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TRASFORMAZIONI URBANE: CIPRO ISOLA DIVISA

Nel documento Confin(at)i/Bound(aries) (pagine 187-200)

INTRODUZIONE. – I conflitti e la riappropriazione degli spazi urbani sono un tema contemporaneo per osservare e monitorare il volto delle città del futuro. I confini sono il prodotto di continue ridefinizioni spaziali che generano zone interdette, modellano il tessuto urbano e l'identità sociale, definendo nuove forme dell’abitare.

Cipro è il territorio conteso di riferimento della ricerca, terza isola del Mar Mediterraneo, in una posizione geografica strategica. Sin dall’antichità è al centro delle rotte di connessione tra Mediterraneo Orientale e Occidentale. Ospita diverse forme di confine, zone interdette e aree militarizzate che coprono il 4% della sua superficie. Questo insieme di frammenti genera una serie di borderscape1, processi e pratiche sociali, dinamiche di differenziazione spaziale la cui migliore rappresentazione è probabilmente la città di Nicosia. Città storica divisa in due zone, greco cipriota e turco cipriota, è l’ultima città d’Europa ad essere divisa da una barriera, la Buffer zone che la taglia in due realtà distinte. È la “Green Line”, risultato della guerra civile scoppiata nel 1963 fino al 1974, un’area che diventerà zona controllata dalle Nazioni Unite che rappresenta il 3% dell’intera isola, dove la città si interrompe e trasforma, attraverso un intervallo urbano, una sospensione del costruito.

Nicosia fu fondata intorno all'85 a.C. lungo il fiume Pedieos all'incrocio di antichi insediamenti ellenici con il nome di Ledrae. Intorno al 300 a.C., il figlio del re egiziano Tolomeo, Lefkos, ricostruì la città lasciandogli in eredità il proprio nome, Lefkoşa (turco) o Lefkosia (greco). Durante la dominazione bizantina (390-1191) e quella lusignana (1192-1489), la città diventò il maggior centro dell'isola.

È una città di contrasti, teatro urbano di separazione e convivenza tra Occidente e Oriente, tra Islam e ortodossia greca, che si riflettono sulla scena urbana. Proprio all’analisi di quest’ultima e dei processi conflittuali che la connotano è stata dedicata una ricerca svolta sul territorio2.

La mappatura diretta e il rilievo fisico non permettono una lettura e un’interpretazione del territorio sufficientemente esaustive. Si è lavorato con diverse metodologie, rilievi diretti, analisi cartografica, progetto e studio di percezioni urbane, considerando la città come laboratorio urbano di spazi contesi. La ricerca quindi si focalizza su due immagini della città: lo spazio condiviso e la coesione sociale da parte delle due comunità turco e greco cipriota. La viabilità interrotta dalla Buffer zone ha creato degli spazi non convenzionali che si trasformano nella vita quotidiana, soprattutto per lo spazio pubblico. La Buffer zone è una zona neutrale che divide in maniera irregolare le geometrie rinascimentali del perimetro del centro storico.

1.TERRITORI DI CONFINI, NUOVE FRONTIERE, CITTÀ DIVISE. – Il confine è parte integrante del tessuto urbano, individua e rappresenta la divisione amministrativa e l’abitare.

Ripensare il confine significa proporre una visione urbana futura, dentro la città e tra diversi stati, tenendo conto che il concetto muta e rispecchia le evoluzioni della società in cui

1 Il potenziale critico del concetto di borderscape è legato all'urgenza di individuare una nozione innovativa che possa esprimere la complessità spaziale e concettuale del confine (Brambilla, 2015).

2 Entrambi gli autori hanno svolto una collaborazione accademia e di ricerca presso la Girne American University, a Cipro Nord.

