Per ch'io non posso più viver con vui, Ed onoratel, che questi è colui Che per le gentil donne altruimartira.
La sua virtute, ch'ancide senz'ira, Pregatel che mi lasci venir pui:
Ed io vi dico, che li modi sui Cotanto intende quanto Fucim sospira.
Ch' ella m' è giunta fera nella mente, E pingemi una donna si gentile, Che tutto mio valore a pie le correj E fammi udire una voce sottile
Che dice: dunque vuo' tu per niente Agli occhi miei si belladonna torre?
SONETTO XI
Tu, che stampi lo colle ombroso e fresco, Ch' è co lo fiume, che non è torrente, Linci molle lo chiama quella gente In nome italiano e non tedesco : Ponti sera e mattin contento al desco,
Poichè del car figliuol vedi presente II frutto che sperasti, e si repente S' avaccia ne*lo stil greco e franecsco.
Perchè cima d'ingegno no s'astalla In quella Italia di dolor ostello , Di cui si speri già cotanto frutto;
Gavazzi pur il primo Raffaello, Che tra* dotti vedrallo esser veduto, Comi topr' acqua si sostienla galla.
LIBRO TI III
SONETTO XII
Quando la notte abbraccia con fosch'ale La terra, el dì dà volta e si nasconde In cielo, in mare, in boschi, e fra le fronde, Si posa e sotto tetto ogni animale:
Perchè 'l sonno il pensier mette in non cale Che per le membra si distende e'nfonde, Fin che l'aurora con sue trecce bionde Rinova le fatiche diurnale.
Io misero mi trovo fuor di schiera, Che'l sospirar nimico a la quiete Mi tien aperti gli occhi, e desto il core:
E come uccello avviluppato in rete, Quanto più cerco di fuggir maniera, Più mi trovo intricato e pien d'errore.
SONETTO ULTIMO Due donne in cima de la mente mia
Venute sono a ragionar d'amore;
L' una ha in sè cortesia e valore, Prudenzia et onestate 'n compagnia.
L' altra ha bellezza e vaga leggiadria, E adorna gentilezza le fa onore ; Et io, mercè del dolce mio signore, Stommene a piè de la lor signoria.
Parlan bellezza e virtù allo 'ntelletto, E fan quistion, come un cuor puote (tare Infra duo donne con amor perfetto:
Risponde il fonte del gentil parlare, Che amar si può bellezza per diletto, E amar puossi virtù per alto oprare.
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ì\OTEALLE RIMEDIDANTE ALIGHIERI
Pag. 18.Frammento Dr Canzone — Sì lungamente m'ha tenuto Amore, — Questo componimento, forsepel numero de' versi, e la disposizione delle rime,è solitoacollocarsifra'' So netti, ePundecimo verso, cui fallirebbelamisura, viene segnato conasterisco, quasichevifossedifettoneltesto :èperòfuori didubbio perla testimonianza di Dante medesimonella Viti nuova,non essere questoaltro,cheilprincipiod- una Canzone daluiinterrotta, quando lasua Beatrice morì.
Pag.22.Sonetto xiv— Era venuta nellamente mia — QuestoSonetto dellaVita nuova, secondoleparole propriedì Dante,ha due cominciarne riti, maladifferenzanon passaoltre laprima quartina.Quellaebe neparvepiù leggiadra epoetica fupostaasuoluogo $P a liraèlaseguente:
Era venuta nella mentemia
Quella donna gentil, cui piange Amore, Entro quel punto, che lo suo valore Vi trasse ariguardar quel ch'io facìa.
Pag.86.Canzone 1—I: guardoi crespied ibiondi cu-pegli, —Fu già dello nellaPrefazione,ebele molteebelle correzioni quiintrodotte si debbonotutte alPerticar! : maora conviene anche avvertire, cheilCodice antichissimodalui se guitoattribuisce questiversiaFazio, e manca interamente della quartastrofa, forseperchè ilpoetaemendandoin vecchiezza il lavoro giovanilevolletome qualche ideameno casta:db ciò debbeancheprovenire la totalemutazione dei due versi, che finisconola terza strofa ein tutteP edizioni stanno cosi:
Pensar ben dèi, eh' ogni terren piacere Si trova, dove tu iwn puoi vedere.
Pag.92.Canzoneiv- — Gioirne donna dentro ai cormi siede)— Siconservòquesta Canzone,perchèin quasi tutte le stampe èvoluta cosa diDante,ma sealcnno così credesse, U\
sìadilui.
FISEDELLE RIMEDI DAMEALIGHIERI
u5
RIME
DI
GUIDO GUINIZZELLI
CANZONE I
J\l cor gentil ripara sempre Amore, Siccome augello in selva alla verdura:
Non fe' Amore anzi che gentil core, Nè gentil core anzi ch'Amor, Natura.
Ch' addesso com' fu '1 Sole , Si tosto fue lo splendor lucente;
Nè fue davanti al Sole:
E prende Amore in Gentilezza loco, Cosi propiamente
Come il calore in chiarità di foco.
Foco d'Amore in gentil cor s'apprende, Come vertute in pietra preziosa;
Chè dalla stella valor non discende, Anzi che '1 Sol la faccia gentil cosa : Poichè n'ha tratto fuore
Per sua forza lo Sol ciò, che gli è vile, La stella i dà valore :
Cosi lo cor, che fatto è da natura Schietto, puro, e gentile ,
Donna, aguisa di stella, lo 'nnamora.
cime 8
Amor per tal ragion sta in cor gentile, Per qual lo foco in cima del doppiere ! Splende allo suo diletto, chiar, sottile i PJon lì starla altrimenti : tanto è fiero.
Cosi prava natura
Rincontra Amor, come fa l'acqua il foco Caldo perla freddura.
Amore in gentil cor prende rivera Per suo consimil loco,
Com' diamante del ferro in la miniera.
Fere lo Sol lo fango tutto- '1 giorno;
Vile riman, nè '1 Sol perde calore.
Dice uomo altieri gentil per schiatta torno:
Lui sembra il fango : e '1 Sol gentil valore.
Chè non de' dare uom fè, Che gentilezza sia fuor di coraggio In dignità di re,
Se da virtute non ha geatil core.
Com' acqua porta raggio,
E '1 ciel ritien la stella, e lo splendore.
Splende in l' intelligenza dello cielo Dio creator più chVnostr' occhi il Sole:
Ella intende il suo fattor oltre il velo ; Eil ciel, a lui vogliendo ubbidir, cole E consegue al primiero
Dal giusto Dio beato compimento:
Così dar dovjia '1 vero
La bella Donna, che negli occhi splende, Del suo gentil talento
A chi d' ubbidir lei mai non disprende.
Donna (Dio mi dirà) che presumisti?
( Sendo V anima mia a lui davante ) Lo ciel passasti, e fino a me venisti, E desti in vano Amor me per sembiante?
A me convicn la laude, E a la Reina del regnarne degno
DI GUIDO GtJIBIZZILLI Il5
Per cui cessa ogni fraude.
Dirgli potrò: Tenne d'Angel sembianza, Che fusse del tuo regno;
Non mi fu fallo, s'io leposi amanza!
CANZONE II