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TIPOLOGIA E FORMA DELLE ATTIVITÀ FORMATIVE

Nel documento I saperi e la persona (pagine 74-77)

ALCUNE CONSIDERAZIONI

1. TIPOLOGIA E FORMA DELLE ATTIVITÀ FORMATIVE

Il quadro sin qui off erto dalla scelta delle fi nalità e dall’analisi del contesto fa emer-gere - dalla cultura professionale che orienta la progettazione di istituto - un forte riferimento al modello del “curricolo orientato al soggetto e alla sua crescita”, sia pure attraverso tipologie diversifi cate di questo comune orientamento. Esaminiamo ora le strutture del curricolo, la tipologia e i contenuti delle attività formative per capire quali modelli essi, a loro volta, implichino.

Per consentire al lettore di orientarsi meglio nell’insieme di defi nizioni e indicato-ri usati e nel sistema di corindicato-rispondenze che l’indagine ha evidenziato, è opportuno indicato- ri-condurli a una mappa che illustra come abbiamo inteso l’organizzazione del curricolo sulla base dei dati raccolti (vedi Tabella 1).

Nel curricolo, che defi nisce il tempo-scuola, distinguiamo tra:

un “orario ordinamentale”, riservato alle materie scolastiche (o discipline), che per loro natura riguardano i contenuti cognitivi dell’apprendimento, in piena corrispondenza con i programmi o le Indicazioni nazionali;

un’area opzionale-obbligatoria, nella quale l’opzionalità riguarda solo la scelta delle attività;

un’area facoltativa, in cui, accanto all’opzione sulle attività, è data anche liber-tà di scelta sulla frequenza o meno delle attiviliber-tà proposte;

un’area delle “attività integrative”, come abbiamo defi nito quelle iniziative che rappresentano momenti particolari del curricolo e non si identifi cano con nessuna delle voci precedenti: si tratta di alcuni particolari progetti, del-le uscite formative (visite guidate, viaggi d’istruzione, settimane all’estero, gemellaggi ecc.), degli stages.

Per ognuna di queste aree (che fanno capo al curricolo) abbiamo cercato di rile-vare: la forma delle attività, le fi nalità e le dimensioni perseguite, i criteri guida del-la programmazione, le modalità di programmazione, l’organizzazione delle attività (spazi, tempi, gruppi, risorse).

Nella tabella 1 vengono raccolti e presentati in sintesi tutti gli indicatori e le componenti, che defi niscono gli orientamenti prevalenti espressi dalle scuole del campione. Nelle pagine che seguono si prendono in esame solo alcuni aspetti, quali la forma, la tipologia e i conte-nuti delle attività, mentre la loro organizzazione è oggetto della terza parte del Rapporto.

Tabella 1 - L’organizzazione del curricolo (riferito al tempo-scuola) ProgrammazioneCriteri guida/asseFinalitàFormaOrario/tempiGruppi Orario ordinamentale (materie)Individuale Condivisa (dipartimento) Collegiale (interdisciplinare) Argomenti- obiettivi-abilità Argomenti Struttura disciplinare Struttura disciplinare Competenze punti focali centri interesse

Formazione Formazione Formazione

A canna d’organo A canna d’organo in verticale Modulo progetti

Obbligatorio orario fi sso Orario fl essibile

Classe Gruppi Opzionale obbligatorioCollegiale (CdC)Argomenti- obiettivi-abilità competenze

Recupero e sostegno; approfondimentoA canna d’organo moduloObbligatorio orario fi ssoGruppi di livello (classe) FacoltativoCollegiale (Collegio Docenti; CdC; Commis- sioni; dipartimenti)

Abilità CompetenzeFormazione ApprofondimentoLaboratorio Modulo Progetti Facoltativo orario fl essibileGruppi (orizzontale, verticale, classe) Attività integrative/ progettiCollegiale (Collegio Do- centi; CdC; dipartimenti; Commissioni)

CompetenzeFormazione Esperienza di vita Formazione di tipo professionale Progetti Uscite formative (viaggi d’istruzione; settimane formative, gemellaggi) Stages Obbligatorio/facoltativo orario fl essibileGruppi (scuola, classe, orizzon- tale, verticale) Individuale

Esaminando la forma delle attività che fanno capo alle materie scolastiche o disci-pline - quelle che organizzano i contenuti cognitivi dell’apprendimento e hanno quale priorità gli obiettivi formativi orientati ai saperi - si rileva come nella quasi totalità delle scuole, di ogni ordine e grado, esse siano strutturate a canna d’organo,24 in base agli stessi dettami normativi, con le varianti degli “ambiti” nella scuola primaria.

