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Un’analisi per funzione

Nel documento PENSIONI E PENSIONATI 2 (pagine 26-33)

Oltre alla classificazione tipologica, utilizzata nel paragrafo precedente, le pensioni pos-sono essere classificate in base alla loro funzione. In questo paragrafo viene utilizzata la classificazione funzionale che recepisce anche i criteri ordinatori del Sistema europeo di statistiche integrate della protezione sociale (Sespros)4. Nell’ambito di tale Sistema le pre-stazioni sociali vengono distinte in base alla funzione di protezione sociale, che indica il rischio coperto e la finalità per cui vengono trasferite risorse e distribuiti benefici.

La classificazione funzionale delle pensioni è articolata in otto livelli, a ciascuno dei quali corrispondono più modalità che rappresentano le caratteristiche distintive delle pre-stazioni erogate, per un totale di 18 modalità, come illustrato nel seguente schema.

4 Eurostat. Esspros Manual. The European System of integrated Social Protection Statistics, Methods. Luxembourg: Eurostat, 2011. 51,3 59,9 51,1 38,7 40,8 50,1 58,0 59,4 6,3 3,9 6,3 8,9 9,4 6,8 4,7 3,9 20,6 34,2 20,4 20,4 19,9 20,2 20,5 20,8 3,5 1,0 3,5 3,8 3,5 4,0 3,7 2,9 18,4 1,0 18,7 28,2 26,4 18,9 13,2 13,1 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% TOTALE Estero Italia Isole Sud Centro Nord-est Nord-ovest

Vecchiaia Invalidità Superstiti Indennitarie Assistenziali

Figura 1.15 - Pensioni per tipologia di trattamento e ripartizione geografica - Anno 2013 (composizioni percentuali)

LIVELLI MODALITÀ

Funzione

1. Vecchiaia 2. Invalidità 3. Superstiti

Sottofunzione (solo per la funzione 2) 1. Inabilità2. Infortunio sul lavoro e malattia professionale Tipo di istituzione 1. Pubblica2. Privata

Macrosettore 1. Previdenza2. Assistenza Settore (solo per il macrosettore 1) 1. Base2. Complementare Sottosettore (solo per settore 1) 1. Trattamenti selettivi2. Trattamenti non selettivi Comparto (solo per il macrosettore 1) 1. Privato2. Pubblico

Condizione (solo per il macrosettore 1)

1. Lavoratore dipendente 2. Lavoratore autonomo 3. Libero professionista

Seguendo una struttura ad albero, ad un primo livello i trattamenti pensionistici sono distinti per funzione economica, in base al rischio prevalente che essi coprono: vecchiaia, invalidità e superstiti. Le pensioni della funzione vecchiaia sono quelle erogate a soggetti con 65 anni o più, o quelle definibili di vecchiaia (o anticipate) in base alla normativa italiana vigente, a prescindere dal vincolo anagrafico. In generale sono pensioni la cui erogazione mira ad alleviare i rischi connessi all’avanzare dell’età. Le pensioni della funzione invalidità sono quelle volte a garantire una fonte di sussistenza a persone al di sotto dell’età pensio-nabile la cui capacità di lavorare e guadagnare sia ridotta da una disabilità fisica o menta-le, superiore a un livello minimo previsto dalla legislazione. Tra le pensioni della funzione superstiti sono infine comprese tutte le pensioni indirette, erogate a beneficiari con meno di 65 anni, con lo scopo di coprire bisogni economici originatisi alla morte di un membro della famiglia.

La funzione invalidità è articolata a sua volta in due sottofunzioni che distinguono tra prestazioni per inabilità e quelle per infortuni sul lavoro e malattia professionale.

Ad un secondo livello i trattamenti pensionistici sono distinti in base al tipo di istituzio-ne, a seconda che essi siano erogati da enti pubblici o privati. L’attribuzione di un ente al settore delle istituzioni pubbliche piuttosto che a quello delle istituzioni private avviene in base alla forma istituzionale che esso assume, in coerenza con i criteri adottati anche nella classificazione tipologica.

Per ciascun tipo di istituzione le pensioni sono distinte in due macrosettori: previ-denza e assistenza. Nel primo rientrano le prestazioni erogate a fronte di una precedente contribuzione e nel secondo sono comprese le prestazioni erogate senza un precedente versamento contributivo e legate all’accertamento di determinati livelli di reddito o ad altri indicatori di bisogno e finanziate dalla fiscalità generale. Tra queste prestazioni rientrano le pensioni assistenziali e una parte delle prestazioni dell’Inps a carico della gestione degli interventi assistenziali e di sostegno alle gestioni previdenziali (Gias).

