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U II Uscite per partite di giro

CAPITOLO 4: RISULTATI DELLA RICERCA

11. Quali dei seguenti fattori ritiene maggiormente rilevanti per attuare con efficacia ed efficienza le nuove disposizioni contenute nel D.Lgs 118/11: (s

4.1.1 Visione generale del problema: definizione degli obiettivi.

L’ intervistato ha l’affermato che due sono le esigenze principali che hanno spinto l’Italia ad avviare il processo di armonizzazione: la necessità di avere dati confrontabili a livello centrale e il recepimento della normativa europea.

La prima esigenza è nata nel momento in cui lo Stato, a livello centrale, si è accorto che gli enti pubblici, siano essi comuni, enti locali o strumentali, Regioni, utilizzano criteri diversi per classificare e quantificare le transazioni che vengono rendicontate nel bilancio anche a livello dei diversi comparti. Le Regioni, inoltre, avevano tra le competenze, grazie alla loro potestà legislativa, quella di stabilire

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la propria contabilità definendo, tramite specifica legge di bilancio, gli schemi contabili, prima materia circoscritta allo Stato. Questo ha portato alla rappresentazione disomogenea dei bilanci poiché ogni ente ha avuto la possibilità di definirlo in relazione alla sua programmazione e quindi in riferimento ad interventi o servizi particolari dei singoli territori. Questo grado di libertà nell’interpretazione della legge ha portato ad una difformità nella declinazione dei programmi e quindi alla non comprensibilità del bilancio e della finalità delle voci di uscita da parte degli stakeholder esterni. Il fine ultimo dell’armonizzazione, quindi, è quello di ricondurre ad omogeneità queste rappresentazioni ed arrivare ad una maggiore trasparenza in modo da rendere i dati confrontabili per il consolidamento dei conti delle pubbliche amministrazioni. Ulteriore ragione per avviare un processo di uniformità dei dati è stata offerta dall’attuazione del federalismo fiscale che ha portato alla luce nuove esigenze informative. A questa si aggiunge l’esigenza di controllo centrale a seguito del decentramento decisionale concesso alle Regioni per rispetto del Titolo V della Costituzione italiana.

Lo Stato ha come ambizione quella di arrivare, alla fine di questo processo di allineamento, a conoscere tutte le informazioni sulle voci di spesa e “parlare un linguaggio comune” per avere la possibilità di confrontare i risultati. Un ulteriore cambiamento da sottolineare è che, tramite la legge costituzionale 20 aprile 2012, n. 1, viene modificato l’art. 117 riaccentrando nuovamente, come competenza esclusiva dello Stato stesso, la materia di armonizzazione di bilanci.

Il secondo motivo che ha spinto ad avviare il processo di armonizzazione è stato sovraordinato dall’Italia: il recepimento della normativa europea in modo da rispondere alle loro richieste. Tramite una giusta codifica di tutte le entrate e le spese lo Stato riuscirà ad avere una corretta quantificazione dei parametri che sono alla base del calcolo per il rispetto degli indici esplicitati dal Trattato di Maastricht. La necessità di redigere report di conti consolidati di tutte le amministrazioni pubbliche intese come centrali e periferiche, ha sottolineato nuovamente la mancanza di conti “allineati” in Italia. Quindi a livello centrale si è deciso di utilizzare delle tecniche e un piano dei conti comuni di contabilità

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finanziaria redatto secondo principi contabili omogenei. In questo modo si potrà avere un’unica modalità di registrazione di un fatto gestionale a livello nazionale. L’utilizzo della contabilità finanziaria comune permette di adottare una metodologia per comprendere maggiormente la virtuosità di un ente pubblico. Questo rappresenta anche un modo per responsabilizzare la pubblica amministrazione all’utilizzo efficiente delle risorse pubbliche in quanto dà la capacità anche ai cittadini di analizzare come verranno sfruttate le risorse. Inoltre si è deciso di introdurre, a fini conoscitivi, la contabilità economico-patrimoniale perché ha come caratteristica intrinseca quella di indicare il valore del patrimonio dell’amministrazione pubblica. Nel momento in cui si ha l’informazione completa del valore del patrimonio, si ha la possibilità di sfruttarlo ed in più si ha la possibilità di quantificare i costi dei servizi che vengono resi ai cittadini, indipendentemente da quando viene rilevato il momento finanziario.

La domanda a cui si cerca di rispondere di seguito è: quali sono gli obiettivi del legislatore nell’emanare la legge (ovvero cosa si aspetta come ritorno alla fine del processo di armonizzazione contabile)?

