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1. Fonti greche e arabe del testo di Avicenna: la tradizione esegetica del Per

1.4. La tradizione esegetica araba

La fonte storica primaria per la ricostruzione della storia delle traduzioni arabe del corpus aristotelico è la bibliografia di al-Nadīm, composta alla fine del X secolo.

Il testo relativo al Peri Hermeneias merita di essere citato per intero:

“ Ḥunayn ha tradotto il testo in siriaco, e Isḥāq in arabo; i commentatori: Alessandro (di Afrodisia), il cui commento non è esistente; Giovanni il Grammatico: Giamblico; Stefano, una epitome39; c'è un raro commento di Galeno che è introvabile; Quwayrī; Abū Bishr Mattā; al-Fārābī; Teofrasto; tra i compendi, quelli di Ḥunayn, Isḥāq; Ibn al- Muqaffaʿ; al-Kindī, Ibn Bahrīz, Thābit ibn Qurrah, Aḥmad ibn al-Ṭayyib, al-Rāzī” 40

La struttura del testo sembra essere la seguente: Al-Nadīm elenca prima gli autori delle traduzioni siriaca ed araba del testo di Aristotele, poi i commentatori. Tra essi sono elencati prima i commentatori greci, poi quelli arabi, infine vengono nominati gli autori di compendi.

Il testo del Fihrist solleva diversi problemi: innanzitutto, si deve notare l'intrusione di Teofrasto tra i commentatori arabi. In secondo luogo, si noti che il grande assente dalla lista, soprattutto se si dà credito alla ricostruzione di Zimmermann sopra illustrata, è Ammonio, che non compare tra i commentatori, sebbene la sua influenza sia attestata nei

39 Così traduce Peters, secondo Dodge Peters anticipa una virgola e l'epitome è attribuita a Giovanni.

40Latraduzione in italiano è nostra, abbiamo tenuto presente assieme al testo arabo le traduzioni inglesi di

Peters e Dodge. Cfr. F. E. Peters, Aristoteles Arabus. The Oriental translations and commentaries on the

Aristotelian corpus, Brill, Leiden 1968, p.12; Al-Nadīm, Kitāb al-Fihrist, ed. G. Flügel, J. Rodiger, A.

Müller, 2 vols., Leipzig 1871-1872, p.249 e Al-Nadīm, The Fihrist. A Tenth-century Survey of Muslim

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commenti a noi pervenuti41. Restano infine da spiegare alcune incongruenze, come ad esempio la menzione di al-Kindī tra gli autori di compendi: non solo non siamo a conoscenza di un compendio del filosofo, ma esso non viene neppure nominato nell'elenco delle opere di al-Kindī nel Fihrist stesso.42

Vediamo in particolare gli autori collegati alla tradizione del Peri Hermeneias nominati nel

Fihrist.

1.4.1. Traduzioni

Nel tracciare la tradizione del testo aristotelico, il Fihrist comincia dunque citando Ḥunayn ibn Isḥāq come autore di una traduzione in siriaco del testo. Questa traduzione non si è conservata, Peters ipotizza che essa sia servita come base per la traduzione in arabo.

Il figlio di Ḥunayn, Isḥāq, è autore di una traduzione in arabo, probabilmente sulla base della traduzione del padre. La traduzione di Isḥāq, conservata in un solo manoscritto (Paris MS BN 2346) e arricchita fino alla metà del X secolo da glosse di copisti successivi, è il punto di riferimento per i commentatori arabi del testo di Aristotele ed è pressoché identica a quella riportata in lemmi da al-Fārābī nel suo commento43. Le glosse che accompagnano il testo sono anonime o attribuite a filosofi successivi.

41Si veda, come esempio dell'influenza del commento di Ammonio, il commento attribuito a ibn Zur‘a ed in

particolare la sezione riguardante le proposizioni con doppio quantificatore. Hasnawi (2008, pp. 307-322) in particolare confronta il testo di Ammonio con quello di ibn Zur‘a arrivando alla conclusione che vi è una stretta somiglianza tra i due testi.

