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3. MATERIALI E METODI

3.1. ESDSS per la gestione dei servizi ecosistemici di un’area marina protetta

3.1.3. Valutazione dei costi ambientali diretti

I costi ambientali diretti, ovvero gli impatti ambientali diretti sul territorio dell’AMP, non vengono valutati all’interno del Progetto nazionale MATTM ma sono stati sviluppati nel presente lavoro seguendo un approccio ecocentrico. In particolare sono state sviluppate le metodologie per la valutazione dei costi ambientali diretti generati dai SE nautica da diporto, subacquea ricreativa, pesca sportiva e ricreativa e pesca professionale artigianale. Quale unità funzionale temporale è stato scelto l’anno.

3.1.3.1. Servizio ecosistemico Nautica

L’impatto diretto sull’ambiente marino e sul CN generato dal SE Nautica è dovuto all’ancoraggio. Dall’analisi di diversi studi qualitativi e quantitativi effettuati in merito all’impatto generato dall’ancoraggio sul fondale marino (Francour et al., 1999; Lloret et al., 2008; Milazzo et al., 2002a, 2004a; Regione Liguria, 2011), sono stati individuati i seguenti fattori che entrano in gioco nella valutazione dell’impatto diretto: tipo di biocenosi, distribuzione delle barche che effettuano l’ancoraggio (pressione), lunghezza delle barche e tipo e dimensione dell’ancora che utilizzano. In Fig. 3.4 viene riportato lo schema concettuale per la valutazione dell’impatto diretto dell’ancoraggio sul fondale marino.

Innanzitutto bisogna considerare il vincolo associato a questa attività, ovvero le aree in cui è permesso l’ancoraggio. All’interno di queste vengono identificate le biocenosi di pregio che vengono impattate, ovvero fanerogame marine (P. oceanica e C. nodosa) e coralligeno, e viene considerata la distribuzione delle barche all’interno dell’AMP. Inoltre vengono considerati i tipi e i pesi delle ancore usate da natanti e imbarcazioni per la nautica all’interno dell’AMP.

Figura 3.4. Schema concettuale per la valutazione dell’impatto diretto della nautica da diporto.

Gli output generati dalla valutazione sono:

• stima dell’impatto diretto per tipologia di ancora espresso come rimozione/danneggiamento di biocenosi e perdita di CN sia in termini ecologici che in equivalenti monetari;

• stima dell’impatto diretto complessivo nell’AMP come rimozione/danneggiamento di biocenosi e perdita di CN sia in termini ecologici che in equivalenti monetari;

• distribuzione spaziale dell’impatto diretto.

Le ancore prevalentemente utilizzate nella nautica da diporto in Italia sono: classica ancora ammiragliato, grappino (o ombrello), Hall, Bruce, Danforth, Britany, CQR normale e di tipo delta (http://www.navis.it/_it/articoli_tecnica/ancore.asp; http://www.boatmag.it/3843-conoscere- ancore/; https://www.magellanostore.it/guide/guide_alla_scelta/Ancore.-Come-scegliere; http://www.cvtlp.it/HTML_page/ancore.html; Regione Liguria, 2011). In Tab. 3.1 è riportata una loro sintetica descrizione in relazione ai tipi di fondali su cui possono ancorare e su cui possono avere un impatto, alla tipologia e alla dimensione delle barche su cui le ancore possono essere utilizzate. L’azione dell’ancoraggio prevede tre fasi: fase di caduta in cui l’ancora viene gettata a mare e ricade sul fondale, fase di trascinamento e fissaggio sul fondale e fase di salpamento in cui viene riportata a bordo dopo essere stata staccata dal fondale.

Esiste una relazione tra lunghezza e/o peso della barca e peso dell’ancora necessaria, il calibro della catena e il diametro del cavo consigliato (http://www.navis.it/_it/articoli_tecnica/catene.asp; http://www.boatmag.it/3843-conoscere-ancore/), che è riportata in Tab. 3.2.

Gli studi condotti fino ad oggi al fine di quantificare l’impatto associato all’ancoraggio sono concentrati sulle fanerogame marine, in particolar modo sulla P. oceanica. L’impatto è stato pertanto analizzato in relazione alla P. oceanica ed è stato applicato alle altre biocenosi (Saphier & Hoffmann.,

2005). Nello specifico sono stati condotti due studi in Mar Mediterraneo con lo scopo di effettuare una valutazione quantitativa dell’impatto dovuto all’ancoraggio sulle praterie di P. oceanica (Tab. 3.3): uno in Italia (Milazzo et al., 2004a) e uno in Francia (Francour et al., 1999).

Sulla base di questi dati, è possibile per ciascuna tipologia di ancora utilizzata dalla nautica da diporto in Italia definire un’azione su P. oceanica, C. nodosa e coralligeno ed attribuire un livello di impatto (Tab. 3.4).

Tipo di ancora Tenuta sul fondale Unità navale

Ammiragliato

Adatta per qualsiasi tipo di fondale. Si dimostra superiore alle altre soprattutto in presenza di fitta vegetazione algale (penetra molto bene). Non ottimale per sabia e fondali morbidi in quanto a volte può arare. Ormai poco usata.

