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Di trash, di McDonald's e d'altri lussi: l'inevitabile svolta a destra

Capitolo IV – Decadenti, velleitari e reazionari: la rappresentazione

4.2. Una Roma che non è Roma Addio, Monti di Michele Masneri

4.2.3 Di trash, di McDonald's e d'altri lussi: l'inevitabile svolta a destra

Reggere un gioco di questo tipo, continuamente in bilico tra un'estetica di sinistra e un'etica destrorsa, è chiaramente difficile e destinato, prima o poi, a un crollo: già il ménage à trois tra Roberto, Federico e Camilla, mutuato anch'esso, ovviamente, da opere cinematografiche – “The Dreamers e Jules et Jim, e come manifesto era anche abbastanza esplicito”247 – viene rapidamente concluso e

bollato come semplice momento di trasgressione senza alcuna implicazione sentimentale: “Ma con Roberto naturalmente la carta dello struggimento è proibitissima e pericolosissima: “I sentimenti: pensavo che fossero appannaggio dei laureati in comunicazione Lumsa”, gli dice una volta”248; e ancora:

Proprio mai ammetterebbero lo scarto alla regola: va benissimo la trasgressione, ottimo l'amore libero, magari anche da raccontare nei party degli amici suoi di Monti, per segnare qualche punto. Ma tutto deve rimanere in una cornice ben delineata, la coppietta, la casetta coi suoi MicroMega e Laims, anche le scenate e le crisi e gli odi di coppia. Mai, comunque, proprio mai, il

247 Ivi, p. 33. 248 Ivi, p. 155.

prendere atto della terza via che è possibile, qui e adesso. Le porcellate e l'inconscio, solo nel weekend.249

Tutto si riduce quindi a una giocosa sindrome d'accaparramento che, anche a livello relazionale, non ha un valore diverso rispetto a quello dalle “pile di Nuovi Argomenti e Internazionale non spolverati”250.

Ovviamente col passare del tempo non è solo il gioco erotico a finire: anche in termini estetici, gli Affamatori cominciano, per usare un termine caro alla sinistra militante, a imborghesirsi: dalle terrazze e dai salotti minimalisti arredati all'Ikea si spostano a Monti, considerato più chic, iniziando a preferire forme sempre meno vicine alla cultura d'ispirazione progressista, riscoprendo, ad esempio, una simpatia per gli spazi del mondo clericale:

Nel frattempo loro hanno preso infatti questa ex cappella sconsacrata a Monti, verso i Forti, in via degli Ibernesi, proprio accanto a Palazzo del Grillo, che Roberto ha ottenuto tramite alcuni suoi contatti nuovi nella Curia o nella Segreteria di Stato vaticana […]. Dentro, nessun'ombra, più, del pauperismo neorealista del Pigneto, ma anzi sontuosità, lusso e voluttà. Il pavimento romano a esagoni lasciato intatto coi suoi buchi, le travi sbiancate sul soffitto, e neanche un mobile che sia uno dell'Ikea. Ma anzi molto design, un cucinone tutto d'acciaio da chef, con un lavello quasi balneabile e un rubinettone fallico da competizione.251

I vecchi amori di qualsiasi tipo vengono rapidamente dimenticati nel definitivo cedimento all'amore per un lusso sfrenato e “palesemente sempre più trash […] soddisfacendo dei desideri inconsci”252, e riconciliando finalmente la

professione d'etica con quella estetica. 249 Ivi, p. 132.

250 Ivi, p. 71. 251 Ivi, p. 138. 252 Ivi, p. 137.

Anche da questo punto di vista, però, Federico e Gloria non costituiscono un controesempio virtuoso:

«Mi sono abituata. Federico non faceva che parlare di questi due, e invitarli. Sempre il solito copione: duecento sigarette, schermaglie amorose – loro due, i proci – io e lei a fare il dibattito sulla differenziata e il corpo delle donne e le ultime novità del Mulino. Gran bottiglie di vino. Gran progetti di vacanze e viaggi fuori dalle rotte turistiche... Ma mangiare, niente. Così, l'ennesima sera che siamo usciti dalla Prenestina con le farfalle nella pancia – io per fame, Federico per l'Amore – io gli ho detto una cosa».

«Ognuno per la sua strada?»

«No, ne ero ancora innamorata, e non sono cinica come te». «Quale fu il ferale verbo?»

«Semplice: McDonald's». «Attenzione».

