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1929

Il 1929 contiene soltanto pochi articoli in diretta correlazione con la creazione dell’ Unione degli Scrittori, ancora lontana temporalmente, ma molti che ne preparano il background ideologico.

Nel n° 18 del 19 agosto, ad esempio, viene riportata una lettera inviata alla redazione di LG da Efim Zozulja il giorno precedente, intitolata “Sull’ Unione Panrussa degli Scrittori”, in cui l’autore comunica le proprie dimissioni dal Сonsiglio Direttivo della VSP. Egli sostiene che l’esistenza dell’Unione così come si è presentata negli ultimi anni sia priva di senso. Infatti essa non è professionale, non può configurarsi né come accademia, né come corrente letteraria, ma solo come raggruppamento di autori dai diversi punti di vista (dai mistici ai comunisti), in cui indistintamente sono accettati tutti gli scrittori e traduttori, sia già famosi, sia giovani alle prime armi, provenienti dalle varie organizzazioni. La riunione generale avviene soltanto una volta all’anno, guidata sempre dagli stessi personaggi, ormai noti.

L’Unione non possiede una piattaforma politica e sopravvive nella mancanza di un lavoro dotato di obiettivi reali, nell’assenza di un collegamento con la quotidianità, di qualsiasi interesse, di un chiaro scopo dell’esistenza dell’ Unione stessa. I membri che

61 richiedono di entrare a farne parte spesso sono accettati o rifiutati soltanto in base al principio delle conoscenze.

Il 2 settembre, invece, la peredovaja stat’ja, intitolata Pisaltel’ i

politika (“Lo scrittore e la politica”), si riferisce al “caso Pil’njak”,

autore che nel 1929 aveva ottenuto aspri attacchi da parte della critica a causa della pubblicazione del racconto lungo “Mogano”, stampato a Berlino presso una casa editrice diretta da emigrati russi. L’opera non era stata autorizzata dal Glavlit (l’organo predisposto alla censura dal 1922 al 1991), per cui lo scrittore fu accusato di “alto tradimento letterario” e screditato sulle pagine dei giornali principali.

Nel suddetto articolo di LG (n° 20), la critica a Pil’njak si accompagna ad un invito all’ attuale Unione Panrussa degli Scrittori a farsi più vigile nell’individuare i nemici di classe ed a cercare di rinnovarsi e politicizzarsi.

Nel numero successivo (n° 21 del 9 settembre) un titolo a caratteri cubitali, evidenziante l’antisovieticità del lavoro di Pil’njak, stanzia che l’ Unione debba essere riorganizzata per l’ottenimento di una sua parte attiva nella costruzione del socialismo.

Lunedì 30 settembre (n° 24), l’annuncio ufficiale della riorganizzazione della VSP in VSSP (Unione Panrussa degli Scrittori Sovietici) viene inserito in prima pagina, all’interno di “Sojuz pisatelej na novych putjach” (“L’Unione degli Scrittori su nuove strade"). Sono necessarie più fermezza, onestà e chiarezza politica da parte dei nuovi dirigenti, da affiancare ad un’opera di pulizia tra le file dei membri attuali.

62 Il 1929 prosegue con l’insistere costantemente sulla necessità di educare gli scrittori al bolscevismo e con il dare le dritte sullo stile e le tematiche da seguire.

Il penultimo numero dell’anno (n° 36 del 23.12) è forse quello che con maggior chiarezza indica come la VSSP debba divenire un’arma di prim’ordine della rivoluzione culturale, riportandone per iscritto i fondamenti della Dichiarazione (L. Leonov, V. Kirillov:

Osnovy Deklaracii Vserossijskogo Sojuza Sovetskich Pisatelej):

“1. Per la prima volta nella storia dell’ umanità non solo sono pronunciati, ma si stanno realizzando i principi della ricostruzione del mondo socialista. Il paese dei Soviet, sotto la guida del VKP(B) entra a far parte del periodo di ricostruzione socialista dell’industria e di ricostruzione di abitudini culturali e relazioni quotidiane. Più risolutamente vengono ricostruite l’industria e la vita quotidiana, più viсino diviene il raggiungimento di una società socialista. Sia in città che nelle campagne, così come nell’ Unione e fuori dalle frontiere, nelle file dei combattenti per tale causa si distinguono nuove forze. Ma l’aumento delle potenze politico - economiche dell’ URSS si configura per le classi nemiche al socialismo come una terribile ed immediata minaccia in relazione al periodo di ricostruzione, ragione per cui la loro opposizione aumenta non solo all’interno dell’ Unione, ma anche nel resto del mondo. In questo periodo in modo particolare sorge una domanda per tutti gli scrittori dell’ Unione Sovietica: essere pro o contro la conduzione del proletariato attraverso inusuali condizioni di difficoltà verso la costruzione del socialismo. Titubazioni in questo campo spesso vengono mascherate sotto l’etichetta di apoliticità, che in pratica si

