• Non ci sono risultati.

TITOLO: il corpo nel sociale CONSEGNA N°

OBIETTIVO DELLA PROPOSTA: far acquisire il senso della regola, come garanzia

di rispetto reciproco.

Nell’esperienza corporea la regola non è certo un’astrazione, ma piuttosto una conoscenza vissuta ed acquisita attivamente. Dove c’è un vissuto ed un’esperienza concreta, inevitabilmente, qualsiasi concetto tende a radicarsi nel profondo della coscienza di un giovane. Importante diventa perciò radicare il concetto che la regola non va intesa come imposizione, ma come garanzia di rispetto reciproco. In questo caso l’attività proposta mira ad una dimensione “costruttiva”. Solo confrontandosi e collaborando, gli allievi propongono le loro regole e fanno nascere nuovi giochi. E soprattutto, costruiscono dentro di sé la coscienza del valore di una regola condivisa.

REGOLE:

 Tutti devono partecipare al gioco rispettando le regole proposte dal proprio e dagli altri gruppi.

Diventa perciò necessario partire da poche regole, per arrivare un po’ alla volta alla proposta di giochi molto articolati e complessi, quindi, con un numero sempre maggiore di regole.

DESCRIZIONE: i ragazzi sono divisi in tanti sottogruppi quanti sono i paramenti di

gioco individuati. Devono inventare “cosa fare”. Ogni sottogruppo propone l’applicazione della regola relativa ad uno dei paramenti di esecuzione. I parametri possono essere stabiliti a monte. Ad esempio:

69

 Tempo, ovvero quanto deve durare l’esecuzione.

 Spazio, ovvero entro quali confini e secondo quali direzioni.

 Modalità, si esegue uno alla volta, a coppie, in gruppi, in successione, simultaneamente ecc.

Inizialmente dovranno essere stabiliti dei parametri e dopo viene data totale autonomia di scelta agli allievi. E’ possibile che nasca incompatibilità esecutiva: è la migliore occasione per comprendere che la regola se scelta da noi va comunque rispettata per principio, anche se non ha alcun significato e logica di validità.

Alla fine, gli allievi vengono invitati ad esporre ciò che e a commentare, ciò che hanno vissuto.

CONSEGNA N°2

OBIETTIVO DELLA PROPOSTA: maggiore creatività alla logica e maggiore logica

alla creatività.

Le attività sportive, soprattutto nella scuola superiore, soffrono a causa del loro alto grado di “codificazione”. Dare l’opportunità agli alunni di sradicare le norme classiche ancorate al gioco e scambiarle, integrarle, modificarle, abolirle ecc., significa, da una parte insegnare come sia importante superare i semplici e cristallizzati vincoli comportamentali, dall’altra comprendere la valenza umana, ludica e nello stesso tempo educativa che un’attività sportiva “costruita” con le proprie idee possa consentire loro.

REGOLE:

 Non parlare.

 Destrutturare per ristrutturare.

 Poche regole da cambiare che lasciano spazi aperti alle scelte dell’azione.

DESCRIZIONE: ai ragazzi viene chiesto di costruire un gioco sportivo di situazione,

utilizzando e mischiando regole di più discipline sportive o inventandone nuove. Ogni gruppo presenterà il gioco prodotto, indicandone chiaramente le regole che servono a definire:

 Lo scopo: come si realizzano i punti.  Il numero dei giocatori.

 La modalità secondo cui si affrontano attacco e difesa.  I tempi.

70

L’esecuzione del gioco proposto costituirà un feedback di verifica. Attraverso io vissuto si potrà verificare la validità delle regole costruite e l’eventuale necessità di modificarle. Giocando gli allievi si renderanno conto di quanto le regole costruite siano indispensabili alla buono riuscita del gioco stesso, di come siano garanzia di “divertimento”. Ed il fatto di averle costruite in prima persona, senza averne subito l’imposizione, li rende molto più responsabili e coscienziosi nel rispettarle.

Alla fine, ogni soggetto viene invitato a commentare la propria esperienza.

Questo tipo di attività offre l’opportunità di mettersi in gioco ed in discussione, affinché, il soggetto diventi consapevole del proprio comportamento. E’ la consapevolezza e la coscienza di poter mutare che agevola il cambiamento. Ciò è possibile solo perché si toccano i problemi con “mano”: l’azione educativa, così, non si limita ad una mera trasmissione di concetti e di valori morali.

