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CAPITOLO II 2 Trattamento dei DCA

3.8 Valutazione antropometrica.

La valutazione dei parametri di peso, BMI e circonferenza vita, servono, oltre che al terapeuta, al paziente per aumentare l'adesione al trattamento terapeutico proposto. Parametri antropometrici:

• Peso: viene rilevato sia in prima visita (prima di entrare nel Centro), che una volta alla settimana, qual'ora il paziente inizi il trattamento terapeutico. È un momento molto importante perché spesso i pazienti con DA non amano pesarsi, per cui è molto utile anche per ridurre il potenziale ansiogeno di quest'atto assolutamente naturale.

In genere il peso andrebbe preso sempre alla stessa ora e sarebbe meglio togliere più indumenti possibili, ma qual'ora si capisca che questo potrebbe aumentare l'apprensione del paziente, si può accogliere anche la richiesta di tenere alcuni vestiti.

In prima visita si chiede sempre se il soggetto conosce il suo peso, per capire se a casa si pesa, con quale frequenza e se questo gli provoca ansia o meno. Una volta pesato, il terapeuta chiede al paziente una sua opinione in merito al peso rilevato dopodiché fornisce una sua spiegazione plausibile, ragionando insieme sui motivi del risultato ottenuto e restituendo al paziente degli imput sui quali continuare a riflettere e lavorare.

Il peso viene rilevato o con la bilancia a stadera o con quella elettronica, il paziente deve essere scalzo con il peso distribuito equamente su entrambi i piedi.

• Altezza: viene calcolata sia in prima visita, che all'inizio del trattamento. È molto importante valutare l'altezza giusta del paziente, per poi avere una stima precisa del Body Mass Index (BMI).

Questa viene calcolata con lo stadiometro, uno strumento costituito da un'asta verticale graduata in mm e cm, dal basso verso l'alto, munita di un cursore su cui è inserita, ad angolo retto, la branca mobile. Per una giusta misurazione il paziente deve essere scalzo, con i talloni ed i malleoli a contatto tra di loro e le punte dei piedi leggermente divaricate (a 60 gradi); le ginocchia non devono essere piegate. L'occipite, le scapole, i glutei ed i talloni devono rimanere a contatto con il montante dello stadiometro, il punto più alto del capo (vertex), deve essere posto a contatto con la barra orizzontale, la testa deve essere dritta con la linea di vision mantenuta sul piano di Francoforte (piano che passa tra il forame uditivo ed il margine inferiore dell'orbita), che a sua volta deve essere parallelo alla base di appoggio. Il peso deve essere equamente distribuito su entrambi i piedi, la cui pianta deve poggiare su una superficie piana e stabile. Le braccia pendono liberamente ai lati del tronco, con il palmo delle mani rivolto verso le cosce.

BMI: dalla valutazione del peso e dell'altezza si calcola il BMI (Figura 11). Questo è un parametro importante sia come criterio di inclusione al

trattamento, che per valutare il grado di sovrappeso e obesità nei pazienti con DAI.

Questo deriva dalla seguente formula: Peso (Kg)/Altezza²(m²).

Da questo calcolo, così rapido e semplice, effettuabile in qualsiasi situazione, è possibile fare una classificazione grossolana dei soggetti in quattro macrocategorie: sottopeso, normopeso, sovrappeso e obeso.

Figura 11: Categorie e calcolo BMI.

È importante sottolineare che questo indice, per quanto importante, dà informazioni solo parziali rispetto allo stato nutrizionale non fornendo indicazioni rispetto alla composizione corporea. Può succedere, ad esempio che individui molto atletici, con una massa muscolare estremamente sviluppata, risultino con IMC nel range del sovrappeso, ma senza un eccesso di tessuto adiposo. Un altro limite di questo indice, per quanto universalmente utilizzato, risiede nel non tener conto di molte possibili differenze fisiologiche della composizione corporea, applicandosi a individui di razze diverse e anche all'interno della stessa razza, ad individui di sesso ed età differenti (ad esempio le donne tendono ad avere più grasso corporeo rispetto agli uomini, così come gli anziani rispetto ai giovani). (Epicentro)

In generale si considera ottimale un BMI di 22 kg/m² per soggetti tra i 19 e 35 anni e di 24 kg/m² dai 35 anni in poi. Il valore di BMI, associato a minor morbilità e mortalità per le principali patologie (diabete, ipertensione malattie

cardiovascolari, neoplasie ecc.) è compreso tra 20 e 25 kg/m².

• Circonferenza addominale: con il peso, anche questo parametro viene rilevato settimanalmente. La circonferenza vita è un indicatore estremamente importante dello stato di salute del soggetto.

La localizzazione del grasso a livello addominale (grasso viscerale), rispetto a quello presente in altre parti del corpo, correla maggiormente con importanti patologie. L'accumulo lipidico in sede viscerale, cioè nella parte interna dell'addome, rappresenta un fattore di rischio indipendente per le patologie cardiovascolari, per il diabete e per la mortalità in genere. La quantità di grasso viscerale è direttamente proporzionale alla circonferenza vita. Per questo la sua rilevazione risulta di estrema importanza, ed è il parametro che, più di altri, si punta a ridurre nei pazienti obesi.

Si misura con un normale nastro metrico, non elastico. Il punto di rilevazione è leggermente variabile da soggetto a soggetto, il linea generale si considera il restringimento tra la gabbia toracica e l'ombelico, qualora non fosse presente si considera un punto appena sopra all'ombelico. L'addome al momento della misurazione deve essere privo di indumenti e con i muscoli rilassati.

Si tratta di un metodo indiretto, ma pratico, economico e dotato di una discreta attendibilità. Per un individuo adulto valori superiori a 94 cm nell'uomo e ad 80 cm nella donna sono indice di obesità viscerale e si associano ad un "rischio moderato", mentre valori superiori a 102 cm nell'uomo e ad 88 cm nella donna sono associati ad un "rischio accentuato" (International Diabetes Federation

2004). Le alterazioni connesse all’eccesso di adipe viscerale conseguono al

maggior rilascio di acidi grassi liberi nel sangue che, a livello epatico, alterano la produzione delle lipoproteine, causando l'aumento dei trigliceridi, LDL e la diminuzione del colesterolo HDL; inoltre, entrando in competizione con il glucosio, a livello del metabolismo muscolare, provocano un aumento della glicemia, aggravata da insulino-resistenza.

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