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Il contributo del diritto internazionale e del diritto europeo all’affermazione di una sensibilità ambientale

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Iura and Legal Systems - ISSN 2385-2445 2015, G (1): 1-2

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Università degli Studi di Salerno

IL CONTRIBUTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E DEL DIRITTO EUROPEO ALL’AFFERMAZIONE DI UNA SENSIBILITÀ AMBIENTALE

Angela Martone

In occasione della presentazione della nuova serie editoriale della “Rivista Giuridica dell’Ambiente” (Editoriale Scientifica, Napoli), il 9 ottobre 2015 presso l’aula “N. Cilento” dell’Università degli Studi di Salerno si è svolto l’incontro “Il contributo del Diritto Internazionale e del Diritto europeo all’affermazione di una sensibilità ambientale”.

L’evento che ha coinvolto illustri esponenti del modo accademico e professionale è stato introdotto e coordinato dalla Dott.ssa Daniela Marrani (docente di Diritto dell’Unione europea). Il filo conduttore delle relazioni susseguitesi nella mattinata è stato il concetto di “sensibilità ambientale”, quale interesse della collettività alla salvaguardia dell’ambiente e strumento di effettività di quest’ultima.

Una “sensibilità ambientale” riconnessa all’ambiente quale bene comune, come viene sottolineato da uno dei condirettori della Rivista, il Prof. F. Capelli. In rilievo, inoltre, il ruolo del diritto dell’Unione europea nella tutela ambientale da quella indiretta riconnessa alla libera circolazione delle merci alla prima formalizzazione nell’Atto Unico europeo, nonché il contributo della disciplina alla formazione di una democrazia in materia ambientale che concorra alla creazione di una “coscienza ambientale” che non può prescindere dalla conoscenza. Ed è proprio nell’intento di contribuire alla creazione di una “coscienza ambientale” che in concomitanza a due eventi intercorsi nella nostra storia recente − la costituzione del Ministero dell’Ambiente e il disastro di Chernobyl nel 1986 − si decise di fondare una Rivista giuridica in materia ambientale. Un contributo che riemerge − secondo l’Avv. S. Nespor (cofondatore e condirettore della Rivista) − nell’incremento dei ricorsi promossi in virtù dei “Principi di Oslo sulle obbligazioni relative al cambiamento climatico globale”, proclamati da un gruppo di esperti il 1 marzo 2015.

D’altro lato, l’azione europea rileva nelle politiche ambientali anche sotto l’aspetto sanzionatorio, ne è l’esempio la recente pronuncia della Corte di Giustizia del 16 luglio 2015 (causa C-653/13), la quale rappresenta una “doppia condanna” nei confronti dell’Italia per la cattiva gestione dei rifiuti nella Regione Campania. Il caso, ultimo tassello di una questione che ha tenuto per un decennio il nostro Paese sotto osservazione da parte di Lussemburgo, va ad intrecciarsi con la pronuncia Di Sarno c. Italia della Corte europea dei diritti dell’uomo in una sorta di “dialogo” fra Corti che delinea − come affermato dalla Prof.ssa A. Di Stasi (Ordinario di Diritto Internazionale) − un caso di “condanna plurima”.

Le riflessioni proseguono con le relazioni di autorevoli esperti (Prof. M. Iaccarino; Mons. J.M. Serranno Ruiz e Prof. M. Vitale), i quali hanno esaminato il valore della

Dottore di ricerca in “Spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia” presso l’Università degli Studi di

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“sensibilità ambientale” nella gestione delle risorse idriche e negli accordi tra Stati concernenti l’utilizzo dei fiumi transfrontalieri; nell’Enciclica “Laudato si” e nel concetto di “ecologia integrale” che veda l’uomo e l’ambiente elementi di un progetto di sviluppo congiunto che non accetti compromessi.

Le conclusioni dell’incontro sono state affidate al Presidente emerito della Corte Costituzionale F. Casavola, nelle quali è stato sottolineato l’importante ruolo svolto dal diritto nella crescita spirituale e politica dell’umanità che permetta una modifica dell’ambiente e, al contempo, la conservazione delle sue caratteristiche in una forma auspicabile di “autocontrollo” da parte dell’uomo.

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