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Vulnerabilità nel dominio relazionale e sviluppo di sintomi ossessivo compuls

NARCISISMO E RELAZIONI ROMANTICHE

3.3. Vulnerabilità nel dominio relazionale e sviluppo di sintomi ossessivo compuls

In accordo con le teorie cognitivo-comportamentali, molte persone sperimentano una varietà di pensieri intrusivi che sono simili per forma e contenuto alle ossessioni (Rach- man & de Silva, 1978). Tuttavia, gli individui con Disturbo Ossessivo-Compulsivo inter- pretano in modo maladattivo queste intrusioni a causa della presenza di credenze cogni- tive disfunzionali (ad esempio, responsabilità ipertrofica, perfezionismo, intolleranza del- l’incertezza, sovrastima del rischio; OCCWG, 1997). Inoltre, essi tendono ad affidarsi a strategie inefficaci per gestire i pensieri intrusivi e ridurre l’ansia ad essi connessa (ad esempio, soppressione dei pensieri, comportamenti compulsivi). Queste strategie, para-

dossalmente, incrementano la frequenza e l’intensità delle esperienze intrusive (Clark & Beck, 2010; Salkovskis, 1985).

Nonostante i modelli cognitivi abbiano permesso di migliorare la comprensione e il trattamento del Disturbo Ossessivo-Compulsivo, alcune evidenze mostrano come essi non siano esaustivi nello spiegare l’emergere del disturbo. Ad esempio, un significativo numero di individui con Disturbo Ossessivo-Compulsivo non mostrano un livello di cre- denze disfunzionali maggiore di quello riscontrato nella popolazione generale (Taylor et al., 2006).

In risposta a tali critiche, alcuni autori (ad esempio, Aardema & O’Connor, 2007; Bhar & Kyrios, 2007; Clark & Purdon, 1993; García-Soriano, Clark, Belloch, del Palacio, & Castañeiras, 2012) hanno proposto che la trasformazione delle comuni esperienze intru- sive in ossessioni sia modulata dal grado in cui tali intrusioni sfidano la propria visione di sé. Ad esempio, Rachman (1997, 1998) sostiene che le interpretazioni catastrofiche del significato personale dei pensieri intrusivi siano la principale causa dello sviluppo e del mantenimento delle ossessioni. In modo simile, Clark e Purdon (1993) hanno proposto che, qualora un pensiero sia valutato come egodistonico, ovvero incoerente con l’imma- gine di sé, le proprie credenze e valori, questa valutazione può contribuire allo sviluppo delle ossessioni. Inoltre, se gli individui predisposti alle ossessioni hanno una preesisten- te visione di sé ambivalente o fragile, allora i pensieri intrusivi indesiderati che sono completamente opposti a questa visione di sé vengono più facilmente interpretati come altamente significativi e minacciosi (Clark, 2004).

Seguendo l’idea che lo sviluppo delle ossessioni sia collegato al grado in cui i pensieri intrusivi minacciano l’immagine di sé desiderata, Doron e Kyrios (2005) hanno proposto che le ossessioni tendono a svilupparsi più facilmente negli individui che percepiscono se stessi come incompetenti nei domini che essi considerano più importanti per il manteni-

mento dell’autostima (ovvero, “domini del sé sensibili”). Il Sé è, infatti, un costrutto multidimensionale, in cui alcuni domini (ad esempio, il dominio della moralità o delle relazioni intime) hanno più valore di altri (Harter, 1982). A causa di fattori socio-culturali ed evolutivi (ad esempio, approvazione genitoriale contingente con la propria competen- za in particolari ambiti; Guidano & Liotti, 1983), specifici domini del Sé diventano estremamente importanti per definire il senso di autostima di una persona (Doron & Ky- rios, 2005). Di conseguenza, la competenza percepita in questi domini del Sé assume un ruolo cruciale per il mantenimento dell’autostima (Harter, 1998) e le persone tendono a preoccuparsi eccessivamente degli eventi che influenzano tale competenza percepita (Wolfe & Crocker, 2003). In questo modo, per alcuni individui, esperienze avversive comuni possono attivare valutazioni negative nei domini del Sé più importanti. Questi processi, insieme all’attivazione delle credenze disfunzionali associate alle ossessioni (ad esempio, eccessivo senso di responsabilità, sovrastima del rischio), si auto-mantengono e possono sfociare nello sviluppo di ossessioni e compulsioni (Doron, Moulding, Kyrios, & Nedeljkovic, 2008).

I domini del Sé sono, quindi, detti “sensibili” quando la persona li considera impor- tanti, ma al tempo stesso sente di non essere competente in tali domini. I pensieri intrusi- vi che minacciano la competenza percepita in questi domini del Sé tendono ad elicitare più facilmente ansia e preoccupazioni ossessive. Le esperienze che sfidano questi domini di Sé (ad esempio, non essere sicuri dell’amore del proprio partner) possono, infatti, in- crementare l’accessibilità a pensieri maladattivi (ad esempio, “Sono cattivo”, “Sono in- competente”) e attivare processi cognitivi disfunzionali (ad esempio, valutazioni cata- strofiche sulle conseguenze della rottura della relazione), che possono risultare nello svi- luppo di preoccupazioni ossessive e comportamenti compulsivi (Doron & Kyrios, 2005; Doron, Kyrios & Moulding, 2007; Doron, Kyrios, Moulding, Nedeljkovic & Bhar, 2007). Le insicurezze nell’attaccamento possono esacerbare questa cascata di eventi mentali in-

desiderati attraverso la disgregazione del processo di coping adattivo. Secondo questi autori, quindi, le esperienze che sfidano i domini di Sé più importanti e le insicurezze nell’attaccamento interagiscono per incrementare la vulnerabilità al Disturbo Ossessivo- Compulsivo (Doron et al., 2013; Doron, Mikulincer, Sar-El, & Kyrios, 2015).

