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Insieme, i tre pianeti personali collegano affetti e pensieri a comporta-menti specifici. Tutto questo avviene nel mondo esterno del bambino allorché inizia ad affermare la sua volontà, ma avviene al tempo stesso nel suo mondo interno: Infatti, questa fase è resa fattibile da una serie di collegamenti tra parti diverse del cervello e dall’interazione dei due lobi frontali.
Il campo della nostra vita dove incontriamo Marte è quello in cui speri-mentiamo la voglia di agire, la potenza e la forza e proprio per questo è un punto importantissimo nel tema natale; è lì, che combatteremo le battaglie più grandi per cercare di portare a termine il progetto solare; è l’area della vita do-ve vivremo conflitti, sfide e battaglie per affermare le nostre idee, la nostra vo-lontà e i nostri diritti per sentirci autonomi a pieno titolo; lì dovremo operare tutti quei tagli e quelle separazioni che sono parte integrante del nostro viag-gio finalizzato a portare a termine quello che il SE’ ha in serbo per il nostro IO. Marte si trova in domicilio nelle tre case in cui siamo chiamati ad operare il taglio dal collettivo per avviarci verso l’affermazione della nostra individua-lità unica e speciale. In casa prima si fa carico del taglio del cordone ombeli-cale che permette la VITA FISICA indipendente; in casa ottava il taglio è psi-cologico e permette l’uscita dalla simbiosi con la madre grazie alla struttura-zione di un IO che segnala la necessaria separastruttura-zione, preludio alla nascita psi-cologica; in casa decima taglia con il nutrimento, il senso di protezione e di avvolgimento della famiglia, ma anche con i valori ricevuti al fine di poter strutturare dentro di noi la nostra personale “legge”, quella che permette all’Io di reggersi sulle sue forze.
Per questo, soprattutto le combinazioni dinamiche tra Sole - Marte sono estremamente delicate poiché rappresentano situazioni psichiche in cui un IO non sufficientemente strutturato fatica a mettersi in contatto con il suo braccio destro e questo porta a non sentire di avere una forza personale a cui attingere nei momenti di difficoltà; in questo caso, Marte sembra girare a vuoto perché non riceve né l’ispirazione né la luce del suo alleato per cui vi è una difficoltà nel collegare il senso di identità alla forza di penetrazione della stessa nel mondo. E’ la situazione di un esecutore che non riesce a capire le direttive del suo capo poiché non ne intuisce lo scopo e non sa dove dirigere l’energia e l’azione.
Questa situazione ricorda quella di un RE che non ha strumenti per far comprendere al suo “campione” i suoi intenti per cui quest’ultimo non riesce a rendere efficace la conquista: questa impossibilità di comunicazione tra le due istanze del maschile crea un grandissimo sovraccarico di rabbia e di ostilità che scaturisce dal senso di impotenza e di frustrazione che l’IO prova.
Se Marte è molto stressato nel tema natale, con molte probabilità non ha direzione, combatte alla cieca – oppure non combatte affatto - perché non è ispirato dal suo RE- Sole- IO e non sa dove dirigere la sua energia, né indivi-dua facilmente gli obiettivi in cui impegnarsi attivamente, oppure sente di non avere la forza necessaria per ottenere ciò che vuole. In questi casi, purtroppo, l’individuo sperimenta la sensazione di disperdere tante energie senza che vi siano risultati accettabili, oppure il senso di impotenza totale.
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Questa difficile combinazione psicologica ha sicuramente origini lontane che risalgono all’infanzia allorche’ l’incontro con l’energia maschile è stata vis-suta come distruttiva, imprevedibile ed irrazionale per cui ci si è dissociati dal-l’uso della forza perché il modello è stato inaccettabile; la dissociazione produ-ce una scissione tra queste due energie che sono indispensabili l’una all’altra per cui il risultato è che il senso di forza si è scollegato dall’IO.
Da adulti questo causa un senso di frustrazione ogni volta che il Re chia-ma il suo campione, perché non è chia-mai sicuro di trovarlo e non è chia-mai sicuro che questo sappia con quale intensità affrontare il problema che ha di fronte.
