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Un miglior contesto delle imprese: stimolare l’imprenditorialità

Concorrenza e imprenditorialità effettive sono essenziali per cogliere l’ambizioso obiettivo di competitività fissato dal Consiglio europeo di Lisbona. È un chiaro messaggio del Consiglio europeo di Stoccolma. I passi avanti in direzione degli obiettivi di Lisbona nel campo dell’imprenditorialità e dell’innovazione vengono esaminati in una recente comunicazione (COM(2001) 641 def.)17, che li ritiene molto più lenti di quanto si fosse sperato nel marzo 2000 e che teme che le considerazioni a breve termine degli Stati membri, dovute al rallentamento dell’economia, indeboliscano l’impegno verso riforme sostanziali.

La parte che segue presenta alcuni risultati relativi agli sviluppi politici e di mercato che influenzano il contesto delle imprese nel mercato interno. Essa si occupa soprattutto delle politiche pubbliche che intervengono sul contesto competitivo delle imprese, come aiuti di Stato, fiscalità, quadri normativi e conclude riassumendo gli sviluppi recenti nelle modalità di finanziamento delle aziende e nell’innovazione.

16 Un gruppo di operatori del mercato finanziario che, sotto la presidenza di Alberto Giovannini, consiglia la Commissione europea su questioni inerenti al mercato finanziario, ha preparato una relazione sugli accordi transfrontalieri europei di compensazione e liquidazione. Essa esamina le relative norme per le azioni ordinarie, i titoli a reddito fisso e i derivati.

17 L’analisi di questa comunicazione si è basata su una serie di documenti presentati dalla Commissione comprendenti la relazione del 2001 sulla competitività (SEC(2001) 1705), il Quadro di valutazione per l’innovazione per il 2001 (SEC(2001) 1414), l’imminente Quadro di valutazione per le imprese e la relazione per il 2001 sulla procedura BEST (SEC(2001 1704).

4.1. Aiuti di Stato: andamento positivo

Nelle conclusioni del Consiglio mercato interno del 12 marzo 2001 la Commissione è invitata a sviluppare e applicare nuovi strumenti analitici per controllare gli aiuti di Stato. In aprile, è stato perciò reso pubblico su Internet il registro degli aiuti di Stato. In luglio, poi, essa ha pubblicato il primo Quadro di valutazione degli aiuti di Stato, una rassegna dettagliata dell’andamento dei diversi tipi di aiuti di Stato.

Le ultime cifre disponibili confermano tendenze degli aiuti di Stato osservate negli ultimi 4 anni. L’aiuto alle industrie manufatturiere è sceso nel periodo 1995-1997 dal 2,6% del valore aggiunto, all’1,9% nel 1997-1999. Nello stesso periodo, l’aiuto totale è sceso dall’1,43% del PIL totale all’1,187%.

Una spesa inferiore per gli aiuti di Stato, ma non necessariamente minori distorsioni...

Il Consiglio europeo di Lisbona chiede non solo di tagliare gli aiuti di Stato, ma di cambiarne la composizione e, in particolare, di aumentare il peso relativo degli aiuti orizzontali e regionali a spese di quelli settoriali perché i primi falsano la concorrenza meno dei secondi (v.

riquadro 8). Nel 1999, quando il Consiglio formulava tali raccomandazioni, quasi tutti gli Stati membri già facevano l’una o l’altra cosa, ma solo pochi facevano entrambe. Come mostra il grafico 19, si trattava di Francia, Austria, Belgio e, soprattutto, Portogallo e Spagna.

Di fatto, tutti gli Stati membri con una spesa per aiuti superiore alla media UE, compresi i 4 citati, l’hanno ridotta. In quel momento è stato perciò raggiunto l’obiettivo di ridurre gli aiuti di Stato fissato dopo Lisbona dagli Indirizzi di massima per le politiche economiche. Ma, non essendo cambiata la loro composizione per ridurne le distorsioni, è cresciuta l’importanza degli aiuti specifici settoriali (grafico 19 e tab.10). Si noti che in proposito questa evoluzione era inevitabile - Danimarca e, in misura minore, Austria hanno già avuto livelli di aiuti di Stato inferiori alla media UE, con strutture molto meno deformanti di quanto accadesse in genere nell’UE.

... perché taluni aiuti specifici settoriali sono resistenti ai tagli di spesa ...

La persistenza dell’aiuto settoriale è dovuta a talune sue particolarità. A qualche tradizionale settore che riceve aiuti di Stato sono stati ridotti, ad altri - come carbone e trasporti - sono stati mantenuti o lievemente aumentati, per cui l’aiuto settoriale è sempre più concentrato. Esclusi tali settori, la sua riduzione nell’economia comunitaria è nel suo insieme molto più spedita.