La presenza di vulnerabilità preesistenti contribuisce anche a determinare il tema spe- cifico dei sintomi ossessivo-compulsivi (Aardema & O’Connor, 2007; Aardema et al., 2013; Bhar & Kyrios, 2007; Clark & Purdon, 1993; García-Soriano et al., 2012). Per quanto riguarda il Disturbo Ossessivo-Compulsivo centrato sulla relazione, la percezione di incompetenza e vulnerabilità nel dominio relazionale potrebbe accrescere la sensibilità alle intrusioni che sfidano la percezione di sé in questo dominio (ad esempio, “Questa relazione non è quella giusta per me”) e scatenare valutazioni catastrofiche sulla relazio- ne (ad esempio, “Essere in una relazione di cui non sono sicuro mi renderà infelice per sempre”) e altre valutazioni maladattive (ad esempio, “Non dovrei avere dubbi sulla rela- zione”), seguite da comportamenti di neutralizzazione (ad esempio, ricerca costante della rassicurazione sull’adeguatezza e “perfezione" della stessa; Doron et al., 2014).

I soggetti che percepiscono la propria autostima come condizionata dal valore del partner sarebbero, invece, più sensibili alle intrusioni relative ai difetti percepiti del part- ner (ad esempio, “Non è abbastanza intelligente”), che possono scatenare valutazioni ca- tastrofiche (ad esempio, “Non avrà successo nella vita e non potrà occuparsi della nostra famiglia”) e comportamenti neutralizzanti (ad esempio, ripetuti confronti con altre per- sone e con altre coppie; Doron & Szepsenwol, 2015).

Resta, tuttavia, da esplorare la relazione tra narcisismo patologico e vulnerabilità nel dominio romantico. La presenza di una vulnerabilità in tale dominio potrebbe predisporre i narcisisti allo sviluppo di ossessioni e compulsioni focalizzate sulla relazione e sul partner. I narcisisti potrebbero, infatti, servirsi delle caratteristiche della relazione e del

partner per mantenere una visione positiva di sé e regolare l’autostima. L’adeguatezza della relazione e le caratteristiche del partner diventerebbero, così, un riflesso del proprio valore personale, rendendo il dominio romantico un dominio del Sé “sensibile”. Qualora i narcisisti avvertissero una discrepanza tra i propri ideali e le caratteristiche reali della relazione o del partner, potrebbero sviluppare ossessioni focalizzate sulla relazione e il bisogno di controllo e di ricerca della rassicurazione. Alcune strategie narcisistiche inter- personali e di auto-regolazione, come la ricerca di attenzioni, la competitività e il fare affidamento su partner di successo per il mantenimento dell’autostima, sono state concet- tualizzate in termini di agency (Campbell & Foster, 2007). Vista la propensione dei nar- cisisti verso l’agentività piuttosto che la comunione/intimità, è più probabile che l’auto- stima dei narcisisti sia contingente con il valore percepito del partner, piuttosto che con l’adeguatezza della relazione o i sentimenti del partner, e che i narcisisti siano più sensi- bili ai pensieri e agli eventi relativi alle caratteristiche dei propri partner. Il narcisismo potrebbe, cioè, predisporre ad una lettura dei difetti del partner come una minaccia al proprio valore personale ed avere, in questo senso, un’associazione con il Disturbo Os- sessivo-Compulsivo da Relazione.

Per concludere, i due sottotipi di narcisismo patologico differiscono nelle strategie uti- lizzate per affrontare le conseguenze emozionali delle delusioni croniche delle loro aspet- tative irrealistiche e delle minacce all’autostima. L’abilità dei narcisisti grandiosi nell’uti- lizzare di strategie di auto-affermazione (self-enhancement) li proteggerebbe dalle conse- guenze emotive dell’insoddisfazione dei propri bisogni (ad esempio, distress, bassa auto- stima, paura delle relazioni interpersonali) e dalla presa di consapevolezza delle proprie difficoltà personali e interpersonali. Al contrario, i narcisisti vulnerabili farebbero mag- giore affidamento sull’approvazione e la validazione degli altri per il mantenimento del proprio valore personale. Di conseguenza, il dominio relazionale assumerebbe un’impor-

tanza fondamentale per il loro benessere psicologico ed essi potrebbero basare la propria valutazione di sé sulle qualità della relazione o del partner. Se tale rifornimento narcisi- stico venisse meno (o essi percepissero una minaccia all’autostima nel dominio relazio- nale), i narcisisti vulnerabili potrebbero essere esposti a un distress significativo. In tal senso, essi risulterebbero significativamente vulnerabili ad esperienze relazionali negati- ve, come il fallimento o il rifiuto, o alla percezione di una discrepanza tra i propri ideali e le caratteristiche reali del proprio partner. Questo potrebbe incrementare in loro le cre- denze relazionali maladattive, che costituiscono un tratto peculiare del Disturbo Ossessi- vo-Compulsivo da Relazione, ed esporre i narcisisti vulnerabili a dubbi ossessivi sulla relazione o sul partner.

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