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Un indicatore di distribuzione territoriale dei serviz

Costruzione e analisi di alcuni indicatori sintetici di percezione e valutazione

VI.1 Definizione degli indicatori 1 L’immagine di Firenze

VI.1.6 Un indicatore di distribuzione territoriale dei serviz

Il tempo impiegato per raggiungere a piedi una serie di “luoghi” importanti per la vita individuale (domanda 8 del questionario27) è stato analizzato attraverso tre

diversi approcci statistici i cui concordi risultati hanno consentito di tracciare una mappa percettiva relativa alla distribuzione territoriale di tali luoghi.

Nella figura VI.6 è possibile confrontare i risultati ottenuti attraverso i tre approcci (rispettivamente analisi delle componenti principali 28 , cluster analysis 29 e

multidimensional scaling30). Tali rappresentazioni mostrano il chiaro raggruppamento

in tre diverse tipologie dei luoghi31.

Tali analisi hanno consentito di definire tre livelli di distribuzione territoriale dei “luoghi”:

1. distribuzione capillare (SERV_1M): le percorrenze molto basse sono risultati indicatori di una diffusa distribuzione sul territorio (farmacia, negozi, ufficio postale, scuola primaria, fermate Ataf),

2. distribuzione zonale (SERV_2M): le percorrenze mediamente più alte hanno consentito di individuare “luoghi” con una diffusione territoriale meno capillare (sede del quartiere e dei servizi anagrafici di quartiere, grande distribuzione, mercato rionale, presidio di forze dell’ordine),

3. distribuzione variabile (SERV_3M): le percorrenze hanno consentito di individuare luoghi la cui frequentazione è legata a fattori diversi dalla distribuzione

dalla propria abitazione ad une serie di destinazioni richieste (medico, sede del quartiere, servizi anagrafici, supermercato, mercato rionale, posta, fermata Ataf, scuola materna o elementare ecc…) ha consentito di osservare come in media è possibile raggiungere la fermata Ataf in 3,8 minuti (la destinazione mediamente più vicina) e il medico di base in 20 minuti (la destinazione più lontana).

28 Per l’analisi delle componenti principali, per la quale è stata adottata una rotazione con metodo

varimax e che ha prodotto una configurazione a tre componenti che spiega il 55% della varianza totale, la figura mostra la posizione degli item nello spazio definito dalle tre dimensioni individuate.

29 L’analisi dei cluster è stata eseguita adottando l’approccio gerarchico con legame completo e una

misura di distanza tra item definita in termini euclidei. Il procedimento iterativo ha consentito di aggregare gli item considerati per fasi successive, individuando di volta in volta quelli che risultano più vicini e quindi più legati tra loro. La rappresentazione grafica prodotta (dendrogramma o cluster tree) consente di visualizzare il procedimento iterativo di aggregazione; in esso gli item sono rappresentati come nodi mentre la lunghezza del ramo indica la distanza tra i sottogruppi che vengono uniti. Ciò consente di interpretare facilmente i risultati e di individuare l’iterazione che ha ottenuto la partizione ottimale tenendo conto sia della scala di distanze tra i gruppi ottenuti che degli obiettivi dell’analisi. Il dendrogramma qui rappresentato differenzia chiaramente i tre gruppi di item (‘piccole’ distanze nei primi rami e grandi distanze negli ‘ultimi’ rami).

30 L’obiettivo del multidimensional scaling è quello di trasformare giudizi individuali, espressi in termini

di percezione, in ‘distanze’ (statistiche) che possono essere rappresentate in uno spazio geometrico multidimensionale. Al termine del procedimento è possibile ottenere una forma di rappresentazione semplificata che consente di mettere in evidenza un modello sottostante ai dati osservati. In questo caso, la configurazione prodotta dall’analisi di scaling multidimensionale, che ha prodotto un livello di stress significativamente basso (0.07) e una proporzione di varianza spiegata significativamente alta (0.99), mostra la posizione assunta dagli item considerati nello spazio.

31 Per poter meglio apprezzare tali rappresentazioni vengono riportate di seguito per ogni codice

numerico l’indicazione del luogo: proprio medico di base (V54), farmacia più vicina (V55), sede del quartiere (V56), servizi anagrafici del quartiere (V57), grande distribuzione (V58), negozio alimentare (V59), mercato rionale (V60), fermata ATAF (V61), più vicino presidio di forza dell’ordine (V62), propria banca (V63), ufficio postale (V64), scuola materna e/o elementare (V65).

geografica, quali la preferenza o la convenienza (medico di base, banca personale).

I punteggi individuali per ciascuno dei tre livelli sono stati calcolati in termini di media.

Fig. VI.6 Rappresentazione spaziale della relazione esistente tra i tempi impiegati per raggiungere i ‘luoghi’ importanti secondo tra diversi approcci di analisi.

L’osservazione delle distribuzioni osservate per ciascuno dei tre punteggi (figura VI.7) deve tenere presente che, al contrario del livello minimo, il valore massimo è inevitabilmente molto diverso tra i tre punteggi.

La distribuzione di ciascuno di tali punteggi è risultata significativamente diversa tra gruppi definiti per età ma solo per le prime due tipologie (i punteggi aumentano all’aumentare dell’età) ma non per la terza.

Tale distribuzione è inoltre risultata significativamente diversa anche tra gruppi definiti per macro-zone di residenza; in particolare sono stati osservati punteggi più elevati per la distribuzione capillare tra coloro i quali risiedono nelle zone della seconda cintura e nelle zone più periferiche, per la distribuzione diffusa tra coloro i quali risiedono nelle zone periferiche mentre per la distribuzione variabile i punteggi più alti si osservano tra coloro i quali risiedono nelle zone periferiche e della prima cintura.

Tali risultati consentono di rilevare come il disagio nel raggiungimento dei “luoghi” sia connesso non solo con il fattore età ma anche con la zona di residenza; la

distribuzione di tali “luoghi” non è, così come appare dalle percezioni degli intervistati, omogenea sul territorio.

Un discorso diverso merita il risultato connesso con il terzo indicatore: si può ipotizzare che le percezioni delle distanze dai “luoghi” che lo definiscono (principalmente medico e banca) siano legate alla loro distribuzione territoriale ma alle scelte individuali; in altre parole, la scelta sembra fatta secondo un criterio che non è legato tanto alla “convenienza/opportunità” quanto alla “fiducia”: ciascun soggetto sembra disposto anche a lunghe percorrenze per recarsi dal “proprio” medico e presso la “propria” banca.

Fig. VI.7 Indicatori della distribuzione territoriale dei ‘luoghi’ significativi: distribuzione dei punteggi per l’interno campione.

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