13.423.125,00 € 4.320.184,38 San Possidonio € 9.745.000,00 € 657.117,33 € 9.087.882,67 € 1.357.500,00 € 443.233,98 San Prospero € 5.190.475,00 € 387.075,61 € 4.803.399,39 € 3.346.224,39 € 542.962,04 Soliera € 6.124.600,00 € 442.926,71 € 5.681.673,29 € 700.000,00 € 448.540,95 €300.000,00 TOTALE €439.567.148,37 € 25.477.424,89 €414.879.723,48 €128.762.256,19 €46.917.892,02 €950.000,00

La tabella mostra le cifre sommarie risultate dai quindici comuni presi in esame, riportando le componenti degli importi generali, dei cofinanziamenti, degli importi previsti per il programma e per il piano Opere Pubbliche e Beni Culturali oltre alle cifre degli importi raccolti attraverso le erogazioni liberali. La quinta colonna tiene conto delle opere provvisorie che sono state realizzate durante le prime fasi emergenziali. Dai dati emerge quindi che per i comuni cratere della provincia di Modena compreso il comune di Modena stesso, la cifra necessaria alla realizzazione degli interventi di ripristino sui beni culturali immobili è di 439.567.148,37euro, di cui verranno stanziati €414.879.723,48. Sorge ora un problema: dalla cifra dell’importo generale, per avere un corretto calcolo, sottraendo i cofinanziamenti, si sarebbe dovuta ottenere la cifra corrispondente all’importo a

programma. Compiendo le operazioni utili102 risulta un divario di € 790.000,00. Proseguendo poi all’illustrazione della tabella vediamo che per l’anno in corso sono finanziati interventi per € 128.762.256,19 corrispondenti agli importi a piano. Le opere provvisorie emergono per una cifra di 46.917.892,02 euro. Ponendo a confronto questo dato con il risultato dei cofinanziamenti, è possibile notare un divario significativo tra i due di ben € 21.440.467,13, smentendo così la possibile equivalenza tra le due voci, le cui problematiche sono già state trattate nel capitolo corrente. Questa differenza economica tra le due cifre può essere ricondotta a tre ipotesi relative al calcolo delle opere provvisorie: l’analisi realizzata può aver tenuto conto di interventi che non sono stati poi inseriti all’interno del programma e del piano per i beni culturali ma che siano stati posti invece tra le opere pubbliche; alcuni interventi possono essere stati considerati come “opere a perdere”, quindi non inseriti nel documento103; può esserci stata una svista nell’analisi che ha incluso operazioni da non considerare proprie dell’ambito beni culturali. Le cifre riportate nella tabella conclusiva non tengono conto degli interventi dall’importo inferiore ai 50.000,00 euro, che sono stati comunque evidenziati comune per comune. L’ultima colonna della griglia riporta le operazioni di ripristino che verranno realizzate mediante fondi reperiti dalle erogazioni liberali. I dati si rifanno all’Allegato 1 dell’Ordinanza n. 37 del marzo 2013, analizzata precedentemente. Per i comuni presi in esame, dagli SMS solidali, dal concerto di Campovolo e da quello tenutosi a Bologna verranno utilizzati per lavori inerenti i beni culturali € 950.000,00.

Per quanto riguarda i beni culturali mobili, come è stato indicato nel capitolo ad essi dedicato, non si può stimare una cifra per le opere provenienti esclusivamente dai comuni analizzati. Il centro di raccolta di Sassuolo ospita beni provenienti da tutta la regione Emilia – Romagna e al momento non sono disponibili le cifre riguardanti i restauri. Si ricorda che per la realizzazione del centro ed il suo allestimento, il compenso ai restauratori ed il trasposto delle opere sono stati impiegati € 250.000,00, di cui € 100.000,00 provenienti dalla Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici dell’Emilia – Romagna ed € 150.000,00 dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.