L’intervistato ha risposto che questa legge è un modo di responsabilizzare le amministrazioni pubbliche e i singoli soggetti. La responsabilizzazione deriverà dall’aumento del controllo da parte dello Stato poiché è in grado di interpretare i vari bilanci grazie alla maggiore leggibilità portata dall’uniformità dei sistemi contabili.

In più, dato l’aumento di trasparenza e di chiarezza delle voci, anche i cittadini saranno in grado di analizzare i dati e avranno anch’essi il ruolo, indirettamente, di controllori dei conti pubblici; i cittadini stessi hanno interesse a monitorare come i fondi derivanti dai loro contributi vengano investiti ed utilizzati. Si ritiene inoltre che un aumento del controllo generale comporti, di conseguenza, un aumento dell’efficienza degli stessi enti.

Dal punto di vista tecnico si evidenzia il fatto che lo Stato ha la volontà di rendere ogni tipologia di spesa del settore pubblico trasparente: per questo il decreto legislativo entra nello specifico nella modalità di redazione del bilancio. Di conseguenza lo Stato si aspetta un controllo quasi completo sulle

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amministrazioni pubbliche equiparandole allo stesso livello. Da qua nasce una critica al processo di armonizzazione: non concede abbastanza flessibilità agli enti.

Da questa prima parte dell’intervista risulta che gli obiettivi legati al cambiamento delineati nel capitolo uno, per la maggior parte coincidono con gli obiettivi espressi dal intervistato nella prima domanda del questionario.

La domanda successiva che è stata posta è stata se il Comune di Vaiano condividesse la decisione dello Stato di attuare questo processo di cambiamento e da quali esigenze fosse stata mossa.

La risposta è stata molto chiara e netta: Il Comune di Vaiano certamente condivide questo processo di uniformare i sistemi contabili a livello italiano. Le ragioni di questa decisione sono molteplici: innanzitutto si è sottolineato il fatto che l’Italia sta cercando di cambiare il contesto pubblico verso uno caratterizzato da decisioni decentrate di prelievo e di spesa. Questo contesto necessita di un aumento delle disponibilità informative omogenee per poter condividere tutte le scelte tramite l’interpretazione dei bilanci.

In più la conformità dei dati di bilancio crea la possibilità di dimostrare la virtuosità (o al negativo la mala gestione) degli enti pubblici.

Questo, visto da un punto di vista più generale, permetterà inoltre di non tagliare le risorse linearmente, ma di concedere primalità agli enti che hanno dimostrato maggior responsabilità nell’utilizzo delle risorse affidatagli, ovvero in proporzione all’efficienza degli stessi. Questo tema risulta particolarmente importante nell’attuale contesto storico di crisi economica e di necessità di risanamento del debito pubblico dove i tagli maggiori sono avvenuti negli enti pubblici.

A livello tecnico, di contro, afferma che condivide le ragioni che hanno mosso lo Stato ad avviare il cambiamento – c’era una forte esigenza di uniformare i conti a fini informativi sia a livello europeo, sia per il controllo italiano – ma l’attuazione del processo, e l’adozione della contabilità finanziaria, apporta un cambiamento radicale rispetto alle modalità con cui si redigeva il bilancio nel periodo pre-riforma e inoltre comporta un notevole appesantimento gestionale

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poiché il decreto legislativo definisce dettagliatamente tutti i criteri e le procedure, che portano a pensare più ad una contabilità analitica più che finanziaria. Infatti, tramite il decreto legislativo, si vuole arrivare ad una rappresentazione fedele e puntuale della natura economica della spesa portando così ad una gestione più rigida del processo e del piano dei conti, ma il Comune di Vaiano ritiene che la troppa informazione potrebbe portare ad una disinformazione. Un esempio che è stato fatto, per dimostrare questa difficoltà, riguarda la spesa per la cancelleria: si è riscontrato una certa complessità nel prevedere esattamente quali saranno le spese da sostenere nel bilancio pluriennale – si ricorda che, che per ora il comune si trova nella fase di transizione perchè non ha partecipato alla sperimentazione, adottando i vecchi schemi di bilancio con funzione autorizzatoria per tutto il 2015 e quindi approvando il consuntivo con questi schemi mentre i nuovi schemi avranno solo funzione conoscitiva. Tutti i principali adempimenti del 2015 si svolgeranno sulla base dei vecchi schemi ma con i nuovi principi a cominciare dal principio della competenza finanziaria potenziata Da questa affermazione si può riscontrare una delle criticità: la difficoltà di uniformarsi alla rigidità e precisione del nuovo bilancio, ma non rallentando, nello stesso tempo, il lavoro ordinario.