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L A TESI E LA TRADUZIONE DI Ḥ USSEIN M A Ḥ MOUD

Novella X.3. L’ultimo esempio 135 di questa comparazione di Sallūm è contenuto nella terza novella della decima giornata, inerente alla cortesia di Natan Siamo di nuovo a

1.6. L A TESI E LA TRADUZIONE DI Ḥ USSEIN M A Ḥ MOUD

Una volta analizzate le ipotesi di Sāllūm, è opportuno soffermarsi brevemente anche sulle indicazioni di Ḥussein Maḥmoud. È interessante quanto necessario vedere quali sono secondo lui le novelle del Decameron aventi influssi orientali e che egli traduce in arabo. Nella sua tesi di dottorato, Ḥussein presenta dieci novelle tratte da tutte le giornate dell’opera trasmettendole con le loro stesse impostazioni originali.

La sua traduzione (1997) ci sembra essere una tra le più fedeli al testo boccacciano, merito anche della sua larga conoscenza del massimo studioso dello scrittore toscano, Vittore Branca, e della più autorevolesaggistica sul Decameron.

Un rapido confronto delle novelle tradotte da Hussein con lo studio di Dāūd Sallūm (pubblicato un anno dopo, nel 1998), consente, in primo luogo, di verificare l’esistenza di connessioni tra le novelle presentate da entrambi, oppure di accertare l’esistenza di nuovi esempi relativi all’influenza arabo-orientale nel Decameron. Prima di citare le novelle di Hussein è tuttavia opportuno ricordare che abbiamo di fronte due studiosi che hanno un approccio molto diverso. Mahmoud traduce le novelle che ritiene rivelino influenze arabe, mentre Sallūm, come abbiamo già potuto constatare, non fa altro che paragonare e portare esempi. Va comunque sottolineato che il lavoro di Mahmoud è più strutturato dal punto di vista tecnico-letterario, perché cerca di risolvere i problemi di traduzione e semplificare la comprensione totale dell’opera ai lettori arabi. Nella parte dedicata a questa traduzione, nei prossimi capitoli, si tratterà in forma più approfondita l’argomento del suo lavoro.

Le novelle tradotte da Ḥussein Maḥmoud sono137:

1- Novella I.5: Con un banchetto di pollo e qualche parola delicata riesce la Marchesa di

Monferrato a frenare la passione del re di Francia.

2- Novella II.5: Andreuccio da Perugia arrivò a Napoli per comprare un cavallo e subì in

una sola notte tre pericolose vicende, da cui si salvò e tornò a casa con un gioiello.

137La traduzione delle presentazioni delle novelle è nostra. Si è cercato di fare una traduzione più letterale possibile per lasciare più originali le frasi di Hussein Mahmoud.

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3- Novella III.6: Ricciardo Minutolo ama la moglie di Filippo Sighinolfo, la quale era gelosa

di suo marito; le fa capire che Filippo ha un appuntamento con sua moglie il giorno successivo e in uno dei bagni comuni, e fa che ci vada lei di persona; lei crede di aver avuto l’incontro con il marito ma scopre di essere stata con icciardo.

4- Novella V.9: Federigo degli Alberighi amava una donna che non ricambiava lo stesso

sentimento, e per avvicinarsi a lei iniziò a consumare molti denari per lei finché non finirono tutti i suoi beni e non gli rimase niente al di fuori di un suo falco. Quando la sua amata lo visitò in casa sua, lui non trovò altro cibo da presentarle che questo falco. Quando lei seppe di quel fatto cambiò i suoi sentimenti verso di lui e lo sposò facendo di lui un uomo ricco.

5- Novella VI.3: Monna Nonna dei Pulci risponde con una corretta frase al discorso del

disonesto vescovo di Firenze e lo fa tacere.

6- Novella VII.4: Tofano in una notte chiuse la porta a sua moglie, la quale non poté entrare

pregandolo. Finse di essersi buttata nel pozzo gettandoci dentro una grande pietra. Tofano si affrettò lì uscendo da casa sua e così lei entrò dentro, lo chiuse fuori e lo insultò.

