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Capitolo 2 SHARED READING E LE SUE IMPLICAZIONI NEL BAMBINO CON

3.6 Viaggiare nel tempo tramite la narrazione

La narrazione, la lettura condivisa, la lettura dialogica pone al bambino la possibilità di mettersi in gioco, di provare a vivere un’esperienza significativamente importante. Il bambino con autismo prova ad entrare in un mondo a cui poter dare forma e coerenza. Gli offre la possibilità di sperimentare prospettive diverse, di cogliere delle sfaccettature di vita che prima non erano così semplici da vedere.

Definire la narrazione secondo questi punti di vista diventa anche un argomento di forti discussioni.

Ma man mano che si andava avanti, oltre ai meccanismi della Teoria della Mente, c’è stato un evidente accordo anche sul fatto che la narrazione implicasse un riferimento alle sequenze di eventi nel tempo. In particolar modo in uno studio recente (Ferretti, et al., 2018) gli autori si sono concentrati su un’abilità cognitiva e narrativa importante: Mental Time Travel (MTT).

Quando si elabora una storia nella sua essenza è chiamata in causa la coerenza globale che è strettamente legata alla sequenza degli eventi di una storia. Per offrire questa coerenza è necessario che ognuno di noi sia capace di viaggiare nel tempo (Suddendorf, Corballis, 2007). Partendo da questo punto di vista non restava che verificare empiricamente quest’abilità, analizzandola soprattutto in bambini con autismo.

Questa scelta è dovuta al fatto che questi bambini hanno difficoltà nelle narrazioni soprattutto quando si devono organizzare gli aspetti qualitativi della storia e la catena causale di eventi che la formano. Sono per questo motivo bambini che hanno difficoltà nella gestione a livello temporale dell’esperienza (Ferretti et al., 2017).

Le abilità narrative dei bambini con ASD sono spiegate con riferimento a più processi cognitivi.

Nonostante le idee che coinvolgono la Teoria della Mente, l’Intersoggettività, la Coerenza Centrale e le Funzioni Esecutive, bisogna allargare il campo prendendo in considerazione anche l’abilità di viaggiare nel tempo. Chiedersi se i bambini con autismo sono capaci in questo e verificare se il funzionamento del MTT possa rappresentare un fattore importante per la produzione di narrazioni

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coerenti. In altre parole studiare i deficit narrativi basandosi sulla componente (probabilmente compromessa) della MTT.

È molto importante che ogni soggetto, in generale, dia una coerenza globale agli eventi della storia.

Nel senso che bisogna saper costruire una rappresentazione del significato e la sua connessione, in modo che gli elementi linguistici siano collegati insieme anche tematicamente, come sostenuto da Jolliffe e Baron-Cohen (2000).

La storia è caratterizzata da due relazioni causali, le connessioni causali e le catene causali. Tra le due certamente le catena causali, che si riferiscono a eventi collegati da cause e conseguenze e che a loro volta creano l’andamento del racconto, costituiscono il vero significato della storia (Ferretti et al., 2018).

Utilizzando come riferimento la coerenza globale narrativa nei bambini autistici, si notò che questi rispetto ai bambini con sviluppo tipico hanno ottenuto risultati inferiori per le connessioni causali, ma entrambi i gruppi si sono mostrati sensibili agli eventi di catene causali di una storia (Diehl et al, 2006). A questo punto per capirci meglio, è stato opportuno inserire una nuova componente, il tempo, dal momento che l’elaborazione narrativa vede l’organizzazione e la spiegazione di eventi che sono distanti tra loro nel tempo.

Il viaggio mentale nel tempo (MTT) come si può notare dalle parole stesse, è un sistema cognitivo che permette alle persone di proiettarsi avanti e indietro nel tempo. Esso è caratterizzata da due componenti connesse reciprocamente, e cioè:

✓ la capacità di ricordare eventi del passato o memoria episodica (EM) (Tulving, 2005), che permette dunque di riproporre eventi del proprio passato;

✓ la capacità di immaginare esperienze future o pensiero futuro episodico (EFT) (Schacter et al., 2007) , che permette di pre-sperimentare eventi possibili del futuro.