Marte Sole in quadratura o in opposizione produce soggetti che tendono a non essere sicuri delle loro capacità e della loro forza e questa è la ragione per cui a volte restano assolutamente impotenti e pietrificati di fronte ad un’ag-gressione ed altre volte finiscono per usare una forza del tutto spropositata per la situazione che stanno gestendo.
Il senso di forza personale si ottiene solamente allorché si è sicuri delle proprie risposte e si ha la certezza intima di poter affrontare qualunque situa-zione la vita ci proponga.
Gli aspetti dinamici invece non permettono all’individuo di sentirsi a pieno titolo detentore di questo potere e di questa forza, per cui, ci si sente esatta-mente come quando si era piccoli impotenti di fronte ad una persona che non dava alcun modo di costruire un proprio senso di difesa personale.
L’energia marziana si struttura proprio incominciando ad affermare la propria volontà in contrapposizione con un’altra volontà che però deve essere giusta ed equilibrata e deve permettere di lasciar comprendere quali sono le regole che governano un rapporto: con quadrature Sole e Marte spesso non vi sono regole chiare, anzi spesso queste regole sono poste da qualcuno che si arroga il diritto di fare il bello ed il cattivo tempo solo in virtù del fatto che è grande e che quindi può dominare il bambino che non ha alcuna possibilità di ribellarsi. Se il bambino non può prevedere le reazioni degli adulti e se perce-pisce che l’adulto non è corretto nei suoi confronti, si sentirà sempre “ piccolo” in balia degli altri e del mondo.
Questo produce un grandissimo senso di rabbia che va a stiparsi nella psiche in attesa di poter essere esternata; a volte si accumula al di fuori dell’e-gida dell’Io per poi scattare in situazioni del tutto imprevedibili, quasi a risarci-re anni ed anni di blocchi, di paurisarci-re e di impotenza.
Se il Sole non riesce a collegarsi con il suo guerriero, anche se questo ha forza e capacità personali di lotta e di conquista, non saprà comunque orien-tarsi e, oltre ad avere l’impressione interna di girare a vuoto, sarà anche ac-compagnato da uno strisciante senso di impotenza e di disvalore che potrà in-nescare atteggiamenti compensatori, mai positivi. Di tutti i pianeti, Marte è il più complesso in assoluto, perché ha un rapporto diretto con il corpo e lavora in diretta connessione con il sistema libico – che è il centro del nostro sistema emotivo; Marte è il miglior conduttore di emozioni perché simbolicamente rap-presenta il sangue – che, da un punto di vista psicosomatico- è l’equivalente delle emozioni tant’è che il verbo “emozionare” significa letteralmente “agire
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sul sangue” per cui, tutto ciò che si muove nel sistema libico, viene diretta-mente convogliato dal sangue nelle varie aree del nostro corpo preposte ad evidenziarle.
Quando siamo molto arrabbiati, il sangue arriva in modo abbondante alle nostre mani, quasi a predisporci a difenderci, magari sferrando un pugno (è interessante il fatto che nel comune modo di parlare, in queste situazioni noi diciamo : “mi prudono le mani”); se invece siamo impauriti, il sangue va diret-tamente in maniera corposa nelle gambe, pronto dunque a favorire la fuga; il fatto è che scende verso gli arti inferiori e noi abbiamo la sensazione del “bri-vido nella schiena”.
È proprio Marte che fa sì che ogni emozione vada ad agire direttamente sul sangue preparando il corpo al tipo di risposta più appropriato.
Oggi che si conosce in modo chiaro il funzionamento dei “neuropeptidi” si può comprendere molto meglio di un tempo questo sofisticato meccanismo di relazione tra i contenuti emessi sotto forma di sostanze chimiche dal siste-ma limbico e il loro trasferirsi attraverso il sangue in tutto il nostro corpo. I neuropeptidi che vengono considerati dalla sua scopritrice Candace Pert delle vere e proprie “molecole di emozioni”, sono sostanze chimiche che il nostro cervello secerne a seconda del tipo di umore e di emozione che stiamo speri-mentando; queste sostanze – convogliate in circolo dal nostro sangue - sono in grado di modificare sensibilmente l’atmosfera , ma anche i sistemi biologici tra cui il sistema immunitario e le cellule.