42Una delle possibili risposte al problema è quella di Zimmermann, che ipotizza che gran parte dei commenti

nominati nel Fihrist fossero perduti e molti autori conosciuti solo di nome. Questa risposta, sebbene forse renda conto delle incongruenze che si notavano sopra, risulta in una certa misura evasiva e non supplisce il bisogno di uno studio delle fonti del Fihrist, in particolare per quanto riguarda le opere aristoteliche e la loro tradizione, soltanto cominciato da Peters. Infine, il caso di Ammonio è peculiare: viene nominato infatti il suo discepolo Giovanni Filopono (conosciuto nella tradizione araba come Giovanni il Grammatico, Yaḥyā al- Naḥwī), ed è lecito supporre per chiari motivi che il commento di Ammonio fosse attribuito al suo discepolo.

43Al-Fārābī, Commentary and Short Treatise on Aristotle’s De interpretatione, introduzione, traduzione e note

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Esiste anche un'altra traduzione in arabo del Peri Hermeneias, anonima e conservata solo in frammenti, che copre il testo del Peri Hermeneias fino a metà del capitolo 7 (17b15). Hugonnard-Roche riporta l'ipotesi di Montanari secondo cui l'autore di quest'ultima sarebbe Ḥunayn, il cui lavoro lasciato incompleto sarebbe stato ripreso e completato dal figlio: ciò spiegherebbe le numerose somiglianze tra i due testi.

1.4.2. Commenti greci

Al-Nadīm elenca Alessandro, Giamblico, Porfirio, Giovanni il Grammatico, Stefano, Galeno, Teofrasto, precisando che i commenti di Alessandro e Galeno sono introvabili o rari (come precisa lo Zimmermann44, ciò non significa che tutti gli altri fossero accessibili). Il problema principale nel determinare esattamente il materiale greco disponibile all'epoca della stesura del Fihrist è costituito, come specificano il Peters e l'Hugonnard-Roche, dalla mancata pubblicazione integrale delle note che accompagnano il manoscritto della traduzione di Isḥāq sia nell'edizione di Pollak45 che in quella di Badawi46.

1.4.3. Commenti arabi

Abū Bishr Mattā è citato come autore di un commento: Peters indica che esso fu utilizzato da Ibn Sūwar, che preparò il testo del manoscritto di Parigi (edito da Pollak e Badawi) basandosi su una copia di ibn ʿAdi dell'autografo di Isḥāq.

Infine, il grande commento di al-Fārābī è particolarmente interessante in quanto contiene in lemmi quasi tutta la traduzione di Isḥāq. Il commento di al-Fārābī costituisce un costante punto di confronto nell’analisi dei primi capitoli dell’ ‘Ibāra di Avicenna condotta nella seconda parte del presente elaborato.

44Al-Fārābī, Commentary and Short Treatise on Aristotle’s De interpretatione, introduzione, traduzione e note

di F. W. Zimmermann, Oxford University Press, Oxford 1981, XCII.

45 I. Pollak, Die Hermeneutik des Aristoteles in der arabischen Übersetzung, Abhandlungen für die Kunde

des Morgenlandes, XIII, 1, Leipzig 1913.

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Per quanto riguarda gli altri commentatori nominati nel Fihrist, l'unico commento a noi giunto è quello di al-Fārābī, autore anche di un breve trattato sul Peri Hermeneias.

Degli altri, sappiamo che ibn al-Muqaffa‘ è menzionato probabilmente in quanto traduttore in arabo di un compendio greco di Isagoge, Categorie, De Interpretatione e Analitici

Primi47.

Per quanto riguarda al-Kindī, si è già detto che il compendio non è menzionato nell'elenco esteso delle sue opere nel Fihrist.

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2. La riflessione sul linguaggio

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