Capitolo 3. Criticità e prospettive
3.1. Vigilanza
Secondo l’art. 4 del D.P.R. 1409/1963 le Soprintendenze archivistiche provvedono a esercitare la vigilanza sugli archivi degli enti pubblici e sugli archivi dichiarati di notevole interesse storico di cui siano proprietari, possessori o detentori, a qualsiasi titolo, i privati. Tuttavia le Soprintendenze conoscono varie difficoltà nell’esercitare tale funzione.
Innanzitutto è difficile individuare e censire gli archivi privati. Mentre l’esistenza e il numero delle entità pubbliche sono noti, la presenza di archivi privati è tutta da dimostrare e da scoprire. Il loro censimento richiede sforzi molto intensi e conoscenza approfondita delle vicende del territorio1. Tuttavia l’interesse sempre più vasto per gli studi di storia locale, della cosiddetta microstoria, e l’accrescersi delle ricerche in questo ambito, hanno portato al fiorire di una pluralità di iniziative: riordinamenti e inventariazioni, pubblicazioni degli inventari prodotti, fino al censimento di tutti gli archivi familiari e personali, dichiarati e non, conservati presso i privati (persone fisiche e giuridiche), presso gli istituti archivistici statali e presso gli enti pubblici non territoriali, a eccezione delle istituzioni di assistenza e beneficenza,condotto tra il 1988 e il 2009da parte dell’amministrazione archivistica; l’opera, molto sommaria, deve ancora essere completata col IV volume e gli indici2.
1
GIORGETTA BONFIGLIO-DOSIO, Gli archivi privati, in Archivistica speciale, a cura di ead., Padova, CLEUP, 2011, p. 366.
2
GABRIELLA DE LONGIS CRISTALDI, Vigilanza, tutela, valorizzazione, in Il futuro della
memoria: atti del Convegno internazionale di studi sugli archivi di famiglie e di persone, Capri, 9-13 settembre 1991, Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni
archivistici, 1997, vol. 1, pp. 70-71, 77-78.GIORGETTA BONFIGLIO-DOSIO, Il sistema
archivistico italiano, «Documenta & Instrumenta», 8 (2010), pp. 43-44. I volumi pubblicati sono: Archivi di famiglie e di persone. Materiali per una guida. I: Abruzzo –Liguria, Roma, Ministero per i
beni culturali e ambientali – Ufficio Centrale per i Beni Archivistici, 1991 (Pubblicazioni degli Archivi di Stato. Strumenti, CXII); Archivi di famiglie e di persone. Materiali per una guida. II:
Lombardia – Sicilia, Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali – Ufficio Centrale per i Beni
Archivistici, 1998 (Pubblicazioni degli Archivi di Stato. Strumenti, CXXXIII). Archivi di famiglie e di
persone. Materiali per una guida. III: Toscana – Veneto, Roma, Ministero per i beni culturali e
ambientali – Ufficio Centrale per i Beni Archivistici, 2009 (Pubblicazioni degli Archivi di Stato. Strumenti, CLXXXIII).
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Una seconda difficoltà è legata alla crescente riduzione del personale archivistico dello Stato - l’ANAI in un comunicato del 20 marzo 2016 parlava di una riduzione valutabile tra il 35% e il 65% negli ultimi vent'anni a seconda dei livelli professionali3 – e dalla decennale mancanza di ricambio generazionale fra le fila degli archivisti di Stato. Nel 2016 gli archivisti delle Soprintendenze archivistiche erano 106, col compito di tutelare oltre 60.000 archivi. La scarsità di personale inficia l’attività di tutela, perché non si possono effettuare ispezioni4.
Una terza difficoltà è sorta nel 2016, a seguito della riforma del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo5, che ha attribuito alla Soprintendenza archivistica la tutela delle biblioteche, competenza che in precedenza era delle Regioni. La stessa riforma ha disposto l’accorpamento delle Soprintendenze di alcune regioni, quali ad esempio quelle di Umbria e Marche. Tutto ciò ha portato a un aumento di competenze e responsabilità, di fronte a un organico sempre più ridotto. Il 24 maggio 2016 il Ministero ha indetto un concorso per l’assunzione a tempo indeterminato di 500 funzionari da inquadrare nella III area del personale non dirigenziale6; di questi, 95 sono archivisti. Tuttavia, come affermato da Mario Squadroni, soprintendente archivistico e bibliografico dell’Umbria e delle Marche, «è una goccia nel mare perché il ministero è gravemente a corto di personale»7. L’ANAI, a proposito della riforma delle Soprintendenze, ha emanato il primo febbraio 2016 un comunicato, nel quale segnala un problema di organici, di mancato riconoscimento delle specificità delle procedure a fronte di una crescita abnorme e complessa di fonti documentarie, archivi e delle loro forme di produzione. Ammettendo la necessità di un ripensamento del sistema di tutela, auspica che esso
3
ANAI, Gli archivi in Italia. Oggi e domani, 20/03/2016, http://mda2012- 16.ilmondodegliarchivi.org/index.php/primo-piano/item/700-gli-archivi-in-italia-oggi-e-domani- chiusura-dell-iniziativa-ispirati-dagli-archivi, ultima consultazione 26/09/2017.
4
MARIANNA FATTI, Dio salvi gli archivi. Dai terremoti e dalle riforme, 28/08/2017, https://www.nextpa.it/it/dio-salvi-gli-archivi-dai-terremoti-dalle-riforme/, ultima consultazione 29/09/2017.
5
Decreto 23 gennaio 2016 del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, “Riorganizzazione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ai sensi dell'articolo 1, comma 327, della legge 28 dicembre 2015, n. 208”, GU n.59 del 11/03/2016.
6
Mibact, “Bandi di concorso per l’assunzione a tempo indeterminato presso il MiBACT di 500 funzionari da inquadrare nella III area del personale non dirigenziale, posizione economica F1”, GU n.41 del 24/05/2016.
7
57 avvenga con la collaborazione delle associazioni professionali e della comunità scientifica di riferimento8.
Un quarto problema è la scarsità di finanziamenti di cui godono le Soprintendenze per le missioni e gli interventi diretti sugli archivi, oltre che per le operazioni di restauro. Paradossalmente i contributi vengono incrementati solo in occasione di eventi calamitosi, mentre le risorse per l’attività ordinaria sono scarsissime9.
Per ovviare a tali problemi è necessario evitare accorpamenti di istituti distanti fra loro, e ripristinare le figure dirigenziali almeno in tutti gli Archivi di Stato nei capoluogo di regione; assumere giovani archivisti; incrementare i finanziamenti per la tutela e la vigilanza degli archivi10.
Un quinto fattore che influisce sulla funzione di vigilanza è il rapporto tra la Soprintendenza e i privati cittadini, proprietari o possessori o detentori di archivi di famiglia. La Soprintendenza archivistica ha il compito di favorire la maturazione da parte del privato di una coscienza civica, che lo porti a considerare il proprio archivio non solo come bene personale, ma anche come bene culturale da mettere a disposizione dell’intera comunità. Tale compito può non essere facile da raggiungere, perché il privato cittadino, generalmente è molto legato all’archivio della propria famiglia e un intervento estraneo può essere interpretato come invasivo della vita privata e come lesivo del diritto di proprietà; inoltre egli può avere timore di vedere divulgate informazioni di carattere riservato relative alla propria famiglia11.