Il progetto è rivolto ad una classe II di scuola primaria presso un Istituto Comprensivo di Genova.
Le caratteristiche del plesso scolastico e dell’organizzazione del tempo scuola da parte delle insegnanti titolari sono state di fondamentale supporto per la realizzazione del mio progetto.
Il plesso scolastico si trova sulle alture alle spalle della città; il contesto in cui opera è medio-alto. La classe II in cui ho svolto il progetto è a tempo pieno, il tempo scuola dal lunedì al venerdì va dalle 8.30 alle 16.30, per un totale di 40 ore settimanali; tutti i giorni dalle 14.30 alle 16.30 si svolgono le attività del pomeriggio, di solito comprendenti due ambiti disciplinari.
L’aula di classe si presenta come un ambiente caldo, accogliente e luminoso; la cattedra è defilata rispetto al centro e utilizzata principalmente come appoggio dalle insegnanti, in linea con l’intento didattico di mettere al centro dell’attività i bambini. Le pareti sono decorate con vari materiali direttamente connessi alle attività svolte durante l’anno. La disposizione dei banchi è varia: talvolta si trovano disposti a file, altre volte a isole, altre volte ancora a ferro
di cavallo, a seconda della tipologia delle attività previste. Un angolo della classe è dedicato alla biblioteca, un altro alla frutta che è messa a disposizione dei bambini ogni giorno come merenda. La classe non dispone della LIM, ha solo un computer posizionato sulla cattedra con lo schermo rivolto verso gli alunni. I bambini possono riporre quaderni e libri su uno scaffale accanto all’ingresso.
Il gruppo classe è costituito da 22 bambini, 8 femmine e 14 maschi, di cui uno usufruisce della legge 104/92 per un ritardo cognitivo lieve. Il gruppo classe è unito e collaborativo, il clima risulta positivo e disteso.
Le due insegnanti di classe condividono la stessa idea ‘aperta’ di insegnamento; uso consa-pevolmente l’aggettivo ‘aperta’, perché l’apertura mentale rispetto al fare scuola è ciò che fin da subito mi ha colpita portando avanti il mio progetto con questa classe. Le lezioni seguono un filo conduttore programmato precedentemente dall’insegnante ma qualunque proposta arrivi dai bambini viene accolta e trasformata in spunto didattico: se la sera precedente qual-cuno ha osservato la luna e ha piacere di raccontare ciò che ha visto può farlo, allo stesso modo ciascuno può portare in visione ai compagni una piantina che ha in casa, o una foglia particolare che ha raccolto quella mattina stessa. Tutto diventa occasione di discussione, di confronto, di didattica. Per quanto riguarda gli ambiti disciplinari, le insegnanti usano spesso gli spunti del Metodo Bortolato52, sia per la matematica che per l’italiano, riadattandoli in base alle esigenze e talvolta contaminandoli con altri metodi; utilizzano anche proposte di Maria Montessori. Spesso, inoltre, la didattica si avvale dell’esperienza diretta, specie per quanto riguarda gli aspetti scientifici relativi al mondo naturale: si organizzano uscite didattiche sul territorio o, più semplicemente, attraverso l’utilizzo del terrazzo del plesso scolastico come spazio per fare scuola e non solo ricreazione. Un altro aspetto che mi ha colpita in questa classe è l’importanza che viene data alla motricità: le uscite didattiche vengono massimiz-zate, così come il tempo in palestra. Oltre a questo, come attività per ritrovare la calma dopo ricreazione, le insegnanti fanno disporre in cerchio la classe e attuano con i bambini esercizi di stretching, nella consapevolezza che esistono forme di movimento anche semplici che, praticate quotidianamente, incidono positivamente sugli effetti negativi della sedentarietà che caratterizza la nostra epoca.
In questa classe i libri di testo vengono usati come contorno o potenziamento, non sono il centro della didattica. Al centro si trovano i bambini e le loro idee.
La risposta della classe a questa modalità di insegnamento è indubbiamente positiva: i bambini vivono in modo sereno il tempo scuola, non sono inibiti nell’esporre le proprie idee all’insegnante e alla classe. Partecipano attivamente alle discussioni e sono motivati nel farlo dalla consapevolezza che gli apprendimenti, o le risposte che si stanno cercando, ben diffi-cilmente verranno fornite dalla maestra ma saranno loro stessi a doverli scoprire. I livelli di attenzione sono alti, anche grazie alla variabilità delle proposte fatte dalle insegnanti e alla continua risistemazione del setting di classe in base alle attività.
La comunicazione è centrale in un ambiente di apprendimento come questo. Imparare a comunicare efficacemente è un aspetto che va potenziato fin da piccoli, con attività espli-citamente dedicate e anche attraverso l’esempio. Le maestre si rivolgono ai bambini con
52 Camillo Bortolato, laureato in pedagogia, è insegnante e autore di numerosi testi per l’insegnamento della matematica nella scuola primaria; da lui prende il nome il Metodo Analogico che esplora nuove modalità di insegnamento-apprendimento della matematica e dell’italiano.
Per maggiori informazioni si veda al sito: https://www.camillobortolato.it/metodo_analogico.aspx
toni pacati, utilizzando parole rassicuranti; anche quando si trovano a doverli riprendere per qualcosa cercano di farlo mantenendo la calma e spingendoli a riflettere su cosa li ha portati all’errore e cosa potrebbero fare per rimediare. I bambini inoltre sono abituati a discutere in cerchio quando emergono problematiche o quando devono presentarsi ad un nuovo inse-gnante o compagno. Per loro il cerchio significa essere tutti ugualmente liberi di esprimersi, di raccontarsi, di fantasticare.
Infine, incide sul clima della classe anche la stima e la collaborazione tra le due inse-gnanti, i bambini percepiscono l’intesa, l’amicizia e la fiducia che c’è tra loro.