Introduzione di Federica Imperiale1
Nella sessione successiva alla rassegna sul quadro normativo internazionale e all’attuazione delle direttive europee in Italia, gli interventi si sono focalizzati sugli strumenti per la realizzazione dell’inclusione digitale, attraverso servizi e informazioni fruibili da chiunque, compresi coloro che si trovano in situazioni di limitazioni fisiche, tecnologiche o ambientali e necessitano di tecnologie assistive o configurazioni particolari. I temi dell’accessibilità web e della tecnologia assistiva, analizzati dagli ospiti, hanno arricchito il confronto e fornito elementi importanti nel contesto di trasformazione digitale che fortemente caratterizza la nostra società.
Come illustrato nell’intervento iniziale da Roberto Scano, esperto di fama internazionale e membro di commissioni normative e tavoli tecnici, l’accessibilità ICT che si declina in accessibilità hardware, software e web, significa creare risorse digitali che qualsiasi persona possa usare, anche nelle
situazioni in cui la disabilità condiziona il modo di fruirne: l’accessibilità è a beneficio di chiunque. Nella sua sezione, in particolare, saranno illustrate le linee guida delle WCAG, alla cui traduzione italiana2 lui stesso ha contribuito. Secondo i 4 principi del W3C3, noti come POUR4, sviluppare siti e servizi in modo accessibile significa renderli percepibili (con sensi differenti dalla vista), utilizzabili (in differenti modi, come da tastiera, mouse, ecc.), comprensibili a chiunque e robusti (rispetto l’uso di tecnologie diverse, comprese quelle assistive). Èun‘idea errata pensare che l’accessibilità sia una questione estremamente tecnica che riguarda solo gli sviluppatori web, chi deve occuparsene, come sottolineerà il fondatore di IWA5, sono tutti coloro che lavorano per il web,
compresi i web designer e i gestori di contenuti. Tutti professionisti che devono avere competenze a riguardo.
1 Università di Genova, RISEWISE.
2 Linee guida per l'accessibilità dei contenuti Web - Web Content Accessibility Guidelines (WCAG) 2.1
https://www.w3.org/Translations/WCAG21-it/
3 Il W3C sviluppa tecnologie che garantiscono l'interoperabilità (specifiche, guideline, software e applicazioni)
per portare il World Wide Web al massimo del suo potenziale, agendo da forum di informazioni, comunicazioni e attività comuni. https//www.w3.org.
Tuttavia, proprio le scarse competenze digitali e un limitato uso di Internet contribuiscono ad aumentare il divario digitale dell’Italia rispetto al resto di Europa. Nell’ultimo rapporto europeo DESI6 , l’indice di digitalizzazione dell’economia e della società, l’Italia scende al 26° posto, cioè al
terz’ultimo, nell’indice generale calcolato su una serie di parametri quali i servizi pubblici digitali e l’uso di internet. In particolare, rispetto alla dimensione del capitale umano, l’Italia è il fanalino di coda con un valore poco sopra il 30%, rispetto a nazioni come la Finlandia che raggiunge quasi l’80%. La garanzia di tutele rispetto alle discriminazioni digitali è ancora più necessaria in un paese come il nostro dove le persone con gravi limitazioni nello svolgimento di attività abituali e ordinarie sono circa 3 milioni e 100 mila (il 5,2% della popolazione) 7 e dove vivono oltre 7 milioni di over 75 anni, l’11,7% del totale della popolazione8 e di questi oltre il 20% si trova in condizione di disabilità.
La mancanza di accessibilità rende inefficace l’utilizzo degli strumenti, dei prodotti assistivi e soluzioni tecniche, dell’hardware e software, che permettono alla persona con disabilità di accedere alle informazioni e ai servizi erogati dai sistemi informatici, superando o riducendo la sua
condizione di svantaggio9.La tecnologia in generale, come la robotica, l’intelligenza artificiale e la
stessa tecnologia assistiva, è un supporto straordinario che permette di fare cose altrimenti impossibili, ma se è inaccessibile esclude ulteriormente le persone.
Le enormi potenzialità per essere il più possibile indipendenti, autosufficienti e connessi saranno evidenziate dalcontributo di Maura Casadio, docente di Biomedical Robotics e Rehabilitation Engineering all'Università di Genova, che introdurrà il tema della tecnologia assistiva,
approfondendo le interfacce che consentono di controllare un computer usando segnali generati dal cervello e dal corpo umano, le cosiddette interfacce uomo-macchine. Affinché l’accessibilità sia sinonimo di libertà e di autonomia, la tecnologia, oggi più che mai, deve portare le persone a superare le barriere specifiche della propria disabilità10 , ad esempio oggi chi capacità residue, come
la sola mobilità delle spalle o degli occhi, è messo in grado di comunicare.
Le barriere all’inclusione digitale, come segnala l’AgID, riguardano, oltre ai siti web, applicazioni e servizi inaccessibili, la pubblicazione di documenti pdf in formato immagine e la mancanza o inadeguatezza di tecnologie assistive nelle postazioni di lavoro11. Sono tutti esempi di opportunità che vengono meno, creando discriminazioni, disuguaglianze, alienazione. Sono situazioni che più facilmente si creano quando si pensa che l’accessibilità sia un aspetto limitato alla parte finale di un progetto e dal quale si può prescindere e non un processo da portare avanti in tutte le fasi di sviluppo a partire dalla progettazione e da mantenere nel tempo, nei rilasci e nelle modifiche successive.
6 DESI 2020: https://ec.europa.eu/newsroom/dae/document.cfm?doc_id=67086 7 Conoscere il mondo della disabilità: persone, relazioni e istituzioni (2019).
https://www.istat.it/it/files//2019/12/Disabilit%C3%A0-1.pdf
8https://www.istat.it/it/files//2020/04/statisticatoday_ANZIANI.pdf 9 Definizione di tecnologia assistiva (L. 4/2004).
In conclusione serve una maggiore consapevolezza e sensibilità nelle organizzazioni, pubbliche e private per dare maggior concretezza agli interventi legislativi sull’accessibilità web e per dare risalto al valore che l’inclusione digitale porta nel mondo del lavoro, nei percorsi scolastici, nella vita di tutti i giorni. Come emerge dai contributi, trasversale e condiviso è il messaggio sulla necessità di un cambiamento nell’approccio ai problemi legati all’inclusione digitale e la convinzione che lo
sviluppo di servizi accessibili e l’adozione di tecnologie assistive siano le condizioni necessarie per garantire i nuovi diritti digitali.