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CAPITOLO 2 ANALISI DEL TERMINE MUSICALE PIÙ USATO NE

2.4 Il volume dei Cant

La nozione di volume, principalmente, si riferisce ai solidi, cioè alle porzioni di spazio delimitate da superfici, ossia alla sua estensione, per lo più in quanto calcolabile rispetto a un'unità di misura prestabilita, per esempio il metro cubo . Ma, cosa più interessante e più attinente 59

al progetto qui svolto, col termine volume si fa riferimento anche al volume acustico: in acustica, infatti, il volume descrive l'intensità di suono.

L’acustica è tradizionalmente considerata come la scienza che

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A. Moresco, Canti del Caos, cit., pp. 151-152.

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studia il suono, le sue proprietà, il suo meccanismo di formazione, propagazione e ricezione. Estende oggi il suo campo di interesse a tutti i fenomeni vibratori della materia e a tutte le frequenze.

Antonio Moresco all’interno del suo Canti del Caos unisce entrambi gli aspetti del volume.

Nel suo romanzo il volume è in stretta relazione ai personaggi in modo bivalente: ne designa – in termini fisici - da una parte lo spazio occupato, cioè quanto la parola del personaggio si intreccia con le altre voci e interagisce con la melodia del discorso, dall’altra – in termini acustici – l'intensità, cioè quanto a livello psicologico un personaggio è in grado di influenzare gli altri. Questi due livelli si compenetrano in maniera così profonda che non è possibile scinderli; è pertanto possibile notare continuamente nel testo una sorta di “invasione di spazi”, ad esempio, il Gatto che ruba lo spazio al Matto, la storia dell’ispettore Lanza che da mera fantasia prende talmente tanto spazio da intrecciarsi con la vita reale; tutto ciò sarà ancora più evidente all'interno de Gli increati dove saranno proprio due mondi, quello dei vivi e quello dei morti, a unirsi e permearsi a tal punto che non sarà più possibile distinguere in quale dei due ci si trovi. Per comprendere meglio quanto accade in Canti del Caos è necessario fare un salto avanti verso Gli increati all'interno del quale questo

fenomeno è consueto. Potremmo infatti affermare che Canti del Caos si spiega e si comprende approfonditamente solo attraverso una accurata ed approfondita lettura de Gli increti.

Ma adesso vi devo raccontare quello che sta succedendo in questo momento nel mondo, mentre corro da giorni e giorni su questo

furgone non so verso dove, e voi siete da qualche parte, ad ascoltare prima quello che sto raccontando dopo, ad ascoltare dopo quello che

sto raccontando prima, racconterò.

Ci stiamo muovendo attraverso città, paesi e zone di confine in mano

agli insorti, mentre gli immortali si stanno concentrando nelle grandi città per poi erompere con la massa d'urto delle loro armi e dei loro

geni e immortalare il mondo, come proclamano continuamente nei loro bollettini di guerra, che sentiamo con la radio di bordo del

furgone, da cui escono di tanto in tanto delle voci esaltate sommerse subito dopo da un finimondo di altre voci e di colpi e di tracimazione

di onde sonore e di schianti.

Subito dopo altre grida, altri canti, altri insorti, mi pare, anche che i

risorti, che stanno riunendo le loro colonne e stanno convergendo verso le grandi città in mano agli immortali per farle risorgere anche dall'immortalità. 60

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Ancora:

È tutto buio. Ci sono dappertutto macchine piene di morti, treni pieni

di morti, nelle città sprofondate nel sonno, lungo le strade, le ferrovie, negli aeroporti, nel cielo. Tutto il mondo è attraversato dalle carovane

dei morti.

Viene da ogni parte un rumore sordo, un fragore, come se stesse

piovendo a dirotto, diluviando, e tutta l'acqua si stesse trasferendo dal continente capovolto del cielo a quello della terra. Ma forse non sta

piovendo, non sta diluviando, è solo un modo di percepire con le superfici dislocate dei corpi quello spazio dalla consistenza diversa,

l'allargamento verticale del tempo. […]

Tutto è spaccato in due, tutto è spaccato in due! Anche il sonno e la

veglia sono spaccati in due. Anche la vita e il sonno sono saccati in due. Anche la morte e il sonno sono spaccati in due. Si è creato uno

spazio vuoto, uno scarto, tra la vita e la morte, tra la vita e il sonno, tra la morte e il sonno, per questo spostamento tellurico di vita e morte

che si stanno fronteggiando e affrontando al termine della loro vita e della loro morte, e che sta tormentando e scuotendo le nostre città dei

mrti come quelle dei vivi. I vivi non sanno dove vanno mentre dormono da vivi. Noi non sappiamo dove andiamo mentre stiamo

dormendo da morti. Tutto, tutto, tutto è spaccato in due! La morte non è un approdo. 61

Le caratteristiche del volume si muovono in maniera parallela e agiscono secondo le stesse regole all’interno della storia: regole armoniche e contrappuntistiche, tipiche della condotta delle voci.

