• Non ci sono risultati.

vita del giovane Besucco Francesco d’Argentera pel Sacerdote Bosco Giovanni1

Nel documento GIOVANNI BOSCO SCRITTI SPIRITUALI/1 (pagine 197-200)

Curricolo

1850 Io marzo. Nascita di Francesco Besucco ad Argentera, penul­

timo di sei fratelli e sorelle. Il parroco, Don Francesco Peppino, è il suo padrino di battesimo.

1856 Frequenta la scuola rurale da novembre a marzo. Lo farà per cinque anni.

1858 Prima comunione a otto anni e mezzo. E’ pastorello del gregge comunale.

1861 II parroco gli dà lezioni speciali per prepararlo alla Ia gin­

nasiale.

1862 Legge con fervore la vita di Domenico Savio e di Michele Magone. Desidera entrare nell’Oratorio.

1863 2 agosto. Entra neU’Oratorio di Torino, che conta allora circa 700 ragazzi. Segue la I a ginnasiale nei mesi di scuola estiva, poi entra in 2a ginnasiale.

1864 2 gennaio. Si ammala; e una polmonite lo rapisce in sette giorni.

9 gennaio. Muore alle ore 11 di notte.

11 gennaio. Viene sepolto nel camposanto comune di Torino.

1 La prima edizione usci tra le Letture Cattoliche, anno X I I , luglio-agosto, fase. V-VI, Torino, Tipografia delFOratorio di San Francesco di Sales, 1864. Utilizziamo il testo scelto da Don Ca­

viglia per l ’edizione delle O pere e Scritti-, una seconda edizione riveduta ed accresciuta, fatta nel 1877, curata in bozze da Don Bosco stesso, e rimasta invariata nelle edizioni stereotipe seguenti.

I titoli dei capitoli sono di Don Bosco. Gli altri sono nostri.

L’abbondanza dei testi scelti nelle due vite precedenti ci permette di fare una raccolta più breve per questa, anche per evitare ripetizioni.

196 Santità giovanile

Lasciamo da parte i primi 15 capitoli sull’infanzia di Francesco per la ragione esposta da Don Bosco stesso nella prefazione:

« Pel tempo che il giovane Besucco visse in patria, mi sono tenuto alla relazione trasmessami dal suo Parroco, dal suo maestro di scuola e dai suoi parenti ed amici. Si può dire che non ho fatto altro che ordinare e trascrivere le memorie a quest’uopo inviatemi ».

Quando Francesco arriva all’Oratorio, a 13 anni, è un ragazzo, senza alcun dubbio, già privilegiato dalla grazia: senso profondo della preghiera, cuore naturalmente buono e generoso, spirito di dovere e di mortificazione per amore, docilità a seguire i buoni consigli ricevuti, desiderio del sacerdozio. D on Bosco porterà tutte queste ricchezze ad una fioritura stupenda. E questo, in modo semplice, con la messa in opera dei suoi principi educativi.

50. « Il grande programma » in tre punti

Capo X V II. - Allegria. - Nella sua umiltà Francesco giudicava tutti i suoi compagni più virtuosi di lui, e gli sembrava di essere uno scapestrato in confronto della con­

dotta degli altri. Laonde pochi giorni dopo me lo vidi nuo­

vamente venire incontro con aspetto turbato.

— Che hai, — gli dissi, — mio caro Besucco?

— Io mi trovo qui in mezzo a tanti compagni tutti buoni, io vorrei farmi molto buono al par di loro, ma non so come fare, ed ho bisogno ch’ella mi aiuti.

— Ti aiuterò con tutti i mezzi a me possibili. Se vuoi farti buono pratica tre sole cose e tutto andrà bene.

— Quali sono queste tre cose?

— Eccole: Allegria, Studio, Pietà. E’ questo il grande programma, il quale praticando, tu potrai vivere felice, e fare molto bene all’anima tua2.

2 La vita dello scolaro Besucco, che non passerà che cinque mesi presso Don Bosco, non offre avvenimenti esteriori

parti-Francesco Besucco 197

— Allegria... Allegria... Io sono fin troppo allegro.

