sedazione cosciente con midazolam e meperidina Roberto Piro, Carla Galeone, Giulia Patricelli, Lorenzo Agostini, Lorenzo
1.3 Tecnica di campionamento con sonda lineare
Dopo avere identificato la lesione, l’ago viene introdotto attraverso il canale operativo dell’ecoendoscopio, con la punta retratta all’interno della guaina. Quando l’estremità di- stale della guaina stessa è al di fuori del broncoscopio, l’ago può essere fissato e la punta può essere estratta. Dopo l’introduzione della punta nel target, può essere applicata una suzione (che risulta opzionale, in quanto il materiale può essere raccolto anche per ca- pillarità) e l’ago viene sottoposto ad escursioni all’interno del bersaglio per effettuare il campionamento. Prima di rimuovere l’ago dall’ecoendoscopio, l’eventuale suzione viene arrestata. Il campione può poi essere posto su vetrini e in formalina (per un’analisi istolo- gica). Dati di letteratura suggeriscono di effettuare almeno 3 passaggi nel linfonodo11. No-
Evaluation) non sia un elemento imprescindibile, secondo alcuni studi può diminuire il numero dei campionamenti non diagnostici14.
L’ecoendoscopia permette di ottenere un campione di tessuto sufficiente per la diagnosi cito-istologica, inclusa la valutazione immunoistochimica15, e può evitare manovre più inva-
sive (es. mediastinoscopia). La letteratura scientifica ha mostrato come la morfologia di un linfonodo sia correlata alla sua probabilità di coinvolgimento metastatico16. In particolare,
sono elementi predittivi la forma (rotonda o ovalare), le dimensioni, i margini (distinti o indistinti), l’ecogeneicità (omogenea o disomogenea) e i segni di necrosi (presenti o assenti).
1.4 Indicazioni
Le principali indicazioni dell’EBUS/TBNA17 sono:
• diagnosi di tumori e di altre malattie che coinvolgano il mediastino (es. sarcoidosi, tubercolosi);
• diagnosi di tumori che traggano rapporti con le vie aeree prossimali; • stadiazione dei tumori polmonari.
In merito alla stadiazione delle neoplasie polmonari, la disponibilità dell’ecoendosco- pio ne ha mutato l’approccio e il ruolo dell’EBUS/TBNA è diventato centrale. Conside- rata l’importanza di un’accurata stadiazione per definire la prognosi e il trattamento, lo studio del parametro N è elemento imprescindibile. Le metodiche di imaging come TC e PET, infatti, forniscono un sospetto18-20 ma necessitano di essere integrate dallo studio cito-
istologico del tessuto21-24. In tal senso, l’EBUS-TBNA ha mostrato un’accuratezza superio-
re all’agoaspirato transbronchiale tradizionale e può avere un’accuratezza simile a quella ottenuta dalla mediastinoscopia cervicale25 considerata il gold standard per lo staging dei
tumori polmonari. La sensibilità è di circa il 90%, la specificità del 100%.
1.5 Complicanze
Le complicanze riportate in letteratura, inclusi casi aneddotici, sono: lo pneumotorace, lo pneumomediastino, l’emomediastino, la batteriemia, il broncospasmo, la desaturazione, l’iperpiressia transitoria, la tosse transitoria e il sanguinamento nel sito dell’agoaspirato. L’insorgenza di complicanze durante l’EBUS-TBNA è comunque un evento infrequente. Una revisione sistematica condotta nel 2009, seppure su centri ben specializzati26, ha mo-
strato un tasso di complicanze dello 0,15%, con un solo caso di pneumotorace sottoposto a drenaggio pleurico. Nel 2013, una survey condotta dalla Japan Society for Respiratory Endoscopy su Centri con diversi livelli di esperienza (7345 procedure analizzate) ha mo- strato una percentuale di complicanze pari all’1,23%; tra queste, le più frequenti erano rappresentate da emorragia (55%) ed infezioni (18%)27. Il numero e l’entità delle compli-
cazioni risultano comunque inferiori a quelle registrate in corso di mediastinoscopia28 o di
altre metodiche diagnostiche broncoscopiche, tra cui la TBNA tradizionale29, dimostrando
la sicurezza dell’EBUS-TBNA.
1.6 Sedazione
Il disagio che può essere recato dall’esecuzione dell’esame30 rende utile un grado più o
meno approfondito di sedazione, che può avvenire su più livelli: • sedazione lieve (ansiolisi);
• sedazione moderata (cosciente); • sedazione profonda;
• anestesia generale.
