Il rapporto tra Università ed early entrepreneurship: le opportunità per gli imprenditori nei processi di start-up
TEACHING FOCUS
Didattic
Skill building (case studies, studies group discussions, presentations, problem solving)
nuova impresa. In particolare, i programmi di education e training hanno una in- fluenza positiva sulla percezione della desiderabilità e fattibilità di un nuovo pro- getto imprenditoriale220.
Altro elemento da considerare è quindi la possibilità ed opportunità da parte dei potenziali imprenditori di poter valutare la reale fattibilità delle proprie idee impren- ditoriali, la reale attuazione dei loro progetti e la reale possibilità di poter gestire l’intero processo di new business creation.
Quanto detto assume maggior rilievo se si tiene in considerazione che il 40% degli studenti che scelgono un percorso accademico di tipo imprenditoriale hanno la reale volontà di avviare una nuova impresa, di questi il 69% afferma di possede- re una propria idea di business ed il 45% afferma l’esigenza di voler frequentare un corso sull’imprenditorialità con l’obiettivo di acquisire conoscenze e competenze di base indispensabili per l’avvio e la successiva gestione di un’attività imprendito- riale (Dati da statistiche interne al Babson College)221. A questo si aggiunge la pos- sibilità per i potenziali imprenditori di essere inseriti all’interno di una fitta rete di relazioni e di contatti, provenienti dalle specifiche attività universitarie ed extra- universitarie (cfr. 3.4.1 e 3.4.2.), oltre che il contatto con altri imprenditori ed altre imprese in occasione di work experiences, stages, convegni, forum e progetti di ri- cerca. E duca tion a nd tr a ining a c tivitie s
Acquisizione di skills, capabilities e competenze (sia di tipo generale che specifiche)
Influiscono sulla percezione di desiderabilita' dell'imprenditore
Influiscono sulla percezione di fattibilita'
Influiscono sulla volonta' di dare avvio ad una nuova iniziativa imprenditoriale
ENTREPRENEU RIAL CONCEPT PRE START-U P ACTIVITIES OPERATIONAL SET-U P and CONCEPT IMPLEMENTATION
INITIAL EVALU ATION AFTER LAUNCH
Figura 3. 10 Education and training activities e startup process
220
Lo studio che propone un’analisi su un gruppo di studenti con specifico background che hanno parte- cipato all’enterprise program Young Achivement Australia (YAA), ha rilevato come entrambe le perce- zioni siano aumentate successivamente al termine del programma di studi.
221
Dalle stesse statistiche si puo’ con riferimento alla realtà del Babson College solo il 10-14% degli stu- denti successivamente da avvio ad una propria iniziativa imprenditoriale, utilizzando le competenze e conoscenze acquisite nel mondo dell’impresa. Per ulteriori approfondimenti si rimanda alle successive parti del presente lavoro (capitolo 4).
In conclusione, possiamo schematizzare le opportunità in termini di relazioni sfruttabili dai potenziali imprenditori derivanti dalla partecipazione ai programmi di
education e training in quattro punti (figura 3.10)
1. acquisizione di skills e capabilities sia di tipo generale che specifico di sicuro aiuto nelle fasi di set up e di evaluation assesment after launch
2. influenza sulla percezione di desiderabilità dell’imprenditore (perceived desira-
bility) (fase di entrepreneurial concept)
3. influenza sulla percezione di fattibilità (perceived feasibility) (fase di pre start-
up activities)
4. influenza sulla volontà di dare avvio ad una nuova iniziativa imprenditoriale (perceptions of desirability e feasibility) (fase di entrepreneurial concept e di pre
start-up activities)
5.2 Gli uffici di trasferimento tecnologico
La seconda fonte di opportunity networks individuata è connessa alla possibilità, of- ferta da specifiche strutture accademiche, di realizzare e conseguentemente commer- cializzare i risultati di attività di ricerca condotte da studenti, ricercatori e professori all’interno delle stesse università222.
Si tratta di quella che viene definita come attività di valorizzazione della ricerca (Chiesa e Piccaluga 2003), realizzata da specifici uffici denominati uffici per il tra-
sferimento tecnologico (UTT), e che comprende attività quali:
• la proprietà delle invenzioni (83,7 % dati NetVal 2004) e di copyright • la creazione di imprese spin off (81,4% dati NetVal 2004)
• l’avvio e la gestione di collaborazione con l’industria
• il coinvolgimento degli studenti nei progetti di ricerca (14,0 %) (dati Net-Val 2004)
I numerosi surveys che vengono condotti sia a livello nazionale che internaziona- le (ad es. ProTon per la realtà Europea ed AUTM per la realtà americana) conferma- no il forte processo di evoluzione che sta portando le università verso un sempre più intenso e costante impegno nelle attività di valorizzazione della ricerca.
Con riferimento alla realtà italiana, stando ai dati presentati nel rapporto Netval del 2004, il fenomeno è certamente in crescita sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo.
In Italia a partire dal 2000 sono state attivate specifiche strutture per il trasferi- mento tecnologico e per l’attività di brevettazione e molte delle università si sono do- tate di specifici Uffici per il TT (figura 3.11).
222
Come più volte ricordato, con particolare riferimento ai settori hi tech, la volontà di dare avvio ad una nuova impresa è, infatti, strettamente connessa alla volontà di dare concretezza ad una idea innovativa molte volte frutto di una specifica attività di ricerca condotta in ambito universitario.