Oggi conosciamo decine di neuropeptidi relativi al controllo e all’espres-sione delle emozioni il che significa che a seconda di come reagiamo a certi avvenimenti il nostro cervello emette sostanze in linea con quel preciso stato d’animo e la cosa più sorprendente è che questi “farmaci” vengono pompati dal cervello direttamente nel sangue attraverso il quale fluttuano e navigano andando ad aderire alla superficie delle cellule in cui si sono posizionati degli specifici “recettori” predisposti ad accogliere la sostanza giusta; il tutto funzio-na esattamente come ufunzio-na chiave che entra solo nella sua serratura; in questo modo – che è molto sofisticato - le nostre cellule si modulano chimicamente sulla base delle nostre emozioni, esattamente come un’idea collettiva dà origi-ne ad una serie di reazioni che influenzeranno buona parte degli individui di una società.
Possiamo considerare questa modalità un vero e proprio sistema informa-tivo che viaggia attraverso il sangue e che mette in comunicazione non solo i tre grandi sistemi del nostro corpo – Sistema nervoso, sistema immunitario e sistema endocrino - ma, soprattutto, unisce psiche e soma.
Possiamo dire un’altra cosa molto interessante di Marte che riguarda il suo sistema energetico, considerato pressoché universalmente come “attivo”, mentre in realtà è “re-attivo” (almeno nella prima parte della vita).
Non è un caso che uno dei miti greci più accreditati vuole Marte figlio di Era, ma non di Zeus, quindi, figlio di sola madre. Ares nel mito greco nasce per partenogenesi di Era, senza intervento maschile, e questo, da un punto di vista psicologico e simbolico sembra ricordarci che Marte, pur essendo un
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principio di affermazione atto a sostenere l’identità maschile nel mondo, è un pianeta che ha un’energia che possiamo definire “reattiva”, nel senso che “viene agito” dall’inconscio e necessita di lungo tempo prima che impari ad “agire” secondo la volontà dell’IO.. Questa è una definizione che può far riz-zare i capelli alla comune visione di Marte che viene accreditato come un pia-neta sempre con energia attiva e diretta: in realtà Marte non è diretto ma è im-pulsivo, il che significa che segue i dettami dell’impulso (inconscio) al di fuori della volontà e della legge dell’IO e deve, nel tempo, imparare ad essere diret-to e ad agire, o meglio, a seguire i dettami della coscienza, conquista questa che può esserci solo solo dopo la sua fase Scorpione-casa ottava; a questo proposito è interessante il viaggio che descrive Alice Bailey nel suo libro “le fatiche di Ercole” che è un viaggio simbolico di tutti gli stadi attraverso cui Marte deve passare per evolversi e mettersi al servizio dell’IO.
Quando supera la fase scorpione/casa ottava Marte può cogliere i bisogni dell’Io e agire direttamente senza più re-agire; solo allora non risponde più in modo compulsivo a Plutone come nella prima parte dello zodiaco, ma segue i dettami della coscienza che può può vagliare, trattenere e controllare e, infine, padroneggiare gli istinti e le pulsioni e, questo, grazie all’intervento di Mercurio (esaltato in Scorpione).