Anche a tal proposito non sono mancate le “indagini di neuroimmaging e neuropsicologiche che dimostrano come su soggetti sani molte regioni del cervello (Lobi temporali e frontali mediali, cingolato posteriore e corteccia retrospinale, nonché aree laterali, parietali e temporali), sono attive sia quando si ricordano eventi passati e sia quando si immagina quelli futuri. Queste iniziano ad emergere tra i 3 e i 5 anni di età” (Ferretti et al., 2017 pag. 3).

Riportando il pensiero di “Hassabis e Maguire (2007) si sostiene che “sia la Memoria Episodica che il Pensiero Episodico Futuro e dunque ricordare/prevedere il proprio passato/futuro e ricordare /prevedere il passato/futuro di qualcun altro riposino sulla capacità di costruzione della scena mentale, che coinvolge elementi come sentimenti, pensieri e oggetti. Perciò i processi di MTT sono coinvolti non solo per quanto riguarda la costruzione di narrative personali, ma anche quelle che coinvolgono eventi di altre persone (sia irreale che reale)”( Ferretti et al., 2018, pag.4)

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Le difficoltà, in questo contesto, dei bambini con ASD, riguarda la compromissione dell’immaginazione del futuro. Infatti quando si chiese di descrivere con dettagli eventi che sono accaduti nel corso di 10 anni, i risultati hanno mostrato che gli adulti con ASD richiamano ed immaginano meno eventi specifici rispetto ad adulti tipici (Lind, Williams, 2012). Anche in questo caso non mancano risultati contrastanti, in quanto quando si chiedeva ai soggetti con ASD di completare frasi che si riferivano a ricordi del passato ad esempio “Ricordo ancora bene come..”, e la descrizione di eventi futuri a esempio “L’anno prossimo io…”, i risultati non hanno dimostrato differenze significative con il gruppo a sviluppo tipico (Crane et al., 2008).

Questi risultati sono importanti per rilevare la relazione tra tempo e narrazione e soprattutto verificare come questa capacità di viaggiare nel tempo abbia degli effetti sull’elaborazione stessa. A sostenere questa idea fu anche Bruner (1991), quando affermò che la proiezione del tempo era il prodotto della narrativa.

Lo studio di Ferretti et al. (2018) a tal proposito ha voluto indagare la relazione tra la componente MTT (in particolare per gli episodi futuri) e le abilità narrative nei bambini (tra i 6/11 anni di età) con ASD ad alto funzionamento confrontati con il gruppo di controllo.

Venne utilizzato il Picture Book Trip (Atance, Meltzoff, 2005), in cui ad ogni bambino venivano mostrate, una alla volta, 4 immagini che illustravano un viaggio, una cascata, una lunga strada in un deserto, una vista sulle montagne e un flusso roccioso. Per ognuna di queste, lo sperimentatore mostrava 3 fotografie diverse con elementi specifici che potevano essere utili per lo scenario della destinazione, ad esempio una bottiglia d’acqua nel caso del deserto, oppure potevano non essere correlati alla scena, oppure erano elementi determinati dallo scenario stesso, ad esempio una pianta.

Questo era un compito utile in quanto è progettato per produrre pensieri futuri del sé. Infatti ai bambini veniva chiesto di immaginarsi nel percorrere la strada nel deserto anticipando degli eventi come lo stato di sete. Ad esempio si chiedeva ai bambini “quali degli oggetti ritratti in queste immagini sarà necessario portare con sé in questo viaggio?”. Selezionato l’oggetto, i bambini dovevano motivare le loro risposte. Dovevano spiegare la sua utilità in quella situazione, aggiungendo anticipazioni dei possibili bisogni futuri.

I bambini ricevevano un punto per ogni risposta giusta alla selezione dell’oggetto, un punto se includeva nella motivazione un termine futuro e parole riferite a sentimenti interni.

Le capacità narrative venivano osservate invece mediante la somministrazione di storie di fumetti per vedere come i bimbi fossero capaci di generare episodi futuri in un discorso narrativo.

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Come l’esempio riportato in figura 9, lo sperimentatore disponeva al bambino 3 immagini, di cui una era vuota.