Se lo stare allegro basta per farmi buono io andrò a tra­

stullarmi da mattina a sera. Farò bene?

— Non da mattina a sera, ma solamente nelle ore in cui è permessa la ricreazione...

(ed. Caviglia, 53-54)

51. La fortuna di un confessore «guida sicura» e medico informato3

Capo X IX . - La confessione. - Dicasi pure quanto si vuole intorno ai vari sistemi di educazione, ma io non trovo alcuna base sicura, se non nella frequenza della confessione e della comunione; e credo di non dir troppo asserendo che omessi questi due elementi la moralità resta bandita. Il Besucco, come abbiamo detto, fu coltivato ed avviato per tempo alla frequenza di ambidue questi

Sacra-colari. Don Bosco ne approfitta per presentare questo periodo in forma didattica, seguendo il piano delle « tre sole cose » dentro le quali è racchiuso tutto il segreto della formazione salesiana profonda: Allegria (Cap. X V I I ), Studio (Cap. X V I I I ), Pietà (Cap. X IX -X X I I). Come si vede la « P ie t à » viene sviluppata di più, sia perché sta alla base degli altri due punti, sia perché l’esperienza spirituale di Besucco è qui più ricca.

3 Appena un mese dopo il suo arrivo, Francesco sceglie Don Bosco come confessore. E’ un atto di un’importanza decisiva. Senza tardare, gli manifesta il suo desiderio di fare una confessione generale, non tanto perché il suo passato comporta qualche piega falsa o qualche errore da correggere, come era il caso di Magone, ma perché lui vuole « mettere l’anima ( sua ) nelle mani » di Don Bosco. Si legga attentamente questo capitolo se si vuol sapere quello che Don Bosco metteva sotto l ’espressione « con­

fessione frequente ». Cf. anche sopra le note 4, 5 e 6 degli estratti della biografia di Magone.

198 Santità giovanile

menti. Giunto qui all’Oratorio crebbe di buona volontà e di fervore nel praticarli...

Mentre lodo grandemente il Besucco intorno a questo fatto, raccomando coi più vivi affetti del cuore a tutti, ma in ispecial modo alla gioventù di voler fare per tempo la scelta d’un confessore stabile, né mai cangiarlo, se non in caso di necessità. Si eviti il difetto di alcuni, che can­

giano confessore quasi ogni volta che vanno a confessarsi;

oppure dovendo confessare cose di maggior rilievo vanno da un altro, ritornando poscia dal confessore primitivo.

Facendo cosi costoro non fanno alcun peccato, ma non avranno mai una guida sicura che conosca a dovere lo stato di loro coscienza. A costoro accadrebbe quello che ad un ammalato, il quale in ogni visita volesse un medico nuovo. Questo medico difficilmente potrebbe conoscere il male dell’ammalato, quindi sarebbe incerto nel prescrivere gli opportuni rimedi.

Che se per avventura questo libretto fosse letto da chi è dalla divina Provvidenza destinato all’educazione della gioventù, io gli raccomanderei caldamente tre cose nel Signore. Primieramente inculcare con zelo la frequente confessione, come sostegno della instabile giovanile età, procurando tutti i mezzi che possono agevolare l’assiduita a questo Sacramento. Insistano secondariamente sulla grande utilità della scelta d’un confessore stabile da non cangiarsi senza necessità, ma vi sia copia di confessori, affinché ognuno possa scegliere colui, che sembri più adat­

tato al bene dell’anima propria. Notino sempre per altro, che chi cangia confessore non fa alcun male, e che è meglio cangiarlo mille volte piuttosto che tacere alcun peccato in confessione.

Né manchino mai di ricordare spessissimo il grande segreto della confessione. Dicano esplicitamente che il con­

fessore è stretto da un segreto naturale, Ecclesiastico, Di­

vino e Civile per cui non può per nessun motivo, a costo

Nel documento GIOVANNI BOSCO SCRITTI SPIRITUALI/1 (pagine 197-200)