Ritorniamo al concetto di polifonia per meglio comprendere come a livello narrativo Moresco adotti, a mio avviso, la tecnica polifonica:

Insieme simultaneo di più suoni o si successioni combinate di suoni aventi distinta individualità. Sotto l'aspetto verticale, ossia della

contemporanea emissione di suoni, la polifonia è oggetto dell'armonia; sotto l'aspetto orizzontale, cioè dello svilupparsi simultaneo nel tempo

di più successioni di suoni (dette voci o parti) la polifonia è oggetto del contrappunto. La storia della musica occidentale è sostanzialmente

il risultato del processo di combinazioni di più suoni simultanei, cioè della polifonia. Importante è la polifonia anche dal punto di vista

timbrico, per l'interpretazione acustica fra i timbri dei diversi suoni,

Ivi, pp.13-25.

siano essi prodotti da un solo strumento sia da complessi vocali e strumentali. 62

Pertanto in genere, per quanto concerne le voci si hanno quattro timbri vocali differenti, disposti in ordine dal più acuto al più grave ed esse sono: Soprano, Contralto, Tenore e Basso.

Queste quattro voci vengono disposte in maniera verticale, ossia una sotto l'altra, così si permette lo sviluppo armonico; conseguentemente ogni voce canterà un successione di suoni che sul rigo musicale si dispongono in maniera orizzontale, da questa condotta si avrà un intreccio di suoni tali che daranno origine al contrappunto, ossia al dialogo tra le voci. La giusta condotta delle voci fa si che tutto risulti armonico, consonante e gradevole.

La musica Humana è quella consonante proporzione, che col Corpo, e con la Mente separati, e con l'Uno, e l'Altra congiunti, dell'Huomo,

forma un perfettissimo concerto.63

Anton Webern spiega l'origine della polifonia, ossia di una composizione a due o più voci, con estrema semplicità, così:

AA.VV., Le garzantine: Musica, Milano, Garzanti, 2001, p.693.

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G. Andrea -A. Bontempi, Historia Musica, Ginevra, Minkoff Reprint, 1976, p.9.

All'inizio le idee erano comprensibili in una voce sola, più tardi,

divenute essere più vive, questo mezzo di espressione non è stato più sufficiente; si è così resa necessaria la conquista di un nuovo spazio e

l'aggiunta di altre voci. 64

Moresco pertanto vuole che la letteratura torni ad avere valore e sia uno strumento fruibile a tutti, ma affinché ciò avvenga oggi è però necessario che si abbia il coraggio di scendere in profondità poiché le sfide che il mondo odierno impone sono dure e varie, e lo stesso

Anton Webern, Il cammino verso la nuova musica, trad. it. a c. di G. Taverna, Milano,

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Bompiani, 1963 (Wege zur neun Musik. Briefe an Hildegard Jone und Josef Humplik, 1933), p. 68.

avviene anche nella letteratura. 65

Cerchiamo di comprendere a questo punto come la polifonia corale possa essere una chiave di lettura per la struttura del romanzo di Moresco.

Partiamo da una premessa ulteriore, ossia che la polifonia corale, ha una condotta delle voci a volte chiara altre volte complessa. Le singole parti stanno tra loro nei rapporti di contrapposizione o completamento. 66

Si prenda ad esempio l'episodio che coinvolge tutto il primo volume di Canti del Caos.

I personaggi fondamentali sono: La Meringa, attorno alla quale tutto il primo volume ruota al fine di essere ritrovata, La Musa, che ispira il Matto e fa si che inizi a creare la sua storia e lo aiuta nella ricerca della Meringa, Il Matto, alter-ego di Moresco e il Gatto che compare in maniera evidente all'inizio e alla fine del romanzo e che spesso lavora in maniera oscura, ambigua e profonda, alla fine del romanzo è il diavolo.

Consapevoli di ciò potremmo azzardare una posizione all'interno di uno spartito musicale:

Cfr. Op.cit. Anna Orso,, p.6-7.

