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LA VEGETAZIONE DELLA ZONA RURALE

Elemento qualificante del paesaggio agrario del comune di Malo sono le siepi. Esse costituiscono una struttura biologica verticale che rompe la monotonia del paesaggio e parallelamente contribuiscono ad aumentare la complessità biologica dell’agroecosistema.

Le siepi arboree sono localizzate lungo corsi d’acqua, strade e confini poderali, principalmente in monofilari e nelle zone marginali spesso si organizzano in piccole bande boschive (foto 17).

Salvo qualche filare monospecifico di robinia, le chiome delle piante raramente si dispongono sullo stesso piano: ad alberi di medio-alte dimensioni (alcuni esemplari di pioppo superano i 25 m di altezza e i 70 cm di diametro) si alternano piante più piccole (robinia, acero campestre, olmo, ontano nero, platano, gelso ecc.), consociate ad alcune piante arbustive (sanguinello, corniolo, sambuco, nocciolo, ecc.).

Lungo poche siepi e in prossimità delle zone più boschive sono presenti esemplari di farnia o rovere, specie relitto della foresta mesofila che un tempo ricopriva gran parte della pianura Padana.

Altri esemplari più piccoli di farnia si ritrovano in alcune siepi nella zona meridionale, poste lungo fossati, consociati a piante di olmo, ontano e acero, costituendo delle formazioni vegetali di notevole interesse naturalistico.

L’età delle siepi è abbastanza eterogenea e ciò dipende dall’incidenza delle pratiche agricole.

Alcune specie sono utilizzate con turni molto brevi per ricavare pali e altri assortimenti (legacci, ecc.), altre specie sono destinate alla produzione di legna da ardere. Molte siepi sono abbandonate e lasciate alla libera evoluzione, con piante che superano i 50 anni di età.

Una delle specie più diffuse è la robinia; questa pianta s’inserisce come specie pioniera nelle siepi in abbandono e costituisce in zone marginali delle piccole bande vegetali. Viene governata a

ceduo a ceppaia, per ricavare legna da ardere e paleria e la sua frequenza diminuisce nella zona sud dove i terreni risultano più umidi e meno drenati.

Le siepi di robinia talvolta si associano a molte altre specie, come il pioppo, il salice, l’acero, l’olmo. In questi siepi gli interventi sono saltuari e il loro governo e diversificato.

Altra specie molto diffusa è il pioppo nero. Il pioppo nero si ritrova spesso consociato con altre specie e nel piano dominante, specialmente lungo le aree più umide.

Il salice tende a formare filari monospecifici, governato a ceduo a capitozza. La partecipazione di altre specie arboree (ontano, robinia, pioppo, ecc.) di specie arbustive spontanee (sambuco, sanguinello, nocciolo, ecc.) tende ad aumentare nelle siepi meno utilizzate.

Poco frequente è il platano, una specie governata a ceduo a ceppaia e ad altofusto. Dal governo a ceduo si ottengono la legna da ardere e paleria.

In alcune siepi fanno la comparsa alcune specie infestanti, per esempio la Broussonetia papyrifera e l’Ailanthus altissima.

Non di rado si possono trovare piccoli impianti polispecifici con specie autoctone di recente messa a dimoravi sono piante di acero campestre e montano, olmo campestre e pioppo nero. In altre giovani formazioni si ritrovano noce nostrano, frassino maggiore, carpino bianco, ciliegio, gelso e altre specie.

Alcuni giardini privati di una certa estensione sono costituiti da specie non autoctone, in particolare conifere come il pino domestico (Pinus pinea), i cedri (Cedrus deodara e atlantica), i cipressi (Cupressus spp.) e abeti rossi (Picea excelsa). Sono presenti impianti di Storace americano (Liquidambar stiraciflua), Albero dei tulipani (Liriodendron tulipifera), quercia rossa (Quercua rubra) e Paulovnia (Paulownia tomentosa).