Grandi dimensioni (imbarcazione e

nave)

Grappino (ombrello)

In generale non ha una forte tenuta. Ha una buona tenuta su fondali rocciosi e alghe per la sua capacità di penetrare in ogni anfratto. Bassa tenuta su sabbia e fango.

Piccole dimensioni (natante)

Hall

Adatta per tutti i tipi di fondale. Buona tenuta su sabbia, fango e ghiaia, un po' meno su alghe sulle quali all'inizio scivola un po'; si può usare anche sugli scogli ma non è ottimale.

Piccole dimensioni (natante)

Bruce Ha un'estrema facilità ad affondare saldamente nella sabbia o nel fango. Meno indicata per fondali rocciosi.

Medie dimensioni (imbarcazione)

Danforth/ Britany

Ottima per sabbia e fango, mediocre con fitta vegetazione, scadente su fondali rocciosi. Una delle più performanti e versatili.

Medie dimensioni (imbarcazione)

Tipo di ancora Tenuta sul fondale Unità navale

CQR/Delta

Ha una tenuta molto buona specie con sabbia, ciottoli o fango. Per il peso ridotto, ha una estrema difficoltà ad affondare su un terreno coperto di alghe.

Medie dimensioni (imbarcazione)

Tabella 3.1. Principali ancore usate per la nautica da diporto in Italia.

Lunghezza L della barca (m)

Peso P della barca (kg) Classificazione barca Peso dell'ancora (kg) Calibro della catena (mm) Diametro del cavo (mm) L < 6,50 P < 1000 Natante 8 6 10 6,50 ≤ L < 7,50 1000 ≤ P < 2000 Natante 10 8 14 7,50 ≤ L < 9,00 2000 ≤ P < 3000 Natante 12 8 14 9,00 ≤ L < 10,50 3000 ≤ P < 4500 Natante 14 8 14 10,50 ≤ L < 12,50 4500 ≤ P < 8000 Imbarcazione 16 10 14 12,50 ≤ L < 16,00 8000 ≤ P < 12000 Imbarcazione 20 10 18 16,00 ≤ L < 18,00 12000 ≤ P < 16000 Imbarcazione 24 12 18 18,00 ≤ L < 20,00 16000 ≤ P < 20000 Imbarcazione 34 12 22 20,00 ≤ L < 25,00 20000 ≤ P < 30000 Imbarcazione 40 14 24 L ≥ 25,00 P ≥ 30000 Nave 60 16 28

Tabella 3.2. Relazione tra lunghezza/peso della barca e peso dell'ancora, calibro della catena, diametro del cavo.

Riferimento Area indagata Tipo

ancora

Peso ancora (kg)

Fasci rotti per ciclo di ancoraggio

Densità fasci (fasci/m2)

Francour et al., 1999

Parco Nazionale di Port-Cros

(Francia) Britany 10,0 33,5 (± 5,8)

280,5±15,6- 449,5±19,3 Milazzo et al.,

2004a Isola di Ustica, Sicilia (Italia) Hall 4,0 1,8 (± 0,2)

504±131,3- 529±85,3 Milazzo et al.,

2004a Isola di Ustica, Sicilia (Italia) Grappino 4,0 5,5 (± 3,5)

504±131,3- 529±85,3 Milazzo et al.,

2004a Isola di Ustica, Sicilia (Italia) Danforth 4,0

n.d. - impatto intermedio tra Hall e grappino

504±131,3- 529±85,3

Tabella 3.3. Riassunto dei risultati dei lavori condotti nel Mar Mediterraneo sull’ancoraggio su P. oceanica.

Tipo di ancora Azione su Posidonia oceanica e Cymodocea nodosa Azione su coralligeno Livello impatto

Ammiragliato Molto intensa: rimozione di molte foglie e molti rizomi

Danneggiamento di quello che viene colpito

Alto Grappino (ombrello) Molto intensa: rimozione di molte foglie e molti rizomi Alto Hall Forte: rimozione di molte foglie ma pochi rizomi Basso Bruce Molto intensa: rimozione di molte foglie e molti rizomi Alto Danforth/Britany Intensa: rimozione di molte foglie e diversi rizomi Medio CQR/Delta Intensa: rimozione di molte foglie e diversi rizomi Medio

Tabella 3.4. Principali ancore usate per la nautica da diporto in relazione alla loro azione sulle praterie di P. oceanica e coralligeno.

3.1.3.2. Servizio ecosistemico Subacquea ricreativa

Per quanto concerne il SE Subacquea ricreativa l’impatto diretto sull’ambiente marino e sul CN viene generato dall’azione diretta dei subacquei attraverso contatto fisico sul coralligeno.

al., 2009; Hammerton, 2014; Luna et al., 2009; Milazzo et al., 2002a), sono stati individuarti i seguenti fattori che entrano in gioco valutazione di questo impatto diretto: tipo di biocenosi, distribuzione delle immersioni (pressione), caratterizzazione dei subacquei. In Fig. 3.5 viene riportato lo schema concettuale per la valutazione dell’impatto diretto della subacquea sul fondale marino.

