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Tecniche ed obiettivi

Capitolo III: Enhancement

10. Cosa è l‟enhancement

10.1 Tecniche ed obiettivi

Nell‟introduzione di „Enhancing Evolution‟ John Harris chiede al lettore di immaginare quali sarebbero le reazioni di fronte alla notizia di una scuola che promettesse, e fosse in grado di garantire, risultati eccezionali per i suoi studenti in termini di un miglioramento sia fisico che mentale formando cioè studenti più intelligenti, con una migliore salute e con maggiori aspettative di vita179.

Verosimilmente, ognuno vorrebbe mandare i propri figli in questa scuola oppure chiederebbe che gli stessi metodi educativi, sviluppati in quella, venissero proposti anche nella scuola dei propri figli. Questi sono in fondo i risultati per cui l‟educazione esiste.

Harris ci chiede di immaginare anche che questi risultati siano di possibile raggiungimento grazie all‟ingegneria genetica o alla medicina rigenerativa, le tecniche riproduttive o le nanotecnologie. Se è auspicabile raggiungere tali risultati attraverso l‟educazione, si chiede l‟autore, perché non dovremmo desiderare di raggiungerli attraverso tecniche o procedure di enhancement?

La nostra opinione è che il parallelo proposto da Harris fra educazione ed

enhancement non sia dei più fortunati. Può essere ammesso o meno che il fine sia lo stesso, e che sia anche un fine ambito, da ciò non segue che i mezzi per raggiungerlo siano moralmente equivalenti o addirittura indifferenti.

Seppure non ci fermiamo a riflettere su questo punto nel quotidiano, noi tutti siamo in un certo grado resi migliori dalla tecnica o da determinate procedure. Gli occhiali da vista, ad esempio, ci servono per vedere meglio rispetto a quanto i nostri occhi naturalmente ci permetterebbero. Grazie all‟istruzione ricevuta siamo in grado di leggere e possiamo farlo più velocemente e ricordare anche quantitativi maggiori di nozioni se ci avvaliamo di tecniche mnemoniche, sempre che si desideri una tale miglioria. Siamo immunizzati da molte malattie e coloro che non lo sono stati direttamente godono comunque dei benefici di un ambiente non contaminante grazie all‟immunizzazione degli altri individui.

C‟è una continuità tra il desiderare di non essere soggetti a danni e deficit, e il desiderare uno stato psicofisico ancora migliore. L‟enhancement può rappresentare una scelta della sfera individuale, ma è anche un processo (se è veramente un

135 miglioramento) che porta dei benefici a livello sociale in senso ampio, non solo per il discorso utilitaristico di una maggiore felicità dei singoli, ma per motivi economici legati alla macro-allocazione delle risorse disponibili, alle maggiori capacità mentali e fisiche dei cittadini ecc.

Il tema dell‟enhancement è strettamente correlato a quello della „convergenza tecnologica‟.

Nel 2002 un report semi-ufficiale della National Science Foundation e del

Department of Commerce degli Stati Uniti intitolato „Converging Technologies for Improving Human Performance‟, diede forte impulso alla discussione internazionale

sul biopotenziamento180. Con l‟espressione „convergenza tecnologica‟ si fa riferimento alla combinazione sinergica di quattro settori scientifici in ampia espansione: „NBIC‟ è l‟acronimo inglese di „Nanotechnology-Biotechnology-

Information technology-Cognitive sciences‟.

In questo documento possono essere rintracciati molti dei più importanti presupposti scientifici, i mezzi, le applicazioni e le finalità dell‟enhancement. Fra le varie considerazioni è da notare che, in questo documento, viene sottolineato come l‟approccio scientifico unificato consenta di capire il mondo circostante come sistema complesso e gerarchizzato, e che le NBCI rendono e renderanno possibile l‟incremento delle performance umane, incluse abilità mentali, fisiche e sociali. Fine ultimo della convergenza tecnologica è un maggiore benessere umano, in termini di crescita economica e produttività, sicurezza da disastri ambientali, incremento delle comunicazioni, vite più sane e longeve, in sintesi una radicale evoluzione umana.

Non esiste una definizione universalmente riconosciuta, ma si può dire che con nanotecnologie s‟intende la capacità di osservare, misurare e manipolare la materia su scala atomica e molecolare. Poter incidere a livello molecolare significa poter trasformare letteralmente la materia e plasmarla nel modo desiderato, e i suoi campi di utilizzo sono numerosissimi, dai materiali all‟elettronica, dalla farmaceutica all‟adozione di processi di produzione sostenibili ecc.

Nella cura della salute, per fare un esempio pratico, le nanoparticelle possono essere utilizzate per trasportare farmaci in specifiche parti del corpo, per avere immagini più

180

AA.VV. (2002). Converging Technologies for Improving Human Performance. Disponibile nel sito del World Technology Evaluation Center: http://www.wtec.org/

136 dettagliate degli organi al fine di curare più efficacemente le malattie o per individuare, con maggiore esattezza ed in anticipo rispetto ai tempi attuali, i tessuti tumorali.

Gregory Lanza della Washington University di St. Louis, ad esempio, sta mettendo a punto nanoparticelle in grado di segnalare i vasi sanguigni di nuova formazione che alimentano la crescita dei tumori181.

Non esiste una definizione unica di cosa sia la biotecnologia, si può dire che con questo termine si indicano tutte le applicazioni tecnologiche della biologia. La biotecnologia moderna maneggia i geni degli organismi e li inserisce in altri organismi per acquistare la caratteristica voluta, mentre la biotecnologia tradizionale usa a questo scopo i processi naturali degli organismi, come per esempio la fermentazione.