I primi due livelli possono essere gestiti dall’endoscopista, mentre gli ultimi due ri- chiedono di norma l’intervento dell’anestesista. La sedazione moderata è definita come una depressione del livello di coscienza indotta farmacologicamente, durante la quale i pazienti possono rispondere intenzionalmente ai comandi verbali; questa sedazione con- sente di mantenere una ventilazione spontanea. Solitamente si esegue con benzodiaze- pine (midazolam, diazepam) con eventuale associazione di oppiacei (tra cui il fentanyl).
La sedazione profonda induce uno stato più profondo di depressione del livello di coscienza, durante il quale i pazienti non possono essere facilmente risvegliati ma rispon- dono intenzionalmente a stimolazioni dolorose ripetute e, pur preservando la funzione cardiovascolare, possono avere una compromissione delle vie aeree e della ventilazione spontanea31. La scelta del tipo di sedazione da utilizzare durante l’EBUS-TBNA è impor-
tante per l’esecuzione dell’esame stesso32,33.
I due studi che hanno confrontato la resa diagnostica dell’EBUS-TBNA in corso di se- dazione moderata o profonda hanno raggiunto risultati contrastanti: Yarmus34 ha riscon-
trato un beneficio statisticamente significativo nella sedazione profonda, mentre lo studio di Casal35 non ha evidenziato differenze tra i due livelli di sedazione. Lo studio di Casal35,
così come quello condotto da Dal36, hanno inoltre valutato il comfort e la soddisfazione del
paziente e non hanno evidenziato differenze significative nei due gruppi.
Alla luce anche degli studi citati, le linee guida di Chest del 2016 sull’EBUS-TBNA11 de-
finiscono accettabili entrambi i livelli di sedazione (evidenza 2C). I farmaci sedativi più usati in sala endoscopica sono i seguenti.
• Propofol37,38: sedativo ipnotico a breve durata d’azione utilizzato per induzione e man-
tenimento dell’anestesia profonda. È un farmaco sicuro, che consente un rapido recu- pero post procedura, ma che deve essere utilizzato da personale specializzato. Può portare (1-2% dei casi) ad una depressione cardio-respiratoria, soprattutto in pazienti ipovolemici o anziani, e ad apnea. Produce amnesia retrograda ma non offre potere antidolorifico, quindi viene frequentemente associato a farmaci ad azione analgesica. La presenza di patologie renali o epatiche non influisce significativamente sul metabo- lismo. La profondità dell’effetto aumenta in modo dose dipendente.
• Ketamina39: anestetico-analgesico che deve essere utilizzato da personale specializzato.
Aumenta la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa e può provocare laringospa- smo, aumento di secrezioni endobronchiali e risposte allucinogene.
• Fentanyl: oppiaceo sintetico con potenza analgesica 60 volte superiore a quella della morfina ed azione rapida (massimo effetto dopo 5-10 minuti) e dalla durata limitata (30-60 minuti). Offre buoni effetti anti-tussigeni, analgesici ed ansiolitici. I principali effetti collaterali sono rappresentati dalla depressione respiratoria (moderata-severa) e da nausea e vomito. Deve essere somministrata da personale esperto nel controllo delle vie aeree.
• Meperidina40-42: oppioide sintetico, con effetti analgesici, ipnotici e sedativi, e un’emivi-
ta di circa 2 ore. Il suo potere analgesico è nettamente inferiore rispetto a quello della morfina. Risulta utile in pre-anestesia per aumentare l’azione sedativa delle benzodia- zepine, con cui ha azione sinergica; ha anche un’azione anti-tussigena. Può determina- re una modesta depressione respiratoria, ipotensione e tachicardia ed è antagonizzato dal naloxone. Viene diffusamente utilizzato in endoscopia digestiva.
• Midazolam35,36: benzodiazepina idrosolubile ipnotico-inducente a breve durata d’a-
zione, indicata per la sedazione cosciente prima e durante procedure diagnostiche o terapeutiche. Produce un effetto ipnotico di moderata intensità ed è dotato anche di effetto ansiolitico, anticonvulsivante, miorilassante ed amnesico. L’aggiustamento del dosaggio è importante per ottenere in sicurezza il livello di sedazione desiderato in ba- se alla necessità clinica, all’età e all’eventuale co-somministrazione di altri farmaci. La sedazione inizia dopo 2 minuti e il massimo effetto si ottiene dopo 5-10 minuti. L’anta- gonista è il flumazenil.