Va aumentato lo sforzo per ridurre l’aiuto nel settore carboniero e, se possibile, nei trasporti.

Tra il 1995 e il 1999, la maggior parte dei tagli alla spesa per aiuti di Stato è avvenuta a spese degli aiuti regionali (grafico 20).

Le notizie migliori sono la riduzione dell'aiuto ad hoc...

L’aiuto ad hoc, uno dei più deformanti tipi di aiuto di Stato, è stata drasticamente ridotta.

L’aiuto ad hoc totale nel 1999 era il 10% di quello del 1994. Nel 1999, gli aiuti di Stato alla produzione erano diminuiti del 93% rispetto al 1993. Il declino dell’aiuto ai nuovi Länder ha fortemente contribuito a tale riduzione, così come i tagli significativi degli ultimi 5 anni all’aiuto alla ristrutturazione. Ma, quando l’economia va bene, tagliare aiuti di Stato alla ristrutturazione è relativamente facile; l’impegno a ridurre l’aiuto va messo alla prova non appena l’economia rallenta.

4.2. La fiscalità può distorcere decisioni economiche e sulla concorrenza ...

Le imprese comunitarie operano attualmente in un’unica zona economica in cui vigono 15 diversi sistemi di fiscalità delle imprese. Ciò genera costi specifici di ottemperanza alle leggi, non contribuisce alla trasparenza e causa inefficienze economiche. Inoltre, le aziende dell’UE definiscono come loro “mercato domestico” non tanto uno Stato membro quanto l’intera UE.

I mutamenti strutturali che si impongono, possono condurre a una riorganizzazione dell’intera UE, che può essere forzata dalla necessità di ottemperare a 15 diversi sistemi fiscali.

Un approfondito studio della Commissione [SEC(2001)1681] sulla fiscalità delle imprese nel mercato interno ha analizzato distorsioni e inefficienze della gestione aziendale provocate dal funzionamento parallelo di 15 sistemi fiscali nazionali. Lo studio ha individuato ampie differenze nei tassi effettivi delle imposte aziendali (tab. 11), che influenzano le decisioni economiche, obbligando a scegliere tra gli investimenti nazionali e quelli orientati verso l’interno e verso l’esterno, e influenzando la loro composizione in termini di elementi patrimoniali e di fonti di finanziamento. Lo studio ha anche individuato numerosi campi in cui i sistemi di fiscalità delle imprese possono intralciare l’attività economica transfrontaliera nel mercato interno ed erodere la competitività internazionale delle imprese comunitarie.

Per affrontare gli attuali ostacoli fiscali al mercato interno, la Commissione ha proposto una strategia in due tempi [COM(2001)582] comprendente rimedi ad hoc e soluzioni a lungo termine più articolate consistenti nell’offrire alle imprese una base fiscale comune e consolidata per le attività a livello europeo.

4.3. Semplificare gli oneri amministrativi

Un recente studio dell’OCSE mostra che l’avvio di un’attività avviene in condizioni peggiori per le imprese più piccole a causa degli oneri amministrativi. Il Consiglio del mercato interno ha sottolineato che gli “oneri amministrativi e normativi che gravano sulle imprese, soprattutto PMI, vanno ulteriormente ridotti sia a livello comunitario che nazionale”. La capacità di occupazione di tali imprese sembra essere molto influenzata dalle condizioni in cui avviano l’attività. La capacità europea di migliorare la qualità delle norme e della legislazione è perciò un aspetto essenziale per raggiungere gli obiettivi di Lisbona.

A livello comunitario, sono state prese varie iniziative politiche: in aprile, è stata lanciata la quinta fase di SLIM (SEC(2001) 575), che cerca soluzioni più globali. Il Libro bianco sulla governance (COM(2001) 428) ha riconosciuto la necessità di ridurre le norme comunitarie. Al Consiglio europeo di Laeken verrà presentato un piano d’azione per migliorarle. Esso sottolinea che il miglioramento del contesto normativo deve diventare una priorità politica dell’UE. Il fine ultimo è rendere le società europee più competitive; ma quello immediato e urgente è rendere comprensibili gli interventi comunitari ai cittadini europei. Solo proposte comprensibili possono essere ampiamente accettate dai cittadini europei. Ciò è essenziale perché l’UE abbia la capacità d’azione necessaria ad affrontare le sfide che ha davanti a sé, a cominciare dall’ampliamento. A tal fine , il piano d’azione individua circa 30 azioni concrete, da realizzare già nel 2002, e rivolte alla Commissione stessa, al Parlamento europeo, al Consiglio e agli Stati membri. Il piano d’azione ha tre obiettivi specifici: semplificare e consolidare l’acquis communautaire, riformulandolo e rimaneggiandolo; migliorare l’iter legislativo delle leggi volute dal trattato, preparando e valutando meglio le proposte di legge, semplificando e accelerando le procedure d’approvazione, migliorando recepimento e applicazione da parte degli Stati membri e attuazione e controlli da parte della Commissione;

sviluppare una nuova cultura politica e amministrativa, creando una rete decentralizzata, interna alla Commissione che segua l’applicazione del programma operativo, controlli la

qualità della legislazione e promuova le pratiche più efficaci con le necessarie risorse umane e finanziarie. Per essere efficiente, la rete andrà ampliata al Consiglio e al Parlamento europeo e cooperare con corrispondenti strutture negli Stati membri18.