Le prestazioni comprese nel macrosettore previdenza sono ulteriormente distinte per settore tra prestazioni di base e prestazioni complementari; le prime vengono erogate sulla base di uno schema di assicurazione sociale che prevede l’obbligatorietà dell’iscrizione, le seconde hanno lo scopo di integrare l’importo delle precedenti.

Per le pensioni di natura previdenziale è prevista un’ulteriore articolazione, che separa le prestazioni a favore di ex addetti del comparto pubblico da quelle a favore di ex addetti del comparto privato, suddivisi a loro volta secondo la condizione professionale del be-neficiario tra lavoratori dipendenti, autonomi e liberi professionisti. Per le sole prestazioni previdenziali di base a livello di comparto è presente un’articolazione in due sottosettori, in modo da distinguere i trattamenti selettivi dai non selettivi a seconda che la prestazione pensionistica sia erogata in seguito ad accertamento selettivo delle risorse economiche del beneficiario o meno.

La classificazione funzionale, che come detto recepisce molti dei principi del Sespros, ha il merito di consentire una più agevole comparazione con le statistiche ufficiali relative agli altri stati membri dell’unione europea. Al contempo – proprio perché utilizzata per la produzione di statistiche ufficiali armonizzate e comparabili a livello comunitario – non tie-ne conto delle specificità del sistema pensionistico italiano, per la cui analisi approfondita è più idonea la classificazione tipologica.

Il modo in cui è costruita la classificazione funzionale determina un incremento del peso delle pensioni di vecchiaia (Figura 1.16). In valore assoluto ricadono in questa funzio-ne oltre 20 milioni di prestazioni – l’86,4 per cento del totale – per una spesa di 253

miliar-di miliar-di euro (il 92,8 per cento della spesa pensionistica complessiva) (Tavola 1.8). In questo caso, come detto, la classificazione non si basa sulla normativa pensionistica nazionale che individua e regola diverse tipologie pensionistiche, ma sul rischio che il sostegno economi-co della pensione è chiamato a mitigare. Per questo motivo rientrano nella funzione chiaia tutte le pensioni erogate a soggetti con 65 e più anni, oltre a quelle definibili di vec-chiaia (o anzianità/anticipate) in base alla normativa vigente, a prescindere dall’età dei titolari. In altri termini alle pensioni di vecchiaia individuate in base alla classificazione tipo-logica, nella classificazione funzionale si aggiungono tutte le altre pensioni – di invalidità previdenziale o civile, indennitarie, di guerra, sociali, comprese le indirette – se erogate a soggetti che abbiano raggiunto o superato i 65 anni.

Le pensioni comprese nella funzione invalidità, sono quelle di invalidità previdenziale, di invalidità civile, le indennitarie e le guerra erogate a soggetti under 65 anni. Sono 2,3 milioni e rappresentano il 9,9 per cento del totale, cui corrisponde un peso del 4,9 per cento sulla spesa pensionistica. Residuale la quota delle pensioni della funzione superstiti, in cui ricadono tutte le pensioni indirette erogate a titolari con meno di 65 anni: sono il 3,6 per cento (circa 845 mila pensioni) e pesano per il 2,3 per cento delle spesa complessiva.

Gli importi medi delle pensioni, classificati per funzione, risultano più bassi di quelli calcolati in base alla classificazione tipologica, anche in questo caso per la riclassificazione che il passaggio dall’una all’altra classificazione comporta.

L’importo medio delle pensioni delle funzione vecchiaia è più basso di quelle dell’omo-nima tipologia perché vi sono compresi, con il filtro sull’età descritto appena sopra, anche pensioni di importi solitamente più bassi (in particolare le sociali e le invalidità civile e le guerra) che quindi abbassano il valore medio calcolato per tutti i trattamenti delle funzione.

Anche l’importo medio delle pensioni nella funzione superstiti è tendenzialmente più basso soprattutto perché questa funzione si svuota delle pensioni a titolari di più di 65 anni (che rientrano nella funzione vecchiaia) che sono solitamente di importo più elevato rispet-to a quelle erogate a tirispet-tolari più giovani.

