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2.1 Tra agricoltura tradizionale e agricoltura convenzionale

3.3 Il consorzio Niba

3.3.1 Un inserimento socio-lavorativo, un punto di vista

Moussa, di cui ho parlato sopra specificando che per un periodo è stato coinvolto in un progetto di housing sociale (realizzato dalla cooperativa Nuovi Orizzonti presente in Nibai), un giorno mi presenta un suo coinquilino, Biagio. Ha una quarantina d'anni e si mostra subito molto aperto e socievole. Gli spiego che tipo di tesi devo scrivere e che sono interessata ai progetti sociali della Nibai. In seguito, su suggerimento di Franco, responsabile della cooperativa agricola, accompagnerò Biagio e un'altra persona (con progetto di inserimento socio-educativo) in una giornata di lavoro.

Parto quindi con Biagio e Marcello (40 anni circa entrambi) per raggiungere un terreno a un'ora da Cernusco. Là ci raggiunge Nicolò, 30 anni, che insieme a Franco si occupa della parte agricola e degli allevamenti. Con dispiacere, quando arriviamo apprendo che ad occuparci in questa giornata non vi saranno lavori agricoli. Va sgomberato un garage da alcuni mobili che vanno portati in discarica. Passo la giornata dando una mano, passeggio e osservo il posto, parlo con le persone. Nicolò mi spiega che è contento di lavorare in Nibai e che vi è presente da qualche anno. Conosce bene i ragazzi che lavorano all'azienda Corbari, con questa condividono l'uso di alcuni macchinari agricoli. Mi parla poi del consorzio e

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capisco che ognuno (lavoratori dipendenti e inseriti in borsa lavoro) ha un suo ambito di lavoro specifico nelle diverse cooperative.

Nella pausa pranzo riesco a parlare meglio con Biagio che, senza che io faccia domande troppo insistenti, mi racconta di sé e delle problematiche che lo hanno portato lì. Nato e cresciuto in zona San Siro a Milano, in una casa popolare, si trova immischiato in giri di spaccio e consumo di droga. Con l'esperienza del carcere pensa di aver «toccato il fondo» e accetta la proposta dei servizi sociali di andare presso una comunità in Toscana. Ci rimane più di dieci anni e riesce a uscire dai suoi problemi. Otto anni fa ha un bambino da una donna che abbandona il figlio dopo il parto. Dovendosi occupare da solo del bambino, Biagio accetta la proposta di aiuto della madre e torna a Milano. Qui, trovandosi nello stesso ambiente di sempre, ricade «nel giro». I servizi sociali riescono ad affidare il bambino alla madre in Toscana e Biagio si trasferisce a Settala presso la casa che gestisce la cooperativa Nuovi Orizzonti del consorzio Nibai.

Credo che dopo una giornata di lavoro insieme, Biagio e Marcello siano più aperti nei miei confronti, tanto che sulla strada del ritorno, si «sfogano» sul loro inserimento socio-lavorativo83. Le critiche che sento, sia verso la cooperativa di housing sociale sia verso quella agricola, sono tante. Entrambi hanno la sensazione che la cooperativa agricola non riconosca il loro lavoro e che il responsabile li sottoponga a critiche, facendoli sembrare due persone senza voglia di lavorare. Sono infastiditi dal fatto di essere paragonati ad altre persone, sempre in Nibai in inserimento lavorativo, che spesso non si presentano al lavoro. Frequentemente lavorano da soli, mettendo in pratica alcune conoscenze che hanno: Marcello in quanto meccanico, Biagio facendo un orto. Chiedo loro se non abbiano parlato di queste questioni a qualcuno con cui sentissero di avere fiducia. Mi rispondono che vi sarebbe la cooperativa Nuovi Orizzonti ma non si sentono sostenuti e che i servizi sociali non hanno la capacità di intervenire in questioni di questo tipo.

Come accennavo sopra, la cooperativa gestisce una casa a Settala (a quindici chilometri da Cernusco) e l'appartamento presso la cascina Nibai. A

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In tale occasione cerco di mantenere la centratura semplicemente ascoltando. Come dice La Mendola: «la mossa migliore per sostenere l'altro, per rimanere aperti senza perdere la propria centratura, è il silenzio». La Mendola S., Centrato e aperto. Dare vita a interviste dialogiche., Torino, UTET Università, 2009, p. 156.

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Settala ci vive Moussa, Biagio e un giovane minore con svantaggio sociale, per la cui tutela è stato concordato che Biagio non si allontani di notte dall'appartamento. Pur essendo amici, mi dicono Moussa e Biagio, pensano fermamente che questo gruppo di tre persone sia inadatto a vivere insieme. Dicono di avere età troppo diverse e Moussa pone molta enfasi sul problema della cucina poiché, essendo musulmano, deve assolutamente evitare maiale e funghi84 ed è perciò costretto a mangiare da solo. Anche Marcello avanza delle critiche alla sua convivenza nell'appartamento in Nibai, riconoscendo che non sarebbe facile per nessuno iniziare a convivere insieme a degli sconosciuti, sopratutto se non si è più giovani. Ha chiesto alla cooperativa di indire una riunione tra coinquilini perché ritiene che non vi sia una buona gestione dei soldi per la spesa comune e nei turni di pulizia.

Nei mesi primaverili ed estivi, Biagio è stato assunto a tempo part-time per continuare a lavorare nell'orto e fare servizio ai tavoli nel ristorante, ove vengono usati i prodotti dell'orto o di Corbari.

Ho scelto di riportare l'esperienza di Biagio, attraverso il suo personale punto di vista, così come mi è stata da lui raccontata. Non pretendo di valutare la buona o cattiva riuscita del suo percorso e anche se volessi farlo, non dispongo di testimonianze a sufficienza per poterlo fare (quello degli operatori sociali che lo seguono, dei colleghi dipendenti e dei colleghi in borsa lavoro, dei suoi familiari, ecc.). Nonostante questo, ho creduto opportuno parlare di Biagio poiché le problematiche personali riportate dalla sua posizione sembrano rispecchiare la situazione generale in cui si trova la cascina Nibai. Biagio, come vedremo successivamente, non è il solo a non sentirsi ascoltato ed è probabilmente qui che sta la causa dei difetti del progetto Nibai, nella mancanza di ascolto e nell'incapacità di mettersi in discussione come organizzazione. Come dicevo sopra riguardo all'ambiguo vantaggio che può derivare da una borsa lavoro, sembra che il presente esempio ci possa mostrare il rischio che un inserimento lavorativo possa sfociare in sfruttamento o possa essere percepito in tal modo dalla persona. Dal suo racconto, Biagio sembra però voler dire che, nonostante vi

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Non vietati nella dieta islamica ma considerati pericolosi in Nigeria, tanto da essere evitati come se si trattasse di un precetto religioso.

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siano state difficoltà durante il percorso, con la sua volontà e il suo impegno ha raggiunto buoni obiettivi.