71

CONCLUSIONI

Il valore formativo delle attività ludico-motorie e sportive è stato riconosciuto in forma determinante grazie agli avanzamenti della ricerca scientifica degli ultimi decenni, ampliando il campo d’azione dell’esperienza corporea ed evidenziando il suo stretto rapporto tra la dimensione emozionale ed i processi cognitivi.

Le informazioni che provengono dal campo delle neuroscienze forniscono delle interpretazioni sulla complessità della dimensione individuale, del rapporto tra soggetto e apprendimento, cercando di modellare l’azione didattica, riproponendo le diverse informazioni arricchite dall’intervento dei possibili stimoli sensoriali ad esse collegati, richiedendo al corpo di diventare protagonista del processo di apprendimento.

Nella psicomotricità il corpo, la mente e il movimento rappresentano i tre punti cardine, nonché gli elementi fondamentali dove lavorare per creare nuove metodologie di apprendimento, integrandosi a quelle tradizionali.

Impossibile pensare all’essere umano come un soggetto statico, passivo e immobile. Una vecchia leggenda del ‘700 narra di un Dio che passeggiando per il mondo incontrò una statua tutta sola ed ignara di ogni cosa, mosso allora a pietà decise di aiutarla a farsi un’idea di ciò che le stava attorno.

Le diede la vista, ma grande fu la sua delusione poiché la statua non riusciva a comprendere il significato delle forme e dei colori che percepiva.

Il Dio allora le donò l’udito ma la percezione dei suoni non migliorò la capacità di comprensione della statua.

Nell’intento di aiutarla ancora, il Dio aggiunse uno alla volta il tatto, l’olfatto ed il gusto, ma anche questi sensi si rivelarono inutili.

Il Dio stava già pensando all’ingratitudine della creatura alla quale aveva elargito i suoi doni quando si ricordò di aver sentito parlare di un sesto senso che molti chiamavano “senso motorio“ il quale aveva attinenza con la facoltà di muoversi.

Un po’ scettico per l’assurdità della cosa il Dio volle comunque dare alla statua un’ultima possibilità e le diede l’opportunità di muoversi.

Improvvisamente tutte le sensazione che erano state prive di significato entrarono reciprocamente in rapporto, si composero armoniosamente tra di loro e resero comprensibile alla statua la realtà circostante.

Questo piacevole apologo ci mostra come, già nel passato, si era intuito che le attività motorie fossero un elemento essenziale affinché le informazioni raccolte dai vari organi

72

di senso potessero tra di loro organizzarsi ed interagire per formare una rappresentazione della realtà che nell’uomo diventa consapevole.

73

BIBLIOGRAFIA

Filippo Gomez Paloma (2004), Corporeità ed emozioni – una formazione psicomotoria per il saper…essere, Alfredo Guida Editore Via Porta Alba, 19 – Napoli.

 Fitzgerald Turlough M.J., Gruener Gregory, Mtui Estomih (2012), Neuroanatomia con riferimenti funzionali e clinici, sesta edizione, edizione italiana a cura di Mario Rende, Antonio De Luca, Lucia Manzoli, Stefania Lucia Nori, Chiarella Sforza, Sandra Zecchi, Elsevier, Via Paleocapa 7, Milano.

Giovanni Notarnicola, Una proposta per crescere – Educazione totale attraverso il movimento, a cura di Elisabetta Prandi (1982), Ribis, Udine.

Joe Dispenza, Evolvi il tuo cervello – come uscire dal vecchio programma, scienze e conoscenza Macro edizioni, 2008.

Giovanni Paesani, Bambini in movimento – 120 giochi e percorsi di psicomotricità, edizioni la meridiana partenze, 2011.

Alexander Lowen, il linguaggio del corpo, Feltrinelli, sedicesima edizione 1996. Franco Fabbro, Manuale di Neuropsichiatria Infantile – una prospettiva

psicoeducativa, Carocci editori, 2012.

SITOGRAFIA

http://www.edscuola.it http://www.geneticapediatrica.it http://www.psicomotricitarelazionale.it http://www.rivistapsicomotoria.it http://www.treccani.it

Documenti correlati