63 configura come un lasciare spazio all’avanzata dei nemici del proletariato. In questo momento è già chiaro che nelle file dell’

intelligencija si sta verificando un processo di sfaldamento e non

c’è dubbio che tale processo conduca ad un risolutivo passaggio delle frange migliori di essa verso posizioni rivoluzionarie per la sua partecipazione alla costruzione di una cultura socialista.

2. Una delle aree più sviluppate e responsabili della cultura è la letteratura. Considerarla come un riflesso del mondo significa ridurne i compiti. Come tutti i restanti ambiti della cultura e dell’arte, la letteratura è non solo un riflesso della vita, ma una potente arma di influenza sociale, e si configura come tale anche per il volere dei suoi creatori. In relazione allo svolgimento della rivoluzione, gli scrittori devono darsi degli scopi chiari per i quali combattere attraverso la letteratura. Davanti alla letteratura sovietica sta un solo fine: dipingendo e comprendendo il mondo, ricostruirlo.

3. La VSSP si considera come organo dell’ intelligencija rivoluzionaria, che unisce i suoi compiti e fini a quelli del proletariato in un piano unico di lotta per il socialismo. Lo scrittore non dev’essere un osservatore distaccato della vita: è obbligato a prendere parte ai processi creativi con la parola e con i fatti. Per questo l’interpretazione della definizione “scrittore sovietico” riferita al solo ambito territoriale è da escludere. Può chiamarsi sovietico soltanto lo scrittore che con piena sincerità e coscienza delle sue responsabilità rafforza con mezzi a lui accessibili il lavoro artistico, verso la ricostruzione del paese. Il periodo attuale di particolare inasprimento della lotta di classe e della differenziazione

64 delle forze letterarie richiede dallo scrittore una piena adesione alla causa della costruzione del socialismo. Per questo, come suo compito fondamentale, la VSSP propone una compartecipazione alla trasformazione della sensazione della propria esistenza al mondo in quanto scrittori in una spiccata visione del mondo comunista.

4. Includendo tra le sue file i rappresentanti di tendenze artistiche tra loro diverse, la VSSP nel complesso non appartiene a nessuna di queste tendenze. Nella eterogeneità delle tendenze tematico-stilistiche la VSSP intravede la legittima varietà intrinseca alla vita stessa. In questa fase non ci possono essere un unico stile ed un’unica tematica all’interno della letteratura sovietica. L’eredità della letteratura russa classica deve divenire oggetto di studi accurati, ma la falsa rappresentazione della legittimità della tradizione è soggetta ad un forte riesame, in particolar modo nell’ambito dell’impostazione ideologica. Il programma della VSSP non si basa sullo studio dei classici in senso stretto, bensì sul loro superamento artistico nello stile, nelle tematiche e nell’ideologia. 5. Dichiarando uno stretto legame tra lo scrittore e la contemporaneità, la VSSP mette in guardia da una comprensione semplicistica di tale affermazione. Le tematiche di un’epoca non possono essere circoscritte alle tematiche del giorno. Per la creazione artistica non esistono momenti irrilevanti: ogni fenomeno ha diritto di essere menzionato, nell’ottica dello scrittore, ma gli avvenimenti e le tematiche di secondo livello non devono offuscare l’attenzione del creatore da ciò che è fondamentale ed importante. Proprio nello smarrimento di prospettiva si cela il pericolo dell’

65 incompatibilità con una creazione artistica autentica. Contro il tentativo di sopraffare la bassezza creativa attraverso l’attualità della tematica e la storpiatura del pensiero prese in prestito dalla stampa pubblicistica, la VSSP porterà avanti una dura lotta. Le false opere “rivoluzionarie” non solo abbassano il livello della letteratura, contaminandola con mediocre ciarpame, ma provocano obiettivamente un effetto controrivoluzionario. (…) Soltanto con l’elevazione dell’arte della parola a un gradino superiore può essere raggiunta la sintesi tra chiarezza ed alto livello artistico.

