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Valutazioni relative all’attribuzione dei costi diretti

3.5. La scelta del modello: modello a CdC ibrido

3.5.1. Valutazioni relative all’attribuzione dei costi diretti

3.5.1.1. Attribuzione dei costi diretti per le paia di produzione

Il primo problema è capire quali sono i costi speciali che si vogliono considerare come costi diretti per le paia di produzione, analizzando anche la convenienza e l’opportunità di tale scelta. Assieme al management è stata effettuata un’analisi approfondita di tutte le voci di costo per capire quali di esse possano essere trattate come costi diretti.

A seguito delle valutazioni effettuate, è risultato che la quasi totalità delle materie prime approvvigionate e delle lavorazioni esterne vadano considerate come costi diretti per l’articolo specifico. La ragione principale risiede nel fatto che le differenze di costo tra un articolo e un altro sono in buona parte dovute ai diversi materiali, componenti e lavorazioni esterne sfruttate; perciò non avrebbe senso creare un sistema di allocazione in cui questi costi vengano considerati come indiretti, poiché porterebbe ad un forte effetto di sovvenzionamento incrociato tra gli articoli. Oltretutto, in caso contrario, sarebbe impossibile distinguere l’esistenza di più versioni degli stessi articoli, che generalmente sono differenziate unicamente per i pellami utilizzati. Anche le differenze di costo tra le versioni degli stessi articoli possono risultare molto consistenti, soprattutto in quei casi in cui esistano versioni che sfruttano pellami particolarmente pregiati come per esempio il pitone “vero” o l’alce.

Inoltre i costi legati alle materie prime, per esempio il pellame, non hanno alcuna relazione con la complessità dell’articolo: possono essere prodotte scarpe semplici, come ad esempio una

97 ballerina, in materiali molto pregiati. Anzi in alcuni casi un costo maggiore dei componenti può condurre ad una minore complessità in assemblaggio e in fase di gestione degli approvvigionamenti. È questo il caso, ad esempio, di alcuni articoli che, a fronte di una suola molto costosa che assolve anche il compito di fare da tacco e piantella, hanno poi una bassa complessità di assemblaggio e di gestione, visto il minor numero di componenti e lavorazioni necessarie. Per cui è impossibile trovare una relazione opportuna tra i costi delle materie prime e un qualche parametro associabile all’articolo (come complessità di assemblaggio, numero di componenti, complessità di messa a punto ecc.) che permetta un’efficace imputazione di questi costi.

Analogo discorso può essere fatto per le lavorazioni esterne. Per esempio ci sono delle versioni degli stessi articoli che hanno il tacco in cuoio anziché in pelle e per questo esse devono sostenere la lavorazione esterna di rifinizione in cuoio, che porta ad un aggravio di costi. Inoltre anche in questo caso non esiste una reale relazione tra la complessità dell’articolo e il costo delle lavorazioni esterne: emblematico può essere il caso di quegli articoli che hanno un tomaio molto elaborato e quindi un costo di taglio e aggiunteria elevato, ma che poi hanno delle fasi di assemblaggio in manovia molto semplici. Esistono casi in cui un costo maggiore delle lavorazioni esterne può condurre ad una minore complessità di assemblaggio, perché ad esempio una lavorazione esterna in più di un certo articolo semplifica poi il suo ciclo di lavorazione in manovia. Perciò anche in questo caso è impossibile trovare una relazione opportuna tra i costi delle lavorazioni esterne e un qualche parametro associabile all’articolo (come complessità di assemblaggio, numero di lavorazioni esterne, numero di componenti, complessità di messa a punto ecc.) che permetta un’efficace imputazione di questi costi.

Tutte queste valutazioni ci portano ad affermare che praticamente la totalità delle materie prime approvvigionate e delle lavorazioni esterne (quindi quasi tutti i costi speciali) debbano essere considerate come costi diretti per l’articolo specifico (ed eventualmente per la versione specifica). Inoltre, essendo tutte le materie prime acquisite esternamente e tutte le lavorazioni (tranne l’assemblaggio e in alcuni casi il taglio) esterne, è semplice avere i loro costi in maniera precisa, grazie al prezzo esplicitato nella fattura d’acquisto.

Anche dal punto di vista teorico, la scelta di trattare i costi delle materie prime e delle lavorazioni esterne come costi diretti, appare la migliore scelta possibile, che conduce a risultati più precisi.