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si manifesta. In epoca antica il limes individuava l’operazione dell’agrimensore che misurava e divideva in lotti il terreno, mentre il limes imperii3 definiva il perimetro del dominio

politico. L'evoluzione del confine ha dunque subìto numerose trasformazioni e stimolato nuove ricerche. Alcuni dei più grandi eventi geopolitici mondiali sono generati da dispute su territori contesi, un elenco limitato ma esemplificativo ricorda l’annessione della Repubblica di Crimea da parte della Russia, atto non riconosciuto dall'Ucraina; condizioni simili riguardano le regioni dell’Ossezia, della Transnistria, dell'Abkhazia. In Africa, il Sudan è luogo di tensioni e disordini per il controllo dell’acqua e dei pascoli. In Asia, il Kashmir militarizzato con parti sotto l'amministrazione de facto di Cina, India e Pakistan. Ancor più noto è il confine tra Stati Uniti e Messico, per via della creazione di una barriera materiale lungo il limes tra i due stati4. Nel Mediterraneo, Grecia e Turchia discutono, tra limiti invisibili controversie marittime, aeree, e territoriali. Questo influenza le relazioni greco - turche a partire dagli anni Settanta, quando la Turchia dichiara lo Stato federale turco di Cipro e poi, nel 1983 la Repubblica Turca di Cipro del Nord (TRNC), riconosciuta solo dalla Turchia.

La frontiera, nel suo processo di trasformazione e metamorfosi, diventa contesa tra due nazioni o etnie, ed investe interi nuclei urbanizzati. Ciò influenza la comunità, l'uso dei suoi spazi pubblici e la coabitazione. Identificare le barriere e il loro impatto sulla forma urbana e sulla divisione sociale è utile nei processi urbani e di pianificazione5.

Lo studio che qui presentiamo esplora i processi di trasformazione della capitale di Cipro, Nicosia, la cui storia si è interrotta, fortemente legata all’etnie della comunità.

2.DALLE TRACCE STORICHE ALLE ORIGINI DEL CONFLITTO.– Cipro è parte di un quadro geopolitico molto complesso, di strategie di dominio e controllo che si sono create nel tempo, trasformando l’isola in una “piattaforma” militarizzata del bacino Est del Mediterraneo. La

Buffer zone conta dal 1964 circa 1000 militari della Forza delle Nazioni Unite per il

mantenimento della pace (UNFICYP). Il 1° maggio 2004 Cipro è entrata nell'Unione Europea nonostante la divisione.

La posizione dell'isola, crocevia di tre continenti, porta di accesso al Mediterraneo orientale, ha generato un complesso di aree di controllo militare presenti anche nella zona occupata dalla Turchia. Il controllo strategico e le ambizioni da parte di essa hanno minato la sua integrità, la stabilità nella regione, interessi strategici di Egitto e Israele6. Nicosia si trova nella necessità di scegliere le sue strategie per il futuro che interessano i rapporti con la Turchia e altri partner privilegiati come USA, Gran Bretagna ed Israele.

3.DALLA DIVISIONE DEL 1974 ALLO SCENARIO CONTEMPORANEO. Fino al 16 agosto 1974, data del cessate il fuoco del conflitto, Cipro rappresentava un modello di convivenza pacifica di due comunità dal dominio dell’Impero Ottomano. La figura 1 riporta la distribuzione nel territorio prima e dopo la separazione in cui è ben visibile come sia cambiata la distribuzione sociale sul territorio e quella fisica dei confini.

3 “Considerata come una struttura difensiva ai confini dell'impero” (Strappa, 1995).

4 La mappatura virtuale di tutti i territori contesi nel mondo: http://metrocosm.com/disputed-territories-map.html 5 Il conflitto influenza il tessuto urbano sia dal punto di vista del residenziale che delle funzioni commerciali (Björkdahl e Strömbom, 2015).

6 La Commissione europea per i diritti umani, nella sua relazione del 10 luglio 1976, ha indicato gravi violazioni dei diritti umani commesse dall'esercito turco contro la popolazione civile greco cipriota (Hoffmeister, 2006).

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Fig. 1. Popolazione Cipro 1960-1999 a confronto.

Fonte: Cyprus Updates, 2017 (www.cyprusupdates.com/wp-content/uploads/2017/01/cyprus-population-distribu

tion-1960-1999).

Nella divisione gli abitanti sono stati coinvolti in una vera e propria ghettizzazione sull’isola, diventando “rifugiati politici”. I greci ciprioti che abitavano nel Nord dell’isola hanno lasciato le proprie abitazioni costretti ad andare nel Sud, dall’altra parte i turchi ciprioti, che oggi occupano un terzo dell’isola, hanno abbandonato il Sud verso una divisione forzata, in cui la popolazione ha subìto uno sradicamento al senso di appartenenza7. Allo stesso tempo ne emerge un’isola con una configurazione totalmente nuova, tra proprietà ancora contese, bordi e limiti, come mostra la figura 2.