Figura 3.5. Schema concettuale per la valutazione dell’impatto della subacquea ricreativa.

Innanzitutto bisogna considerare il vincolo associato a questa attività, ovvero le aree in cui è consentita l’immersione. All’interno di queste vengono identificate le biocenosi di pregio che vengono impattate, ovvero il coralligeno, e viene considerata la distribuzione dei subacquei sia tra i diversi siti di immersione sia all’interno dello stesso sito. Inoltre vengono caratterizzati i subacquei, ovvero rispetto alla loro capacità nel movimento data dall’esperienza.

Gli output generati dalla valutazione sono:

• stima dell’impatto diretto per subacqueo espresso come rimozione/danneggiamento di biocenosi e perdita di CN sia in termini ecologici che in equivalenti monetari;

• stima dell’impatto diretto complessivo dell’AMP come rimozione/danneggiamento di biocenosi e perdita di CN sia in termini ecologici che in equivalenti monetari;

• distribuzione spaziale dell’impatto diretto.

3.1.3.3. Servizio ecosistemico Pesca sportiva e ricreativa

Al SE Pesca sportiva e ricreativa viene associato un doppio impatto diretto sull’ambiente marino e sul CN dovuto a due diverse attività:

 prelievo di pescato (specie ittiche e molluschi), che porta a una diminuzione delle specie associate alle biocenosi e a una conseguente diminuzione del CN (in termini ecologici ed equivalenti monetari);

 azione degli attrezzi da pesca persi che rimangono sul fondale e che causano danneggiamento e rimozione delle biocenosi con conseguente diminuzione del CN (in termini ecologici ed equivalenti monetari).

Per la valutazione dell’impatto diretto dovuto al prelievo sono stati individuarti i seguenti fattori: fauna ittica e molluschi presenti in AMP, distribuzione della pesca sportiva e ricreativa (pressione), distribuzione del pescato. In Fig. 3.6 viene riportato lo schema concettuale per la valutazione dell’impatto diretto e ricreativa della pesca sportiva dovuto al prelievo.

Figura 3.6. Schema concettuale per la valutazione dell’impatto della pesca sportiva e ricreativa dovuto al prelievo.

Considerando le aree in cui è consentita la pesca sportiva e ricreativa (vincolo associato a questa attività), vengono identificate le specie di pesci e molluschi pescati dai pesatori sportivi e viene considerata la distribuzione della pesca sportiva e ricreativa all’interno dell’AMP.

Gli output generati dalla valutazione sono:

• stima dell’impatto diretto per singolo organismo come biomassa prelevata e perdita di CN sia in termini ecologici che in equivalenti monetari;

• stima dell’impatto diretto complessivo dell’AMP come numero di individui e biomassa prelevati e perdita di CN sia in termini ecologici che in equivalenti monetari;

• distribuzione spaziale dell’impatto.

I fattori che entrano in gioco nella valutazione dell’impatto diretto generato dagli attrezzi persi dai pescatori sportivi (Angiolillo et al., 2015; Bavestrello et al., 1997, 2015; Bo et al., 2014) sono: tipo di biocenosi, distribuzione dell’attività (pressione), distribuzione degli attrezzi persi. In Fig. 3.7 viene riportato lo schema concettuale per la valutazione di questo impatto diretto.

All’interno delle aree in cui è consentita la pesca sportiva e ricreativa vengono identificate le biocenosi di pregio che vengono impattate, ovvero il coralligeno, e viene considerata la distribuzione

degli attrezzi da pesca persi all’interno dell’AMP.

Figura 3.7. Schema concettuale per la valutazione dell’impatto della pesca sportiva e ricreativa dovuto agli attrezzi persi.

Gli output generati dalla valutazione sono:

• stima dell’impatto diretto per attrezzo perso come rimozione/danneggiamento di biocenosi e perdita di CN sia in termini ecologici che in equivalenti monetari;

• stima dell’impatto diretto complessivo dell’AMP come rimozione/danneggiamento di biocenosi e perdita di CN sia in termini ecologici che in equivalenti monetari;

• distribuzione spaziale dell’impatto diretto.

Rispetto alla struttura del coralligeno presente lungo le coste italiane le specie impattate sono

Paramuricea clavata e Eunicella cavolinii. Gli altri organismi che potrebbero essere impattati sono

molto piccoli (piccola biomassa totale, quasi irrilevante) e soffrono molto meno di queste due specie (Bavestrello et al., 1997).

3.1.3.4. Servizio ecosistemico Pesca professionale artigianale

Relativamente al SE Pesca professionale artigianale, le fonti degli impatti diretti sull’ambiente marino e sul CN sono le stesse della pesca sportiva e ricreativa: prelievo di pescato e attrezzi da pesca persi. Per la metodologia seguita per la valutazione dell’impatto diretto generato da entrambi si fa pertanto riferimento al SE Pesca sportiva e ricreativa.