Figura 5.16
First use case dell’app Buy-bye con impostazione del filtro .
TITOLO CAPITOLO
IMPOSTAZIONE DEL FILTRO
IMPOSTAZIONE DEL FILTRO: ALCUNI STEP
182 BUY-BYE
RETENTION
QUIZ DELLA SETTIMANA
USO DEL TOOL
HOME QUIZ SETTIMANALE
Figura 5.17
TITOLO CAPITOLO
184 BUY-BYE
BLOCCO ATTRAVERSO IL FILTRO DELL’APP
USO DEL TOOL
ATTIVAZIONE DEL FILTRO CHE BLOCCA IL SITO/ADV CLICK SU UN ADV O SU UN
SITO DI UN BRAND BLOCCATO
Figura 5.18
TITOLO CAPITOLO
FLASH-GAME
188 BUY-BYE
Il progetto di tesi su cui ho lavorato mi ha permes- so di conoscere, studiare ed analizzare il processo mentale che porta una persona ad acquistare in modo impulsivo.
La trasformazione digitale, come abbiamo visto, ha favoritoquesta tendenza e ha consentito al modello di pro- duzione della fast fashion di crescere, e con lui, tutte quelle problematiche ambientali e sociali di cui abbiamo parla- to. In un mondo sempre più digitalizzato, è facile cadere in tentazione per il fatto che siamo continuamente raggiunti, soprattutto sui social, da pubblicità e per il fatto che siamo facilitati da alcune features che rendono più immediato più facile il processo di acquisto online. Questo ha contribuito a rendere il gesto di acquisto automatico, tanto da diventa- re impulsivo e da radicarsi come un’abitudine costituita da un segnale (i bisogni degli utenti), una routine (il proces- so di acquisto) e una gratificazione (la felicità che questa routine porta). Le abitudini sono difficili da modificare, ma possono essere modificate. Come? Nel caso specifico, indi- viduati i bisogni, e dunque i segnali che attivano il ciclo di abitudine, ho ritenuto più efficace partire proprio da questi bisogni per inserirci all’interno del ciclo di abitudine legato allo shopping impulsivo, offrendo una soluzione diversa da quella dello shopping.
Dall’analisi sono emersi degli insight fondamen- tali per la progettazione della soluzion.
Il primo è che i bisogni delle persone correlati allo shop- ping sono bisogni che non sono direttamente correlati con una necessità di vestirsi ma sono correlati alla sfera emoti- va, e quindi bisogno di non annoiarsi, al bisogno di sentirsi accettati dalla società, al bisogno di vedersi diversi;
Il secondo punto è che questo atteggiamento sta causando gravi conseguenze ambientali che sembrano essere appa- rentemente ignorate dal nostro target di riferimento nono- stante sia emerso che ci sia una elevata sensibilità verso le tematiche correlate all’ambiente.
Queste evidenze hanno portato alla progettazione di un ecosistema digitale che permetta di interrompere il ciclo di abitudine di acquisto online inserendosi tra il mo- mento in cui l’utente prova il bisogno di acquistare e il mo- mento in cui acquista per farlo riflettere e incidere sul suo comportamento, utilizzando come leve principali quei bi- sogni emotivi che si celano dietro a un acquisto impulsivo e la sensibilità nei confronti delle tematiche ambientali.
Da qui lo sviluppo di Buy-bye, un ecosistema di- gitale che si presenta come un corso di autodifesa per le persone che hanno una certa sensibilità nei confronti delle tematiche ambientali che li aiuti da un lato ad informarsi e a prendere consapevolezza del fatto di trovarsi all’interno di un ciclo di abitudine che provoca delle conseguenza am- bientali importanti, dall’altro a mettere in pratica le nuove abitudini apprese grazie a uno strumento che permette fi- sicamente di bloccare le tentazioni dello shopping e di te- stare le conoscenze apprese.
Mi piace pensare che questo ecosistema digitale possa aiutare le persone ad avere una maggior padronan- za delle scelte di acquisto che fanno e possa permettere di liberarsi dalle imposizioni sociali e di marketing legate al consumismo ai quali siamo sottoposti, creando la consape- volezza che il singolo contributo può cambiare il mondo.
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