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Cfr. Arnold Schöeberg, Manuale di armonia, trad. it. a c. di G. Manzoni, Milano, Monadori,

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− La Meringa, soprano: è il personaggio da ricercare, per cercare essa si intrecciano varie storie; la si trova solo all'inizio e alla fine del libro; rappresenta pertanto la melodia principale;

− La Musa e il Matto, sono rispettivamente il contralto e il tenore: queste due voci hanno generalmente la funzione di ricerca della melodia, la aiutano, la accompagnano o semplicemente la “inseguono” fino a quando non giungono alla risoluzione; all'interno del testo appare evidente che venuti a conoscenza della scomparsa della Meringa, il Matto con l'aiuto della Musa, si mettono alla ricerca di questa, facendo svariati incontri;

− Il Gatto, basso: è la voce più profonda dà la stabilità tonale insieme al soprano ad inizio melodia, per poi ritrovarla nella risoluzione finale. In genere inizia e chiude sulla tonica, ossia la nota forte e di riferimento della composizione. Anche a livello testuale ci rendiamo conto che è una delle prime immagini preponderanti dell’opera, che poi passa debolmente in secondo piano per palesarsi in maniera più evidente nel finale di ognuna delle tre parti, manifestando la sua prepotenza ed assolutezza.

Pertanto si vengono a designare due voci esterne, Soprano e Basso, che creano il tappeto armonico e la gravitazione tonale, e due voci

interne, Contralto e Tenore, che creano le modulazioni e le variazioni al tessuto armonico sviluppando giochi contrappuntistici e che vanno alla ricerca della risoluzione. Tale fenomeno musicale è presente in ogni epoca storica e si va a delineare in maniera più profonda e strutturata dal 1500 in poi, e in qualsiasi genere dalla liederistica, all’opera, alla polifonia a cappella.

Inoltre queste voci, nell'ambito dell'opera lirica, soprattutto del XVIII e XIX secc., generalmente vengono associate a delle caratteristiche dell'animo del personaggio e le riporto qui di seguito al fine di poter offrire più fonti a sostegno della mia tesi:

− Soprano: l'eroina ingenua o maldestra da dover salvare o aiutare;

− Contralto: figura di sostegno al soprano; a volte avversaria in amore, ma che poi tende alla riconciliazione;

− Tenore: l'eroe della storia, salva la soprano o si dona totalmente ad essa, ma non sempre ha un buon esito finale, in genere viene spodestato del suo privilegio o viene ucciso dal suo antagonista o rivale;

− Basso: Antagonista, antieroe e rivale del tenore; cerca di tessere trame e complotti al fine di tenere per sé la bella di turno, generalmente un Soprano, a scapito del Tenore.

Ed è proprio così che avviene nel romanzo di Moresco, il Gatto (il basso), ritrovata la Meringa (la melodia), detronizza il Matto (voce interna) dal suo ruolo, affermando che il tempo a sua disposizione si è esaurito. Il Gatto adesso si erge a nuova melodia e centro del testo: si è riapprodati alla tonalità iniziale.

Il Gatto gettò indietro di colpo la testa, non si capiva se era per sbadigliare o per ingigantire.

«Ti sei svegliato un po’ troppo tardi, ragazzo! Forse non hai ancora capito. Il tuo ruolo, la tua natura, è cambiata, qui dentro, nel

frattempo. Le nostre parti si sono invertite: tu con la Meringa, io con la Musa. Ormai ho preso in mano io le redini di questo cazzo di libro.

Ti ho gettato letteralmente nei suoi ingranaggi. Intanto ne prendevo in mano io le fila. Ci sei cascato. Sei stato messo da parte, ti ho fregato!»

[…]

«D’ora in poi sarà la mia voce a risuonare direttamente, qui dentro. Mi

prendo anche, definitivamente, la prima persona, come vedi. […] Sono entrato direttamente nella scatola nera di quest’opera in

espansione totale, nel suo tessuto vivente, ho orientato le sue strutture, ho suscitato, ho rovesciato, ho annientato, ho creato. […] Che tutto

ruoti davvero intorno a tutto! Nuovi spazi, nuove illusioni, nuove allucinazioni! C’era ancora troppa innocenza, qui dentro! Fuori tutta la

sbobba, il dolore! Solo alterità e poesia! Ormai è fatta! Me lo sono conquistato sul campo! Ti ho battuto fuori! Il tuo tempo è finito! È

cominciato il mio» . 67

Per fare un esempio a livello musicale prendiamo in considerazione il brano polifonico di Josquin Desprèz Nymphes de bois ove possiamo assistere, come era prassi dei mottetti profani delle origini, allo sviluppo musicale di più linee di canto in forma contrappuntistica con l'utilizzo di lingue diverse; nel nostro specifico caso francese e latino.

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Nel testo le sigle abbreviate indicano: S. = soprano, C.t. = Controtenore o contralto, Q =

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