• Non ci sono risultati.

al'ulso non deficit alter. I ntagliò poi la bellissima storia della Ct'ocifi�sione del Si

Nel documento FILIPPO BALDINUCCI (pagine 175-182)

gnore dipi n ta da An uihale Cuacci , nella quale fra l' altre figure vedesi la Madonna Saòtissima a piè dell.t Croce quasi giacen­

t1o tt·am"rrita. Questo che fu uno dei più belli iutagli che partorisse il bulino di questo artefice , fu mandato in Francia a cagione di non avet· mai voluto il maestro del sacro Palazzo darne il publicetur , con dire esser questo contro la Chiesa , che dice :

Stabat,

non

jacebat mater dolorosd

..

Dico final mente ch' egli (che da gra n tem­

po i n qua aggravato non Jmre dagli anni . ma dalle molte cadute fatte in istrana ma­

�iera più volte ,

ed un�

particolar�ente non ha molto sopra il

fuoco

ohe gli arse

-'l Il

costò al nostro Cornelio ))er fargli intaglia­

re le sue belle pitt ure , come neJla vita eli

D r Co:rtNELIO BLoEMAER.T r6r ehe non veggiamo. Co-nduce egli al presen·

te sua vita , che può dirsi molto reli

g

iosa 9

più tosto all' eremitica che altrimenti , per er1tro una 'Camera modestamente abbiglia­ ta , ma ricca sì bene per lo nobilissimo arredo di sua persona , adorna di tu

t

te

q

uel

le virtù

che ricercansi in un buono e devoto cristiano, sofferendo con indicibile allegrezza il peso dell' età e d�' tant i malo­

ri rt.i cui poc' a nzi parlammo ; conten:asi d' uno scarso sovvenimento di sei scudi il mese che mandangli dalla patria i suoi congiunti, costantissimo in ricusat·e ogn'al ­ tt·o :1j u to che benè spesso hanno desidera­

to d' offerirgli petsone dell' arte suoi ami­

cissimi , e che l' hanno in gran venerazio­

ne ; nè è bastato loro per conseguire il proprio in tento il procurare con veri pre­

testi ù' ingaunarlo . Tanto è lontano da ogni appetito d' applausi di mondo , che · non ha mai permesso , tutto che con vive istanze ricercato , e quasi forzato , che sia f�tto il ritratto di . sua persona , sempre Circo 1spetto e guardmgo nel profferi r cosa c

e i.n qualsisia m�niera pos�a punto con­

trtbUire al conegmmento dt quel1a gloria che per ahro s'è meritat

a

la sua virtù.

Baldinucci Pol. I, I I

.

-l

l

l

V I 'f A

DI STEFANO DELLA BELLA

INTAGLIATORE FIORENTINO

Discepolo di Cesare Dandini, nato

il

I 6 I o. , morto nel 1664.

F

ra coloro che verso la fine

d

el passato

secolo nella celebre stanza di Gio. Bologna da Oovai attesero alla scultura ajutand

o

, al

medesimo , e secondo la

maggiore

o mi­

nore abilità di ciascheduno ( come ne giova il credere

)

eranv anche da lui sala·

riati , furono due fratelli , Francesco e Guasparri di Girolamo della Bel!a. France·

sco accasatosi colla molto onesta donzella Dian ora di Francesco Buonajuti , n' ebbe più figliuoli , i quali tutti essendo nati in seno a queste !.elle arti , attesero al dise­

gno.

11

maggiot·e,

che

fu

Girolamo, si dett�

1 64 V I T A.

alla pittnra , Lorlovico fece la professione dell' Orefice , e

il

nostro Stefano fu poi quel tan t o celebre disegnatore e i ntagliatore che al mondo è uoto . Fu dunqut! il natale di Stefano nella prima ora della notte sus�

seguente al giorno 1 7. di Maggio del I 6 J o.

ed ebbe i l b;;t tesimo nel solito Tempio di S. Giovanni Battista , a�sis1end.ogli per Com­

pare il valente scultore Pietro

di J

acop

o

Tacca , stato ancor egli appres�o a Gio. Bo­

logna ; anzi quegli che fu a lui fra' suoi di­

icepoli il più caro, e che sempre il seguitò, -ed il quale ancm·a a gt-an t'agione si conta.

fra' pi ù eccellt>nli artefici che partorisse quel la scuola . Non fil appena giunto Ste­

fJ no all' età di trenta mesi che il Padre suo mancò di vita, ond' egli cogli altri suoi tì-atelli si rimase in istato assai bisognoso ; egli è hen vçeu che •la q uel che poi si ri­

conobbe possiamo comprendere, che il fan­

ciullo fi · 1 dagli aQni pi ù teneri incomincias. -se a

dar hwri

q11alche seg·;o del1a forte inclinaìione che a neo e E>gli a"Veva al disegno, giacchè i suoi no!\ tat·tlaron punto a prov­

vederlo d' impiego, in cui egli potesse o po­

co o snol to e'iet·ci tarvisi . E que�to fu l'eser­

zio deH'orefice ot>lla b.otteg,.. d'un certo Gio.

�bltistél, Fossi uomo in tal professiope di non gt·a n talento , tanto che fu.

d'

t1,opo il toglierlo a tal mestiere. Trattenev:;tsi in quel tempo al se rvigio della Casa Serenissirn�

Gas,paro Mola , irnpl'ontatore rino(Jlatissimf?

�d operava nella Real

Galleria

j e

fa,rve

DI

STEFANO DEt.LA BELLA. I55 buona fortuna di Stefano l'essere stato da' suoi con esso allogato : ma non fu così , perchè

il lVI

ol

tut�o inten to a' su?i lavo­

ri uiun pensiero SI prese del fancmJJo , e m

;

JJa mai gl' insegnò ; �n de di ciò afflitta la madre e' fra lellì , procura rono di trov�trgli altro impiego , e q uesto fu nella bottega d'Orazio Vanui, il quale olt1·e aBa grau pra

­

tica che tanto egli , quanto i figliuoli Jaco­

ro e Niccolò ebbero in

.

og�1Ì C?Sa apparte­

nente a quell'arte , segmtall p01 fino al pre­

sen te da�li altri di lor casa , fu singolare in Jar giudizio d'ogni sorta dì gioje ed in )eaarle egregiamente. Non era appena Stefa­

ng (

che per la sua tenera età di circa tredici anni , e per l'avvenenza dd suo t rat­

tare eravi p8r vezzi chiamato col nome d"

Stefa nino ) di worato in quella ''irtuosa seno•

Ja otto giorni

,

che tale sua grande iodina­

�ione a ì di seguo fu a tutti fatta palese , con­

ciofossecosachè essendogli stato dato per prima occupazione i l disegnare queiJa sorte di boti che fannosi alla grossa , con dozzi­

nale d' intorno d i sot1 ilissima piastra d'ar•

gento , Stefano conducevagli con tanta gra

­

zia che a tu tti era d'ammir:JzÌone . ma non fumavansi q ui i primi saggi del suo bel seuio ' perchè aveva ancora tanta facilità

m copiare le bel lissime carte pure allora mcite fuori di Jacopo Ca llot , delle quali disegnava quante mai ne pote\'a a vere ch' era cosa da st upi re , ed io quel tempo medesi­

mo non si faceva in Fireuze pubblica fe:>ta

':r66

'V I T A

o

trattenimento, o

foss

e

di giostr

e (1) o di

Nel documento FILIPPO BALDINUCCI (pagine 175-182)