6. Nell’ambito della critica letteraria la VSSP constata un frequente abbassamento di qualità sia nei contenuti che nella forma fino ad una sostituzione della critica con esercizi di stile mordaci e semianalfabeti. La VSSP considera necessario sottolineare con particolare perseveranza che la critica si configura come arte non meno rilevante rispetto alla letteratura artistica; la responsabilità politico - sociale del critico non è inferiore rispetto a quella del romanziere o del poeta. In virtù di questo la VSSP ritiene necessario intraprendere una campagna per l’innalzamento della qualità della critica letteraria e per la creazione di legami con i migliori rappresentanti della critica marxista.

7. La VSSP entra nella FOSP al fine di mettere in accordo il suo lavoro con gli altri settori della letteratura sovietica e creare un unico fronte letterario. Solo seguendo la strada di un lavoro collaborativo di tutti i settori della letteratura sovietica all’interno della FOSP saranno raggiunte e rafforzate la sua influenza ed il suo significato.

66 8. Dichiarando posizioni reali, la VSSP ritiene che il ruolo storico della vecchia Unione degli scrittori che univa i suoi membri fondamentalmente sulla base di interessi puramente materiali e professionali sia eliminato. Il movimento rivoluzionario costringe ogni cittadino, ed in modo specifico ogni scrittore ad essere tra le sue prime file. Non c’è più l’ Unione Panrussa degli Scrittori. Esiste, si rafforza e si sviluppa l’ Unione Panrussa degli Scrittori Sovietici, che deve divenire uno dei mezzi più efficaci a servizio della rivoluzione.”

E’ in questo stesso numero di “Literaturnaja Gazeta” che si possono leggere in prima pagina i messaggi di auguri per il cinquantesimo compleanno di Stalin da parte del Segretariato della FOSP, in aggiunta ai vari estratti dei messaggi inviatigli dalle organizzazioni di partito e da personalità influenti quali Maksim Gor’kij due giorni prima, il 21 dicembre, momento considerato come effettivo punto di partenza del culto della personalità. Al centro di essa, la foto del vožd i organizator del proletariato dell’ Unione Sovietica e del mondo intero, si staglia a sancirne l’ormai incontrastata supremazia.

67

1930

Anche il 1930 si apre all’insegna dell’insistenza sul concetto di libro come arma della lotta di classe e della necessità dell’inclusione dello scrittore nel meccanismo di costruzione della società socialista, contro l’apoliticità e la neutralità.

E’ l’anno in cui viene istituita la LOKAF (Literaturnoe

ob’edinenie Krasnoj Armii i Flota - Unione letteraria dell’ Armata

Rossa e della Flotta), che avrebbe avuto vita breve, fino al 1932. Tra i suoi compiti principali vi era quello di educare i quadri più giovani provenienti dall’ambiente dei combattenti dell’ Armata Rossa e della flotta, con la creazione di circoli letterari tra le truppe e gli equipaggi, che avrebbero contribuito a formare opere di carattere e tematiche belliche.

Inizia a manifestarsi con sempre maggior convinzione la volontà di riorganizzare il lavoro in modo sempre più chiaramente strutturato e volto alla realizzazione di un obiettivo unico. A tal proposito, propongo un articolo del n° 19 (56) del 12 maggio, intitolato Perestroit’ rabotu FOSP (“Ricostruire il lavoro della FOSP”):

“L’organizzazione FOSP stava intraprendendo un grande passo avanti lungo la strada dell’unione delle forze letterarie intorno ai comuni problemi artistici, sociali e politici. Dalla sua esistenza si aprivano le possibilità di superamento delle tendenze negative (…) e di rafforzamento della guida proletaria su tutti i fronti della letteratura sovietica, e di una lotta sempre più intensa con la borghesia letteraria.

68 Tuttavia, come sono state utilizzate queste possibilità? In modo insufficiente.

Questo è particolarmente chiaro adesso che il paese è entrato nel momento di maggiore responsabilità del periodo di ricostruzione. Non di rado è stato detto che il periodo di ricostruzione ha presentato una serie di nuovi difficili problemi, per la risoluzione dei quali è necessaria la rivitalizzazione delle nostre organizzazioni letterarie e degli stessi metodi di lavoro.

E’ necessaria una riorganizzazione delle relazioni reciproche tra le organizzazioni letterarie e gli organi della società proletaria. Si è interessata sufficientemente a questa ricostruzione, la FOSP? L’attività dei suoi organi strutturali era all’ altezza dei problemi di ricostruzione? No. Purtroppo essi sono arretrati rispetto ai problemi della contemporaneità. E come potrebbero non essere arretrati se finora non si è riusciti a stabilire l’ordine elementare del lavoro di tali organi?