Rientrano comunque in questo campo tutte quelle scienze e tecniche (come la biologia, la biomedicina, l‟ingegneria genetica, ecc.) capaci di alterare e controllare la vita, e quasi tutto ciò che può essere immaginato in relazione con il biopotenziamento è collegato con le biotecnologie.

Con l‟espressione „tecnologie dell‟informazione‟ si designa, in generale, l‟insieme delle scienze e delle tecnologie che studiano e realizzano i sistemi di trasmissione, ricezione ed elaborazione delle informazioni (ad esempio l‟informatica, l‟elettronica o la robotica).

La visione dei sistemi viventi in termini di informazione, assimilabili a sistemi computazionali, è alla base dell‟idea di poter creare tecnologie che rendano possibile interagire con i sistemi complessi biologici, mediante il controllo dei processi informativi che avvengono al loro interno.

L‟insieme delle discipline che abbiamo chiamato scienze cognitive completa l‟acronimo inglese NBIC, con cui si indica questa convergenza tecnologica di campi in grado di realizzare il superamento della dimensione attuale dell‟uomo, inteso come sistema complesso. Le scienze cognitive hanno come oggetto di studio il sistema cognitivo di un essere pensante, sia esso naturale o artificiale.

Allo stato attuale il lavoro dei ricercatori, gli sforzi economici degli investitori e, conseguentemente, l‟attenzione dei mezzi di comunicazione e di coloro che a vario titolo si interessano agli argomenti riconducibili al biopotenziamento,

137 sono focalizzati su tre grandi aree di interesse. Sono in corso di studio e di sviluppo tecnologie per migliorare le prestazioni psicofisiche, per il miglioramento dell‟umore e del benessere psichico, e tecnologie per il prolungamento della vita umana182. Escludendo particolari stati patologici, si può dire che gli uomini desiderano per se stessi ciò che è meglio, e se la valutazione di quanto è meglio o peggio, può ovviamente essere oggetto di discussione, meno difficile è ammettere questa tendenza umana al miglioramento. In generale si ritiene soddisfacente definire tale scopo come ricerca della felicità, i motivi ed i fini personali possono essere diversissimi, dal soddisfacimento di aspettative familiari al raggiungimento di standard estetici socialmente preferibili, fame di conoscenza e desiderio di primati fisici. La grande maggioranza di noi, forse tutti, desidera una migliore condizione fisica, che significa avere un aspetto esteriore più gradevole ed un ottimo stato di salute. La grande maggioranza di noi, ma forse non tutti, desidera avere anche maggiori capacità psichiche, essere più intelligente, capire e ricordare di più, parlare meglio, convincere di più.

La liceità di permettere alle persone di modificare il proprio aspetto e quello dei propri discendenti, di intervenire per ampliare le capacità, non solo fisiche ma anche mentali, è un discorso che al momento è da rimandare ai paragrafi successivi, laddove si cercherà di dare conto delle varie posizioni in campo e di quali siano quelle che vengono ritenute le più ragionevoli.

Al momento è sufficiente sottolineare che le possibilità che la convergenza tecnologica, ma in generale il progresso scientifico e tecnologico, permettono e permetteranno vanno nel senso di un ragionevolmente desiderato miglioramento della condizione umana. Lo stesso discorso valga per gli sforzi nella direzione di un‟accresciuta longevità, del poter vivere una vita più serena, meno dolorosa a tutti i livelli, più felice: come può tale condizione, ragionevolmente, non essere ambita? A nostro avviso l‟enhancement può essere correttamente messo in un continuum con ciò che tradizionalmente pertiene al mondo medico. La classica definizione dell‟OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) per cui la salute è „uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia‟ può essere utilizzata da un punto di vista sanitario per giustificare e promuovere quelle tecnologie che vogliano promuovere le nostre capacità psicofisiche, il miglioramento

138 dell‟umore e del benessere psichico, nonché per il prolungamento della vita umana. Occorre però rammentare che questa sfera del benessere delle persone non è l‟unico aspetto di ciò che può rientrare nella definizione di enhancement umano, ma sicuramente è quella le cui implicazioni morali appaiono più cogenti. Ostacolare „l‟aspetto medico/sanitario‟ di questi progetti ha le conseguenze più gravi e quindi le responsabilità maggiori, in quanto si impedisce all‟uomo di percorrere quelle strade che lo potrebbero condurre a liberarsi dalle malattie, dal dolore, dalla perdita prematura di persone care.

Forse un giorno neanche troppo lontano gli uomini avranno innesti biomeccanici. Le nanotecnologie, le scienze dell‟informazione e della comunicazione e la robotica con la biologia permetteranno stili di vita e modi di essere „umani‟ completamente differenti rispetto a ciò che conosciamo.

Su questi aspetti e conseguenze più remoti si può e deve mantenere un dibattito aperto, che permetta, non tanto di decidere se precluderci queste possibilità, le quali probabilmente si imporranno semplicemente secondo i tempi di assorbimento del mercato e del progresso degli studi e delle applicazioni pratiche, ma per comprendere ciò che sta accadendo, se non prima, almeno mentre accade.

La velocità con cui le nuove tecnologie evolvono ed il modo in cui possono incidere nell‟esperienza, rappresenta una causa non secondaria del senso di disadattamento e di ostilità con cui spesso vengono accolte.

Gli altri aspetti del biopotenziamento, quelli più vicini nel tempo, quelli che sono già in corso e su cui questa sezione, seguendo il lavoro del filosofo John Harris è incentrata, rispondono ai razionali desideri umani di vivere meglio e più a lungo.

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