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VAR GIORNALIERO PORTAFOGLIO DI NEGOZIAZIONE

Confronto Mondiale Mercati nei Derivat

VAR GIORNALIERO PORTAFOGLIO DI NEGOZIAZIONE

Intesa San Paolo Unicredit

Var medio Var max Var min Var medio Var max Var min

2013 57,9 88,5 37,8 48,4 65,5 33

2014 48,5 73,8 32 72 95,5 55,3

2015 94,4 125,8 64,6 25,1 42,4 9

Tutti i requisiti regolamentari all’interno dell’”arena” del Market Risk sono stati recepiti tramite lo sviluppo interno di modelli e di strutture IT necessari, invece di ricorrere all’acquisizione di soluzioni esterne già “pronte”.

Questo ha consentito ad Unicredit e Intesa di creare soluzioni che per molti aspetti possono essere considerate al pari dello spettro di soluzioni sofisticate che possono essere trovate in questo settore.

Il gruppo UniCredit e il gruppo San Paolo calcolano sia il VaR che il VaR Stressato per il rischio di mercato su posizioni di negoziazione attraverso il metodo della simulazione storica.

Tale metodo prevede la rivalutazione giornaliera (in full revaluation approach) delle posizioni sulla base dell’andamento dei prezzi di mercato su di un opportuno intervallo temporale di osservazione.

La distribuzione empirica di utili/perdite che ne deriva viene analizzata per determinare l’effetto di movimenti estremi del mercato sui portafogli.

Dato un portafoglio, una probabilità e un orizzonte temporale, il VaR è definito in modo che la probabilità che la perdita data dal mark-to-market su un portafoglio, per un determinato orizzonte temporale, non ecceda tale valore ad un livello di confidenza stabilito (assumendo nessuna negoziazione nel portafoglio).

I parametri utilizzati per il calcolo del VaR sono i seguenti: intervallo di confidenza del 99%; orizzonte temporale di 1 giorno; distribuzione di utili/perdite ottenute da uno scenario storico che copre gli ultimi 500 giorni. Il modello è ricalibrato giornalmente. L’utilizzo di un orizzonte temporale di 1 giorno consente un confronto immediato con gli utili/perdite realizzati, e tale confronto è il cuore del Backtesting.

CONCLUSIONI

I rapidi mutamenti delle condizioni di mercato in cui le banche negli ultimi anni si sono trovate ad operare e i recenti dissesti di alcune importanti istituzioni finanziarie, hanno messo in luce aspetti fondamentali della gestione caratteristica della banca, in passato sottovalutati.

Ci riferiamo, in modo particolare, al ruolo determinante assunto dalle strategie di valutazione dei rischi di mercato connessi alle fluttuazioni dei tassi di interesse, di cambio e delle quotazioni delle attività finanziarie detenute dagli intermediari.

In generale, il processo di risk management si pone l’obiettivo di valutare la congruità dei rischi assunti in base alla capacità patrimoniale esistente.

Tale scopo viene perseguito attraverso una procedura di individuazione, di misurazione e di gestione dei fattori di rischio rilevanti (di credito, di mercato, operativi, di controparte).

Il fine è determinare il profilo di rischio/rendimento coerente con gli obiettivi del management, delle autorità di vigilanza e del mercato.

Anche se la maggior parte delle colpe di una non perfetta misurazione del rischio di mercato è stata attribuita al Var, è molto importante sottolineare che se un processo si fonda sullo stesso Var, non significa che esso sia colmo di incongruenza ed inesattezza, in quanto per la sua applicazione necessita di determinate assunzioni di partenza, che possono risultare fuorvianti rispetto alla realtà. Esso è solo un’indicazione numerica della perdita massima potenziale, la quale per essere

efficiente ed efficace, ha bisogno soprattutto della professionalità e dell’esperienza di persone in grado di saperlo utilizzare ed analizzare correttamente al fine di una giusta rappresentazione del mercato in cui si opera ed una corretta stima del rischio ( e del relativo requisito patrimoniale), con lo scopo ultimo di giungere a una stabilità patrimoniale e contenimento del rischio e ad una sana e prudente gestione.

La colpa, se così si vuole chiamare, più ingente va rivolta proprio alla vigilanza che ha avuto il grande demerito di lasciare inalterata una riforma al quanto precaria come Basilea II. Proprio per questo il comitato stesso ha realizzato una riforma completa e idonea a congiungere gli obiettivi di risk management e vigilanza, ossia la citata “Foundamental review of trading book”, riforma completa ed esaustiva per rimuovere tutte le anomalie che nel corso del tempo si sono manifestate.

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