L’organo più importante, il Consiglio della Federazione, non si riunisce da due anni, dal maggio del 1928.

L’Ispolburo (Ufficio Esecutivo) si è riunito più spesso, ma la sua attività ha avuto principalmente un carattere consultivo, in cui si sono susseguiti lussureggianti discorsi e lunghe dichiarazioni. E’ necessario un lavoro quotidiano più politicamente attivo. Un simile comportamento porta (ed ha già portato!) a risultati lamentevoli.

Gli organi della FOSP non guidano adeguatamente l’attività letteraria, non fanno fronte alla risoluzione delle domande attuali relative alla lotta.

69 Il lavoro degli scrittori nei kolchoz, nei sovchoz e nelle fabbriche, il loro prender parte alle competizioni socialiste, la lotta alle minacce di destra e l’opportunismo in letteratura (tipico del

Pereval) – tutte queste e molte altre questioni sono ignorate dagli

organi alla guida della FOSP.

Una rilevante parte attiva nella discussione di tali questioni è stata assunta anche da “Literaturnaja Gazeta”.

La scarsa organizzazione del lavoro porta a fallimenti (parliamo chiaro!) come quello del club degli scrittori.

I mezzi economici maggiori, ottenuti dal governo per la costruzione del club sono stati presi per ora senza essere stati utilizzati come avrebbero dovuto.

Per parlar chiaro: noi non abbiamo un club letterario: anche se abbiamo un edificio ristrutturato, ci manca una direzione efficiente. (…)

La Federazione si basa su una casa editrice di second’ordine, priva di un’onesta fisionomia ideologica. Nel momento attuale, la questione della riorganizzazione degli affari dell’editoria deve essere posta in modo risoluto. La produzione può - e deve - essere aumentata di 3 – 4 volte. La FOSP deve raggruppare intorno all’editoria i migliori autori e redattori. Gli scrittori devono mostrare di saper stampare i propri libri. Tuttavia, finora non è stato fatto niente di materiale al fine della ristrutturazione. (…)

L’autocritica e l’opinione pubblica devono prender posto adesso ad un gradino più elevato, entrando nella pratica di lavoro della FOSP e di tutti i suoi organi. (…)

70 La FOSP ha basi abbastanza solide per consentire lo sviluppo di un lavoro grande ed utile alle masse. Nonostante la debolezza dimostrata, ha ottenuto per sé un posto nel sistema delle organizzazioni letterario - politiche e da ciò consegue ancor più la necessità di velocizzare la ricostruzione delle forme e dei metodi di lavoro e di liquidare l’arretratezza di tali forme e metodi, che si allontana dai requisiti al momento necessari. E’ doveroso rafforzare gli organi della FOSP come organi in grado di guidare i processi politico - letterari e distinguere i compagni più capaci e coerenti tra tutte le organizzazioni.”

Il contenuto di questo articolo viene ripreso più volte, ripetuto quasi negli stessi termini in molti dei numeri successivi.

Maggiormente esemplificativi a riguardo: Za perestrojku (“Per la ricostruzione” - n° 27 (64) del 5 luglio), FOSP na novom etape (“La FOSP verso una nuova tappa” - n° 35 (72) del 15 agosto),

Literaturnye kadry – važnejščaja problema. Izdatel’stva i litorganizacii zabyli ob etom – neobchodima perestrojka na udarnye tempy (“I quadri in letteratura: il problema più importante.

Le case editrici e le organizzazioni letterarie si sono dimenticate di ciò – è necessaria una ricostruzione in tempi record” - n° 39 (76) del 4 settembre) e Stanem udarnikami sovetskoj literatury (“Diveniamo lavoratori d’assalto della letteratura sovietica” – n°47 (84) del 14 ottobre). Quest’ultimo articolo, rivolto all’attenzione di tutti membri dell’ Unione degli Scrittori Sovietici e al Soviet della FOSP, si conclude con la seguente esortazione:

71 “Per la ricostruzione della letteratura sovietica! Per nuovi tempi e nuovi metodi di scrittura! Per un aiuto attivo ai giovani scrittori emergenti ed ai lavoratori instancabili, richiamati al dovere letterario! Per la rivoluzione culturale! Per l’offensiva socialista sotto la guida del partito comunista e del suo irremovibile centro direttivo di lotta – il Comitato Centrale leninista!”