Figura 3. 11 Gli uffici di Trasferimento Tecnologico nella realtà italiana dal 1985 al 2005 Fonte: Rapporto NetVal (2004) pag 8
Negli Stati Uniti l’interesse verso tali attività è iniziato molto prima, sin dai primi anni ‘70. Nel 1992, anno in cui in Italia solo una Università contava la pre- senza di un specifico UTT (vedi tabella 3.9), negli Stati Uniti l’avvio di tale atti- vità era già in fase di piena maturità (vedi figura 3.12).
Nella seconda metà degli anni novanta, periodo in cui anche in Italia si è assi- stito ad un forte aumento di tali strutture (tabella 3.9), negli Stati Uniti più del 94% delle Università rispondenti al survey promosso dalla AUTM era dotata di un specifico programma di TT.
Figura 3. 12 Anno di inizio delle attività di TT negli USA dal 1970 al 2004 Fonte: AUTM Survey per l’anno 2004 pag 12
Il pieno sviluppo in Italia di tale attività si è avuto a partire dal 2000, anno in cui il 70% delle università rispondenti al sondaggio promosso da Netval (2004) ha di- chiarato di aver dato avvio a programma di TT. Ad oggi in Italia sono 37 le Universi- tà dotate al loro interno di un ufficio per il trasferimento tecnologico (tabella 3.9).
Tabella 3. 9 Anno di inizio delle attività di TT ed istituzione degli UTT
Fonte: Rapporto NetVal (2004) pag 26
Ma quali sono le opportunità sfruttabili da un potenziale imprenditore dall’attività svolta dagli UTT e come queste possono incidere nei processi di new bu-
siness creation?
Gli uffici di trasferimento tecnologico si occupano di gestire, organizzare e pro- muovere specifiche attività (figura 3.13) che per loro natura consentono l’inserimento del potenziale imprenditore all’interno di una rete di opportunità sfrut- tabili durante l’avvio e la successiva gestione delle attività imprenditoriali.
Figura 3. 13 Le funzioni svolte dall’UTT in Italia come risulta dal rapporto NetVal 2004 Fonte: Rapporto NetVal 2004 pag 9
Lo svolgimento di tali attività, quindi, incoraggia lo sviluppo di nuova imprendi- torialità collegando e relazionando il mondo accademico con quello delle imprese e consentendo il proliferare di nuove imprese e ritorni economici per le università (Bray e Lee 2000 in JBV)223.
Shane (2002), con riferimento alle attività di trasferimento tecnologico, individua 4 dimensioni in grado di esplicitare il rapporto tra università ed entrepreneurship: 1) la stipula di contratti di ricerca (industry sponsored contract research) 2) le attività di consulenza (consulting)
3) le licenze ed i brevetti (techonlogy licensing) e
4) la commercializzazione dei risultati della ricerca (technology development e commercialization) che in molti casi coincide con la creazione di una impresa spin off.
Seguendo le 4 dimensioni sopra ricordate nella tabella successiva (tabella 3.10) si evidenziano i principali risultati raggiunti dagli Uffici di trasferimento tecnologico con riferimento alla realtà italiana, europea ed americana, per l’anno 2004, con lo scopo di comprendere il contributo offerto in termini di nascita di nuove imprese.
Tabella 3. 10 Attività degli UTT in Italia, Europa e America
ITALIA EUROPA USA
Indagine organizzata da NetVal ProTon AUTM
Rispondenti al'indagine 47 172 232
Invenzioni Identificate 219 3012 16871
Domande di Brevetto 246 1275 10517
Brevetti in Portafoglio 867 N.D. 4624
Licenze ed Opzioni 57 652 4783
Licenze ed Opzioni Attive 27 N.D. 27322
Licenze che generano ritorni 27 543 11414
Entrate derivanti da Licences e Opzioni 825 K (euro) 26,08 M (euro) 1154 M (euro) Contratti di Ricerca e Consulenza attivi in portafolgio 721 12414 N.D. Entrate derivanti da Contratti di ricerca e/o consulenza 18,02 M (euro) 337 M (euro) 1305 M (euro)
Imprese startup e spinoff 58* 174 462
* di cui 22 spinoff
Fonte: Nostro adattamento da dati NetVal (2004), Proton (2004) e AUTM (2004)
Con riferimento alla realtà americana, se consideriamo alcuni dai dati elaborati per il 2004 con quelli degli anni precedenti (tabella 3.11) si può osservare da un lato la cresciuta importanza delle attività di trasferimento tecnologico (vedi per esempio il numero di opzioni attive) e dall’altra l’impatto sui processi di genesi di nuova im-
223
Bray e Lee (2000) in JBV osservano come le Università Americane, delle quali il MIT è stata quella pioniera, ottengono importanti ritorni economici dalle attività di trasferimento tecnologico dal pagamento dei diritti di sfruttamento dei brevetti (fee fir the use of technology) e dalla vendita dei brevetti in portafo- glio e la loro successiva commercializzazione (royalty on sales) oltre che dalla partecipazione nel capita- le di rischio delle imprese spin off e dalla successiva vendita (sale of equity spin off companies). Quest’ultima attività stando ai dati del 1996 ha generato piu’ di 25.3 milioni di dollari. Per ulteriori ap- profondimenti si rimanda anche alle successive parti del presente lavoro (par 3.6.1)
prenditorialità e di creazione di nuove imprese (306 nel 1998 contro 462 nel 2004) e di imprese nelle quali gli Uffici di Trasferimento Tecnologico o gli Atenei detengono quote di capitale sociale (73 nel 2004).
Tabella 3. 11 Confronto dal 1998 al 2004 per numero di invenzioni, licenze e imprese create