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Il tempo effettivamente speso sul luogo Per essere abitanti di un luogo bisogna starci.

In termini matematici, questa sarebbe una condizione necessaria ma non sufficiente: necessaria perché è solo frequentando un luogo e vivendolo che si possono costruire dei legami con esso o con i suoi abitanti, non suf- ficiente perché essere in un luogo non basta per esserne definiti dei buoni abitanti sulla base di quanto esposto sin qui.

Anche una persona che passa tutta la propria vita all'interno di un territo- rio può non esserne abitante al 100%. Basterà infatti che non provi legami affettivi (ci sono persone che “sopportano” il contesto ambientale in cui vi- vono) o che non leghi socialmente. É evidente che se una persona passa tutto il proprio tempo su un territorio vi compirà di per sé un numero di attività piuttosto variegate (dormire, lavorare, consumare, passare il tem- po libero).

Si è verificato come il tempo speso nel passato sia comunque un patrimo- nio valido per definire un abitante; pertanto per definire il titolo attribuibile a questo carattere sarà necessario considerare il tempo speso attualmente sul territorio e il tempo speso nel passato.

2.1.1 Il tempo speso attualmente

Il primo indicatore che assumeremo sarà il numero di giorni/anno che una persona passa in un luogo. Non distingueremo in questa fase se sono par- ziali o interi, consecutivi o distaccati ci interessa sapere quanti sono e rap- portarli ai 365 che normalmente costituiscono l'anno. Tale indicatore at- tuale è da riferirsi a quanti giorni di quest'anno pensiamo che trascorrere- mo in quel luogo, che più o meno saranno simili a quelli dello scorso anno

se nulla è mutato, o di più o di meno a seconda delle vicende personali di ognuno.

Il secondo indicatore è volto invece a misurare la periodicità con cui si sta su un luogo. Un abitante sarà tanto migliore quanto più conoscerà il luogo in tutte le stagioni, giorni della settimana, anni differenti. Un legame con- tinuo nel tempo indica infatti la voglia (o il piacere) di stare in quel luogo a prescindere da aspetti peculiari legati alle stagioni o ad alcuni momenti della propria vita; venire molto spesso è un carattere importante per esse- re abitanti.

Vediamo sin da ora come sia difficoltoso distinguere esattamente i quattro caratteri che abbiamo scelto per definire gli abitanti. Essi non sono difatti comparti stagni ma alcuni indicatori valgono sia per l'uno che per l'altro carattere. In questo lavoro si è scelto di utilizzare il singolo indicatore solo una volta collocandolo all'interno del carattere dominante, ma sia chiaro che è una distinzione di comodo e che si ha coscienza che molte implica- zioni sono trasversali ai caratteri definiti.

2.1.2 Il tempo speso nel passato

Partiamo da un'asserzione: il tempo speso nel passato non ha tutto lo stesso valore. Esistono infatti periodi della vita in cui è più importante sta- re in un luogo piuttosto che in un altro, e che ci segnano maggiormente: passare l'infanzia o l'adolescenza in un luogo ad esempio non ha lo stesso valore che passarvi altri momenti della vita. Questo perché nel periodo della formazione costruiamo in qualche misura la nostra identità in simbio- si con il luogo: siamo di quel luogo e in pari misura quel luogo ci appartie- ne. Dal punto di vista della conoscenza del territorio e dello sviluppo dei legami sociali è senz'altro più importante il periodo dell'adolescenza che

non quello dell'infanzia. Questo è difatti caratterizzato da una maggiore mobilità volontaria all'interno del territorio, da una maggiore interazione sociale, da una quantità di tempo che né prima né successivamente si avrà a disposizione in maniera così libera.

Gli indicatori che scegliamo in questa fase sono destinati a sapere quanto di questi periodi il soggetto ha passato nel luogo (infanzia ed adole- scenza). A questi aggiungiamo se si è nati o meno in quel luogo. Questo fatto difatti pur non avendo lo stesso valore dei precedenti apre comunque un legame con il luogo che rimane nel tempo e che potrebbe in futuro co- stituire una spinta per visitarlo e conoscerlo (la ricerca delle radici come motivazione del viaggio). Fatti questi distinguo per questi periodi partico- lari della vita dovremo capire quant'è stato il tempo speso sul luogo. Siccome non è semplice da quantificare (si pensi a chi viene da anni per fare delle vacanze o per lavoro in maniera saltuaria) si è pensato di distin- guere fra cinque diverse categorie corrispondenti alle possibili attività: il domicilio/residenza, la vacanza, il lavoro, lo studio, l'utilizzo dei servizi. In questa maniera è forse più semplice poter raccogliere descrit- tori atti a quantificare e qualificare il tempo speso in relazione alle attività svolte. Si è preferito collocare all'interno di questo carattere questi indica- tori piuttosto che nelle attività per avere un solo spazio dedicato al passa- to.

In precedenza abbiamo detto che comunque il tempo passato in un luogo, se non rinnovato, fa decadere in una qualche misura il titolo di abitante. Si è pensato di inserire due differenti questioni per dare una misura di que- sta decadenza, una riguarda gli anni passati dall'ultima visita e l'altra gli anni passati dall'ultima volta che si è dormito. Questo perché si ten- ga conto in maniera differente del rapporto con il luogo. Il dormire implica

sempre una permanenza maggiore, il riferimento a strutture ricettive o co- munque popolazioni locali; lo svolgere attività in maniera continuativa per più di 24 ore all'interno del luogo.

Si badi che ancora non stiamo esplicitando un attribuzione di punteggi per arrivare al conteggio del titolo di abitante, questa sarà un'operazione che verrà illustrata in seguito e che sarà possibile effettuare solo quando tutti gli indicatori saranno stati individuati e descritti.

Riassumendo le misure scelte per identificare la qualità dell'abitante in funzione del tempo speso sul luogo sono riportate in tabella. Per ogni indi- catore sono state inoltre identificate le possibili risposte alla domanda da cui scaturirà la misura

TEMPO PASSATO SUL LUOGO