• Non ci sono risultati.

Tempo, politica e ambiente: ipotesi di un nesso

5. Docenti nel tempo: una tipologia

5.3. Tempo, politica e ambiente: ipotesi di un nesso

Con la definizione operativa del Pt e l’analisi empirica delle sue declinazioni sostantive, si può dire di aver raggiunto l’obiettivo prin- cipale del presente lavoro. Ciò nonostante, in fase di progettazione

171

della ricerca è subentrata la curiosità di voler testare la funzionalità del concetto come elemento interveniente capace di spiegare, interpretare o chiarire il rapporto tra alcuni fenomeni d’interesse sociologico e non solo. Più precisamente, l’idea consisteva nel controllare due ipotesi: la prima prevede l’esistenza di una relazione tra i comportamenti pro- ambientali e i tipi di Pt, la seconda tra quest’ultimi e il posizionamento ideologico dei rispondenti.

Anticipando sin da dubito che la realizzazione di questo secondo obiettivo è venuta meno, vorrei comunque rendicontare concisamente il percorso teorico-operativo che ha portato, tra le altre cose, all’intro- duzione nel questionario di alcune domande relative ai suddetti temi. Partendo dalla questione ambientale, alcuni studiosi si sono già occu- pati di indagare il modo in cui le prospettive temporali possono influire sulla sensibilità ecologica connessa al cambiamento climatico (Pahl et

al., 2014). In effetti, da un punto di vista generale, le istanze ambien-

taliste si fondano su principi che esaltano l’importanza del presente non come valore in sé, bensì in relazione a una prospettiva futura. Ana- logamente, le pratiche pro-ambientali implicano una rinuncia nel pre- sente che permette di ottenere dei vantaggi solo in un'ottica futura di lungo periodo. D’altronde, si tratta di un atteggiamento distintivo dell’essere umano, giacché «l’uomo è l’unico animale che può fare piani per il futuro e che può rinviare una soddisfazione in vista di futuri benefici» (Coser e Coser, 1963, p. 164). Questa tendenza è nota in let- teratura come «differimento delle gratificazioni», concetto che indica «la determinazione a rinviare in là nel tempo la soddisfazione che il presente può garantire in vista dei benefici che questa procrastinazione rende possibili» (Leccardi, 2009, p. 73). È allora lecito pensare che vi sia un nesso tra questa forma di lungimiranza e i comportamenti pro- ambientali66.

66 A proposito dei comportamenti pro-ambientali, un tema piuttosto dibattuto concerne il rap-

porto che intercorre fra quest’ultimi e gli atteggiamenti – ma anche intenzioni, disposizioni, etc. – connessi alla sensibilità ecologica. Benché alcune indagini evidenzino la presenza di una buona correlazione fra i due elementi (cfr. Kaiser, Wöelfing e Fuhrer, 1999), in questa sede si è preferito optare per la rilevazione dei comportamenti pro-ambientali. Ciò è dovuto a un aspetto peculiare del tema in questione, capace di suscitare negli intervistati alti livelli di desiderabilità sociale e dunque di produrre riposte oltremodo distorte, soprattutto se riferite agli atteggiamenti. Pertanto, in un’ottica operativa si è deciso di chiedere ai rispondenti se mettono in pratica o meno comportamenti ben precisi e circoscritti. In appendice è possibile visionare le domande utilizzate ai fini della rilevazione.

172

Proseguendo, come si accennava poc’anzi, la seconda ipotesi chiama in causa il potenziale sistema di relazioni fra paradigmi tem- porali e posizionamento ideologico. Essa si basa sull’intuizione se- condo cui gli orientamenti temporali maggiormente incentrati sul va- lore del futuro si legano ad un'ideologia politica progressista, che – come suggerito dall’etimo stesso del termine – indica una disposizione protenzionale nei confronti dell’avvenire, luogo in cui attualizzare le riforme necessarie al cambiamento desiderato. Di converso, paradigmi temporali votati alla concezione del presente come luogo principale in cui si svolge e si esaurisce l’azione dovrebbero legarsi alle posizioni conservatrici, caratterizzate, dunque, da un'idea di difesa dello status

quo e di promozione del passato, depositario delle tradizioni e di un'i-

dentità nazionale che occorre salvaguardare67.