La separazione è demarcata dalla Green Line, la cui superficie si estende per 180 km, con sezioni variabili, pochi metri all’interno dell’area urbana di Nicosia. La linea è stata costruita da truppe paramilitari cipriote turche e greche e monitorata dalla UNFICYP. Allo stesso tempo rimangono attive sul territorio le forze militari britanniche nelle basi di Akrotiri e Dhekelia. In aggiunta alle aree sopra menzionate che godono della sovranità Britannica, in cui l’ONU non ha alcuna competenza, al fine di completare il quadro della frammentazione dell’isola, tra bordi e confini, viene considerata l’area di Varosha, una località di pregio turistico attiva e fiorente sino all’occupazione turca, esempio di città fantasma, controllata dalle forze militari turche.

7 Petros Savvides Le due basi militari britanniche e molti altri siti conservati sono state utilizzate per attività strategiche - in molte occasioni senza la conoscenza e il consenso della Repubblica.

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Fig. 2. Confini e bordi della divisione di Cipro dopo il 1974.

Fonte:UNFICYP Deployment, 2011 (https://unficyp.unmissions.org/map-unficyp-deployment).

La divisione è una protezione per la comunità greco cipriota dall’occupazione della Turchia, che ha segnato l’acquisizione forzata dell’isola. Mentre a Nord prevale il senso di isolamento e la mancanza di riconoscimento internazionale. La separazione segue due sviluppi urbani differenti, di cui Nicosia ne è il nodo. Nonostante la separazione, iniziative di carattere comune e condivise tra le due zone non si sono mai interrotte, nonostante le difficoltà ad avere uno spazio fisico di incontro.

Il cambiamento arriva con l’apertura della Buffer zone, supportata e formalizzata con il piano Annan del 20038, altra data di rilevante importanza nel contesto geopolitico dell’isola. Nella città di Nicosia, la sezione della fascia di divisione comprende due linee di avamposto difensivo, in cui la zona nel mezzo è di diversa ampiezza9. Il segmento della Green Line che divide Nicosia arriva da Nord Ovest e si assottiglia quando passa i sobborghi ovest, dividendo

8 Calame e Charlesworth (2012) osservano: “Un rinnovamento rigoroso degli sforzi diplomatici fu intrapreso con la prospettiva dell’adesione di Cipro all’Europa e con l’affermazione di un piano definitivo dell’ex- segretario dell’ONU Kofi Annan nel 2004. Un cambiamento nella politica cipriota sembrò imminente causa di forti pressioni dalla Turchia per la vasta stagnazione economica della parte a nord, ed eventuali incentivi offerti all’isola per una eventuale adesione”.

9 La linea di partizione nel passare attraverso Nicosia e i sobborghi è lunga circa 10 km. La sua ampiezza nel centro storico è tra i 10m e 4 m, incluse le strutture al suo interno. Le mura e le barriere che ne formano i limiti a nord e sud variano in grandezza ma sono solitamente alte 4.5 m e di spessore 1m alla base. Quando la Green Line attraversa terreni suburbani e rurali, l’ampiezza delle sue zone cuscinetto aumenta e le recinzioni divengono minimali o inesistenti.

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in due il centro medievale della città, prima di allargarsi e svoltare a nord-est, oltre le mura circolari verso la Porta di Famagosta10. Il tracciato segue il percorso del fiume Pedeios, trasformato in asse commerciale di scambio simile ad il souk arabo e poi nella conformazione attuale 13. La Green Line è di fatto una frontiera, divide la città storica, tagliando i suoi edifici, o lasciandone altri nel mezzo. L’area era l’anima del commercio della città, oggi abbandonata e in degrado, al margine da quartieri a basso reddito, piccole attività industriali e aree degradate (Calame e Charlesworth, 2012).

Fig. 3. Nicosia la città divisa prima e dopo.

Fonte: Damgacı Y. A., Dağlı (2018).