Lungo alcune strade interpoderali, principalmente nei pressi del confine comunale, si sviluppano filari paralleli di siepe su entrambi i lati della carreggiata, formando una specie di galleria verde di particolare interesse estetico e naturalistico.

Lo sviluppo lineare delle siepi ed alberature censite nel territorio agricolo e non, è di circa

96,95 Km di vegetazione a cui vanno sommati 1,76 km di alberature di particolare interesse per un totale di 98,69 km. Considerata la superficie agricola SAU che risulta dai conteggi fatti pari a 1.998,14 ha (rilievo 2008) avremo uno sviluppo per ettaro di superficie agricola di circa 49,39 m/Ha di siepi e/o alberature.

In riferimento ai dati bibliografici recenti e a studi effettuati (AAVV “monitoraggio e supporto della pianificazione forestale” Edilizia e Territorio n° 1/2006) appare importante affermare che il dato di circa 49,39 m di siepi per Ha di SAU appare un indicatore di alta qualità del sistema agroforestale del territorio.

Infatti alla siepe è riconosciuto un importante ruolo multifunzionale per l’agroambiente sia per la qualità del paesaggio, che per la possibilità di ridurre gli inquinanti apportando un aumento di biodiversità.

La densità agroforestale ottimale ovvero metri di siepe per unità di superficie (secondo Rivella 2001, Bassetti 2003) è di 40 m/Ha e pertanto quanto riscontrato è un parametro sufficiente ad affermare che la potenzialità ecologica del territorio agricolo è di buona entità.

Per quanto riguarda le aree boscate anche in questo caso esistono dei parametri sia qualitativi che quantitativi.

Si è notato che minore è la densità della superficie boscata e minore è la superficie unitaria, più bassa è la potenzialità ecologica. I 353,56 Ha di superfici a gruppi arborei da legno presenti nel territorio comunale corrispondono in percentuale all’12,20 % della superficie totale con una dimensione unitaria quasi sempre superiore ai 4-5 Ha di dimensione minima (Sartori e Rivella 2001) e pertanto rappresentano una importante potenzialità ecologica.

L’analisi di questi parametri permette di valutare e quantificare la potenzialità paesistica del territorio e la capacità di sviluppo della biodiversità del territorio comunale anche in funzione della progettazione della rete ecologica comunale da sviluppare come proposta nella tavola della trasformabilità.

Importante è anche dare un’indicazione specifica per gli interventi sia nel territorio rurale che per

gli interventi effettuati anche da parte di privati sia a livello di imboschimento che a livello di giardini, aree verdi, ecc. è pertanto necessario indirizzare l’inserimento di nuove piante va fatta utilizzando specie autoctone quali ad esempio tra quelle evidenziate nella seguente tabella 23.

Tabella 23 - Elenco specie autoctone e naturalizzate da inserire negli impianti di siepi, alberature e sistemazioni a verde in genere.

ALBERI:

Ac Acero campestre (Acer campestre) Ag Ontano nero (Alnus glutinosa)

Fe Frassino maggiore (Fraxinus excelsior) Fs Faggio (Fagus sylvatica)

Jr Noce nostrano (Juglans regia) Jn Noce americano (Juglans nigra) Ma Gelso (Morus alba M. nigra) Md Melo (Malus domestica)

Oc Carpino nero (Ostrya carpinifolia) Pa Pioppo bianco (Populus alba) Pc Pero (Pyrus Communis) Pe Pioppi euroamericani Pl Platano (Platanus acerifolia) Po Pioppo nero (Populus nigra,)

Pit Pioppo cipressino (Populus nigra var. italica) Pm Mirabolano o susino (Prunus domestica) Pv Ciliegio (Prunus avium)

Ti Tigli (Tilia sp.p.)

