• Non ci sono risultati.

3 LA VITA QUOTIDIANA DEI BAMBINI 3.1 La popolazione studiata

Tavola 5 Durate medie generiche delle attività (in ore e minuti) per sesso e persone present

3.3 Il tempo “liberato”

Dalla descrizione dell’organizzazione del tempo giornaliero del bambino si evince una generale frammentazione delle 24 ore, allocate tra molteplici attività. Quante e quali di queste sono programmate dall’adulto e finalizzate dallo stesso è la domanda cognitiva alla base della ricerca. Nello specifico, il quesito da cui si parte è semplice, e nello stesso tempo, complesso: il bambino ha del tempo libero?

Per tentare di dare una risposta alla domanda bisogna innanzitutto tentare di dare una delimitazione al concetto: cosa si intende con la locuzione “tempo libero”? Una definizione univoca non è stata consegnata, né dalla statistica ufficiale né della letteratura sociologica (italiana soprattutto), tanto da poter affermare che “la questione di una concettualizzazione ‘definitiva’ del tempo libero sia, allo stato attuale, un problema tutt’altro che risolto” (Facioni e Allegra, 2009: 19). Se ciò risulta vero per gli adulti, ne consegue che ancor più lo è per i bambini (Belloni e Carriero, 2004, 2007). Se per il tempo dell’adulto è, infatti, ragionevolmente spendibile la macro-classificazione di tempo quotidiano convenzionalmente adottata (riportata nel Capitolo 1) che lo distingue in tempo “obbligatorio” o necessario e tempo “libero”, dove si intende per tempo obbligatorio il tempo strettamente necessario per svolgere le tre attività umane principali (“attività lavorative pagate”, “attività familiari/casalinghe non pagate”, “attività di cura personale”) e per tempo libero tutto quello residuale (nello specifico, si ricorda che il tempo libero degli adulti viene diviso in “tempo discrezionale”, dove quest’ultimo rappresenta la quantità di tempo rimasta a disposizione dell’individuo dopo aver dedicato il tempo “strettamente necessario” alle tre dimensioni precedenti del tempo necessario/obbligato, e “tempo libero vero e proprio”, dove si fa riferimento a quello rimanente al netto sia del tempo necessario/obbligato sia del tempo discrezionale, e sul quale le persone hanno pieno controllo e libera scelta), per il tempo del bambino bisogna necessariamente discostarsi dalla suddetta classificazione in quanto per esso non valgono le stesse attività obbligatorie dell’adulto. Ad esempio, infatti, sue attività principali non sono le “attività lavorative pagate” o le “attività familiari/casalinghe non pagate”, bensì le attività scolastiche, come pure le attività di “riposo, tempo libero, gioco, attività ricreative proprie della sua età” (diritto-dovere enunciato nell’art. 31 CRC).

Come delimitare dunque il tempo libero del bambino?

Nel presente lavoro si è fatto riferimento alle definizioni di tempo ludico presenti in letteratura, nonché alle caratterizzazioni del tempo libero consegnate dai bambini stessi nell’ambito di esperimenti sociologici effettuati sul tema.

In letteratura, esplicativa è la definizione fornita da Francesco Tonucci (2005: 186) secondo cui il tempo dedicato al gioco, attività propria ed essenziale del bambino, è un “perdere tempo, perdersi nel tempo, incontrare il mondo in un rapporto emozionante, pieno di mistero, rischio, avventura”. Il gioco “nasce dalla forza motrice più potente che l'uomo conosca, il piacere”. Caratteristiche dominanti del tempo ludico sono, dunque: l’assenza di un valore attribuibile dall’adulto all’azione del bambino, il contatto spontaneo, naturale e diretto con il mondo esterno, il piacere44. Nelle definizioni proposte dai bambini, invece, i caratteri dominanti del tempo libero sono la libertà, l’indipendenza e la scelta da un lato, l’assenza di supervisione e controllo degli adulti dall’altro (Veitch, Salmon et al., 2007; Gleave, 2009). Pertanto, il tempo libero del bambino può essere riferito al tempo giornaliero scollegato sia da obblighi sia da adulti.

