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Il trattamento del rischio: azioni di mitigazione, monitoraggio e follow- follow-up

Le attività di valutazione dei rischi si concludono con le fasi di trattamento. Di fatto vengono individuate dai referenti di direzione/struttura le necessarie azioni di mitigazione da porre in essere per ricondurre a livelli di accettabilità i rischi operativi individuati.

L’attività di individuazione delle azioni di mitigazione, è articolata nelle seguenti fasi:

censimento: nel corso dell’attività di risk assessment, a seguito dell’individuazione delle aree di rischio più critiche/esposte, sono state proposte delle azioni di mitigazione da porre in essere per ridurre ulteriormente i livelli di rischio residuo;

• condivisione e pianificazione: le azioni di mitigazione individuate, proposte dai referenti di processo, sono state condivise ed approvate dai responsabili delle aree indicate come prioritarie (Direttori centrali). La pianificazione tiene conto dell’ordine di priorità di trattamento;

• monitoraggio: con cadenza semestrale le azioni di mitigazione sono oggetto di verifica. In particolare, viene effettuato il monitoraggio dello stato di avanzamento dello sviluppo delle azioni di mitigazione intraprese, attraverso apposite griglie di rilevazione.

Per il monitoraggio delle azioni di mitigazione individuate dalle Direzioni centrali, è stata utilizzata una scheda impostata come di seguito:

Item n: numero progressivo dell’azione di mitigazione;

Misura di mitigazione del rischio: descrizione dell’azione di mitigazione individuata dalla Direzione centrale;

Processo di riferimento: ambito operativo su cui impatta l’azione di mitigazione individuata;

Stato: campo che indica lo stato dell’azione di mitigazione pianificata, ovvero se è un’azione già intrapresa o ancora da realizzare;

Pianificazione: indicazioni relative alla pianificazione dell’azione di mitigazione (tempi di realizzazione e percentuale di avanzamento);

Ulteriori strutture coinvolte nello sviluppo: ulteriori strutture di Inail eventualmente coinvolte, a vario titolo, nell’implementazione dell’azione di mitigazione;

Note: eventuali note esplicative.

Scheda per la gestione delle azioni di mitigazione

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STATO PIANIFICAZIONE ULTERIORI

STRUTTURE

Le misure di mitigazione dei rischi sono state individuate tenendo conto delle attività di prevenzione obbligatorie descritte nel PNA nonché di tutte quelle ulteriori desunte dall’esperienza degli operatori. Inoltre sono state proposte azioni di mitigazione il cui sviluppo non incide solo su una specifica attività o fattispecie di rischio, ma interessa un’intera area di processo. Tale approccio consente di perseguire un duplice risultato:

da un lato l’ulteriore mitigazione dei livelli di rischio residuo e dall’altro l’efficientamento generale del processo su cui l’implementazione dell’azione ha effetto.

Alle azioni di mitigazione, si aggiungono alcune misure di prevenzione trasversali, valide per ogni processo, procedimento o attività. Tra le quali:

• l’adozione di uno specifico applicativo informatico destinato a consentire una gestione unitaria della prevenzione della corruzione e della trasparenza nell’ambito delle più generali strategie di controllo dell’Ente;

• i patti di integrità negli affidamenti;

• il codice di comportamento con le misure specifiche rivolte alla gestione:

− delle incompatibilità, inconferibilità di incarichi e del conflitto d’interessi,

− della rotazione del personale;

• la formazione del personale sulle generali tematiche dell’anticorruzione e della trasparenza che nel corrente anno diverranno anche obiettivi della performance.

In allegato sono riportati gli esiti della rilevazione analitica, emersi dalla compilazione delle schede da parte delle Direzioni regionali, afferenti all’adozione delle misure di mitigazione del rischio (Allegato 4) e agli indicatori di rischio (Allegato 5).

4.7.1 Ulteriori sviluppi delle analisi e monitoraggio dei rischi

In continuità con quanto realizzato negli ultimi anni, anche per il prossimo triennio 2017-2019, la pianificazione delle attività di analisi e monitoraggio dei rischi persegue obiettivi di:

• completamento delle aree di rischio residue;

• approfondimento, per individuare eventuali nuovi punti di caduta delle procedure (strumentali e istituzionali), nei quali possono annidarsi i rischi di frode, corruzione e in generale operativi. Nella fase di approfondimento verranno valutati anche ulteriori rischi legati alla eventuale mancata ottemperanza ai dettami normativi, derivati per esempio dal FOIA - Freedom of Information Act o dal codice degli appalti (cosiddetti rischi di compliance);

• aggiornamento delle analisi e delle valutazioni dei rischi, anche come diretta conseguenza dell’individuazione dei nuovi punti di caduta di processo (aree di rischio).

Un ulteriore passo in avanti nella gestione del rischio, in particolare nel trattamento del rischio, è stato fatto nell’individuazione delle azioni di mitigazione da parte delle strutture centrali e periferiche. Le azioni di mitigazione rappresentano di fatto delle progettualità dell’Istituto poste in essere per abbassare i livelli di esposizione a taluni rischi, ma più in generale per l’efficientamento dei processi.

L’obiettivo per il prossimo triennio, anche in linea con i dettami del Piano Nazionale Anticorruzione, è quello di integrare le azioni di mitigazione come obiettivi di sviluppo nel Piano della Performance dell’Istituto. Le azioni saranno sottoposte quindi ad un unico monitoraggio che confermerà:

• lo stato di realizzazione dell’obiettivo;

• l’abbassamento dei livelli di esposizione al rischio.

Ulteriore attività prevista, con la collaborazione delle strutture che governano e gestiscono i dati dell’Istituto, quali la Consulenza statistico attuariale e la Direzione centrale organizzazione digitale, è lo sviluppo e l’alimentazione di specifici indicatori di rischio (KRI). La finalità degli indicatori è quella di rilevare preventivamente eventi anomali nei processi, che abbiano poi necessità di approfondimenti specifici, quali analisi di rischio o audit.

Relativamente all’estensione delle analisi sulle strutture centrali, nel periodo 2017-2018, l’Istituto ha programmato di procedere all’analisi:

• della Direzione centrale assistenza protesica e riabilitazione, con sede centrale a Vigorso di Budrio (BO) e sedi periferiche a Roma e Volterra (PI);

• delle Consulenze dell’Istituto, ovvero la Consulenza per l’innovazione tecnologica, la Consulenza tecnica per l’edilizia centrale, Consulenza tecnica accertamento rischi e prevenzione centrale;

• dei Servizi, Organismi e delle segreterie tecniche degli Organi.

In questo quadro, in relazione ai rischi specifici afferenti le summenzionate aree di intervento, nell’Allegato 6 si indicano le criticità da considerare come prioritarie e che saranno oggetto di monitoraggio e azioni di miglioramento continuo.

4.8 Nuove iniziative di informatizzazione del processo di gestione dei rischi