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CAPITOLO 2 CAPITALE SOCIALE E PARTENARIATO: UN NUOVO

3.2. Aspetti metodologici della social network analysis

3.2.3 Le tecniche di campionamento

In letteratura, sono stati sviluppati quattro criteri di campionamento per le indagini relazionali. Il primo è quello dell‟affiliazione, fanno parte della rete tutti i soggetti che hanno in comune una caratteristica, ad esempio appartenere ad una stessa associazione, gruppo, clan, comunità, impresa ecc. in questo caso si da importanza solo alle relazioni che intercorrono tra i membri del gruppo ed, invece, vengono trascurate le relazioni che si intrattengono con altri fuori dall‟ambito dell‟affiliazione.

Il secondo criterio consiste nella semplice selezione dei soggetti, che servono per costruire artificialmente piccoli gruppi dei quali è studiata la dinamica

relazionale. In questo caso non si pone il problema dell‟esclusione delle relazioni

esterne poiché vengono considerate solo quelle relative alla contesto sperimentale. Il terzo criterio riguarda l‟approccio nominalistico o posizionale, in questo caso si individuano quei soggetti che rivestono una particolare carica sociale e si assume che queste posizioni siano teoricamente rilevanti. Un esempio sono gli studi sulle strutture delle élites economiche o politiche oppure gli studi sugli

interlocking directorates.

Il quarto criterio chiamato reputazionale, consiste nel chiedere ai soggetti, che rivestono una carica formale pertinente, i nomi dei personaggi ritenuti di fatto membri di una certa cerchia, al fine di redigere una lista, che può essere sottoposta a controllo man mano che si procede nelle interviste. Questo criterio si utilizza quando le considerazioni teoriche che guidano la scelta delle posizioni rilevanti appaiono troppo deboli ed incerte.

70 In letteratura pochi ricercatori affrontano in modo dettagliato questo argomento, anche Wasserman e Faust nel loro manuale di 800 pagine dedicano solo una piccola parte alle tecniche di campionamento, poiché l‟argomento si ricollega, nuovamente, alla differenza tra l‟approccio tradizionale e quello relazionale. Nella ricerca tradizionale, a livello macro, la popolazione rilevante può essere definita sulla base delle caratteristiche dei soggetti o può essere formata progressivamente man mano che si procede nella rilevazione sul campione, inoltre occorre sempre delimitare i confini della popolazione. Ad esempio in molti lavori si utilizzano, come popolazioni con confini definiti, associazioni di iscritti, di residenti di una città, di cittadini di uno Stato ecc. Diversamente nell‟approccio dell‟analisi relazionale si preferisce lavorare su tutta la popolazione, l‟importante che questa sia poco numerosa e ben definita nei suoi confini ma questi non dovrebbero essere definiti sulla base delle caratteristiche dei soggetti, ma dall‟importanza delle relazioni da essi attivate.

Il problema della numerosità del campione, nell‟approccio tradizionale è risolto con le tecniche di campionamento probabilistico che non va bene per l‟approccio relazionale che non avrebbe la certezza di analizzare tutte le relazioni attivate nella popolazione studiata, poiché i legami non posso essere studiati indipendentemente l‟uno dall‟altro63.

63 Da questo punto di vista Scott sostiene che “ il campionamento di informazioni di rete non può essere applicato perché la proporzione di informazioni relazionali perse è linearmente cescente all‟aumento del rapporto tra popolazione campione” ma questa visione è fortemente critica dal Chiesi (1999) che sostiene che dipende dalla“ natura del dato relazionale che non permette di applicare il presupposto dell‟eguaglianza dei legami e la legge dei grandi numeri, che rendo teoricamente, oltre che statisticamente , indifferente estrarre un kegame piuttosto che un altro”.

71 Tuttavia esistono procedure di campionamento, sia probabilistico e sia non probabilistico, che permettono di inferire alcune specifiche caratteristiche di reticoli molto vasti.

Per quanto riguarda il campionamento probabilistico, lo studio delle reti ego- centrate rappresenta l‟esempio più importante. Esse sono formate de un attore focale, chiamato ego, da un insieme di soggetti chiamati alter e dai legami che li collegano. Il campionamento probabilistico riguarda soltanto ego e, infatti, il risultato della rilevazione consiste in un numero di n reticoli, quanti sono i soggetti del campione. In questo modo è possibile comparare sistematicamente le caratteristiche strutturali degli n reticoli ego-centrati.

Con campioni probabilisti ci è possibile studiare anche il numero medio dei legami di ciascun membro ego di una popolazione, questa informazione serve a capire se il soggetto ha tanti amici o viceversa.

Per quanto riguarda le tecniche di campionamento non probabilistico la tecnica più usata è quella a valanga (snowball). Questa tecnica attiva una procedura che permette di aggiungere progressivamente soggetti sulla base delle indicazioni di coloro che vengono man mano contattati. Si parte da un soggetto che fa parte della popolazione studiata, il quale riferisce i nomi delle persone con cui è in contatto, queste persone rappresentano, una zona di primo livello, rispetto al primo, da cui ripartire per ottenere altri nominativi, questo fa aumentare la probabilità che vengono citati contatti con soggetti che sono stati già intervistati. Il punto critico di questa tecnica è la delimitazione del campione, poiché la decisione di interrompere la rilevazione in un determinato momento è arbitraria.

Esiste un'altra tecnica di campionamento non probabilistico, meno usata, chiamata la “small world method” riguarda una rilevazione a catena, guidata dagli

72 stessi intervistati, secondo un disegno che non si limita a rilevare opinioni ma anche comportamenti. Lo scopo di questa tecnica è quello di stimare le probabilità di successo o insuccesso della catena di conoscenze e la sua lunghezza sulla base delle caratteristiche sociali dei soggetti che ne fanno parte.

3.2.4. Le modalità di rappresentazione grafica dei dati relazionali: Teoria dei