Nella situazione A lo sperimentatore iniziava dicendo: “Ecco il Signor Marco. Sta fischiando mentre cammina”. Poi chiedeva al bambino di descrivere la seconda immagine:

“Il Signor Mario è caduto in un tombino aperto”. Successivamente indicando il foglio bianco, lo sperimentatore chiese al bambino di continuare la storia dicendogli cosa sarebbe successo dopo. I bambini per ogni storia potevano parlare liberamente fino ad arrivare alla conclusione. Qualora non arrivassero alla fine lo sperimentatore li stimolava chiedendogli ad esempio: “E poi?”.

Nell’altra situazione (B) al contrario si raccontava la storia dalla fine, chiedendo quindi al bambino che cosa fosse accaduto prima.

Ogni storia veniva trascritta testualmente, che includevano filler fonologici, pause, false partenze ed enunciati estranei. La frase veniva poi segmentata in acustica, semantica, grammaticale, fonologica.

I risultati hanno confermato la prima ipotesi secondo cui le abilità EFT sono compromesse in un sottogruppo di bambino con ASD. Nella condizione di eventi al passato, i bambini con ASD producevano meno elementi nuovi e meno collegamenti casuali rispetto al gruppo di controllo e più errori di coerenza globale. Nella condizione di narrazione di eventi futuri i bambini con ASD hanno prodotto nuovi elementi e collegamenti casuali rispetto al controllo, ma i due gruppi non differivano nella percentuale di errori di coerenza globale. Quando il gruppo ASD venne ulteriormente diviso nei sottogruppi non si riscontrarono differenze tra le due condizioni narrative. Essi si sono comportati allo stesso modo in entrambe le situazioni. L’unica eccezione è che il sottogruppo con valori inferiori nelle abilità EFT ha ottenuti risultati migliori nelle condizioni narrative future con più elementi e collegamenti casuali rispetto al controllo e all’altro sottogruppo con valori EFT superiori. Anche qui, come nei compiti di Falsa Credenza, non tutti i bambini con ASD potrebbero manifestare tali difficoltà.

Dunque si può sostenere che i sistemi cognitivi sono coinvolti nella proiezione temporale e hanno un ruolo nell’elaborazione narrativa. Anche l’immaginazione è un elemento importante, ed è evidente che in soggetti con ASD questa abilità è compromessa. Quest’ultima di conseguenza crea

Figura 9 Storie di fumetti progettate per valutare la produzione narrativa. (A) Mostra le condizioni di generazione futura (adattato da Pagni, 2011). (B) Mostra le condizioni del passato (adattato da Ripamonti, 2013)

Fonte: Ferretti et al., 2018

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deficit a livello narrativo e temporale. In questo studio però emerse un aspetto importante in quanto dato che si chiedeva ai bambini non solo di immaginare, ma esporre, elaborare le sequenze di eventi, creando connessioni causali e temporali tra loro, questo è diventato proprio un punto cruciale. Nel senso che mentre l’immaginazione si può pensare che non abbia un carattere propriamente temporale, in questo studio Ferretti et al. (2017) individuarono una dimensione temporale anche dell’ immaginazione.

La relazione tra tempo e narrazione è stata studiata, come dicevo prima, già con Bruner (1999) secondo cui le proiezioni temporali sono il prodotto delle narrazioni. Il corrente studio (Ferretti et al., 2018), a differenza di Bruner, vuole suggerire, invece, che tale abilità è coinvolta nella produzione di una storia e, dunque, la narrazione è il prodotto piuttosto che la condizione della capacità di viaggiare mentalmente nel tempo.

Le difficoltà narrative riscontrate nei bambini con ASD sono in parte legate a questa loro incapacità di proiettarsi mentalmente nel tempo. Questa compromissione va considerata insieme alla Teoria della Mente, la Coerenza Centrale, le Funzioni Esecutive per spiegare questi deficit narrativi.

Tenendo conto anche dell’immaginazione come abilità che fa parte nell’elaborazione narrativa.

Questi sono fattori che hanno bisogno di studi ulteriori, ma che ci confermano che “attraverso le storie gli uomini possono estendersi nel tempo e nello spazio, e senza questa capacità non avrebbero mai avuto il modo e le capacità di raccontare storie” (Ferretti et al., 2018, pag 13).