È, però, innanzitutto a livello nazionale che le società percepiscono le novità normative e i nuovi dati suggeriscono che in molti Stati membri ci siano spazi per miglioramenti. Recenti studi delle autorità austriache e della Commissione rilevano differenze significative tra Stati membri nei tempi e nei costi necessari all’avvio di una società. Le questioni metodologiche possono offuscare i risultati per singoli Stati membri, ma l’incontestabile conclusione è che avviare un’attività nell’UE è molto più difficile che negli USA. Lo studio austriaco stima che, per una società identica, l’avvio costi negli USA appena 171 euro contro i 1.625 in media necessari nell’UE (riquadro 10).

D’altra parte, i tentativi degli Stati membri di ridurre gli oneri delle imprese e promuovere l’imprenditorialità sembrano avere un impatto reale - ora è necessario meno tempo e denaro per avviare una nuova azienda. La relazione 2001 sulla procedura BEST (SEC(2001) 1704) illustra le più riuscite esperienze in questo campo. Con la presentazione dei risultati nel marzo 2002, l’attività di valutazione della Commissione sulle procedure di avviamento fornirà chiare indicazioni sui progressi che sarà lecito attendersi in questo campo, mentre progetti analoghi, nel quadro di BEST, affrontano altri aspetti dell’intero ciclo della vita aziendale (nascita, sviluppo, cessazione).

4.4. Il contesto finanziario, migliorato negli ultimi anni, va salvaguardato da un clima economico in via di deterioramento ...

Nel 2000 il mercato dei capitali di rischio è rapidamente cresciuto. I dati mostrano che i fondi raccolti in Europa come capitali di ventura hanno rapidamente superato gli investimenti (grafico 21). Sempre più investimenti privati in valori mobiliari finiscono in fondazioni e avvii, cioè imprese giovani. Questi due tipi di investimenti hanno assorbito nel 2000 il 19%

degli investimenti privati in valori mobiliari contro il 6,5% del 1996 (v. tab. 12). La crescita degli investimenti totali in fondazioni e avvii è in ripresa e ha raggiunto il 115% con 6,4 miliardi di euro nel 2000. Dal lato finanziamento, nel 2000, quasi 9 miliardi di euro in capitali di rischio saranno diretti da manager finanziatori verso investimenti per avvii.

La crescita si registra in tutti gli Stati membri, pur con notevoli differenze dovute alla persistente frammentazione del mercato paneuropeo. Nonostante sia cresciuto, il mercato europeo è ancora piccolo rispetto a quello degli USA. Gli investimenti per avvii degli USA superano il totale degli investimenti europei in capitali di rischio e sono 4 volte superiori agli investimenti europei.

Le cifre complessive per il 2000 celano il rallentamento avvenuto nell’ultima parte dell’anno, il che può influenzare in misura sproporzionata gli investimenti in fondazioni e avvii. Il nuovo clima di incertezza, se persiste, può portare a fusioni nell’industria. In ogni caso, le attuali difficoltà e l’ampio divario con gli USA devono fungere da stimolo per accelerare il completamento del Piano d’azione sui capitali di rischio (PACR)

L’analisi settoriale degli investimenti rivela che la quota degli investimenti totali destinata all’alta tecnologia è aumentata di oltre il 50% nel periodo 1996-2000. L’importo investito nell’alta tecnologia è aumentato del 70% circa dal 1999 al 2000. Ma la quota degli

18 Occorre migliorare anche il contesto normativo dei mercati del lavoro come sottolineato dalla relazione congiunta del 2001 sull’occupazione, soprattutto per ciò che riguarda la lotta al lavoro nero.

investimenti destinata alle biotecnologie è cambiata appena, e ha raggiunto il 2,9% nel 2000, crescendo in linea con l’investimento totale.

I fondi sono mobilizzati, grazie anche al piano d’azione sui capitali di rischio, ma ora è necessario riflettere sulle fasi successive ...