Ciò detto, si consideri che in altre sedi è già stata messa in luce la presenza di un’associazione tra sensibilità nei confronti dell’ambiente e posizionamento ideologico; «le persone con alti livelli di autoritari- smo sono infatti spesso caratterizzate da un orientamento politico con- servatore […], in cui si assegna scarsa importanza a temi quali l'am- biente e la conservazione delle risorse naturali, piuttosto che da un orientamento liberal-progressista, in cui, al contrario, si assegna note- vole importanza al tema della "sostenibilità" e dei limiti allo sviluppo economico» (Carrus, Passafaro e Bonnes, 2004, p. 5). Pertanto, se- guendo il celebre schema lazarsfeldiano dell’analisi trivariata, è inte- ressante controllare se e in che modo il Pt possa costituire una variabile interveniente che media la relazione fra la componente politica e quella ambientale.

67 Per quanto concerne la rilevazione del posizionamento ideologico, occorre precisare che da

qualche decade a questa parte la suddivisione delle preferenze politiche sull’asse destra-sini- stra non sembra più capace di predire in maniera soddisfacente il comportamento elettorale. È ormai noto infatti come i valori costituiscano dei mediatori fondamentali per le scelte di voto (cfr. Vecchione, Tullio e Caprara, 2011, pp. 239-247), rese meno stabili dall’incapacità dei partiti tradizionali di soddisfare le aspettative degli elettori non più imperniate sulla netta polarizzazione tra destra e sinistra. Data la situazione, è allora conveniente cercare di rico- struire il posizionamento ideologico a partire da alcuni valori politici di base (Schwartz, Ca- prara e Vecchione, 2010, 429-431), dimostratisi assai più predittivi dell’auto-collocazione sull’asse destra-sinistra (ivi, pp. 442-444). Nello specifico, il questionario presenta una batte- ria di domande in cui viene chiesto all’intervistato di esprimere il proprio accordo/disaccordo con otto item, quattro formulate in senso progressista e quattro a polarità invertita (conserva- tore).

173

Dal conto nostro, volendo appurare la reale fattibilità dell’analisi è necessario un primo riscontro empirico per vedere se, effettivamente, i modi di percepire e gestire il tempo intrattengono un qualche tipo di rapporto con le due fenomenologie indicate; in caso contrario, avrebbe poco senso procedere oltre. È a questo punto che emerge il problema. Difatti, non vi è alcun riscontro in tal senso né per quanto riguarda l’ideologia politica né per i comportamenti pro-ambientali68, e ciò co-

stringe ad interrompere anzitempo le analisi.

In conclusione, limitatamente ai temi scelti in questa sede, il con- tributo euristico della nozione di Pt rimane incerto. Tuttavia, mi preme segnalare come questo riscontro negativo non possa certo infirmare definitivamente le potenzialità del concetto. In primo luogo, perché la presente ricerca coinvolge una popolazione circoscritta e assai pecu- liare, in secondo luogo, perché non è dato sapere in che misura le cri- ticità siano attribuibili al comparto teorico ovvero tecnico-metodolo- gico; da ultimo, poiché certamente politica e ambiente non esauriscono l’infinita gamma dei possibili campi d’applicazione dello strumento. Pertanto, ritengo che quest’ultimo possa coadiuvare ed ampliare la comprensione di una grande varietà fenomeni, specialmente laddove si voglia adottare una prospettiva sociologica in cui il tema del tempo assume un valore nevralgico.

68 Per essere chiari, ciò non vale a sconfessare i risultati di segno opposto ottenuti in altre

ricerche, soprattutto nel caso di studi mirati condotti con mezzi certamente differenti e più adeguati. Anzi, malgrado gli approfondimenti teorico-metodologici svolti – che di certo non sono mancati – mi sembra giusto ammettere che il tentativo di rilevare un concetto sfaccettato e complesso come il comportamento pro-ambientale attraverso poche affermazioni che pro- ducono variabili booleane ha costituito per molti versi un azzardo (cfr. Appendice A). Dun- que, è assai verosimile che gran parte dei problemi sia attribuibile alle inconsistenze dello strumento. Un discorso analogo può valere anche per il posizionamento ideologico. In questo caso, però, l’aspetto critico non riguarda tanto il tipo di risposta (scala Cantril), quanto la formulazione dei tratti verbali, che hanno suscitato evidenti reazioni connesse a meccanismi di desiderabilità sociale, come dimostra il grande squilibrio delle distribuzioni di frequenza relative ad alcuni item (cfr. Appendice A).

174