Di seguito, dunque, con l’espressione “tempo libero” si farà riferimento al tempo giornaliero “residuale” rispetto al tempo definibile necessario o “obbligato”, quindi libero “di”, mentre con l’espressione “tempo liberato” si farà riferimento al tempo giornaliero scollegato dall’adulto, quindi libero “da” e lasciato completamente alla libera espressione infantile. Nello specifico, si esamineranno tutte quelle attività svolte durante la giornata che, escluse le attività connotate da obbligo (valere a dire: attività di cura della propria persona, attività scolastiche, attività strutturate, attività di partecipazione religiosa, attività domestiche/di cura/di volontariato, attività di attesa, attività di spostamento), sono rivolte a: arti e letture, divertimenti e cultura, giochi tradizionali, passatempi tecnologici, socialità, tv/radio/musica. In riferimento a queste “attività liberate” lasciate alla scelta del bambino e al tempo loro dedicato si

44 Come dimostrato in molte ricerche sociologiche (in Capitolo 1) il tempo libero dei bambini è, tuttavia, spesso

“orientato” dall’adulto in quanto “strutturato”, ossia organizzato con finalità di apprendimento più che di piacere (Chudacoff, 2007) e “istituzionalizzato”, ossia svolto in centri specializzati piuttosto che in luoghi aperti o pubblici (Zeiher, 2003). Molte attività vengono cioè presentate in forma ludica celando tuttavia finalità educative, formative, di aiuto, di controllo, ecc. Si pensi al differente significato che può avere il giocare a pallone in cortile o al parco e il giocare a pallone a scuola di calcetto.

analizzerà, quindi, l’assenza di controllo e supervisione da parte dell’adulto per definire il tempo libero vero e proprio del bambino, ossia la reale quantità di “tempo quotidiano liberato” emancipato da obbligo e controllo e lasciato alla completa espressione da parte del bambino.

3.3.1 Le attività obbligate e le attività liberate

Partendo dall’esame del bilancio temporale, ovvero l’allocazione del tempo quotidiano tra le diverse attività, in riferimento alle due macro-categorie “obbligate” o necessarie e “liberate” o discrezionali, dalla Tavola 6 si evince che il tempo mediamente dedicato da tutta la popolazione osservata alle attività obbligate è pari a 20 ore circa, mentre quello dedicato ad attività liberate è di sole 4 ore. Lievissime differenze sono presenti tra bambini e bambine, dove i primi dispongono di 0h20’ in più di tempo libero rispetto alle bambine.

Tavola 6 - Durate medie generiche (Mg) delle attività (in ore e minuti) per sesso

Attività Maschi Femmine Totale

Dormire 8.50 9.02 8.56 Cura personale 2.01 2.13 2.07 Scolastiche 4.58 4.54 4.56 Compiti 1.22 1.26 1.24 Spostamenti 1.04 1.01 1.02 Strutturate 0.58 0.45 0.51 Attesa 0.21 0.18 0.20 Domestiche 0.06 0.20 0.13 Partecipazione religiosa 0.01 0.01 0.01 na 0.00 0.00 0.01

Totale attività obbligate 19.44 20.04 19.55

Tv/radio 1.51 1.49 1.50 Giochi tradizionali 1.24 1.08 1.16 Passatempi tecnologici 0.30 0.24 0.27 Socialità 0.20 0.22 0.21 Arti e lettura 0.05 0.10 0.07 Divertimenti e cultura 0.03 - 0.01

Totale attività liberate 4.15 3.55 4.05

In percentuale sulle 24 ore di una giornata feriale, il tempo dedicato alle attività obbligate corrisponde all’83%, mentre il tempo dedicato alle attività liberate, ossia discrezionali, corrisponde al 17% (Figura 27).

La Tavola 7 e la Figura 28 mostrano che all’interno della fetta di tempo libero o discrezionale, l’attività principale svolta mediamente da bambini e bambine è guardare la televisione (o video) o ascoltare la radio (7,7%), seguita dai giochi tradizionali. Questi, che coprono solo il 5,3% delle 24 ore dei giorni scolastici, sono relativi sia a giochi solitari (quali costruzioni, puzzle, ecc.), sia a giochi di società (quali giochi di ruolo, giochi da tavolo, bambole, ecc.), sia a giochi creativi e artistici (colorare, disegnare, cantare, ecc.), sia a giochi di movimento (giocare con la palla, correre, andare in bici o sui pattini, ecc.), sia a giochi con animali domestici, sia a passatempi tradizionali (quali collezioni). Poco tempo è invece dedicato ai passatempi tecnologici (ossia all’uso dei videogiochi, all’uso di internet, della chat e della posta elettronica, ai giochi del computer), che coprono meno del 2% della giornata, e alle attività di socialità (ossia alla vita sociale, al passeggiare, allo scambiarsi coccole, ecc.), che coprono circa l’1,5% delle 24 ore. Meno dell’1% della giornata viene infine dedicato all’arte e alla lettura (es. fare foto, scrivere poesie o diari segreti, leggere periodici, libri, fumetti o giornalini per ragazzi) e ai divertimenti e alle attività culturali (intesi come andare al cinema, al teatro o a manifestazioni sportive, ecc.).

Rispetto al genere, i maschi dedicano un po’ più di tempo delle femmine alla tv/radio, ai giochi tradizionali, ai passatempi tecnologici.