7- Novella VII. 6: Monna Isabella si sollazza con Lionetto, ma messer Lambertuccio, che

l’amava, la visita in quello stesso momento, e all’improvviso arriva suo marito: cosi messer Lambertuccio prende un coltello138ed esce di casa, poi suo marito fa uscire Lionetto.

8- Novella VII. 8: Uno uomo divenne geloso di sua moglie, lei legò un filo al proprio dito per

sapere quando la veniva a trovare il suo amante. Il marito capì l’inganno e mentre inseguiva l’amante lei fece entrare nel suo letto un’altra donna. Lui la picchiò ricavando delle prove che affermavano che fosse lei, poi andò dai suoi fratelli che lo rimproverarono quando scoprirono che le prove non erano vere.

9- Novella IX. 9: Due giovani chiedono un consiglio a Salomone: il primo gli domanda come

essere adorabile e l’altro come punire la moglie. Lui risponde al primo di amare e al secondo di andare al ponte delle oche.

10- Novella X. 9: Il Saladino in forma di mercante è onorato da messer Torello. Quando

quest’ultimo va in una crociata dà a sua moglie un termine di tempo per rimaritarsi. Viene preso in prigionia e giunge la voce al sultano della sua abilità nell’addestrare gli uccelli. Il sultano lo conosce e si fa conoscere, e sommamente lo onora. Messer Torello si ammala, in una notte, grazie alla magia, si trasferisce a Pavia, dove stanno preparando le nozze della sua rimaritata moglie, ma lei lo riconosce e tornano a casa insieme.

138 Nella versione originale messer Lambertuccio tiene in mano una spada, ed è così in tutte le altre traduzioni, tranne che qui, in ḤUSSEIN MAHMOUD, dove lo vediamo con un coltello in mano.

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Da un primo e rapido confronto tra i due studi si evince che Daūd Sallūm presenta esempi diversi da quelli tradotti da Ḥussein Maḥmoud. Dall’analisi del lavoro di quest’ultimo, tuttavia, si nota che egli, oltre alle novelle che traduce nella sua tesi, riporta ancora altri esempi di confronto (non tradotti), da altre novelle del Decameron. Alcuni saranno gli stessi in Sallūm, ma questo comunque dà vantaggio a Ḥussein Maḥmoud e conferma che quest’ultimo tratta più esempi di Sallūm. Mahmoud usa come fonti non solo il Sindbad, Kalila e Dimna e il racconto su Hātam al-Tā’ī, ma anche La Disciplina Clericalis, in quanto, secondo lui, anch’essa aveva subìto antecedentemente influssi arabi, mentre Boccaccio la teneva in considerazione durante il lavoro sulla sua opera.

Gli esempi di questa breve e introduttiva ricostruzione comparatistica hanno condotto molti studiosi arabi a sostenere l’ipotizzata influenza orientale sull’opera di Giovanni Boccaccio. È stato comunque possibile constatare, in diverse novelle chiamate in causa da Daūd Sallūm, la forte somiglianza tra di loro: in qualcuna cambia solo il nome del personaggio e la zona di ambientazione e le trame sembrano effettivamente simili. Ciononostante, va evidenziato che finora non esiste nessuna prova documentaria che attesti il possesso o l’uso di novelle arabe o orientali da parte di Giovanni Boccaccio.

Il complesso di rimandi e citazioni da noi presentato costituisce un corpus sufficientemente ampio ed esaustivo riguardo alla teoria dell’influenza orientale in Boccaccio. Il presente tentativo di raggruppare i due studi citati sul tema del confronto tra la narrativa in Oriente e in Occidente intende anche inserire tali ricerche in un quadro completo e dettagliato, oltre a sottolineare i motivi che hanno indotto gli arabi, nella seconda metà del secolo precedente, ad inquadrare alcune delle traduzioni arabe del Decameron all’interno della Cornice orientale.

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APPENDICE.