Sviluppare intermediari finanziari capaci di far fronte alle sfide della new economy è decisivo per ottenere prestazioni efficienti dai mercati dei capitali di rischio. I business angels possono essere fattori essenziali nel finanziamento degli avvii. Finanziando progetti in genere troppo piccoli per gli organismi di capitali di rischio, i business angels possono fornire quel nesso determinante tra capitale liquido e imprenditori e spesso forniscono non solo denaro ma anche prezioso know-how aziendale. Ma nella maggior parte degli Stati membri dell’UE le reti di business angels sono ancora poco sviluppate rispetto agli USA. I contributi finanziari pubblici agli avvii e gli investimenti iniziali come quelli forniti dalla BEI sono dunque i secondi catalizzatori più importanti perché forniscono investimenti iniziali attraverso fondi di capitali di rischio. L’aiuto pubblico va concentrato là dove si manifestano inadeguatezze del mercato: soprattutto per limitarne le conseguenze sulle piccole imprese. Tali provvedimenti avranno un impatto efficace e meno falsante sulla concorrenza se gli investimenti a rischio sono suddivisi tra investitori privati e autorità pubbliche.

La recente relazione della Commissione sul PACR sottolinea l’importanza dell’innovazione e dell’imprenditorialità. Il grande contributo del piano allo sviluppo dei capitali di rischio e all’imprenditorialità in generale è la mobilizzazione dei fondi per i capitali di rischio e lo stimolo a chiedere tali fondi. Mercati più dinamici e innovativi sono il necessario complemento allo sviluppo di mercati dei capitali di rischio.

4.5. L’innovazione: essenziale per la competitività e fondamentale obiettivo della riforma economica

L’innovazione, un pilastro della strategia di Lisbona, interessa sempre più la politica comunitaria. Il recente Quadro di valutazione dell’innovazione (SEC(2001) 1414) fornisce prove interessanti sui progressi e sulle debolezze nel sistema d’innovazione europeo.

Il mercato interno ha soprattutto due effetti sull’innovazione. In primo luogo, facilitando l’importazione di beni d’investimento che incorporano mutamenti tecnologici, esso stimola l’innovazione in Europa, in particolare negli Stati membri meno avanzati tecnologicamente.

Secondo una recente indagine dell’Innobarometro (Eurobarometro 100, che raccoglie i punti di vista di un campione di manager europei sulle priorità e le loro esperienze nel campo dell’innovazione) l’acquisto di strumenti ad alta tecnologia è la principale fonte d’innovazione tecnologica per grande parte (61%) delle aziende europee (la seconda fonte principale di mutamento tecnologico è la cooperazione con i fornitori e/o i clienti; poiché il mercato interno amplia necessariamente la rete dei contatti con clienti e fornitori, esso deve contribuire all’innovazione anche attraverso questo canale) (grafico 22).

In secondo luogo, il mercato interno contribuisce all’innovazione e alla creatività fornendo l’idoneo contesto normativo - come un efficiente mercato interno per la tecnologia e i diritti di proprietà intellettuale e industriale. Gli Stati membri con le migliori prestazioni tecnologiche, acquisiscono tecnologia direttamente o attraverso una R&S interna o esterna. Il grafico 23 mostra l’importanza relativa del mercato tecnologico (contratti di R&S e licenze d’acquisto per ogni Stato membro dell’UE).

Ai fini dell’innovazione è importante proteggere i diritti di proprietà intellettuale e industriale (DPI). In un mondo competitivo, dove la tecnologia determina il successo di mercato, la legislazione per tutelare i DPI va ad esso adeguata. La tab. 13 mostra che il “vantaggio temporale” - cioè, il non brevettare e il tener segreta un’innovazione al fine di beneficiare del vantaggio temporale di essere il primo innovatore - è la strategia di tutela della conoscenza tecnologica preferita dalle imprese europee. La percentuale relativamente bassa di imprese che ricorrono alla tutela del brevetto sta a indicare l’attuale inadeguatezza e i limiti dei brevetti in Europa. Appena possibile sarà approvata la proposta di direttiva sul brevetto comunitario che renderà agevole e più economico l’uso dei DPI e incentiverà al tempo stesso l’innovazione, e la sua diffusione invece di tenerla segreta, ridurrà i costi di brevettazione e diffonderà il progresso tecnologico in Europa specialmente per le PMI. Effetti positivi sull’innovazione e sul contesto delle imprese avrà anche la recente direttiva sul diritto d’autore e i diritti connessi nella Società dell’informazione (direttiva 2001/29), che aggiorna il quadro giuridico del diritto d’autore e dei diritti connessi di fronte ai progressi tecnologici che coinvolgono prodotti e servizi (on-line e su altri supporti).

Nuovi sistemi per aggirare i DPI e l’abbreviamento del ciclo di vita dei prodotti richiedono procedure di registrazione più rapide ed efficienti. A tutela dei DPI dell’UE, la Commissione vuole mettere a disposizione il contesto migliore e più adatto.

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