98 Di seguito si riporta un elenco con i principali materiali, componenti e lavorazioni esterne che verranno considerati come costi diretti (da notare: non tutti gli articoli hanno tutti i materiali, componenti o lavorazioni esterne):

 Pellami  Tessuti  Rinforzi  Soletto di montaggio  Suola  Tacco (e sottotacco)  Piantella  Contrafforte  Puntale  Elastico o mignon

 Eventuali accessori (tipo: fibbie, fiori, catenine, ecc.)  Taglio

 Aggiunteria  Fasciatura tacco

 Applicazione tacco-suola  Rifinitura in cuoio

 Etichettatura soletto di pulizia  Altre lavorazioni particolari

In sostanza l’unico componente che non viene trattato come costo diretto è la gommapiuma che viene inserita, durante la fase di assemblaggio in manovia, tra il soletto di pulizia e il soletto di montaggio. Tale esclusione è giustificata da diverse considerazioni: il costo è nell’ordine dei centesimi di Euro; esistono pochissime differenziazioni tra i tipi di gommapiuma utilizzabili; la gommapiuma viene acquistata in rotoli e utilizzata in manovia come un materiale di consumo in modo analogo a mastici e colle. Per questi motivi i costi associati all’acquisto di gommapiuma saranno trattati come un costo per materiali di consumo della manovia.

99 L’unica vera eccezione è rappresentata dalla lavorazione di taglio, quando esso avviene internamente. In tal caso non esiste un prezzo ottenuto da fattura, come per tutte le lavorazioni esterne. Per risolvere questo problema è stato deciso di calcolare il costo dell’operazione di taglio interno e di trattarlo come un costo diretto per gli articoli che ne hanno usufruito. In questo modo tutti gli articoli, indipendentemente dal fatto che siano stati tagliati internamente o esternamente, hanno l’attribuzione del costo della lavorazione di taglio nella stessa maniera: agli articoli tagliati esternamente viene associato il costo della lavorazione esterna mentre agli articoli tagliati internamente viene associato il costo del processo di taglio interno.

Questa modalità di attribuzione dei costi diretti presenta un’unica vera difficoltà ovvero il fatto di dover gestire molti materiali, componenti e lavorazioni esterne, visto la presenza di circa 180 articoli diversi prodotti ogni stagione.

Da notare che esiste il costo per l’acquisto della fustella, cioè una “forma” in acciaio utile per tagliare il tomaio. Tale spesa, che viene sostenuta per poter permetterne il taglio, è indipendente dal numero di paia prodotte per un dato articolo. Perciò per calcolare il costo che le fustelle hanno sulle paia di produzione, si può dividere il costo totale di acquisto della fustella di un dato articolo per il numero di paia prodotte. Da notare che, per gli articoli della stagione precedente (per cui la fustella è già presente) e per quelli tagliati internamente (la fustella è necessaria per poter effettuare il taglio presso i terzisti), la fustella non viene acquistata.

Infine esiste la voce di costo “Trasporti su vendita” che raccoglie tutte le spese legate alla spedizione delle paia di produzione. Questa voce, riguardando solo il canale FR, visto che le Agenzie utilizzano i propri corrieri, viene allocata sulle scarpe di produzione vendute attraverso tale canale semplicemente ribaltando il costo totale sul numero di paia vendute: viene quindi trattato come un costo diretto. Esso viene allocato come costo diretto anche a livello di contabilità cliente visto che riguarda solo il macrocliente FR.

3.5.1.2. Attribuzione dei costi diretti per i campioni e i controcampioni

Radicalmente diverso è invece il discorso per i campioni e i controcampioni. In questo caso non esiste un flusso standard per le lavorazioni esterne. Infatti per alcuni campioni (o

100 controcampioni) le lavorazioni come taglio e aggiunteria avvengono internamente, mentre in altri casi avvengono esternamente. Inoltre il prezzo delle lavorazioni esterne, relative alle paia di campionario, è spesso forfettario: può variare in base al momento in cui viene processato e non in base alla complessità di lavorazione dell’articolo.

Anche a livello di fatturazione delle lavorazioni esterne, mentre nel caso delle paia di produzione si ha una voce distinta per ogni articolo differente, nel caso dei campioni (o controcampioni) si ha la presenza di un’unica voce che raccoglie tutti questi. Perciò anche all’interno di Impresa24 (sistema gestionale amministrativo) esiste una voce di costo definita “costi per campionario” che comprende tutti i materiali e tutte le lavorazioni esterne approvvigionate per creare i campioni e i controcampioni.

Altro problema da considerare è il fatto che, durante la creazione del campionario, vengono sfruttati alcuni materiali, componenti e lavorazioni per creare i prototipi. Questi costi non potranno essere imputati a livello di singolo campione, visto che le dinamiche legate alla creazione dei prototipi è indipendente dalla realizzazione dei singoli campioni.

Vista la situazione che si presenta per quanto riguarda i campioni, risulta impossibile e privo di senso attribuire i costi diretti singolarmente per ogni campione realizzato. È stato quindi deciso di utilizzare il totale dei costi delle materie prime e delle lavorazioni esterne legate alla creazione dei campioni e dei controcampioni e di allocarli su tutti i campioni e controcampioni in maniera uniforme. Il piccolo errore che questa metodologia può introdurre risulta comunque minimo rispetto ai costi di creazione e gestione che ognuno di queste paia sostiene.

Quindi in sostanza i campioni e i controcampioni non avranno alcun costo allocato direttamente, come invece avviene per la paia di produzione.

3.5.2. Analisi dei modelli teorici su cui strutturare il sistema di contabilità