Da quella fase in poi, se i processi sono avvenuti in modo completo, il Sole è in grado di conoscere e di gestire molto bene quello si muove all’inter-no (coall’inter-nosce cioè anche le intenzioni sotterranee) e Marte, di conseguenza, agisce in modo conscio preparandosi così ad affrontare la sua esaltazione in casa decima (Capricorno) - fase in cui in combinazione con Saturno ed Urano questa energia diventa una vera e propria forza di propulsione interna in gra-do di lavorare per un progetto ed una meta precisa. In pratica, è Mercurio a permettere che tra la spinta di Plutone e la reazione di Marte cominci ad esser-ci uno spazio di “riflessione” che consenta all’IO di discriminare, trattenere e infine agire. In effetti anche la terminologia che usiamo quando parliamo di Marte è indicativa: noi diciamo: “abbiamo reagito a ….”; “siamo stati provoca-ti da ….”…e questo vuol dire che non siamo “NOI”, almeno non quella parte di “NOI” che si intende come “ volontà cosciente” ; infatti, se pensiamo di es-sere provocati vuol dire che non siamo ancora sufficientemente padroni di quello che si verifica all’interno; vuol dire che qualcuno, dall’esterno, riesce ad attivare comportamenti e reazioni che dovremmo invece attivare noi se e quando lo vogliamo. .
Indubbiamente la rabbia è l’emozione marziana in assoluto più comples-sa, ma ve ne sono anche altre che creano imbarazzo perché sono difficili da padroneggiare, pensiamo alla passione, alla gelosia che agisce al di fuori della razionalità, alla paura che ci paralizza: queste emozioni, quando eruttano, sembrano sfidare prepotentemente e violentemente la nostra volontà obbli-gandoci a reazioni istintive e, pertanto, non padroneggiate dall’IO.
Marte è un pianeta che simboleggia molto di ciò che è tabù nella nostra società: affermazione, sesso, difesa, rabbia; la stessa aggressività richiede un duro lavoro prima di essere padroneggiata in modo efficace, perché se è vero
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che c’è un’aggressività normale e come tale sana ed utile rivolta alla difesa personale vi è però anche un’aggressività pericolosa che tende alla sopraffa-zione degli altri e, a volte, il confine tra le due è molto sottile.
È chiaro che noi tutti siamo portatori di aggressività, indispensabile per salvaguardare la nostra vita e Marte – unitamente a Plutone - è il pianeta più predisposto alla nostra difesa personale e a tutto ciò che concerne la sopravvi-venza ma, proprio per questo, è molto collegato al grande regno dell’istinto, perché nella prima parte della nostra vita è proprio la natura istintiva che si fa carico della nostra incolumità e sopravvivenza, almeno fino a che non saremo in grado di gestire la nostra vita con responsabilità e razionalità, attraverso scelte coscienti e programmate.
Marte si è collaudato in migliaia di anni di storia, dallo stadio animale in poi, assicurandoci buone capacità di difesa aiutando e sostenendo Plutone nell’imprescindibile compito di salvaguardia della specie. E’ chiaro che, pro-prio per questi motivi, tutta la prima parte della nostra vita è caratterizzata da una parte istintiva predominante , prepotente e a volte arrogante.
Nella seconda parte – simbolicamente da quando cominciamo ad agire coscientemente la nostra volontà personale e la nostra capacità di scelta - la funzione di Marte si modifica sensibilmente. La stessa struttura dello Zodiaco sembra suggerisce simbolicamente questo cambiamento poiché mentre nella prima parte dello stesso, dalla casa prima alla casa sesta, noi abbiamo come primo pianeta Marte seguito da Venere il che ci informa del fatto che l’istinto è prevalente sulla scelta e sulla razionalità; nella zona sopra l’orizzonte e nelle case dalla settima alla dodicesima ci troviamo di fronte ad un rovesciamento: abbiamo prima Venere e poi Marte, e questo indica che nello Zodiaco è innata la predisposizione a rovesciare queste energie per far sì che, ad un certo punto della nostra storia, l’azione lasci il campo alla scelta e alla strategia, impeden-do all’istinto di “re-agire” in moimpeden-do automatico e compulsivo.
Un’altra importante funzione di Marte è quella di essere responsabile di buona parte della nostra salute fisica e psichica e questo lo fa collaborando con il nostro obiettivo finale mettendosi definitivamente al servizio del Sole; nella prima parte della vita, Marte, pur collaborando con il nostro Sole, man-tiene però una forte indipendenza per cui, nelle situazioni a grande comples-sità, quelle in cui noi potremmo essere a rischio, Marte reagisce a schemi istintivi rapidi, efficaci ed infallibili, tesi a difendere l’intero sistema, mentre nella seconda parte della vita può rientrare nei ranghi, smettere di essere un “soldato di ventura” e cominciare a seguire i dettami dell’IO e le modalità che quest’ultimo sceglie di usare.