«Ci siamo organizzati così: prima di andare a qeste loro cene, uscivamo di casa un dieci minuti prima e ci fermavamo al Mac di piazza Esedra. Fede ha subito accettato entusiasta. Sinceramente, ti devo dire che certe cose non son neanche male: le patatine, i Chicken McNuggets, il McToast […] era l'unico momento in cui Fede si rilassava: davanti al suo Big Mac, mentre gli cadevano i cetriolini sui sampietrini metafisici, era finalmente tranquillo. Parlavamo anche. Si vedeva che pure lui era stanco di quelle serate, però era come un gioco a cui non si poteva sottrarre. E in qualche strano modo lo sentivo finalmente vicino, finalmente mio.»253

In questo caso il paradosso, invece di dirimersi, si fa ancora più forte: Gloria, che sappiamo essere ossessionata da una ricerca di purezza alimentare, fuggendo dalle velleità culinarie – e non – radical-chic celebrate nel “fatale terrazzo”254 trova rifugio in un tempio del capitalismo e del cibo di dubbia 253 Ivi, p.gg. 36-37.

provenienza come il McDonald's; nella catena di fast-food la ragazza ritrova tra l'altro anche una possibilità d'incontro con Federico, che “davanti al suo Big Mac” si disintossica dall'amore autodistruttivo provato per Roberto.

Nel romanzo di Michele Masneri, quindi, non c'è scampo per questa generazione di giovani radical-chic, costretti a vivere esistenze posticce fatte di relazioni, impegni, interessi, cibi posticci; qualsiasi tentativo di resistenza o d'abbandono dell'identità radical non porta ad altro che ad un'adesione a un conformismo ancora più palese, destinato a causare nuovi sensi di colpa da espiare, talvolta derivanti da azioni compiute non in prima persona, ma simbolicamente ereditate dalla generazione precedente; non c'è quindi da stupirsi se il rapporto coi 'padri' sarà tra i temi cardine delle prossime opere che analizzeremo.

4.3 Un altro mondo è possibile? La fine dell'altro mondo di Filippo D'Angelo

La fine dell'altro mondo255, esordio narrativo di Filippo D'Angelo,

costituisce una perfetta esemplificazione letteraria delle caratteristiche del radical- chic enumerate nel capitolo precedente: tanto il dottorando in letteratura francese Ludovico Roncalli, quanto gli amici, gli amori e i rivali che gli gravitano attorno rappresentano una generazione profondamente antieroica e votata all'autodistruzione simbolica e materiale. Ambientato nella Genova ormai prossima agli eventi del G8, il romanzo segue le rocambolesche avventure sessuali, relazionali, accademiche e distrattamente politiche di Ludo, novello picaro in un mondo abitato quasi esclusivamente da venti-trentenni talmente bombardati dagli stimoli e dalle possibilità del villaggio globale da essere diventati incapaci di goderne.

4.3.1 Quale mondo?

Il titolo del romanzo è carico di riferimenti intertestuali. Il primo fra questi riguarda direttamente l'intreccio del testo: Ludovico è protagonista di una avventurosa ricerca di un'edizione de L'altro mondo o Gli stati e gli imperi della luna di Savinien Cyrano Bergerac contenente un finale alternativo dell'opera. La quest accademica, condotta tra Genova, Parigi e Mosca, viene vissuta dal dottorando ricalcando gli stereotipi di una spy-story dai toni complottisti che sembra esistere solo nella sua testa; a poco servono i tentativi di degli amici di riportare alla realtà il personaggio principale, convinto di aver trovato finalmente una narrazione forte, capace di dare forma al mondo. Solo un esame di coscienza relativo alle sue colpe in merito all'iniziale ritrovamento e alla successiva perdita del 'tesoro' porteranno Ludo ad abbandonare la paraonoia del complotto.

L'altro riferimento fondamentale si collega invece allo slogan no-global “un altro mondo è possibile”. In questo caso la ricerca di conclude negativamente solo in apparenza: anche se la contestazione del G8 è destinata a concludersi in un bagno di sangue, il finale del romanzo, come vedremo, sembra favorire delle ipotesi di ritorno a un credo ideologico capace di teorizzare nuovi mondi, 'altri' e migliori rispetto a quello abitato dai nostri personaggi. Proprio il mondo in cui è ambientata la narrazione è considerabile come ultimo altro mondo: Le peregrinazioni picaresche del protagonista avvengono in un universo rovesciato, dove le relazioni diventano esercizi di perversione, i padri vengono sgridati dai figli e il principio di piacere e quello di morte sono ormai impossibili da distinguere.