102Importo generale – importo a programma: 439.567.148,37 – 414.879.723,48 = 24.687.424,89

CONCLUSIONE

Il lavoro realizzato ha presentato numerose difficoltà, principalmente dettate dall’evento sismico in sé, sia perché accaduto di recente, sia perché i terremoti sono situazioni sempre uniche nella loro somiglianza, vincolate al contesto territoriale su cui vanno ad incidere. Data la vicinanza temporale al sisma, non sono ancora stati presentati studi ufficiali in materia: non sono in circolazione lavori a cui l’analisi potesse ricondursi. Le informazioni necessarie sono state pertanto reperite mediante interviste a persone referenti dei vari argomenti trattati, scambi telefonici e di posta elettronica. A tal proposito un dovuto ringraziamento va all’Arch. Rossella Cadignani, all’Arch. Silvia Gaiba, all’Arch. Alfiero Moretti ed al suo staff, al Dr. Marco Mozzo, all’Arch. Veronica Piacentini e a Don Mirko Corsini per la disponibilità dimostrata. L’esperienza data dalle interviste e dal percorrere i luoghi dell’accaduto, che hanno portato anche a conversazioni con persone del posto, hanno esaltato la componente umana, le esperienze in prima persona di chi quei momenti li ha vissuti a pieno. Si può capire quanto abbia inciso nella gente un evento tale citando il modo di dire nato nel maggio 2012 “c’è aria da terremoto”, facendo emergere la paura latente che è ancora aleggiante in quelle zone. Le difficoltà del lavoro realizzato sono state poi causate dalla complicata rete amministrativa e gestionale italiana, composta da numerosi uffici e rimandi all’interno degli stessi. Al termine dell’analisi sulla situazione dei beni culturali emiliani dopo il sisma non si può affermare che questo sia un lavoro concluso, visti i lunghi tempi di cui necessitano le operazioni di ripristino e di restauro, oltre alle tempistiche legate all’erogazione dei fondi necessari alla loro realizzazione. Bisognerebbe tornare sull’argomento tra qualche anno, per vedere a che punto si è arrivati, sapendo comunque che per il restauro completo delle opere mobili e la loro ricollocazione negli ambienti di provenienza sarà impiegato un tempo corrispondente ad una decina di anni. Sembra impossibile che basti un istante per deturpare ciò che è rappresentazione dell’ identità culturale e che siano necessari ben dieci anni per sistemare ciò che la natura ha fatto crollare in un attimo. Certo non si è mai pronti per eventi come i terremoti. Come si è detto, l’unica cosa che l’uomo possa fare per mostrarsi più sicuro di fronte ad essi ( ed a tutte le calamità naturali ) è la prevenzione, data dalla salvaguardia dei beni mediante controlli continui ed interventi di consolidamento, oltre alla loro catalogazione minuziosa, operazioni che possono aiutare molto a ridurre i danni. Per concludere, il parere che emerge dall’analisi realizzata corrisponde ad un esito positivo sul lavoro effettuato a livello gestionale da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, mediante la Direzione Regionale e l’Unità di Crisi. In merito alla gestione economica della situazione è da riferire

il fatto che non si è riusciti a realizzare l’intento iniziale del progetto, ovvero la creazione di un bilancio specifico per ciascun comune considerato e di uno generico riguardante il territorio in esame. A causa di ciò sono le numerose fonti di finanziamento e l’impossibilità pratica di verificare quanto delle erogazioni liberali è stato concesso a ciascun comune e quanto sia stato versato dai privati sui conti corrente comunali. Per quel che concerne i finanziamenti del Progetto Beni Culturali, sono previsti altri due piani annuali per il completamento dei lavori inseriti. Qualche dubbio è sorto poi in merito alle questioni economiche legate alle opere provvisorie ed ai cofinanziamenti, ma tuttavia si esclude la presenza di fattori di non trasparenza, contemplando invece l’ipotesi di una archiviazione dei dati ed una loro gestione non del tutto ottimale. L’organizzazione è risultato il punto più complesso da affrontare da parte di tutte le istituzioni coinvolte ed in tutti i settori, non avendo un modello gestionale da imitare connesso ad esperienze antecedenti il sisma emiliano.

Cognome Nome Ente/ufficio di appartenenza

E-Mail:

APPENDICE