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VALUTAZIONE DELLA QUALITÀ DELLE CURE EROGATE

Nel documento Piano Nazionale della Cronicità (pagine 64-68)

LINEE DI INTERVENTO PROPOSTE

1. implementare iniziative finalizzate a valutare la qualità di vita e l’accesso alle cure e definire gli indicatori per il monitoraggio del processo e degli esiti di cura

2. costruire banche dati, in cui confluiscano dati amministrativi e clinici (di ambito sanitario, socio-sanitario e socio-assistenziale)per la valutazione dei risultati clinici e organizzativi e della qualità dell’assistenza

3. sviluppare modelli e metodi consolidati, che abbiano come punto di partenza la scelta di dare importanza al punto di vista del paziente

RISULTATI ATTESI

 Incremento delle iniziative finalizzate alla valutazione della qualità delle cure erogate, anche dal punto di vista del paziente con cronicità, con l’utilizzo di modelli e metodi validati

 Implementazione dei sistemi di controllo per valutare la performance qualitative delle strutture sanitarie e sociosanitarie

MACRO ATTIVITA’  Sistemi di misura della

qualità delle cure e della qualità della vita

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MINISTERO DELLA SALUTE

AGENAS

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L’Organizzazione Mondiale della Sanità suggerisce di orientare le scelte strategiche in ambito sanitario con una focalizzazione sui sistemi sanitari nel loro complesso e sulla qualità dei risultati di salute raggiunti sia per i singoli utenti dei servizi che per le intere comunità; le dimensioni della qualità su cui intervenire per apportare miglioramenti sono:

 efficacia: l’assistenza sanitaria è fondata sulle evidenze scientifiche e i risultati migliorano gli esiti di salute per gli individui la comunità;

 efficienza: l’assistenza deve tendere a massimizzare l’uso delle risorse e ridurre/annullare gli sprechi;  accessibilità: l’assistenza deve essere tempestiva ed erogata in setting operativi facilmente raggiungibili

geograficamente, ove competenze e risorse sono appropriate ai bisogni di salute;

 accettabilità: (orientamento al paziente): l’assistenza deve tener conto delle preferenze e aspettative dei singoli utilizzatori dei servizi e della cultura della propria comunità di appartenenza;

 sicurezza: l’assistenza deve minimizzare i rischi e i danni degli utenti;

 equità: l’assistenza non deve essere differente rispetto al genere, razza, etnia, localizzazione geografica o stato socio-economico.

MACROATTIVITA’

SISTEMI DI MISURA DELLA QUALITÀ DELLE CURE E DELLA QUALITÀ DELLA VITA

E’ necessario che il servizio sanitario consegua una riduzione dell’inappropriatezza in ambito sanitario e sociosanitario e una migliore capacità di fornire risposte al bisogno attraverso un incremento delle attività di valutazione e di sviluppo del governo clinico.

La valutazione della qualità delle cure si configura come una dimensione strategica del sistema di valutazione del SSN soprattutto con riferimento alla gestione della cronicità. Sia nel sistema di valutazione degli esiti (PNE) che nell’ambito delle indicazioni del nuovo Patto per la salute, la centralità riconosciuta al paziente si traduce nella scelta di individuare e attivare sistemi strutturati di valutazione della soddisfazione dei cittadini nel rapporto con il SSN

L’impegno nella valutazione risulta assolutamente strategico nel caso del paziente cronico, chiamato ad assumere un ruolo da protagonista nella gestione quotidiana della sua malattia, che ha bisogno di essere guidato nella predisposizione di eventuali interventi di miglioramento, in grado di massimizzare i risultati delle cure e innalzare il livello di qualità della vita, pur in una situazione di convivenza prolungata con la patologia.

La valorizzazione del punto di vista del paziente e della sua percezione della qualità dei servizi con cui entra in contatto permette di indagare in una prospettiva diversa non solo alcune dimensioni strutturali importanti (diffusione, accessibilità dei servizi e liste d’attesa, disponibilità di attrezzature, tempi e modalità organizzative, professionalità, competenza, affidabilità del personale, ad es.) ma anche altri aspetti essenziali della “customer satisfaction”, come comunicazione, informazione, capacità relazionale, umanizzazione, personalizzazione, da cui dipendono in larga misura anche gli esiti complessivi del sistema delle cure. Tali aspetti possono essere conosciuti dalleopinioni ed atteggiamenti degli assistiti, attraverso la realizzazione di indagini su campioni rappresentativi di pazienti e cittadini, con l’utilizzo di questionari strutturati, in qualche caso utilizzando modelli standardizzati.

Tali modelli potranno essere tratti dalla letteratura ma anche dalle esperienze fino ad oggi messe a punto ed utilizzate, anche la livello locale, che rappresentano un importante patrimonio, ma che vanno

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trasformate in un sistema strutturato e in grado di funzionare a regime, come strumento reale di miglioramento delle performance e dei risultati del SSN.

