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Verso una mappa delle «strutture» e dei servizi sociali

per la non autosuffi cienza nel welfare locale

8. Verso una mappa delle «strutture» e dei servizi sociali

La fase di transizione che ormai da molti anni sta attraversando il sistema di welfare del nostro Paese, lo sviluppo di diversi sistemi di welfare regionali e l’attivazione di nuovi fi loni di intervento (Rei, Reddito di cittadinanza...) sono alcuni degli elementi che hanno un

impatto rilevante sulla struttura e l’articolazione del welfare e sicu-ramente creano un aumento dei livelli di complessità che rendono non immediata la lettura del sistema degli interventi e dei servizi sociali. La medesima fatica emerge dalle narrazioni non solo degli operatori del servizio sociale professionale e di quelli che operano negli sportelli di segretariato sociale, ma anche da parte di molti operatori sindacali e delle realtà di terzo settore. La mappa si pre-senta dai confi ni incerti, con diverse stratifi cazioni derivanti da in-terventi non organici e soprattutto diventa di diffi cile utilizzo sia per quanto riguarda l’informazione e l’orientamento, sia nei pro-cessi di contrattazione sociale di prossimità e in quelli di progetta-zione sociale.

Ritornare al «Nomenclatore degli interventi e dei servizi sociali» (Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, 2013) può rappresentare una prima forma di ancoraggio che evita pericolose e infruttuose avventure.

Il Nomenclatore degli interventi e servizi sociali è articolato in tre macro-aree di servizi che fanno riferimento alle forme di eroga-zione delle prestazioni assistenziali e ad integraeroga-zione socio-sanitaria dei Comuni singoli e associati: interventi e servizi, tra-sferimento in denaro e strutture.

Tali macro-aree si raccordano con quelle previste dalla macro-ar-chitettura della classifi cazione europea prevista nel Sistema euro-peo delle statistiche integrate della protezione sociale (Sespros). Per ciascuna delle tre macro-aree è prevista una sub-articolazione in aree di servizi, in alcuni casi dettagliate in sotto-aree per meglio raggruppare sezioni omogenee di voci di servizi; queste ultime rap-presentano il dettaglio più fi ne della nomenclatura complessiva. Accanto al Nomenclatore nazionale occorre porre attenzione alla presenza di alcune versioni regionali del Nomenclatore che arric-chiscono il quadro di riferimento (tra gli altri Campania e Toscana). In relazione alla specifi cità della non autosuffi cienza l’organizza-zione potrebbe dotarsi di uno strumento progettato ad hoc che tenendo conto anche delle specifi cità regionali può diventare una preziosa bussola per i contrattualisti sociali:

¢ offre una «mappa» articolata che consente di verifi care la

do-tazione del proprio territorio in termini di interventi e servizi, trasferimenti in denaro e strutture;

¢ consente di interrogarsi su alcune traiettorie di sviluppo del

sistema attraverso un diverso mix oppure per l’introduzione di nuove modalità di intervento;

L’utilizzo del Nomenclatore se da una parte corre il rischio di una forte standardizzazione, dall’altra però consente di avere una mag-giore possibilità di confronto tra le diverse aree e di individuare possibili livelli di integrazione.

In questa prospettiva l’attivazione di un laboratorio specifi co sulla non autosuffi cienza può rappresentare un’esperienza di progettazio-ne sociale particolarmente effi cace per sosteprogettazio-nere il sistema Cisl e per sostenere una concreta evoluzione della contrattazione sociale. Tabella 1. Macro-aree, aree e sotto-aree del Nomenclatore degli interventi e servizi sociali

Interventi e servizi

A Segretariato sociale, informazione e consulenza per l’accesso

alla rete dei servizi

B Prevenzione e sensibilizzazione

C Pronto intervento sociale

D Attività di servizio sociale di supporto alla persona, alla famiglia

e rete sociale

E Integrazione sociale

F Interventi e servizi educativo-assistenziali e per il supporto

all’inserimento lavorativo

G Interventi volti o favorire la permanenza al domicilio

H Servizi di supporto

Trasferimenti in denaro

I Trasferimenti in denaro

IA Trasferimenti per il pagamento di rette IB Trasferimenti per attivazione di servizi IC Integrazioni al reddito

Strutture

L Centri e attività diurne

LA Centri con funzione educativo-ricreativa

LB Asili e servizi per la prima infanzia

LC Centri e attività a carattere socio-sanitario

M Strutture residenziali

MA Presidi residenziali socio-assistenziali e ad integrazione

socio-sanitaria (Classifi cazione specifi ca)

S

EZIONE

II

3. r

aPPrESENTarE La NoN aUToSUFFiCiENZa

:

aNaLiSi DEi DaTi E LETTUra QUaLiTaTiVa

Di aCCorDi E ProGETTi

di Rosangela Lodigiani* ed Egidio Riva**

Chiarite, seppure sinteticamente, le priorità strategiche del sinda-cato in materia di non autosuffi cienza espresse a livello nazionale (capitolo 2), entriamo qui nel merito dell’azione sindacale a livello territoriale, analizzando la contrattazione sociale di prossimità e le progettualità locali che insistono su questo specifi co ambito di po-licy. A tal fi ne, adottiamo due diverse prospettive di ricerca e di analisi, unendo:

¢ l’elaborazione quantitativa degli accordi contrattazione

territo-riale caricati nell’Osservatorio sociale (paragrafo 1);

¢ la lettura qualitativa di una selezione di tali accordi e, insieme a

essi, di progetti e interventi attivati nei territori anche al di là delle dinamiche strettamente concertative (paragrafi 2-7). Nel complesso, questo focus si prefi gge di:

1. investigare più in profondità a quali bisogni (a partire dalla per-sona) miri a rispondere la contrattazione sociale territoriale e più ampiamente l’azione negoziale di rappresentanza del sin-dacato nei territori;

2. chiarire come e dove il sindacato agisce, su cosa interviene e quando l’azione è maggiormente strategica. Ciò tenendo in conto i diversi livelli territoriali di intervento (regionale, co-munale, intercoco-munale, distrettuale) e la pluralità di soggetti sindacali coinvolti (sindacato confederale, federazione nazio-nale dei pensionati, federazioni di categoria, associazioni, enti, servizi, ecc.).

* Professore associato, Centro di ricerca Wwell, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha scritto i paragrafi 2-7.

** Professore associato, Università degli Studi di Milano - Bicocca, ha scritto il paragrafo 1.

1. I dati dell’archivio: gli accordi rivolti