Uc Olmo campestre (Ulmus campestris) Ul Olmo siberiano (Ulmus sibirica)

ARBUSTI:

Cm Biancospino (Crataegus Monogyna) Cg Sanguinello (Cornus sanguinea) Ca Nocciolo (Corylus avellana) Ps Prugnolo (Prunus spinosa)

LA FAUNA

La componente faunistica che caratterizza il territorio comunale di Malo è rappresentata da molte specie appartenenti alla mammalofauna, all’ornitofauna, all’erpetofauna, all’ittiofauna ed all’entomofauna, che frequentano gli ambienti urbanizzati, gli ambienti agricoli, collinari e gli ambienti ripariali nei pressi dei numerosi corsi d’acqua che attraversano il territorio.

Gli ambienti urbanizzati, i parchi pubblici e privati all’interno del territorio, le aree agricole circostanti e soprattutto la zona collinare posta ad occidente, possono ospitare specie e comunità faunistiche importanti.

L’elevata biodiversità riscontrabile in un ambiente in parte artificiale ed in parte naturale, ma soprattutto negli habitat naturali, è da tenere in considerazione in virtù dell’importanza che tale diversità biologica ha sulla qualità della vita dei cittadini e quindi della comunità.

Il mosaico ambientale generato dall’intreccio di campi coltivati, torrenti, vie d'acqua, fossati d'irrigazione e dalle zone collinari boscate, presenti nel territorio comunale costituisce una rete ecologica naturale e vegetale nella quale possono trovare rifugio molte specie appartenenti alla fauna selvatica.

Relativamente alla zona collinare posta nella parte occidentale del Comune, ed al rilievo denominato “Montecchio”, caratterizzati prevalentemente da boschi cedui e formazioni di castagneti-rovereti, orno-ostrieti, ostrio-querceti e robinieti si possono ipotizzare, sulla base di

osseervazioni dirette e consultazione di bibliografia specifica, le seguenti frequentazioni faunistiche:

per quanto riguarda l’ornitofauna si ricordano principalmente i rapaci diurni e notturni quali il gheppio (Falco tinnunculus), la poiana (Buteo buteo), il barbagianni (Tyto alba), il gufo comune (Asio otus), l’allocco (Strix aluco) la civetta (Athene noctua), i lanidi come l’averla piccola (Lanius collurio), i silvidi quali la capinera (Sylvia atricapilla), la salciaiola (Locustella luscinioides) ed il beccafico (Sylvia borin), nonchè molti altri uccelli selvatici tra i quali ricordiamo molti corvidi, fringillidi e passeriformi che frequentano le fiormazioni boschive e l’idrografia superficiale per sosta, alimentazione, riproduzione e riparo.

Tra i mammiferi presenti nei contesti naturalistici collinari sopraccitati si ricordano la volpe (Vulpes vulpes), il capriolo (Capreolus capreolus), la donnola (Mustela nivalis), la faina (Martes foina), la martora (Martes martes), la lepre (Lepus europaeus), il moscardino (Muscardinus avellanarius), il ghiro (Glis glis), il riccio (Erinaceus europaeus) e molte altre specie di roditori che frequentano la componente vegetale e sotterranea del territorio. Numerose anche le specie appartenenti all’ordine dei chirotteri. Si segnala anche la presenza del cinghiale (Sus scrofa), in espansione incontrollata, come accade in altre aree collinari regionali.

Per quanto riguarda l’erpetofauna, nel territorio comunale si riscontrano la maggior parte delle specie che frequentano sia il contesto urbanizzato sia il contesto rurale e naturalistico; si menzionano la lucertola muraiola (Podarcis muralis), l’orbettino (Anguis fragilis), la natrice dal collare (Natrix natrix), il biacco (Hierophis viridiflavus), il ramarro (Lacerta viridis), il rospo comune (Bufo bufo), la rana di lataste (Rana latastei) e l’ululone dal ventre giallo (Bombina variegata).

Infine, per quanto riguarda l’entomofauna, si ricorda che la sua presenza nel territorio comunale è numerosa e di indubbio valore; questa componente ricopre un ruolo molto importante nell’intera catena alimentare della fauna selvatica.