Il piano per la sua riunificazione dalle Nazioni Unite proposto nel 2003 fallì nel 200411 anche se venne aperto il primo checkpoint che aprirà ai successivi sette accessi. Al contrario il Nicosia Masterplan (NMP), nasce nel 1981 guidato da un team multidisciplinare per un progetto di pianificazione tra le due comunità. Rappresentanti a livello locale di entrambe le comunità lavoreranno per la rigenerazione del centro storico, la Walled City, e la riqualificazione architettonica del patrimonio. Il Masterplan nasce con l’auspicio delle Nazioni Unite12 e assume la città come un'unica entità urbana, con l’obiettivo di uno sviluppo bi-comunale, secondo criteri di alta qualità degli interventi di recupero urbano. Grazie a questo piano si sono attivati degli investimenti privati, attirato nuovi residenti e turisti e rafforzato le attività economiche e un processo di rivitalizzazione. Questo è quanto rimane vivo dietro le barricate, dietro le quinte della zona morta che divide la città di Nicosia13. Le controverse condizioni politiche e lo scenario del conflitto hanno influenzato in maniera

10 Papadakis (2015) osserva come una linea attraversi la Nicosia murata nelle mappe medievali, un'altra in quelle contemporanee. Attraversando la città in un asse est-ovest queste linee coincidono. Sulle mappe medievali la linea era un fiume, una divisione naturale che molto più tardi si trasformò in una divisione creata dall'uomo. Quando il letto del fiume fu coperto, al suo posto emerse una strada: Hermes Street. La strada divenne il principale asse commerciale della città, una zona commerciale che avrebbe riunito gli abitanti multietnici di Nicosia per gli scambi commerciali.

11 Calame e Charlesworth (2012) annotano come nella primavera del 2003 il disgelo delle relazioni diplomatiche portò alla facilitazione del transito attraverso la Green Line solo per i civili ciprioti. Con il referendum del 2004 divenne chiaro che gli incentivi offerti dai diplomatici erano insufficienti. Oltre il 64% dei turco ciprioti appoggiarono il piano mentre bel il 74% dei greci ciprioti lo rifiutò.

12 United Nation Developed Program (UNDP).

13 Il Masterplan di Nicosia è oggetto di molte ricerche e studi urbani.

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negativa la configurazione urbanistica dell’isola, soprattutto la capitale, impedendo uno sviluppo uniforme della città14.

Fig. 4. Masterplan di Nicosia (NMP).

Fonte: UNECE (https://www.unece.org/fileadmin/DAM/thepep/en/workplan/urban/documents/petridouNycosiam asterplan.pdf).

4.NICOSIA LA CAPITALE DIVISA.–Nicosia, rinominata dai greco ciprioti “Nicosia libera” (eleftheri Lefkosia), e dai turco ciprioti “Nicosia occupata” (katehomeni Lefkosia) nella parte nord, rappresenta il ritratto della percezione del conflitto, a distanza di quasi mezzo secolo (Papadakis, 2005). L’interazione con la comunità locale è il carattere significativo della ricerca, con il coinvolgimento di figure locali, interviste e studi urbani, sfondo alle osservazioni sviluppate in un contesto post-conflitto. La divisione, dal punto di vista socio-politico, genera una frammentazione dell’isola. Il confine è una zona complessa, costituita da luoghi che posseggono una connessione visiva e una loro dualità (Tagliacollo, 2011).

La città murata e le sue stratificazioni sono come una narrazione, con un lavoro visuale e di ricognizione cartografica, anche attraverso la memoria e la voce degli abitanti, assumendo un approccio socio-antropologico e partecipativo alle forme dell’abitare in prossimità dello spazio a ridosso della Buffer Zone. Il rilievo delle differenti pratiche abitative ed uso dello spazio è stato uno degli obiettivi delle ricerche svolte in situ: attraversando due stati nella stessa città si ha una percezione di vivere il tempo diversamente. Il limite è quindi l’elemento dello spazio urbano, l’attraversamento è l’oggetto di studi e delle esperienze didattiche15. Analizzare margini opposti, il bordo nelle sue forme e dimensioni in un doppio riflesso legato alla dualità della città stessa. Tra le due parti della città, nella Nicosia contemporanea si genera un’interazione. Gli spazi contestati (e contesi) sono profondamente segnati da una segregazione spaziale, che diviene infatti il paradosso della morfologia urbana definita dalle mura rinascimentali. Il contrasto tra le due parti di città viene tradotto attraverso elaborazioni grafiche, e in brevi video. Un lavoro al margine con una mappatura di tre macro aree all’interno del centro storico. Un format di analisi per definire i caratteri spaziali delle zone:

14 Il sito della Municipalità di Nicosia (Cipro) riporta aggiornamenti e riferimenti riguardanti il Master Plan il suo sviluppo in tre fasi importanti: 1. 1981-1985: Visione strategica e il futuro sviluppo della città. 2. Studio approfondito della città murata e rinascita attività commerciali e servizi. 3. 1986 – ad oggi: Rivitalizzazione di nuclei significativi. La filosofia di base del piano generale di Nicosia nell'attuazione della rivitalizzazione della città vecchia comporta l'impegno del settore pubblico negli sforzi per rafforzarne la redditività e il valore culturale. Fonte: http://www.nicosia.org.cy/en-GB/home/

15 L’attività di rilievo e studi di osservazione urbana è parte del corso di Virtual Space, coordinato da Alessandro Bruccoleri presso Girne American University in Northen Cyprus, integrato dal Workshop con Genova in collaborazione con Silvia Covarino, nel maggio 2016.

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morfologia urbana, tessuto urbano, aree verdi, spazi pubblici, coni visuali e altre note di rilievo. Sono stati predisposti dei questionari per la raccolta di brevi interviste, finalizzare a raccogliere informazioni sulla vita quotidiana degli abitanti e sull’uso dello spazio pubblico (vedi figura 5). Dallo studio della città emergono utopie nostalgiche associate alla memoria di ogni comunità, e alle loro strategie di adattamento e sopravvivenza.

Fig. 5. Vista della Buffer zone verso Nicosia sud, tracce del 1974.

Fonte: Foto degli autori, 2017.

Fig. 6. Mappatura dei margini urbani della Green Line.

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Nicosia può essere letta come una delle città invisibili di Calvino, dove lo spazio urbano è tra la memoria e l’immaginario.

È delle città come dei sogni: tutto l’immaginabile può essere sognato ma anche il sogno più inatteso è un rebus che nasconde un desiderio, oppure il suo rovescio, una paura. Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure, anche se il filo del loro discorso è segreto, le loro regole assurde, le prospettive ingannevoli, e ogni cosa ne nasconde un’altra (Calvino, 1972, p.

20).

Fig. 7. La città divisa: spazi abbandonati, spazi resilienti.

Fonte: Foto degli autori, 2017.

4. RIFLESSIONI FINALI. – La città di Nicosia si racconta nella sua forma e nello spazio urbano, mostra tracce e segni del conflitto, anche nel suo tessuto sociale. La rimozione delle barriere fisiche è sicuramente necessaria, ma non è sufficiente a ristabilire le condizioni favorevoli per il contesto urbano e il tessuto sociale (Calame e Charlesworth, 2012). La Buffer

zone non è quindi solo un limite, ma un’opportunità di rigenerazione della città stessa.

Inoltre, le invisibili ma significative connessioni con gli attori protagonisti dello scenario geopolitico tra Europa, Mediterraneo e Medio Oriente sono racchiuse nel mosaico della questione cipriota. Una visione d’insieme è assolutamente necessaria per ricostruire l’intera dinamica e riflessi urbani in Nicosia, icona della questione cipriota. I presupposti delle pratiche urbane hanno sempre un carattere trans-contestuale, ossia lavorano nello spazio fisico temporale, in contesti pragmatici creando dinamiche e sinergie tra lo spazio fisico, la pianificazione e le politiche (Stratis, 2016). Per questo è stato svolto un lavoro sull’immaginario urbano, in cui il passato viene utilizzato come una proiezione della memoria, quindi del legame delle due comunità con il territorio diviso dal conflitto interno. Cipro rimane in attesa, considerato come un conflitto prolungato, nonostante i numerosi tentativi di dialogo delle due comunità e degli organi internazionali coinvolti. Nicosia capitale contesa e condivisa, sospesa nonostante oggetto di notevoli studi urbani.

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