Ed è così che lo Zodiaco ci informa che ad un certo punto della vita pos-siamo dirigere la nostra aggressività e la nostra rabbia, usandola quando ci serve e non a sproposito perché acquisiamo la capacità di agire e non di rea-gire, di non essere provocati ma di provocare – e per “provocare” si intende la capacità di far accadere le cose; se non si è in grado di far accadere qualcosa, non ci si può neppure sentire forti e potenti. Marte dà modo di capire se si può contare o meno su una forza personale, ma se la sua energia non è coordinata
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dalla coscienza dell’IO e se non si riesce a contenere la parte istintiva, questo produrrà pian piano una frustrazione perché non darà modo di essere sicuri di possedere una forza atta a permettere di padroneggiare ciò che accade .
Indubbiamente Marte ha delle qualità che non sono facili da maneggiare. Un tempo Marte era considerato “malefico”. Questa è indubbiamente una vi-sione che non può essere accettata sul piano psicologico poiché nella psiche non vi è nulla di cattivo; quello che abbiamo dentro ci appartiene e, se esiste, ha una sua precisa ragione di essere. S e c’è un eccesso di aggressività incon-trollata e Marte viene agito in maniera violenta e distruttiva, significa che a monte qualcosa non è andato per il verso giusto e sarà proprio su questo che bisognerà lavorare perché gli esseri umani sono tutti dotati di capacità di di-fendersi, ma non è vero che questa debba automaticamente sconfinare in una capacità di offendere o di fare violenza.
Forza e paura sono due sentimenti strettamente connessi che si istaurano nell’infanzia attraverso meccanismi primitivi e semplici, ma molto conflittuali: doversi difendere per sopravvivere e non sentirsi impotenti, ma al tempo stes-so aver bistes-sogno dell’approvazione e del stes-sostegno per potersi sentire amati e accettati; voler prendere quello di cui si ha bisogno, sapendo però che si di-pende dagli altri per cui non li si può sfidare più di tanto, questi sono temi in-terni che creano lacerazioni, ambivalenze e conflitti molto grandi.
Simbolicamente, è l’atavico conflitto tra la prima casa e la settima, tra Marte e Venere che sostengono il doppio movimento dell’identità che deve prendere le distanze dagli altri per affermare le proprie differenze ma, con-temporaneamente, deve avvicinarsi agli altri per trovare disponibilità, cure, accettazione e riconoscimento.
Gli studi di Lorenz sull’aggressività portano alla conclusione che l’aggres-sività nella normalità non è diretta alla distruzione degli altri, ma è diretta alla difesa personale. Quando questa passa dalla difesa personale alla distruzione o alla sopraffazione altrui, allora si è entrati in un altro campo, quello in cui ci sono bisogni di rivendicazione, bisogni di potere per cui siamo già nel grande regno di Plutone .
Agli essere umani fa piacere provocare qualcosa. Se pensiamo di non provocare nulla da nessuna parte, cresciamo in un modo stentato, abbia-mo la sensazione di non avere alcun potere e quindi, di non padroneggiare la vita.
È importantissimo per un individuo sentirsi capace di produrre, di far ac-cadere qualcosa nel mondo. Se il raggio di azione personale viene costante-mente limitato dall’esterno, ci si sente frenati nella vitalità, nella conquista e questo accende un grande senso depressione. Noi siamo portati istintivamen-te ad allargare i nostri confini e a rifiutarli se invece ci vengono imposti dall’e-sterno. Se riusciamo ad ottenere ciò che vogliamo in modo determinato ma non ostile, parleremo di affermazione, se invece dobbiamo aggredire parliamo di sopraffazione.
Per capire se si riesce ad agire nel primo o nel secondo modo dobbiamo