Una pratica che modifi ca la forma tradizionalmente assegnata dai programmi alle discipline è il modello del “curricolo a moduli”, presente negli Istituti superiori (non nei licei del campione), con una frequenza alta in “Periferia”, media in “Città” e in

“Valle”, bassa invece negli IC di “Città”, con una propensione leggermente più alta in quelli di “Periferia” e di “Valle”. Non si tratta tuttavia di una progettazione che riguar-da l’intero curricolo ma dell’inserimento intenzionale e programmato di segmenti curricolari strutturati a modulo.

“Correzioni” all’impianto a canna d’organo si attuano anche con le compresenze, con l’avvio di progettazioni per competenze trasversali o per focus su aree comuni, o infi ne con la ricerca di convergenze pluridisciplinari attorno a uno stesso tema in preparazione dell’Esame di Stato.

Frequenza

3. riferimento alla forma delle attività formative

• canne d’organo Tutti Tutti

• moduli Tutti Città

e Valle

Perif.

Quadro 14. Frequenza delle diverse forme di attività formativa

Nell’area opzionale obbligatoria, che soprattutto nella secondaria di primo grado ha tra le fi nalità primarie il recupero e il sostegno o l’approfondimento dei saperi, appare prevalente il modello a canna d’organo (che affi anca il curricolo disciplinare, sostenendo o potenziando gruppi di allievi), anche se la focalizzazione sui bisogni formativi talvolta favorisce azioni che vanno oltre tale schema in direzione di una progettazione modulare.

Ma è soprattutto quella facoltativa l’area dove le attività formative assumono caratteri più innovativi, e dove, fuoriuscendo dai “lacci” normativi, si sperimentano altre modali-tà didattiche, quali il laboratorio e l’impianto modulare. Si vedrà poi come anche nell’or-ganizzazione delle attività quest’area si collochi tra i “luoghi” del cambiamento, della fl es-sibilità, dell’articolazione degli alunni in gruppi, della progettazione per competenze.

24 Il discorso non può valere, come è ovvio, per i primi anni della scuola primaria dove i saperi non sono organizzati per discipline.

Più complesso defi nire la “forma” di tutte quelle attività che abbiamo chiamato sinteticamente e genericamente “attività integrative/progetti”, comprendendo in esse la progettualità “extracurricolare” e trasversale, le uscite formative - visite guidate, viaggi d’istruzione, settimane formative - gli stages (presenti soprattutto negli Istituti tecnici e professionali), e altre attività svolte dagli studenti nella scuola ma non con-template nell’orario scolastico. Tali attività integrative infatti per il loro carattere di trasversalità “attraversano” le varie aree descritte sopra, pur avendo autonomi spazi orari e un’autonoma progettazione (di norma a livello collegiale). Spesso la termino-logia amministrativa che li accomuna è la dizione di “progetto”, dettata di fatto da una norma che autorizza, suggerisce e spesso anche fi nanzia tale attività, ma che spesso non aiuta a orientarsi nella “babele” di attività che comprende, come vedremo più avanti.25 I progetti sembrano di conseguenza essere diventati una forma della proget-tazione curricolare, che di fatto assorbe tipologie formali diverse: possono incarnare una progettazione per moduli, oppure per punti focali, o per aree interdisciplinari, ma rappresentano di fatto un superamento della canna d’organo. Anche sul piano delle fi nalità l’aspetto della formazione di tipo cognitivo, pur presente, è spesso subordinata o affi anca altre fi nalità quali le “esperienze di vita”, la “operatività-progettualità”, la for-mazione di tipo professionalizzante.

Nel documento I saperi e la persona (pagine 74-77)