86,4 9,9 3,6 92,8 4,9 2,3 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

Vecchiaia Invalidità Superstiti

Pensioni Spesa pensionistica

La soglia anagrafica, che è il requisito fondamentale per l’individuazione delle pensioni della funzione vecchiaia (cui si aggiungono quelle classificabili come tali in base alla nor-mativa italiana, a prescindere dall’età dei titolari), genera un incremento della quota delle donne beneficiarie di queste pensioni (Figura 1.17), che diventa maggioritaria grazie alla loro più elevata speranza di vita (va loro il 57,2 per cento del totale delle pensioni). Tre pensioni su quattro della funzione superstiti sono di titolarità femminile, mentre la quota maschile (59 per cento) è maggioritaria per la funzione invalidità.

La distribuzione per classe di importo mensile (Tavola 1.9) evidenzia la forte preva-lenza, tra le pensioni delle funzione invalidità, di quelle con importo inferiore ai mille euro mensili (sono il 91,4 per cento del totale). Sotto la stessa soglia si situa l’83,6 per cento delle pensioni delle funzione superstiti e il 62,4 per cento di quelle della funzione vecchiaia. Le pensioni di questa funzione sono quelle per le quali si registra la maggiore incidenza (3,3 per cento) nella classe di importo mensile sopra i 3.000 euro, quella più elevata.

FUNZIONI Pensioni Importo complessivo (milioni di euro) Importo medio (euro)

Vecchiaia 20.152.529 253.038 12.556

Invalidità 2.318.505 13.373 5.768

Superstiti 844.970 6.335 7.497

Totale 23.316.004 272.747 11.697

Tavola 1.8 - Pensioni, importo complessivo e medio, per funzione - Anno 2013

42,8 59,0 24,8 57,2 41,0 75,2 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

Vecchiaia Invalidità Superstiti

Femmine Maschi

La distribuzione territoriale delle pensioni classificate per funzione (Figura 1.18) con-ferma sostanzialmente quanto già rilevato rispetto alla distribuzione territoriale delle tipolo-gie pensionistiche. L’incidenza delle pensioni della funzione vecchiaia è più elevata nelle regioni del Nord-ovest (89,6 per cento) e Nord-est (89,2 per cento). Le pensioni della fun-zione invalidità pesano per il 14,9 per cento nelle Isole e per il 14,8 per cento nel Sud, inci-denze doppie rispetto a quelle registrate nel Nord-est (7,4 per cento) e Nord-ovest (7,1 per cento).

La distribuzione per classe di età (Figura 1.19) è ovviamente influenzata in maniera decisiva dalle regole in base alle quali sono costruite le tre funzioni. Così pensioni erogate a titolari con 65 e più anni sono presenti solo per la funzione vecchiaia, nella quale pesano per il 90,3 per cento. Tutte le pensioni della funzione invalidità e di quella superstiti sono invece erogate a soggetti con meno di 64 anni. Per le pensioni di invalidità si rileva la mag-giore incidenza di pensioni a titolari con meno di 40 anni (31,3 per cento), mentre per le superstiti è maggiore l’incidenza delle pensioni erogate a soggetti con età compresa tra i 55 ed i 64 anni.

CLASSE DI IMPORTO MENSILE Vecchiaia Invalidità Superstiti Totale

Fino a 999,99 62,4 91,4 83,6 66,1 1.000,00-1.499,99 14,9 4,0 11,4 13,7 1.500,00-1.999,99 10,8 2,4 3,3 9,7 2.000,00-2.999,99 8,5 1,6 1,2 7,6 3.000,00 e più 3,3 0,5 0,5 3,0 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0

Tavola 1.9 - Pensioni per funzione e classe di importo mensile - Anno 2013 (valori percentuali)

89,6 89,2 87,2 81,0 80,8 95,2 86,4 7,1 7,4 9,5 14,8 14,9 1,5 9,9 3,3 3,4 3,3 4,2 4,3 3,3 3,6 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% Nord-ovest Nord-est Centro Sud Isole Estero Totale

Vecchiaia Invalidità Superstiti

31,3 20,0 32,4 26,3 9,6 36,4 53,7 18,5 18,6 18,0 35,2 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

Vecchiaia Invalidità Superstiti

80 + 75-79 70-74 65-69 55-64 40-54 0-39

Nel documento PENSIONI E PENSIONATI 2 (pagine 26-33)