A questa attenzione smodata nei confronti di un mutamento strutturale si affiancano articoli sempre più volti alla definizione di “ciò che dovrà essere”. In particolare, uno dei concetti che iniziano ad essere presenti con più insistenza è quello di “materialismo dialettico”, dottrina della materia in movimento e dell’apoteosi della contraddizione.

Il termine “dialettico” esprime l’inclusione nel punto di vista materialista della consapevolezza dell’ interconnessione tra i processi e dell’universalità del mutamento. E’ un contesto in cui si rifiutano il meccanicismo inteso come materialismo non dialettico e la metafisica intesa nel senso di ontologia idealista.

Nell’ottica del materialismo dialettico nessun fenomeno della natura può essere capito se preso a sé: essi devono essere compresi dal punto di vista del loro movimento, cambiamento e sviluppo, del loro sorgere e sparire. Solo ciò che nasce e si sviluppa è invincibile, se inserito all’interno di un movimento progressivo, ascendente e di uno sviluppo dal semplice al complesso, dall’inferiore al superiore, che prende vita attraverso il manifestarsi delle contraddizioni inerenti agli oggetti ed ai fenomeni ed attraverso una lotta di tendenze opposte che agiscono sulla base di queste contraddizioni.

72 L’essenza di tale concezione filosofica del marxismo, sviluppata soprattutto da Engels e Lenin, era considerata filosofia ufficiale dell’URSS e sarebbe stata esposta in schematici punti fondamentali nel Diamat, il prontuario di regole comprendente tutti i campi dello scibile, la cui acquisizione rende possibile la comprensione del mondo e dei suoi fini. Esso costituisce la parte centrale del Breve

corso di storia del Partito Comunista (Bolscevico) dell'URSS, che

fu scritto da Stalin e pubblicato nel 1938.

Riporto qui la definizione di materialismo dialettico data proprio in quella sede:

“Il materialismo dialettico è la concezione del mondo del partito marxista - leninista. Si chiama materialismo dialettico perché il suo modo di considerare i fenomeni della natura, il suo metodo per investigare e per conoscere i fenomeni della natura è dialettico, mentre la sua interpretazione, la sua concezione di questi fenomeni, la sua teoria, è materialistica.

Il materialismo storico estende ed applica i principi del materialismo dialettico allo studio e ai fenomeni della vita sociale. Definendo il loro metodo dialettico Marx ed Engels si riferiscono di solito ad Hegel come al filosofo che ha fissato i tratti fondamentali della dialettica. Questo però non vuol dire che la dialettica di Marx e di Engels sia identica a quella di Hegel. In realtà essi hanno preso solo il suo "nucleo razionale", gettando via la corteccia idealistica e sviluppando la dialettica per imprimerle un carattere scientifico moderno.

Definendo il loro materialismo Marx ed Engels si riferiscono di solito a Feuerbach. Questo però non vuol dire che il materialismo di

73 Marx e di Engels sia identico a quello di Feuerbach. Marx ed Engels, in realtà, hanno preso da lui solo il "nucleo essenziale", sviluppandolo in una teoria filosofica scientifica del materialismo e respingendone le sovrapposizioni idealistiche ed etico - religiose (…).

Dialettica deriva dalla parola greca dialego, che significa conversare, polemizzare. Per dialettica si intendeva, nell'antichità, l'arte di raggiungere la verità, scoprendo le contraddizioni racchiuse nel ragionamento dell'avversario e superandole. Alcuni filosofi ritenevano che la scoperta delle contraddizioni nel pensiero e lo scontro delle opinioni opposte fossero il mezzo migliore per scoprire la verità.

Questo modo dialettico di pensare, esteso in seguito ai fenomeni della natura, è diventato il metodo di conoscenza della natura stessa, secondo il quale i fenomeni sono perpetuamente in moto e in trasformazione e lo sviluppo è il risultato delle contraddizioni interne alla natura e dell'azione di forze opposte.

Nella sua essenza, la dialettica è diametralmente l'opposto della metafisica.

Il metodo dialettico marxista è caratterizzato dai seguenti tratti essenziali:

a) Contrariamente alla metafisica, la dialettica considera la natura non come un ammasso casuale di oggetti e fenomeni staccati gli uni dagli altri, isolati ed indipendenti, ma come un tutt’uno nel quale sono organicamente collegati tra loro, dipendono l'uno dall'altro e si condizionano reciprocamente. Perciò il metodo dialettico ritiene che nessun fenomeno della natura può essere

74 capito se preso a sé, isolatamente, senza legami coi fenomeni che lo

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