Gli strumenti di valutazione della qualità delle cure e della qualità della vita dal punto di vista del paziente devono essere strettamente connessi ai percorsi assistenziali, non guardare solo alle dimensioni “macro” e non essere utilizzati soltanto “ex post”. In altre parole devono avere una struttura dinamica, che permetta non solo le valutazioni finali di un periodo, ma anche le verifiche in itinere, che possono fornire dati e informazioni utili a rivisitare criticamente strategia e organizzazione dell’assistenza. È quindi fondamentale che gli strumenti di misura guardino non solo ai processi attivati e alle attività svolte, ma anche agli “esiti”, intesi non solo come esiti clinici, ma anche come benessere e qualità della vita.

OBIETTIVI PROPOSTI

 Incrementare le attività di valutazione e di sviluppo del governo clinico finalizzate a ridurre l’inappropriatezza in ambito sanitario e sociosanitario e a migliorare la capacità di fornire risposte al bisogno della persona con cronicità

 Rendere disponibili e “trasparenti” anche ai pazienti le informazioni derivanti da indagini sulla soddisfazione del paziente in maniera estesa e sistematica e coinvolgerli nelle procedure di valutazione della qualità dell’assistenza sanitaria

 Promuovere la definizione e la rilevazione di indicatori di qualità o di esito a livello del singolo professionista

LINEE DI INTERVENTO PROPOSTE

1. Implementare iniziative finalizzate a valutare la qualità di vita e l’accesso alle cure e definire gli indicatori per il monitoraggio del processo e degli esiti di cura.

2. Costruire banche dati, in cui confluiscano dati amministrativi e clinici (di ambito sanitario e socio-sanitario) per la valutazione dei risultati clinici e organizzativi e della qualità dell’assistenza.

3. Sviluppare modelli e metodi consolidati, che abbiano come punto di partenza la scelta di dare importanza al punto di vista del paziente.

RISULTATI ATTESI

 Incremento delle iniziative finalizzate alla valutazione della qualità delle cure erogate, anche dal punto di vista del paziente con cronicità, con l’utilizzo di modelli e metodi validati.

 Implementazione dei sistemi di controllo per valutare la performance qualitative delle strutture sanitarie e sociosanitarie.

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D) Gli aspetti trasversali dell’assistenza per la cronicità

Esistono alcuni aspetti trasversali dell’assistenza alla cronicità che sottendono al macroprocesso del percorso del malato cronico e che sono appresso rappresentati.

Essi sono: a) disuguaglianze sociali, fragilità e/o vulnerabilità; b) diffusione delle competenze, formazione, sostegno alla ricerca; c) appropriatezza nell’uso delle terapie e delle tecnologie ed aderenza alla terapia farmacologica; d) sanità digitale; e) umanizzazione delle cure; f) il ruolo dell’Associazionismo; g) il ruolo delle farmacie.

Per ciascuno verranno descritti gli aspetti peculiari e verranno proposti uno o più obiettivi con le relative linee di intervento e i risultati attesi.

Diffusione competenze (formazione) Appropria-tezza uso terapie e tecnologie Aderenza terapia Sanità digitale Umanizzazio ne delle cure Il ruolo dell’associazi onismo Il ruolo delle farmacie Disuguaglian ze sociali (fragilità)

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Le disuguaglianze sociali sono uno dei fattori più importanti nel determinare le condizioni di salute. I cosiddetti determinanti sociali della salute contribuiscono a definire lo stato di salute dei singoli anche perché sono in grado di condizionare l’accesso a sistemi efficaci di prevenzione e cura delle malattie. Migliorare l’equità in campo sociale e sanitario richiede innanzi tutto uno sforzo globale e la messa in campo di una serie di azioni finalizzate a migliorare le condizioni quotidiane di vita e a contrastare le disuguaglianze nella distribuzione delle risorse ma anche a consentire il potenziamento delle risposte che il sistema sanitario nazionale è in grado di garantire ai soggetti in condizioni di disagio sociale.

Da una parte, si tratta di potenziare l’obiettivo generale e strategico della “salute in tutte le politiche”, dall’altro di potenziare gli interventi di sanità pubblica al fine di agire sui determinanti sociali, economici, ambientali e comportamentali della salute anche a livello complessivo (interventi sull’ambiente, sulle condizioni di lavoro, sostegno sociale ed economico alle famiglie più in difficoltà, ecc.). Infine è fondamentale favorire l’accesso alla prevenzione ed alla cura dei soggetti in condizioni sociali, economiche e culturali deprivate che per definizione hanno maggiore difficoltà anche ad usufruire dei servizi.

Un altro aspetto problematico e particolarmente presente nel nostro Paese, che impatta fortemente sulla dimensione dell’equità è quello legato alle profonde disomogeneità territoriali, sia a livello di dotazione di strutture e servizi che di qualità, anch’esse oggi accentuate dalla crisi e dalle politiche di contenimento della spesa sanitaria che hanno finito per accentuare ulteriormente il divario già esistente e le forme di diseguaglianza in campo sanitario legate alle diverse caratteristiche dell’offerta tra i territori.

OBIETTIVO

Garantire pari opportunità di accesso ad un’assistenza di qualità, con particolare attenzione alle disuguaglianze sociali e alle condizioni di disagio e/o vulnerabilità sociale, sia per le persone a rischio che per quelle affette da patologie croniche

DISUGUAGLIANZE SOCIALI

Nel documento Piano Nazionale della Cronicità (pagine 64-68)