• Non ci sono risultati.

Capitolo 2 – La svalutazione delle attività nella normativa nazionale

3.3 La determinazione del valore recuperabile: due diverse configurazioni di valore

3.3.2 La stima del valore d’uso

3.3.2.2 Il tasso di attualizzazione

Il tasso di attualizzazione svolge la funzione di riportare alla data di effettuazione del test l’ammontare dei flussi di cassa la cui manifestazione è attesa nel futuro, al fine di garantire la confrontabilità tra valori. A seconda dell’approccio adottato per la stima del valore d’uso, il tasso di attualizzazione assume una diversa configurazione. In particolare, nell’approccio dei flussi finanziari attesi i rischi associati alla probabilità di manifestazione dei flussi futuri sono già incorporati nella stima dei flussi stessi, pertanto il tasso di attualizzazione coincide con il tasso risk-free, il quale riflette esclusivamente il valore temporale del denaro. Invece, con riferimento all’approccio tradizionale, il tasso di sconto assume la forma di tasso commisurato al rischio, espressivo quindi delle incertezze associate agli importi e alle tempistiche dei flussi finanziari. Di seguito verranno analizzate le disposizioni previste dallo IAS 36 ai fini della determinazione di tale tasso.

162 Quanto esposto nel secondo, terzo e quarto punto in merito alla proiezione dei flussi finanziari è previsto

dallo IAS 36 nei paragrafi dal 33 al 38

163 AMADUZZI A., 2007, cit., pp. 39-40 164 LIONZO A., cit., p. 111

90

Innanzitutto, lo IAS 36 prevede che, sebbene il valore d’uso sia una misura entity-specific per l’impresa, il tasso di attualizzazione debba tenere conto anche delle stime del mercato in merito alle sue componenti. Pertanto, il tasso di sconto deve essere determinato in modo tale che esso:

 rifletta le valutazioni correnti di mercato rispetto ai rischi specifici che gravano sui

cash flow attesi dall’attività. Infatti, il principio dispone che il tasso di

attualizzazione sia espressione del rendimento che gli investitori richiederebbero per impiegare le loro risorse in un investimento che genera flussi finanziari di importi, rischi e tempistiche analoghi a quelli che ci si aspetta deriveranno in futuro dall’attività. È quindi possibile affermare che tale definizione di tasso di attualizzazione risulta assimilabile al concetto di costo del capitale così come definito in finanza aziendale165;

 sia coerente con i flussi finanziari da attualizzare. Non devono pertanto essere considerati rischi dei quali si è già tenuto conto nella stima dei flussi;

 sia coerente con le ipotesi sottostanti ai flussi da attualizzare. Ad esempio, se i flussi finanziari sono determinati tenendo conto degli effetti generati dall’inflazione prevista, anche il tasso deve essere stimato in tal modo;

 sia indipendente dalla struttura finanziaria dell’azienda e dalle modalità di finanziamento dell’acquisizione dell’attività, così come i flussi finanziari;

 sia al lordo delle imposte166.

Il tasso deve quindi riflettere, oltre al valore temporale del denaro, i rischi specifici associati all’asset. Essi sono riconducibili al complessivo rischio operativo dell’attività o del gruppo di attività oggetto di impairment, il quale misura il rischio associato alla variabilità dei flussi attesi generata dalle dinamiche del business nel quale l’attività è impiegata. Infatti, considerando che gli asset sui quali viene condotto l’impairment test disciplinato dallo IAS 36 sono le immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie che generano valore attraverso il loro impiego nelle combinazioni produttive dell’azienda e che i flussi da essi generati sono indipendenti dalle modalità di finanziamento degli stessi, è ragionevole ritenere che il rischio associato a tali flussi sia rappresentato dal rischio operativo, escludendo così la misurazione del rischio finanziario167.

Si è detto che il tasso di attualizzazione deve essere determinato tenendo in considerazione le valutazioni del mercato circa il rischio operativo associato all’attività. A tal fine, l’impresa può attingere da diverse fonti. Se esistono delle attività simili scambiate

165 AMADUZZI A., 2007, cit., p. 38

166 BISOGNO M., “L’impairment test delle immobilizzazioni materiali e immateriali”, Rivista italiana di ragioneria

e di economia aziendale, Vol. 108, 2008, p. 512

91

in un mercato attivo è possibile fare riferimento a tale mercato per la determinazione del tasso di sconto. In particolare, l’impresa può utilizzare il tasso implicito delle contrattazioni relative alle attività similari oppure il costo del capitale di una società quotata comparabile che possiede un’attività o un gruppo di attività similari a quella da valutare in termini di rischio e rendimento168. Questi tassi dovranno poi essere sottoposti

a rettifica al fine di tenere conto delle differenze esistenti tra l’attività oggetto di valutazione e quelle considerate similari. Ad esempio, potrebbero essere necessarie delle rettifiche per tenere conto esclusivamente dei rischi operativi associabili all’attività specifica.

Se invece non esistono attività simili scambiate in un mercato attivo allora l’impresa deve cercare, per quanto possibile, di determinare il tasso di attualizzazione utilizzando tutte le informazioni disponibili circa le valutazioni che il mercato farebbe in merito all’importo, ai rischi e ai tempi di manifestazione dei flussi attesi. Più precisamente, deve cercare di quantificare le stime di mercato in merito al valore temporale del denaro, alle aspettative in merito a possibili cambiamenti nei flussi attesi e ad altri fattori quando essi non siano già stati considerati nella stima dei flussi di cassa, come ad esempio la mancanza di liquidità169. Lo IAS 36 individua dei “punti di partenza” che l’impresa può considerare ai

fini della determinazione del tasso di attualizzazione, ovvero:

 il costo medio ponderato del capitale, calcolato utilizzando le tecniche valutative proprie del CAPM (Capital Asset Pricing Model);

 il tasso marginale di finanziamento dell’azienda;  altri tassi di finanziamento di mercato170.

Anche in questo caso, questi riferimenti valutativi devono essere opportunamente corretti al fine di riflettere il modo con cui il mercato valuterebbe i rischi specifici associati all’attività in questione (fra i rischi da considerare sono compresi i rischi legati alla nazione, alla valuta, al prezzo e al flusso finanziario) e di escludere i rischi non significativi per i flussi finanziari proiettati171.

Al termine dell’esposizione delle principali regole per la stima del valore d’uso e una volta condotte alcune riflessioni in merito, risulta evidente come la sua determinazione sia frutto di un processo valutativo articolato e caratterizzato da grande discrezionalità. Le molteplici valutazioni complesse, le assunzioni e ipotesi richieste nonché le previsioni che devono essere formulate rappresentano spazi di soggettività all’interno dei quali i

168 IAS 36 paragrafo 56

169 AMADUZZI A., 2007, cit., p. 39 170 IAS 36 paragrafo A17 171 IAS 36 paragrafo A18

92

manager possono muoversi per mettere in atto comportamenti opportunistici volti alla manipolazione degli earnings.